Anna

Anna

 

SABATO 30 DICEMBRE – SESTO GIORNO FRA L’OTTAVA DI NATALE

Oggi il Vangelo ci parla dell’incontro di Gesù con la profetessa Anna. Una donna molto anziana, si presume rimasta vedova ancora in giovane età, una donna sola che avrebbe molti motivi per essere triste, invece la troviamo nel tempio a servire Dio con la sua vita. La preghiera è diventata per lei il desiderio di quello sposo più grande che può colmare la sua solitudine, dare completezza alla sua umanità. Una relazione costante e intensa con Dio, notte e giorno in dialogo, in ascolto, che l’ha portata a riconoscere tra tanti bambini presentati al tempio quell’unico Salvatore.

Anna è l’immagine di una donna attenta ai segni divini, che ha aperto il suo cuore al futuro di Dio, dove ogni uomo vedrà la sua Salvezza. Appena vede il bambino si mette a lodare e ad annunciare la grandezza del Signore. Dio ha veramente visitato il suo popolo. Si è realizzato quel giorno santo, è apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza, quello sposo che non solo Anna attendeva nella preghiera, ma che tutta l’umanità attende anche quando non ne è consapevole.

Il desiderio di incontrare Dio di Anna, ci insegna a scoprirlo nell’amore tenero di un bambino, e per vivere questo, le nostre vite come la sua, devono essere intessute di preghiera, tese a quell’incontro che non verrà mai meno, perché la fedeltà di Dio ricopre i tempi e gli accadimenti e la dona anche a noi oggi, proprio ora, in ogni istante. Oggi è giorno di gioia, giorno di salvezza.

“Signore,

rendi il mio cuore forte,

così che nella fatica

senta la Tua mano.

Rendi il mio viso attento agli altri, affinché chi mi guarda

veda il Tuo sguardo.

Fa che riesca a lodarti notte e giorno,

senza stancarmi,

perché Tu meriti questo

un amore che perdura, fedele, pieno

come il Tuo con me”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Dinanzi a Te

 dinanzi a Te

VENERDÌ 29 DICEMBRE – QUINTO GIORNO FRA L’OTTAVA DI NATALE

Gesù viene presentato al Signore. Viene da chiedersi era necessario? Egli era figlio di Dio, un bambino diverso dagli altri, in verità la sua diversità sta proprio nell’essere come tutti noi. Dio sceglie di essere come noi, affinché non ci sentiamo diversi dinanzi a Lui.

Gesù nella sua forma umana presentato davanti al Signore, non presenta solo se stesso, ma tutta l’umanità, così che ciascuno di noi possa sentirsi faccia a faccia con Dio. Egli è di fronte a noi, come un riflesso di quella luce che è già nel nostro cuore, infatti, stare alla sua presenza illumina gli occhi, perché quando si sta dinanzi all’amato il volto brilla. Ecco cosa ha visto Simeone quel giorno; un uomo di Dio che ogni giorno si recava al tempio, vede in quel bambino una luce diversa, la luce di chi ha visto Dio faccia a faccia.

Gesù quando sarà uomo, si trasfigurerà dinanzi ai suoi, affinché quell’esperienza non fosse solo di Simeone, ma di tutti coloro che cercano Dio. Cerchiamo il Signore, lasciamo che la sua luce illumini il nostro volto. Ognuno di noi ha il desiderio di Dio in forme diverse, con storie diverse, ma la sua luce ed il suo amore sono per tutti, ad ogni età, luogo o situazione.

Oggi mettiamoci dinanzi a Lui, nella semplicità di chi osserva qualcuno che è “di casa”, perché Dio in verità è accanto a noi da sempre. Chiediamogli di saperlo vedere, di credere nella sua Presenza e la nostra vita sarà illuminata da un luce che il peccato non spegne, che il dolore non dissolve e sarà un fiore che non appassirà, perché dura in eterno.

“Signore,

quanto amore per questa povera creatura che sono io.

Vedono nei tuoi occhi me stesso,

il mio peccato, il mio passato

e una luce li invade.

