Sabato santo

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30 MARZO 2024

SABATO SANTO

Accompagnamo Gesù in queste ore buie, ma il nostro cuore sa che stanno attendendo la luce,

Stasera le campane torneranno a suonare a festa, la gioia, il canto del gloria e dell’alleluia si faranno spazio, perché Cristo è risorto!

Ora però siamo chiamati al silenzio, sono ore intense, il Signore è morto, l’hanno deposto dalla croce; è sceso sulla terra il silenzio e la paura,

È qui, in quei tuoi silenzi, dove spaventato gridi: “dove sei Signore?” Sono qui, in silenzio rispettoso del tuo dolore, ti sono accanto e lo porto con te. Risorgiamo dall’idea che Dio è lontano. Risorgiamo con Lui, però prima, rimaniamo anche noi in silenzio, così da sentire il respiro di Dio.

“Signore,

Ti accompagno con silenzio.

Tacete frastuoni assordanti nel cuore!

Ogni rumore si spenga.

Sono ore delicate,

è un silenzio di attesa.

Sono qui e Tu, dove risorgerai?

Apri il sepolcro della mia esistenza,

elimina quello che fa male,

oggi in questo silenzio sento la Tua presenza,

io e Te risorgeremo da lì.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Giuseppe

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MARTEDÌ 19 MARZO 2024

SAN GIUSEPPE, SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA – SOLENNITÀ

San Giuseppe è l’uomo che crede ai sogni, non a sogni qualunque, ma al sogno più grande di Dio per la salvezza di tutta l’umanità. È così che diventa padre, e quale grande cuore doveva avere, tanto quanto Maria, per questo Dio gli affida suo Figlio. Giuseppe è l’uomo giusto, umile, forte nella fede, infatti non chiede altri segni oltre al sogno fatto, e “quando si destò dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”. Egli accoglie il sogno di Dio, perché in qualche modo sà sognare una storia con Dio, dove Lui viene coinvolto. totalmente nel disegno di salvezza.

Giuseppe obbedisce a Dio, e si dona con tutto stesso a quel progetto di amore; si prenderà cura di quella nuova famiglia che gli è stata affidata, affronterà ogni avversità fidandosi della parola del Signore, fidandosi di quei sogni, segni di Dio.

“O Giuseppe,

a te affidiamo tutti i papà,

quelli in cielo e in terra,

quelli che lo diventeranno

e quelli che vivono

la mancanza di una paternità,

Tu nel silenzio

hai accompagnato tuo Figlio,

accompagna anche loro,

perché prima di essere padri

siano figli, come te.

Tu Giuseppe, non dici nulla,

ma il tuo silenzio percorre la storia,

ora, accompagna anche la nostra,

perché il dono di una vita da crescere

non cessi mai di esistere.”(Shekinaheart eremo del cuore)

Buon onomastico a tutti voi il cui nome deriva da Giuseppe! Vi ricordiamo nella preghiera!

Maria presso la croce

Maria presso la croce

 

VENERDÌ 15 SETTEMBRE 2023

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA – MEMORIA

Prima lettura: Eb 5,7-9

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Lc 2,33-35 oppure Gv 19,25-27

Oggi nella memoria della Beata Vergine Addolorata, sono proposti due vangeli, noi scegliamo il primo, ma entrambi esprimono le caratteristiche di questa grande Madre di cui ciascuno di noi è figlio.

Maria sta presso la croce, quante madri possono trovarsi in questa situazione, dinanzi alle preoccupazioni di un figlio malato, tribolato, quella croce del figlio diventa sempre più la croce della madre.

Maria sta, non si tira indietro, sta dinanzi alle nostre croci e con tutto il cuore ne sostiene il peso. Non parla, silenzio, è il silenzio del rispetto, quel silenzio è il grido più forte e assordante di qualsiasi urlo.

Anche noi dalle nostre croci impariamo a stare in silenzio, per sentire nel cuore la sua presenza, per sentirci dire: sono qui figlio mio.

Maria è accanto a noi, non c’è dolore che il Suo cuore non possa tenere; come custode della Parola diventa custode della croce, ma non solo quella del figlio, poiché come la parola è per tutti, lo stesso la croce.

Impariamo da lei a stare, impariamo quel silenzio che accompagna, lasciamoci amare da Maria. Ella madre di ogni tempo sta, e nel suo stare prega per tutti noi suoi figli, affinché ogni cuore si senta generato da Dio e possa sentire su di se le parole dette a Giovanni: ecco tua madre.

