Interno

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martedì 15 Ottobre 2024

SANTA TERESA DI GESÙ, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

Oggi il Signore ci chiede di curare quello che davvero conta: il nostro interno.

Gesù viene nelle nostre case e si cura della nostra interiorità, proprio perché a Lui interessa il nostro cuore; la nostra vita che sarà anche più bella all’esterno, quando l’interno avrà trovato pace ed equilibrio. Ecco perché dobbiamo impegnarci in un cammino di verità, di quello che ci abita dentro senza spaventarci.

Spesso mostrarsi per quello che si è non è semplice, abbiamo paura di risultare fragili, pieni di cose da mettere a posto, ma non dobbiamo dimenticare che ci stiamo rivolgendo a Dio. Lui ci conosce più di chiunque altro, sa di noi, della nostra storia, di quel passato tanto presente in quell’oggi ripetutamente fragile, eppure ci ama. Ci ama non perché siamo perfetti, ma perché siamo noi, siamo suoi.

Chiediamo a Lui di fare verità, di avere il coraggio di camminare consapevoli che comincia un cammino del cuore, un cammino dove lui conta i nostri passi e li fa con noi, non ne perde uno; fidiamoci di Lui, come diceva Sant’Agostino: “Più cresce in te l’Amore più cresce la bellezza”,

questo sarà già abbastanza.

“Signore,

fa che abbia la forza di venire da te

per curare il mio cuore.

La mia storia è nelle tue mani,

il tempo che vivo

è il mezzo per riscoprirlo

giorno dopo giorno,

nonostante gli sbagli.

Aiutami a camminare accanto a te

e quando stanco mi fermerò,

tieni con me il passo

affinché io viva, viva per te mio Dio.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Ferma decisione

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martedì 01 Ottobre 2024

SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

Gesù è in cammino verso Gerusalemme, ovvero verso i giorni della sua passione e morte, della consegna di sé in mano agli uomini. A questa sua mitezza si contrappone l’irruenza di Giacomo e Giovanni, ma Gesù che sta davanti, si volta e fa loro riprendere il cammino. Egli  infatti vincerà il male, non facendo il male, bensi assumendolo su di sé, quale

Agnello di Dio che porta il peccato del mondo. L’unico fuoco che può scendere dal cielo, non può essere l’ira o la vendetta, come suggeriscono i due discepoli, ma il fuoco dell’amore, della misericordia, il dono dello Spirito che si effonde su tutte le creature.

Gesù è determinato a salvare tutti, ha preso la “ferma decisione” di quel cammino che diventa per ogni uomo un esodo dal male; Egli raccoglie ogni sorta di male del mondo per strapparlo al suo potere e riportare la luce della vita. E anche dove Dio viene rifiutato, il suo amore rimane incondizionato. Gesù desidera aprire strade di vita nel cuore dell’uomo, perché esso non ragioni sulle sue paure, ma guardi ai desideri di ciò che vuole realizzare, non ciò che crede sia un stato un fallimento, ma quanto sia una nuova possibilità di cammino.

“Signore,

aiutami a camminarti accanto,

la via è la croce,

la strada è piena di buche e spine,

ma tu continui,

affinché io cammini sul lastricato della tua determinazione.

Tu non mi rifiuti mai,

e non ho nulla da darti

se non lasciarmi portare in braccio quando non ce la faccio più.

Tu sei la mia forza.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Ascolto

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24 Settembre 2024

MARTEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

La famiglia di Dio siamo noi e Gesù è sempre in cammino per radunare ogni figlio. Maria ancora una volta lo cerca, era già successo, quando Gesù ancora bambino, era rimansto nel tempio a predicare. Ora Gesù adulto percorre le strade della terra per raggiungere e incontrare tutti i figli del cielo, cosi che la sua famiglia diventi sempre più grande fino a raggiungere l’unità dei figli di Dio. Egli non si scorda di sua Madre, ma la indica come Colei che propio nell’ascolto ha generato ed è diventata Madre.