Tu sei più della mia speranza,

Tu sei più di ogni mio sforzo.

Tu sei Tu ed io sono io

ma con Te, nel nostro “noi”

il mio buio ha trovato la luce,

il Tuo amore ha travolto il mio peccato

ed io fermo, in piedi dinanzi a Te,

mi inginocchio alla Tua presenza

per lodare il Tuo amore,

per amarti anch’io”. (Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

Un grido, un lamento grande, la consolazione

 

Un grido, un lamento grande, la consolazione

 

 

GIOVEDÌ 28 DICEMBRE 2023

SANTI INNOCENTI, MARTIRI – FESTA

Un grido, un lamento grande, il desiderio di non essere consolati, perché il dolore profondo provoca una repulsione. La chiesa oggi ci fa fare memoria dei santi Innocenti, bambini uccisi per volere di uomo che si è creduto un dio. I primi martiri della storia, bambini che senza un vero motivo, la loro vita è finita sul nascere.

Questo vangelo ci da sgomento, emozioni non belle, non natalizie. Bambini che soffrono e muoiono e per provocazioni molti direbbero: Dio dove sei? Oggi dobbiamo prendere coraggio e rispondere a tali persone, perché uccidere la fede di altri equivale ad un invito al suicidio, perché se la mia vita non la scopro in Dio, sono come un morto che cammina.

Dove è Dio? Accanto a quei bambini, a viso scoperto, con la sofferenza di chi non ha chiesto nulla, neanche di nascere e quindi neppure la morte. Gesù sarebbe morto come loro se Erode l’avesse preso, ma la sua strada era morire per dare la vita un po’ più avanti, e quei bambini lo precedono.

La cattiveria umana è terribile e non solo ai tempi di Gesù. Dobbiamo chiedere a Dio di purificare il nostro cuore, perché se spesso, purtroppo, ci sembra quasi di essere abituati a sentire parlare di morti, che ormai non fa più differenza. Dobbiamo tornare a piangere per gli altri, a provare compassione per il dolore di chi ci è accanto, perché l’indifferenza è un ferire con il contagocce.

La nostra vita da cristiani ci invita a stare accanto al dolore dell’altro, e forse solo allora, se avremmo messo vita nelle vite degli altri, quei bambini non saranno morti invano. E se non ce consolazione per la perdita di un figlio, esiste però la compassione di ogni uomo e donna in ogni tempo, in grado di dire con la vita: Dio ti è accanto ed io con lui, piangi non vuoi essere consolata, non dirò nulla, ti starò accanto e nel silenzio rispetterò il tuo cuore fino a quando tu vorrai.

“Signore,

dinanzi al dolore fa che sia sostegno,

apri i miei occhi alle fatiche della gente.

Insegnami a consolare nel silenzio,

a farmi accanto a quella fatica senza parole.

Aiutami a mettere un po’ di Te nel mio oggi,

nelle mie relazioni

e solo allora saprò che il mio dolore non è stato vano,

perché del mio passato

ne ho fatto consolazione

per il presente di un altro”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Corro per te

 Corro per te

 MERCOLEDÌ 27 DICEMBRE 2023 SAN GIOVANNI, APOSTOLO ED EVANGELISTA – FESTA

Il Vangelo di oggi ci parla di Risurrezione e termina con l’affermazione che il discepolo dinanzi a quei teli piegati, “vide e credette”. Siamo chiamati a vedere per credere. Vedere un Dio che ha fatto della sua umanità il luogo in cui potessimo vedere e credere.

I Vangeli, i miracoli, ci parlano di questo qualcuno che ha fatto esperienza di Gesù e attraverso quella, tanti hanno creduto.

E noi? Cosa dobbiamo guardare? In questo periodo al nostro presepio; una rappresentazione che ci vuole dare un segno: un Dio è nato, affinché io non fossi perso, affinché il mio cuore, nel cuore del Figlio trovasse pace.

Cosa dobbiamo guardare di altro? All’eucarestia, dono, dove quel Bambino divenuto uomo, si fa nutrimento. Un Dio instancabile, assume forma umana, si fa addirittura cibo e bevanda, tutto perché ciascun uomo possa sentire Dio dentro di sè, e cibandosi di Lui, la propria umanità in Lui.

