Un oggi nuovo

 

un oggi nuovo

 

 

18 GIUGNO 2022

SABATO DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Cr 24,17-25

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Mt 6,24-34

 

Il domani è un oggi che deve ancora arrivare.

Il Signore invita a non preoccuparsi del domani, ma suggerisce di cercare il regno di Dio e la sua giustizia. In verità, sembra non essere facile neppure questo, ma su una cosa v’è certezza: per cercare il Regno di Dio e la sua giustizia, bisogna vivere l’oggi.

Siamo chiamati a rimanere nel presente, poiché è proprio attraverso di esso, che possiamo accorgerci della mano di Dio all’interno del nostro vissuto.

Non è semplice, le preoccupazioni prendono il sopravvento, come i “se” e i “ma” che albergano la mente. Tutta la nostra vita è nel cuore di Dio, ogni singolo giorno è un oggi nuovo per sperimentarlo.

Alla fine di ogni giorno facciamo memoria di quello che abbiamo vissuto: un volto, una parola, una preghiera, un sorriso; sono i mezzi con cui la provvidenza di Dio manifesta la Sua mano. Quanto sarebbe bello poter affermare dinanzi a un evento: “è la mano di Dio per sostenermi!”.

Egli è qui per farci scoprire che la Sua mano è tesa per aiutarci, le sue braccia sono forti per sostenerci e i suoi piedi camminano lì dove non riusciamo.

A tutte le domande Gesù risponde: “non preoccupatevi”, non per mancanza d’importanza, ma perché c’è già chi se ne occupa per noi.

Il salmo di oggi ci sia di aiuto e conforto, in tutti quei giorni in cui alzare lo sguardo al cielo è difficile.

“Gli conserverò sempre il mio amore,

la mia alleanza gli sarà fedele.

Stabilirò per sempre la sua discendenza,

il suo trono come i giorni del cielo.”

(dal Sal 88 (89))

Come sarà il nostro domani non lo sappiamo, ma sicuramente Dio sarà accanto a noi come oggi, perché “la bontà del Signore dura in eterno”.

 

 

 

Siediti e ascolta

 

siediti e ascolta

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ne 8,2-4a.5-6.8-10

Salmo: Sal 18 (19)

Seconda lettura: 1Cor 12,12-30

Vangelo: Lc 1,1-4; 4,14-21

 

Siamo noi quei poveri, oppressi e ciechi, coloro dei quali Gesù legge quest’oggi nel passo del profeta Isaia. Questa Parola è Gesù stesso venuto per noi, per ogni momento della vita che stiamo vivendo.

Il Signore è venuto a proclamare, mettere in libertà, donare la vista, perché anche noi potessimo riconoscere il compimento della scrittura ascoltata, in modo che ciò che sentiamo non sia solo un udire, ma sia la nostra esperienza di vita, sia il nostro anno di grazia del Signore.

Come ogni sabato Gesù andava nella sinagoga, ma sarà proprio quel sabato, con quella Parola proclamata da Gesù a rendere quel giorno importante; quel giorno viene definito il giorno del compimento.

La Parola, Gesù, segna un inizio nelle nostre vite, il testo racconta quello che succede nel presente, non quello che è avvenuto o avverrà, quasi a dire che quella promessa è già concretezza, per cui, tu che sei povero, oppresso o cieco, per quanto ti possa sentire così, in te c’è già una promessa che è concretezza, perché la Parola non aspetta il futuro. Essa vive nel presente, entra a far parte delle fibre della tua storia, si distingue dalle altre parole che ascoltiamo perché nel momento che le sentiamo, comincia già la Sua azione in noi.

L’invito di Gesù è di metterci ad ascoltare in qualsiasi condizione siamo, facciamoci ascoltatori, per sentir agire in noi quella Parola che ci risolleverà, ci darà la libertà e la vista, non solo in futuro, ma da oggi.

Siediti e ascolta comincia da te, perché Lui ha già cominciato.