Amore

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24 MAGGIO 2024

VENERDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi è un testo da comprendere bene, perché a volte il bene va scavato, interpretato e meditato, per cogliere tutta la pienezza della sua bontà.

Ci troviamo dinanzi a una domanda fatta dai farisei a Gesù, per metterlo alla prova, basata sulla liceità per un marito, di ripudiare la propria moglie.

Ripudiare, significa rifiutare la persona con cui si è legati, come se tutto quello che c’era stato prima, ora non esistesse più.

Ripudiare è un atto che non esprime amore, e i farisei “usano” l’atto di ripudio che Mosè ha scritto per mette alla prova Gesù. Egli risponde che è proprio per la durezza del cuore, che Mosè ha scritto quell’atto di ripudio. “Ma dall’inizio della creazione […] l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Il Signore ci ha creati per l’unità, per l’amore in grado di vivere quel legame indissolubile, e creare famiglie buone, sane, dove l’ultima parola sia sempre e solo: amore.

L’amore dev’essere la componente che emerge dalle nostre case, non si tratta solo di un abbraccio, una carezza, ma è quell’amore che nel silenzio si prende cura di chi ci è accanto, che è capace di perdonare e sa accogliere nonostante tutto. Dio ha fatto l’uomo e la donna diversi, unici, e tutti siamo così. Il vero atto di ripudio da oggi dev’essere quello dell’odio, per scegliere l’amore.

Diamo senso a quelle parole di Gesù, facciamo entrare nelle nostre case quell’amore che ci ha consegnato, ed assume molteplici forme in base al nostro ruolo. La comunione con Dio che tanto ci è promessa, possa aiutarci a costruire famiglie leali, vere e libere, capaci di testimoniare al mondo che non è la norma a fare la differenza, ma l’amore.

“Signore,

desidero fare del Tuo amore

la mia unica norma,

capace di formarmi

e sostenermi

quando il mio cuore grida: rifiuto.

Fammi comprendere che nelle mani ho un dono ed una scelta.

Entrambi hanno un nome: amore.

Apri la mia mano, così che possa donarlo al mondo

ed il mondo riconosca Te

in quell’unico dono.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Famiglia

famiglia

 

23 GENNAIO 2024

MARTEDÌ DELLA III SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Gesù è sempre attorniato da tanta folla che lo cerca, dove passa guarisce, lascia segni di amore e di Misericordia. Anche sua madre e i suoi fratelli lo stanno cercando, e Gesù non perde occasione per insegnare una parentela differente da quella di sangue, basata sull’ascolto della parola. Egli rivolgendosi a quelli che gli erano intorno e lo ascoltavano afferma: “chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.

La Parola genera vita, per questo chi l’ascolta entra in un processo di generazione. Mettersi in ascolto dell’altro significa fargli spazio, accoglierlo nel cuore, perché si trovi bene, così com’è, anche con quello che ancora non comprendi, ma lo custodisci, così gli dai vita.

La volontà di Dio si realizza mettendosi all’ascolto di Lui. Da lì si impara il suo modo di pensare, il suo stile di amare, si apprende una nuova parentela riferita a Gesù: “costui per me è fratello, sorella e madre”.

Dove passa Gesù fiorisce vita nuova, un sogno di maternità e di fratellanza per ciascuno di noi, e per ogni donna e uomo di tutti i tempi.

“Tu che sei padre e madre e fratello,

vieni nel mio cuore,

scendi e insegnami ad esserlo per altri.

Vieni, perché possa essere casa,

non solo io, non da solo,

ma perché Tu faccia la differenza

in questo mondo indifferente.

Una famiglia Tu sei per me,

per chi non ce l’ha,

per chi l’ha persa, per chi sospira.

Una famiglia, in cui poter essere noi stessi.

Una famiglia, ecco tutto,

in quel tutto, che pieno ancora non è! “

(Shekinaheart eremo del cuore)