Ecco la madre che sta presso la tua croce e tu figlio non sarai solo, nessuna lacrima cadrà a terra prima che lei non l’abbia colta.

Nel Suo cuore, vi é tutto quell’amore talmente grande da straripare nel tuo e non  sentire più solo dolore, ma un leggero sollievo, un soffio di vento, un  sospiro di consolazione, capace di consolare il tuo cuore. Eccola è Lei ed è presso di te, nelle tue giornate stanche e doloranti, in quelle fitte che la vita purtroppo vive, per dirci: figlio non sei solo, ci sono io, le prendo tutte per te.

“O Maria,

quanto è grande il mio dolore

e tu lo vedi.

Sei presso la mia croce,

sei qui con me.

Il tuo volto è buono o madre,

il tuo volto mi è di conforto,

stai con me Maria,

parlami di Gesù,

parla al mio cuore cosi che trovi consolazione

e dopo averlo sentito non scendo, poiché non voglio vederti salire al mio posto,

tu lo faresti, una mamma lo farebbe.

Stiamo insieme presso quella grande croce,

che da un senso alla mia e alla tua.

Stiamo, io ti guardo e tu guardi me,

stiamo in silenzio,

in questo silenzio assordante.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Nel silenzio un ricordo

Nel silenzio un ricordo

 

05 AGOSTO 2023

SABATO DELLA XVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Lv 25,1.8-17

Salmo: Dal Sal 66 (67)

Vangelo: Mt 14,1-12

Mentre più della metà del Vangelo di oggi, è ricco di dettagli su ciò che i personaggi hanno detto, l’ultima parte dalla decapitazione in poi è avvolta dal silenzio. Un silenzio oseremmo dire di rispetto per la perdita di Giovanni, persona cara ai suoi discepoli, subentrano gesti di cura, non più avvolti da parole ma dall’amore, che spesso nel silenzio sanno dire di più rispetto a tanti discorsi.

Un amore che i discepoli di Giovanni hanno percepito quando erano con Lui: l’amore alla verità, l’affetto per Gesù il Messia tanto atteso. Questo amore si fa strada in tanti cuori, e Giovanni vivrà in loro, persino in quel silenzio tanto assordante, vive ancora Giovanni ed il suo amore alla verità. Ed è proprio in quel silenzio, in quel vuoto, che possiamo ritrovarlo, come possiamo ritrovare i nostri cari, perché anche se non fisicamente con noi, nel silenzio, nella preghiera, nel nostro cuore essi vivono ancora e ci vogliono bene come sempre.

Oggi allora preghiamo per tutti noi, perché questo messaggio ci sia di consolazione e di forza e preghiamo per tutti i nostri cari, perché loro assieme a Giovanni hanno già visto il volto di Gesù.

 

Svegliati tu che dormi

svegliati tu che dormi

08 APRILE 2023

SABATO SANTO

In questo giorno dove la Chiesa celebra il sabato Santo e vive l’attesa di Cristo, ripercorriamo insieme alcuni stralci di un’antica omelia sul sabato santo, in grado di aiutarci a entrare sempre più nel desiderio di Dio: la salvezza dell’uomo

“Creati per la gloria del tuo nome,

redenti dal tuo sangue sulla croce,

segnati dal sigillo del tuo Spirito,

noi t’invochiamo: salvaci, o Signore”!

(Inno ufficio delle letture Sabato Santo)

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»

“Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. […]

«Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.

[…]Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. […] Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura. […] Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. […] Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli”.

 

 

Per non tradire più

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05 APRILE 2023

MERCOLEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 50,4-9a

Salmo: Sal 68 (69)

Vangelo: Mt 26,14-25

La vita di Gesù viene pagata molto poco, trenta denari, il prezzo di uno schiavo qualunque, tuttavia Giuda non si è accorto di una cosa fondamentale e chiede: “Quanto volete darmi perché ve lo consegni?”. Non si accorge che non è lui a consegnare Gesù in mano ai capi dei sacerdoti, ma è Gesù che si consegna, che vive l’obbedienza al Padre per la salvezza e il riscatto di tutti.

Giuda prima di tradire Gesù ha tradito se stesso, perche non è riuscito a capire quanto era amato. Ha preferito essere pagato per svendere l’amore, svendendo cosi se stesso, la sua dignità di figlio di Dio. Il cuore eroso dal male genera la disperazione.

Don Primo Mazzolari chiamava Giuda: fratello nostro, perché anche noi come lui, “possiamo tradire l’amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando noi lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore”.

Afferma ancora: “Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario.

Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui”.