Dio è Parola e la Parola esiste dov’è ascoltata, il sordo non impara a parlare perché non può ascoltare. Il primo passo per entrare in relazione con le persone umane e con Dio, è l’arte dell’ascolto: accogliere una parola nella docilità del cuore, disponibili a farsi istruire.

Come Maria, siamo chiamati ad ascoltare per generare Dio in questo mondo; ascoltare con amore la Parola che diventa vita, come il Figlio: noi fratelli di Gesù e madri del Figlio.

“Signore,

desidero sentirti accanto a me,

alla mia fatica.

Spesso il mio cuore è diviso, ascolto, ma mi fermo lì,

alla porta del mio cuore

e non ogni mia azione parte da quell’ascolto.

Perdonami.

Ho bisogno di te,

aprimi il cuore, desidero vederti lì,

in quel luogo

dove io possa ritrovarti

e ritrovare me

e poterti finalmente dire:

parla ti ascolto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Cammino di luce

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lunedì 23 Settembre 2024

SAN PIO DA PIETRELCINA, PRESBITERO – MEMORIA

Non ci sono segreti tra noi e Dio. Non c’è nulla di nascosto, forse a volte siamo noi che ci nascondiamo a noi stessi, ma non c’è niente che nascosto non si possa recuperare, perché il Signore in verità già lo sa.

Spesso il nostro peccato è proprio quello di non fidarci di Dio, di ridurlo a nostra misura. Come trattiamo gli altri lo facciamo con il Signore. Tale è il vero errore, perché Dio è ben più grande e questo fa respirare, perché possiamo essere noi stessi, possiamo persino sbagliare ed Egli ci sarà sempre, per amarci. Il vero perdono è essere amati per quello che siamo, senza etichette che ci macchiano la coscienza, ma dove in verità Dio non c’entra Egli non ha bisogno di categorie, di bravi o cattivi per amare, l’unica vera categoria è essere figli, e questo lo siamo da sempre prima ancora di tutto. Non dobbiamo temere cosa siamo, ma cosa potremmo diventare senza Dio, oscurando quella fisiologica essenza di essere figli. Allora mettiamoci un po’ di coraggio, lasciamo emergere ciò che è fragile e fa male e mettiamolo nel cuore di Dio. Egli non aspetta altro che abbracciarci.

“Signore,

aiutami a uscire dal labirinto

che mi sono costruito

e libera il mio cuore.

Fammi sentire il tuo amore,

fa che sia più forte

della mia oscura fatica,

così da poter venire incontro a te

e vivere finalmente da figlio,

e sentirti Padre anche per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

A chi?

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18 Settembre 2024

MERCOLEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Quando le cose in noi non vanno secondo gli schemi che ci siamo creati, cerchiamo delle scuse per fare o per non fare. Il rischio è quello di non muoverci in un percorso di libertà, rimaniamo sui nostri preconcetti e non ci apriamo a un cammino di conversione del cuore e di coltivazione di gioia.

Gesù si chiede: A chi posso paragonare questa generazione? A chi è simile? O meglio a chi noi vogliamo assomigliare?

Lasciamoci coinvolgere da questo gioco serio e meraviglioso che è la vita, impariamo a guardarci dentro per vivere un equilibrio che non cerca di difendere schemi, ma la semplicità di essere uguali a noi stessi, per agire nella logica di Dio.

Lasciamoci generare dalla Sapienza che è Lui stesso, il gusto della vita vissuta in ogni attimo; proviamo a guardare con gli occhi di Dio le situazioni che ci circondano, il prossimo che come me ha desideri, sogni e ferite, allora impareremo a crescere, non saremo più simili a quei bambini seduti in piazza, saremo pellegrini della vita che sanno piangere con quelli che piangono e gioire con quelli che gioiscono (crf Rm 22,15). “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5).

“Signore,

aiutami ad essere docile

alla tua voce,

aiutami a seguirti.

