Cammina davanti a me

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29 MAGGIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Gesù cammina verso Gerusalemme, il luogo dove consegnerà la sua vita; cammina davanti ai suoi discepoli, perché Lui è il primo che insegna come dare la vita, come servire la vita, con il restituirci quella dignità piena di figli di Dio, che avevamo perso con il peccato.

Noi ora abbiamo il compito di vivere da figli salvati dall’amore. Non c’è più nulla da chiedere, perché tutto ci è già stato dato. Ci è stato dato un amore che fa la differenza, non per cercare i primi posti, gli onori, il dominio, ma per camminare accanto ai fratelli, per guardare a chi è povero, chi è affranto, chi ha il cuore ferito, chi è solo, chi pensa di non essere amato nemmeno da Dio.

Questo Dio onnipotente, in realtà si fa servo, Gesù è venuto a servirmi l’amore, per dirmi: sono venuto per amare proprio te, la mia vita in cambio della tua, cosi com’è.

La nostra grandezza sta nell’amore che serve, che come Gesù si cinge col grembiule, si abbassa ai piedi di ogni persona umana per aiutarla a camminare, passo dopo passo. Scrive il Profeta Michea: «Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Mi 6,8).

“Signore,

cammina davanti a me

così che possa seguirti.

Aiutami a non cercare il primo posto, ma l’ultimo,

quello che non vuole nessuno,

così da vedere tanti correrti incontro,

così da incrociare

il Tuo sguardo con il mio,

quando ti girerai a cercarmi.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

L’amore vince sempre

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23 FEBBRAIO 2023

GIOVEDÌ DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dt 30,15-20

Salmo: Sal 1

Vangelo: Lc 9,22-25

Nel Vangelo di oggi leggiamo parole molto dure, si parla di croce, di rinnegare se stessi, di perdere la vita. In realtà sono parole che ci tolgono dall’inganno di vedere un Dio alla nostra maniera, ci salvano e ci danno la vita, poiché mostrano la vera identità del cristiano chiamato ad essere ad immagine del volto di Cristo Gesù.

Andare dietro a Gesù, allora, significa entrare in una relazione di amore che ci libera perché Lui è l’Uomo libero che ama tutti e sa dare la vita. E quando pensiamo che il male e la morte siano le ultime parole sul mondo, dimentichiamo che Lui ha vinto tutto con l’amore, ha attraversato la morte e ha fatto germogliare la vita.

Quando ci sentiamo disperati, inadeguati, peccatori, guardiamo a Lui, contempliamo il suo amore per noi. In quell’amore c’è lo scambio perfetto: Lui ci dà ciò che è ed ha, e riceve da noi ciò che siamo e facciamo. Allora non temiamo ogni giorno di portare la nostra croce, le nostre sofferenze, di rinnegare noi stessi per mettere gli altri al primo posto, di perdere la vita, perché siamo sempre in uno scambio di amore che piu dona e più si arricchisce di vita divina, dove l’amore vince sempre.

“Signore,

cammino con Te sulla via della croce

e per quanto tema,

è l’unica strada in cui desidero “perdermi”

per ritrovarti.

Insegnami ad amare come hai fatto Tu,

con tutto te stesso,

affinché anch’io un giorno

mi trovi pieno di amore

e scelga di donarlo tutto a perdere, senza trattenere nulla,

perché allora si, che finalmente

avrò compreso cos’è la vita

e il dono che hai fatto a me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Beati di saperti accanto

Beati di saperti accanto

 

DOMENICA 29 GENNAIO 2023

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sof 2,3; 3,12-13

Salmo: Sal 145 (146)

Seconda lettura: 1Cor 1,26-31

Vangelo: Mt 5,1-12a

 

Leggendo il Vangelo di oggi, Gesù elenca delle situazioni in cui possiamo trovarci e dice: beati. Com’è possibile sentirsi beati nel pianto, perseguitati ecc? È da intendersi bene: la beatitudine non è riferita alla difficoltà, al periodo che si sta vivendo, ma alla parte successiva di questa. Siamo beati perché nonostante il pianto, la persecuzione, il dolore, la nostra vita non si ferma a questo, prosegue con la consolazione di Dio, con la sua compassione, con la sua Misericordia.

Quando finirà la fatica, quando? È la domanda che accomuna tutti, ed è giusto che sia così, perché vuol dire che abita in noi un desiderio di bene, che vuole sbocciare e crescere. Sicuramente al termine di tutto ciò, rimarrà quell’unica presenza che era già accanto a noi: Dio.

Siamo beati, coraggio perché la vita è piena di insidie, di paure, però ora almeno da ora, sappiamo di aver Qualcuno su cui contare.

Leggendo in questi giorni Etty Hillesum, riprendo un passo che mi ha colpito: “Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali, ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi”.

Cara Etty, grazie di queste tue parole piene di sofferenza e speranza, ci insegni che la beatitudine dei figli di Dio non è lontana, è accanto a chi nella sofferenza tende la mano a Lui, scoprendo che la Sua è tesa già da tanto tempo.

“Signore,

eccomi qui davanti a Te,

ancora una volta.

Aiutami, ti guardo, sperando nel Tuo conforto.

Mi dispiace portarti la mia fatica,

vorrei un po’ di sollievo e del tempo.

Tempo per recuperare le forze,

eppure ora, ho solo questo da dirti:

rimani con me.

Insieme supereremo anche questa,

insieme andrà meglio

perché il Tuo amore è più forte, lo so,

è per questo che sono qui

con il cuore pieno di speranza,

beato di saperti accanto”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)