Per non tradire più

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05 APRILE 2023

MERCOLEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 50,4-9a

Salmo: Sal 68 (69)

Vangelo: Mt 26,14-25

La vita di Gesù viene pagata molto poco, trenta denari, il prezzo di uno schiavo qualunque, tuttavia Giuda non si è accorto di una cosa fondamentale e chiede: “Quanto volete darmi perché ve lo consegni?”. Non si accorge che non è lui a consegnare Gesù in mano ai capi dei sacerdoti, ma è Gesù che si consegna, che vive l’obbedienza al Padre per la salvezza e il riscatto di tutti.

Giuda prima di tradire Gesù ha tradito se stesso, perche non è riuscito a capire quanto era amato. Ha preferito essere pagato per svendere l’amore, svendendo cosi se stesso, la sua dignità di figlio di Dio. Il cuore eroso dal male genera la disperazione.

Don Primo Mazzolari chiamava Giuda: fratello nostro, perché anche noi come lui, “possiamo tradire l’amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando noi lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore”.

Afferma ancora: “Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario.

Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui”.

La vita di Gesù è stata un continuo e appassionato consegnarsi: dono e perdono. Neppure il suo corpo ha tenuto per sé: “prendete e mangiate”; come il suo sangue: “prendete e bevete tutti”. Poi sarà il silenzio, starà a noi comprendere e accogliere in silenzio e commozione, il dono di un Dio che muore per amore.

”Signore,

aiutami a comprendere il dono di Te:

Amore perfetto,

Misericordia infinita,

cuore che si consegna nelle mani macchiate dal peccato di molti.

Purifica il nostro cuore.

Genera luce nelle nostre ombre.

Aiutaci a venire da Te, ancora ed ancora,

per toccare con l’Amore di un Dio che ci porta a casa,

nel suo cuore, per non tradire più.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Sul Tuo cuore

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04 APRILE 2023

MARTEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 49,1-6

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Gv 13,21-33.36-38

Tradimento e rinnegamento sono le due parole terribili, presenti nel Vangelo di oggi

Qui leggiamo la miseria e la pochezza umana a differenza della grandezza di Dio, e la nostra piccola fede che si infrange davanti agli eventi che ci turbano e ci spaventano.

Eppure costoro erano amici di Gesù, li aveva scelti Lui, come può succedere questo?

Ci vengono alla mente le parole del Salmo 53: “Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente” (vv 13-14).

Quale dolore puo aver trafitto il cuore di Gesù, prima ancora dei flagelli sul suo corpo?

Giuda è avvolto dalla notte, non c’è luce che possa filtrare nel suo cuore, la tenebra ha preso il sopravvento e fugge dall’amore che Gesù vuole ancora donargli dandogli “quel pane”.

Pietro invece promette la sua fede, è disposto ad un gesto eroico, eppure anche lui dovrà fare l’esperienza della paura e della debolezza umana, per  aprire il cuore alla vera fede e confermare i sui fratelli.

Giovanni, “il discepolo che Gesù amava”, si china sul petto del suo Signore per sapere di chi sta parlando, e coglie tutta l’emozione, il turbamento, il battito gonfio di quel cuore colmo di passione d’amore, perche la fedeltà di Dio è piu forte di ogni tradimento e rinnegamento.

Gesu è venuto per dare salvezza, per rendere gloria al Padre, perché la gloria dell’uomo e la stessa gloria di Dio, consistono nell’amare.

Si tratta di un vero dono, di vivere consegnati, affidati a Lui con tutto il nostro essere, senza alcuna riserva o difesa.

“Come Giovanni, mi metto sul Tuo cuore,

lì dove il tradimento di colui che hai scelto ti ha colpito.

Mi chino su di Te, poiché Tu con me

l’hai fatto tante volte

e proprio come quando ci si ama,

i tuoi gesti diventano i miei.

Aiutami ad accompagnarti in questi giorni santi,

per scoprire quanto è grande il Tuo amore

e quanto il mio cuore è capace di riceverlo.

Sii accanto a me,

ed insieme usciamo da questa notte e risorgiamo.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Quel boccone di pane

 

Quel boccone di pane

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 49,1-6

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Gv 13,21-33.36-38

 

“In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà”.

L’immagine di oggi è: il boccone di pane.

In questo martedì Santo, portiamo all’altare dell’ Eucarestia tutto ciò che ci turba, le nostre difficoltà, le paure.

Gesù proprio in quella mensa, svela cosa accadrà da lì a poco e non è nascosto neanche il suo profondo turbamento. Non per questo si tira indietro e con determinazione afferma a Giuda: “Quello che vuoi fare, fallo presto”.

Quel boccone sarà un boccone amaro, sarà la prima volta in cui Gesù riconoscerà apertamente Giuda, come colui che lo tradirà e chissà quanto dispiacere il Signore possa aver provato per lui, poiché era uno tra i suoi discepoli.

Proseguendo la lettura del Vangelo, dopo che Giuda uscì, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui”.

“Ora” la gloria avviene dall’aver compiuto un atto grandioso: aver intinto il boccone con colui che lo tradirà. La Sua gloria sarà, non solo perché risorgerà, ma perché si è reso pane per tutti. Per chi sbaglia e lo rifiuta, per chi non crede e accusa, per chi crede e inciampa. Egli per tutti si fa pane e per tutti c’è una mensa pronta ad accoglierci, così come siamo.

Se non fosse stato così, quel gesto di sommo amore tradotto nella più alta offerta, sarebbe stato un atto fatto e finito; ed invece si perpetua nel tempo, così che noi bisognosi di redenzione possiamo accostarci a Lui ed essere partecipi della Sua gloria.