La vita di Gesù è stata un continuo e appassionato consegnarsi: dono e perdono. Neppure il suo corpo ha tenuto per sé: “prendete e mangiate”; come il suo sangue: “prendete e bevete tutti”. Poi sarà il silenzio, starà a noi comprendere e accogliere in silenzio e commozione, il dono di un Dio che muore per amore.

”Signore,

aiutami a comprendere il dono di Te:

Amore perfetto,

Misericordia infinita,

cuore che si consegna nelle mani macchiate dal peccato di molti.

Purifica il nostro cuore.

Genera luce nelle nostre ombre.

Aiutaci a venire da Te, ancora ed ancora,

per toccare con l’Amore di un Dio che ci porta a casa,

nel suo cuore, per non tradire più.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Quale conforto?

quale conforto

 

MERCOLEDÌ 28 DICEMBRE 2022

SANTI INNOCENTI, MARTIRI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 1,5-2,2

Salmo: Sal 123 (124)

Vangelo: Mt 2,13-18

 

Dolore, immenso dolore evoca il Vangelo di oggi. L’innocenza viene ferita, uccisa dalla gelosia, dal possesso del cuore umano. Non c’era consolazione per Rachele, né per le altre madri divenute vuote dalla mancanza del figlio.

Il Dio della consolazione, quale parola può portare dinanzi a tali situazioni? Quale conforto? Silenzio. Il rispetto nel silenzio che non vuole dire l’assenza di Dio, ma una presenza che soffre con noi.

Quanti Erodi possiamo trovare nel nostro cammino! Quanto dolore è presente nella nostra società, e seppure questo ci rattrista, è bene che possiamo leggerlo nel Vangelo a testimonianza che la Sua Parola non è astratta, e scende nella nostra realtà per aiutarci a viverla.

Non c’è dolore che Dio non sappia, non c’è nessuno, anche chi non lo sa, che è davvero solo a questo mondo: ci sarà sempre Lui quel Figlio divenuto adulto portare del peso di tanti piccoli martiri che a causa della crudeltà verso il suo nome non ci sono più. Quanti martiri sono venuti dopo e verranno ancora, tutti saranno accolti dal Padre. E poi ci siamo noi, martiri quotidiani, che segnati dalle nostre sofferenze possiamo sentirci uniti a tutti loro, che con il sacrificio della vita, ci ha detto che Dio esiste ed è una certezza, affinché avessimo la forza di credere, e credere sempre nonostante tutto.

 “Signore,

ti offro la mia vita,

non come gli eroi che in battaglia combattono,

ma come uno che desidera ritrovare la strada

e non soffrire più.

Aiutami a credere in Te, anche quando il dolore

prende il sopravvento.

Sii il mio sostegno ed il mio rifugio,

perché il tuo cuore è grande più del mondo,

so che può contenerci tutti.

Fa che ciascuno ti ritrovi e con Te riacquisti la forza”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Uomo del silenzio e dell’ascolto

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DOMENICA 18 DICEMBRE 2022

IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14

Salmo: Sal 23 (24)

Seconda lettura: Rm 1,1-7

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Grande uomo del silenzio e dell’ascolto era Giuseppe, che cooperó al piano di salvezza. Anche a Lui apparve l’angelo che gli disse: “non temere”. Il coraggio di Dio accompagna i suoi figli ed a ciascuno Egli garantisce la sua forza.

Giuseppe si sveglierà e saprà che non era solo un sogno e questo, perché la fede di lui sa cogliere il segno di Dio, dal suo Si, assieme a quello di Maria, si compie la pienezza per tutti noi.

Affidiamoci a Giuseppe padre di Gesù, un padre che lo crescerà e gli insegnerà a credere nell’impossibile, proprio perché d’ora in poi ogni giorno che si sveglierà, guarderà a suo figlio e alla sua amata, e riconoscerà la potenza di Dio averlo coinvolto. Giuseppe diventa così esempio di quella quotidianità offerta e sofferta, capace di credere e sperare, affinché Dio sia sempre per ciascuno il motore di tutto. E rivolgendogli questa preghiera, chiediamo a lui di aiutarci a vivere il dono della salvezza scaturita dal suo si:

“O uomo saggio Giuseppe,

tu che hai saputo cogliere i segni dei tempi,

insegnami a comprendere Dio nella mia storia.

Tu, Giuseppe, taci, ma fai parlare il tuo cuore,

aiutami a credere come hai fatto tu, nell’impossibile.