Credere e vedere, cosa viene prima? La vista mi fa credere, ma credere mi fa vedere con occhi nuovi le cose.

Cosa fare? Corriamo come quei discepoli, corriamo perché crediamo e perché vogliamo vedere, corriamo incontro a Gesù, troveremo un posto preparato per noi nel Suo cuore, in ordine, come quei teli, segno che Dio non se ne è andato ed in noi è già presente la Risurrezione. Una Risurrezione che comincia da una rinascita, quella del Natale, per poter poi correre e poter vedere e credere anch’io!

“Signore,

tienimi al sicuro nel Tuo cuore.

Dammi occhi in grado di contemplarti

e vedere al di là del mio muro,

un raggio della Tua luce

illuminare la mia vita.

Voglio correrti incontro,

sentire il vento sul viso,

il battito del cuore che accelera,

i piedi che velocemente danno vigore al corpo.

Corro per vederti,

per vedere di Te, quella promessa antica e sempre nuova,

che Tu mi hai fatto un giorno

e che non ho mai scordato:

“io ci sarò ovunque andrai”,

ecco ora anche io corro per Te”.

(Shekinaheart eremo del cuore )

Spirito di difesa

 

Spirito di difesa

 

MARTEDÌ 26 DICEMBRE 2023

SANTO STEFANO, PRIMO MARTIRE – FESTA

Il Vangelo di oggi ci parla di uno Spirito, quello venuto per essere difesa.

Quante volte abbiamo bisogno di essere difesi, o rispondiamo con parole o azioni per difenderci. Possiamo credere grazie al Vangelo di oggi, che è proprio lo Spirito del Padre, l’amore di Dio venuto incontro a noi, per difenderci.

Quindi cosa accadrà nel futuro? Apparentemente nulla. Probabilmente riceveremo accuse, offese, ma se il Vangelo di oggi sarà sceso nel nostro cuore, nel giorno dopo il Natale, avremo capito che poco importa difenderci o trovare scuse, perché davvero Dio ci è accanto, ci venuto incontro. Allora invochiamo questo Spirito pronto per difenderci, affinché non sia solo difesa, ma guida, in una vita in cui sentire Dio Padre accanto non solo nell’accusa, bensì per sempre.

“Spirito del Padre,

custodisci il mio cuore,

rendilo saldo, impavido

e fa che nel silenzio senta la Tua presenza.

Spirito amore del Padre,

suggeriscimi parole e azioni

che portino amore,

così che ogni figlio

possa vedere il volto del Padre

ed ogni cuore sappia tornare a casa,

nel Tuo cuore,

sicuro del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Buon Santo Stefano a tutti e buon onomastico a chi porta il suo nome!

“E il verbo era Dio”

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25 DICEMBRE 2023

NATALE DEL SIGNORE (MESSA DEL GIORNO) – SOLENNITÀ

“E il verbo era Dio”. Quella parola divenuta carne, quel bambino in braccio a sua Madre, era Dio. Non un dio, ma Dio. Dio inafferabile, apparentemente lontano, cercato studiato, conteso, è un bambino appena nato, per dire con tutta la sua vita: sono Dio e sono qui per te.

Chi è Dio? Tenerezza. Tenerezza per il nostro cuore a volte indurito o spento, tenerezza che commuove. Ora Dio non è più lontano, ora non devo più cercarlo, mi ha già trovato ed il segno è proprio questo bambino. Mi ha trovato la tenerezza, l’amore si è fatto carne.

Possa questo Natale portare nei cuori di ciascuno la tenerezza di un Dio Padre e bambino. Possa questo Natale riscaldare il cuore e darci consolazione. Possa l’amore di Dio colmare il dolore, dare conforto e rassicurare chi in queste feste pensa a chi non c’è più. Possa l’amore portare un sorriso che non toglie la mancanza, ma ci assicura una presenza di tenerezza.