Tu sei la mia strada,

la mia forza,

fa che ti riconoscano in me,

vedano che il mio grande desiderio

è incontrarti in ogni luogo,

per giungere non più a cercati,

ma ritrovarti in me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Spighe

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07 Settembre 2024

SABATO DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

I discepoli in cammino con Gesù hanno fame e colgono le spighe sebbene sia giorno di sabato; anche Davide e i suoi compagni ebbero fame, anche noi abbiamo fame. Solo Gesù non sfrega le spighe con le mani, non ha fame, perché è Lui il vero pane che può saziare la nostra fame. Abbiamo fame di pane, fame di vita, di amore, di relazione, di dono, di comunione, di pace.

Nel nostro cammino troviamo campi di grano per sfamarci e darci forza, sono i tanti segni della provvidenza, di quella cura che Dio, ha per noi; a volte non ci accorgiamo neppure di essere stati guardati da tanto amore, ricolmati di doni e custoditi dal male.

Il dono più grande è quello di stare con Gesù, di camminare con Lui e di cibarsi di Lui, vivere cosi nella pienezza della sua offerta.

Il cibo alimenta la vita, perciò non dobbiamo fermarci alla domanda sul

principio del lecito e dell’illecito: la vita di ogni uomo viene prima di tutto. Non è lecito andare contro la vita.

Gesù non vuole sovvertire le leggi, vuole ricordarci che la prima e più importante legge è quella dell’amore verso Dio, verso noi stessi e verso gli altri. Non dobbiamo avere paura di un Dio che si spezza per amore nostro, che in Gesù si fa cibo, ci comunica la sua vita: “Il Figlio dell’uomo è signore del sabato”, perché è la nostra pienezza di vita.

“Signore,

tra le fatiche del tempo presente,

tu, ti fai Signore anche di queste, chinandoti su di me

per curare le mie ferite,

riconoscendo prima di me

la mia fame più profonda.

Quanta strada da percorrere

tra le spighe di grano,

è il cammino dell’inizio

dove quel grano

diventerà pane, sarà te.

Ed io con te, cammino tra esse,

tra il presente e il futuro

di una promessa.

Io figlio del pane, figlio di te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Cammino

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02 Settembre 2024

LUNEDÌ DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il Vangelo di oggi inizia con Gesù che “viene” e termina con Gesù che “va”: “passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.

Il nostro Dio non è mai fermo, è sempre in cammino volto ad incontrare ogni uomo, non passa per caso, la sua direzione è ben chiara; nulla lo ferma, nemmeno la morte. Gesù cammina oltre ogni ostilità e rifiuto, oltre la fine che gli decretano. Il suo essere gettato giù, in realtà lo innalza sulla croce e sarà in quel momento che si compirà definitivamente il lieto annuncio, la liberaziome da tutto il male del mondo, la vittoria sul peccato e sulla morte. La sua misericordia curerà tutte le nostre ferite, il suo amore pervaderà i nostri cuori e infrangerà la nostra diffidenza.

Siamo chiamati a camminare, non possiamo rimanere fermi sui pregiudizi, convinti di conoscere la verità sulle cose, sui fatti, sulle persone. Mettiamoci in viaggio per accogliere la salvezza; Gesù passa in mezzo a noi, cammina con noi e sta al nostro passo perché noi possiamo camminare con Lui, ascoltare la sua parola, ascoltare il suo silenzio, ascoltare il suo amore.

“Signore,

aiutami a camminare con te,

a sentire i tuoi passi

e tu ascolta i miei.

Dove vado? Guidami tu.

Ti ascolterò:

nella tua parola,

in quel silenzio che mi circonda,

nel tuo amore che mi fai sentire.

Resto in ascolto.

Entra in me, cammina con me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Realtà

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26 Agosto 2024

LUNEDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Un tono di rimprovero ci colpisce subito nel vangelo di oggi: “Guai a voi”. Ma Gesù non ci vuole minacciare, vuole avvertirci del male in cui possiamo incappare se non poniamo attenzione alla realtà del nostro vivere e agire, quando ci muoviamo più nell’apparenza che nella sostanza; quando anche il fare non deve essere fatto per far sembrare gli altri dei trasgressiori.

