Tu sei mio figlio!

tu sei mio figlio

DOMENICA 08 GENNAIO 2023

BATTESIMO DEL SIGNORE – ANNO A – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 42,1-4.6-7

Salmo: Sal 28 (29)

Seconda lettura: At 10,34-38

Vangelo: Mt 3,13-17

“Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»”.

È festa in cielo per ognuno di noi, divenuti Suoi figli attraverso il battesimo. Il compiacimento del Padre per il Suo Figlio prediletto si estende sino a noi, affinché ciascuno possa dire: ora sono tuo figlio. Per molti, avvenendo in tenera età, è difficile ricordare la celebrazione del battesimo, ma lungo il corso della vita, abbiamo il compito di riappropriarci di questa certezza che è già in noi: tu sei figlio.

Tu sei figlio di Dio, non per quello che fai, ma per ciò che sei da sempre. Dio ti ha costituito quando ancora eri informe: semplicemente, teneramente figlio, così che tu potessi sentire il calore delle braccia del Padre sollevarti e tenerti stretto in ogni momento.

La tua storia di figliolanza è cominciata anni fa, lo sapevi? Proprio perché sei figlio, hai un Padre che dal cielo ti guarderà e mai ti abbandonerà persino quando tu, per sbaglio, girerai le spalle, spererà solo che sia per un momento, e guarderà per vederti tornare.

Quell’acqua sul capo è l’inizio di una vita in qualsiasi momento avvenga, una vita pensata per te, dove tu possa trovare la tua strada nel mondo e guardando il cielo, possa sentire per te una voce dirti: tu sei mio figlio, l’amato!

 

Verso casa

verso casa

 

 

03 NOVEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Fil 3,3-8a

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 15,1-10

 

Il Vangelo di oggi, ci fa pensare come la gioia di Dio sia l’averci ritrovato. Questo è una risposta alle tante voci, pensieri o preoccupazioni, che prendono il sopravvento quando pensiamo ai nostri sbagli. Oggi il Signore ci dimostra che non è così, mentre noi guardiamo alla mancanza, a ciò che non va, alla perdita, Egli invece è il buon pastore, che lascia tutto per cercarci e portarci a casa.

Saremo a casa quando ci lasceremo condurre da Lui, siamo cari, preziosi ai suoi occhi, unici e speciali, e mentre la gente punta il dito e dice: peccatore, Egli afferma: figlio mio ben tornato.

Tutta la storia biblica parla di salvezza e quell’amore di Dio tanto forte per il suo popolo, si traduce nell’evento più grande della storia: la nascita del Figlio. Avrebbe potuto mandare un angelo, invece no, sceglie il Figlio affinché noi potessimo sentire che è Dio stesso a cercarci, a portarci sulle spalle, a non abbandonarci. Allora la festa del cielo, è la festa del nostro cuore, il cui cielo ha preso dimora solo che non lo sapevamo, ma ora come pecore ritrovate, abbiamo il compito di comportarci come tali, che dopo tanto tempo stanno a casa con Dio e hanno tante cose da dirsi. Sia il nostro quotidiano così, vissuto nella pienezza!

“Signore,

fa che la mia vita sia una strada verso casa,

un ritornare a Te, nonostante tutto

e sappia farne memoria quando inciampando

temerò di perdermi.

Tieni stretta la mia mano

perché in me c’è voglia di ritornare,

solo che a volte non lo so fare.

Tu mi risollevi e non mi abbandoni,

nel Tuo amore non c’è traccia del mio peccato

ed io comprendo giorno dopo giorno,

che sono figlio e Tu mio Padre

e nel Tuo cuore c’è un posto per me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Invitati a nozze

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 15,16-23

Salmo: Sal 49 (50)

Vangelo: Mc 2,18-22

 

L’invito che oggi il Signore ci fa e di sentirci come degli invitati a nozze. Si paragona allo sposo affinché tu possa capire che il suo impegno è per tutta la vita, la tua. Non ti lascerà mai solo. Ai tuoi sacrifici, alle tue mancanze, ai tuoi vuoti è arrivata una risposta, ora è il tempo della pienezza, della festa. Il tempo in cui tu sei testimone di un amore più grande, che arriva persino al sacrificio.

Egli è colui che rinnova il tuo digiuno, non sentirai più quel vuoto delle tue colpe che ti fanno sentire mancante, perché Egli è venuto per te. Gesù vuole che tu sappia quanto la tua relazione con Lui è importante, gli stai a cuore, al punto da sollevarti dal peso dei tuoi errori e tu possa ricominciare.

Quante volte cerchiamo di rattoppare pezzi della nostra vita, cuciti uno sull’altro con delle cicatrici, Egli è venuto a rendere nuova la nostra vita.

È venuto affinché potessimo farcela e quando la vita ci darà delle difficoltà e sarà per noi come tornare a digiunare, non sarà più un vuoto come un tempo, ma sarà una scelta: la scelta di non riempire la nostra vita, il nostro vino in otri vecchi, ma otri nuovi. L’otre nuovo di chi ha una speranza, l’otre della memoria di chi ha conosciuto colui che ci ha a cuore, l’otre del coraggio che non si lascia buttare giù nella caduta, ma si rialza perché a terra ha trovato colui che gli ha dato la spinta per farlo.

Ovunque tu sei, in piedi o a terra, guarda attentamente c’è Qualcuno che desidera tu riesca, viva, ama e cammina.