Oggi andiamo a guardare quel bambino nel presepe e diciamo: è proprio Dio. È Dio con te, per te, perché tu possa credere nel dono speciale del Natale: l’amore fattosi carne, anzitutto per te.

“Dolce bambino

risveglia in me la tenerezza.

Ti guardo e mi commuovo,

vorrei prenderti in braccio,

sentirti mio Dio tra le mie braccia

e se io che sono solo un uomo

riesco a provare questo

dinanzi ad un presepio,

chissà Tu, vedendomi.

Io tuo figlio sto nelle Tue braccia,

con tutto il mio cuore

mi stringo al Tuo petto.

Tu Dio bambino della tenerezza,

sciogli il mio cuore, rassicuralo

che starò qui con Te per sempre

cuore nel cuore,

ad ogni mio battito, ad ogni pianto,

perché Tu sei la mia vita per sempre”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Aspettando il Natale

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“Vieni Signore in questo mio cuore,

in questo mondo, nella mia città,

nel mio vicino solo, nell’anziano malato,

in quell’uomo che cammina chiedendosi: Dio dov’è?

Vieni e nasci.

Il Tuo pianto di bambino é l’inizio di un nuovo tempo,

il Tuo sorriso riempie l’universo.

Ogni madre ricorda quel giorno

in cui la vita che aveva dentro,

ha preso vita.

Ogni padre ricorda il timore del primo abbraccio,

e ogni figlio pensa che Tu o Dio sei la sua partenza.

Vieni e nasci,

così che la memoria non sia un ricordo,

ma diventi vita,

speranza amore,

e l’alba del Natale risvegli dal torpore,

ci faccia rinascere per vivere di più.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Novena di Natale 8°giorno

Novena di Natale 8°giorno

” Figli e Fratelli: volete che il Natale sia buono davvero? Dategli il suo autentico valore spirituale e riconoscetegli la sua profonda esigenza umana. Rendetelo pio e affettuoso, e lo renderete buono. Sappiate quest’oggi curvarvi amorosi sui vostri bimbi; sappiate quest’oggi associare, con qualche più generosa carità, i poveri, i sofferenti, i derelitti, i piccoli, in una parola; e avrete un Natale sincero, un Natale rigeneratore, un Natale felice”.

(SANTA MESSA NATALIZIA OMELIA DI PAOLO VI Venerdì, 25 dicembre 1964)

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Nascita

nascita

 

SABATO FERIA PROPRIA DEL 23 DICEMBRE

Ogni nascita di un bimbo è sempre qualcosa di straordinario, e la nascita di Giovanni Battista lo è ancora di più. Chiamato alla vita, chiamato per nome: un figlio donato quando tutto sembrava impossibile, un bambino che parla già dell’opera di Dio. “Si chiamerà Giovanni”. Anche il nome che solitamente veniva dato dal padre qui viene dato da Dio. La nascita di Giovanni compie un progetto di Dio che porterà ad accogliere un’altra nascita, quella di suo figlio Gesù.

Ogni bambino che nasce ha bisogno di essere amato, accolto, curato, accudito. Nessuno esiste da sé, tutti siamo parte di un progetto d’amore che Dio ha pensato dai secoli; tutto è per l’uomo e in funzione di questo, perciò amare e accogliere la vita, diventa fare esperienza dell’amore e della cura di Dio verso ciascuno di noi.

Dio ci chiama alla vita e ci chiama per nome, dandoci così una nostra particolare unicità che ci contraddistingue, non siamo esseri gettati nel mondo per caso, ma ciascuno per la sua parte può cooperare al progetto di salvezza di Dio, certi di essere sempre guidati e sorretti da Lui.

“La Tua mano Signore mi guidi,

la Tua forza sia con me.

Il Natale è l’abbraccio di Dio

per l’umanità,

è la certezza che Tu, mio Dio,

non mi lascerai,

ma sarai con me,

ad ogni mio passo e progetto;

la Tua mano sarà tesa.

Come in quella grotta fredda che il Tuo amore ha scaldato

nasci in me,

scaldami il cuore.”(Shekinaheart eremo del cuore)