Gesù non rimprovera l’uomo nella sua fatica umana, per la sua debolezza, conosce bene i suoi limiti, le difficoltà, le sofferenze, lo avverte del male di voler apparire giusto, sembrare perfetto senza porre impegno nell’esserlo realmente. Costui è l’ipocrita che dice e non fa, come un attore che recita una parte, ma non corrisponde alla realtà, persino la verità viene distorta a suo tornaconto e non si accorge che si fa del male con le sue stesse mani.

Gesù mette in luce questa ipocrisia, vuole aiutarci a leggere la realtà con occhi nuovi, il nostro agire deve essere ispirato dall’amore cosi da percepire i segni di Dio e camminare alla luce della sua Parola.

“Signore,

accompagna i miei passi,

donagli luce,

proteggi il mio cuore

da tutto ciò che accanto a me

può ferirlo.

Donami di camminare

lungo i tuoi passi,

per poter portare pace

nel mio angolo di mondo;

un pezzo di cielo,

un pezzo di te in chi incontro

che come me ti attende.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Va

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19 Agosto 2024

LUNEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Tesoro è una parola che evoca un’avventura, per trovare qualcosa di straordinario che ti riempia la vita. Gesù indica un tesoro: “va”, ovvero, parti, dirigi il tuo cammino su una strada che si chiama Amore, lasciati liberare e vola, troverai una vita moltiplicata, un Cristo vivo che ti ama e che si china nel cuore di ogni uomo per ridargli vita nuova, amore compassione, misericordia.

Non si tratta di guardare alle cose, ma alla qualità del nostro esserci, al modo in cui viviamo la realtà, allo stile con cui curiamo le relazioni.

Solo l’amore strappa dalla tristezza e dalla paura di perdere vita; andare dietro a Gesù apre la strada della gioia, perché seguire Lui è camminare in quel tesoro che ha un valore immenso, non si corrompe, non diminuisce, diventa sempre più brillante, perché è lo sguardo di Dio. Allora comprendiamo che è possibile guardare la nostra esistenza secondo una prospettiva inedita. Tutto ci è dato per vivere nella ricchezza dell’amore, per condividere questo tesoro che rivoluziona la vita: amati profondamente dal Padre del cielo.

Vai vivi il tuo tesoro del cielo, la tua vita nell’Amore.

“Signore,

aiutami a camminare,

così da scoprire te

come unico tesoro,

così da sentirmi io il tuo.

Tu mi accompagni,

sei con me, passo dopo passo,

ti prego: guidami,

dimmi una parola

per poter procedere avanti

e donami la tua forza

che non mi rende un viandante,

ma un pellegrino

la cui meta sei Tu.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Forza del cibo

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11 AGOSTO 2024

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

La prima lettura di oggi ci offre l’immagine di un Elia stanco, affaticato, carico di pesi da sopportare; è bellissimo vedere quanto il Signore si prende cura di lui attraverso l’angelo e il racconto si conclude cosi: “Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb”.  È la forza di quel cibo che ci fa camminare, è la forza di un Dio che non ci abbandona, che ci ama.

Quando le nostre gambe non ce la fanno, quando il nostro cuore è in fatica abbiamo con noi una forza: la forza di quel cibo che è Lui stesso. Non è qualcosa di esterno, superficiale, il cibo entra in noi, fa parte di noi perché nel nostro cuore torni il vigore di un tempo. È da credere?

Si, bisogna credere all’amore di un Dio che si rivela dicendo: “Io sono il pane della vita”, ovvero: sono il cibo di cui tu hai bisogno per esistere, affinché tu possa camminare e sentire la mia forza. Eccomi per amore ti do tutto me stesso. Tu devi solo alzarti e mangiare, perché da sempre io sono con te.

Il Signore sia la nostra forza sempre!

“Pane del cielo che sei Dio,

entra in me

donami la tua forza,

così che la mia vita

si senta unita alla tua,

non per un istante ma sempre.

Dammi la forza,

sostieni il mio cuore

aiuta i miei cari,

perché quel cibo si consumi

fino ad essere parte di me

e io riprenda il cammino

con la forza di Dio,

con la forza di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)