Sii tu l’angelo capace di confortare la mia notte,

così che al mio risveglio, anch’io sia capace di dire si”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

“Dio non è dei morti, ma dei viventi”

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DOMENICA 06 NOVEMBRE 2022

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: 2 Mac 7,1-2.9-14

Salmo: Sal 16 (17)

Seconda lettura: 2 Ts 2,16-3,5

Vangelo: Lc 20,27-38

 

“Dio non è dei morti, ma dei viventi”

Queste parole oggi entrano nelle nostre case, per rinnovarci il cuore da tutte le situazioni che stiamo vivendo, accanto a noi è presente il Dio della vita.

Le nostre situazioni di “morte”, di dolore, trovano sollievo nell’amore di Dio. Spesso chi è al di fuori della nostra realtà, non sa cosa viviamo o quali preoccupazioni ha il nostro cuore. Tendiamo a immagazzinare tensioni, paure, perdendo di vista l’Unico che ci può aiutare, e mentre stiamo cercando soluzioni, Egli non ci perde di vista e desidera aiutarci a farcela.

Oggi lo fa con queste parole che arrivano direttamente al cuore: Dio è il Dio della vita, ed io quindi essendo figlio/a di Dio sono creato per la vita, pertanto ogni segno di morte, di buio, è abbracciato dalla luce della vita e quel bagliore invade il nostro universo dal di dentro, per riportare pace e conforto al cuore.

O tu che soffri o che hai sofferto, affidati a Lui. Nessuna tua lacrima sarà perduta e ogni dolore sarà consolato, perché il tuo Dio ti ha promesso la vita, situazioni perciò diamo al nostro cuore quello spazio di sfogo, di respiro nel cuore di Dio. Non c’è luogo dove potremmo essere più al sicuro se non in Lui. Non c’è dolore che Lui non conosca e non c’è nulla che nel segreto non sappia, poiché anche quando non riusciamo a parlare, Egli nel silenzio sa.

 “Signore,

nel silenzio tu sai.

Ti affido oggi tutti quelli che soffrono,

abbiano in Te un luogo in cui poter trovare pace,

anche lì dove sembra possa non esserci.

Rassicurali Tu, come hai fatto con me.

Arriva Tu a consolare,

stendi la Tua mano sopra ciascuno e benedicili.

Fa che sentano la tua forza,

affinché sappiano che ogni lacrima non è perduta,

come il Tuo sudore lì sul calvario,

segno che l’amore non perde mai

e ogni dolore sarà sanato

ora e per sempre con Te vivo in mezzo a noi”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Insegnaci a pregare

insegnaci a pregare

05 OTTOBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gal 2,1-2.7-14

Salmo: Sal 116 (117)

Vangelo: Lc 11,1-4

 

I discepoli chiedono al Signore di insegnare loro a pregare. Al di là delle parole da dire, forse quello che li ha colpiti, è proprio l’atteggiamento di Gesù durante la preghiera, tanto da spingerli a domandare come fare.

Qual’era il modo di porsi di Gesù mentre pregava?

Nel testo leggiamo che era in un luogo in disparte, questo è un elemento importante. Egli ci insegna a fare spazio nel nostro quotidiano ad una relazione con Dio. Non si tratta di fuggire o di andare chissà dove, ma di donarsi del tempo per dialogare con Lui all’interno del proprio mondo, del vissuto, dentro quello che facciamo.

Gesù indica ai suoi discepoli e a noi la parola centrale della Sua e nostra vita: Padre. Ci sta dicendo di rivolgersi a Dio come a un papà; non siamo di fronte a un Signore lontano, freddo, anzi il calore di questa relazione viene dalla figliolanza. Solo con tale consapevolezza potremmo fare della preghiera un incontro di cuore.

Un dato implicito della preghiera di Gesù, era il silenzio; non vi sono riferimenti di parole pronunciate da Lui, udite dai discepoli. C’era silenzio e rispetto, al punto che solo quando ebbe finito di pregare, i discepoli si rivolgono a Lui.

Il silenzio è quello spazio pieno, dove sale a Dio tutto di noi: paure, fatiche, gioie, suppliche, ma è anche il luogo in cui Dio parla al nostro cuore per donare pace, coraggio, e tutto l’amore di Padre a noi suoi figli, un amore già nostro, solo che non sapevamo di averlo.

“Signore,

sia il mio cuore a trovare le parole

per dirti quello che sento.

Sia il silenzio a completare

ciò che non so esprimere.

Dinanzi a Te, pongo tutto me stesso.

Desidero sentire un po’ del Tuo amore per me,

affinché mi sostenga nella fatica

e mi rafforzi a tornare qui da Te,

anche solo per stare in silenzio”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)