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Tempesta
23 GIUGNO 2024
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Gesù comanda al vento e al mare, e questi gli obbediscono, tuttavia questa non è la manifestazione che il Signore vuole farci vedere, Egli desidera portare i suoi discepoli ad una conoscenza più profonda di Lui. Ecco che davanti alla potenza di questa parola, i discepoli si domandano: “Chi è dunque costui?”. Egli è Colui che ci porta all’altra riva, ci fa compiere un passaggio, ci fa attraversare la vita con le sue tempeste, ci toglie la paura della vita che è quella di perderla, ovvero la morte.
Il Signore infatti, non lascia che la nostra vita si perda. Così preghiamo nel Salmo 16: “Perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra” (v 10-11). Rimanere accanto a Gesù è fidarci di Lui, metterci nelle sue braccia, lasciarci conquistare completamente, non solo una semplice credenza.
La fede è percezione di compagnia quale alleanza. E anche se questo non elimina la paura, che ogni essere umano prova di fronte al male e alla morte, la compagnia del proprio Signore diventa il sostegno in ogni momento, in ogni tempesta e nella bonaccia, per sempre.
“Signore,
sveglia il mio cuore
dal torpore di una tempesta,
che non mi fa credere.
Sveglia in me la sete di Te,
sveglia le ginocchia vacillanti
che ti gridano: non ti importa di noi?
Svegliami, così che veda Te
sostenere la mia barca,
respirare la mia aria e ti benedica, perché è questo ciò che meriti:
benedire la Tua presenza,
stare con Te nella tempesta.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Nella tempesta
27 GENNAIO 2024
SABATO DELLA III SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Gesù chiama i suoi discepoli ad attraversare il lago di notte, eppure alcuni di loro essendo pescatori, avrebbero potuto dirgli di fare attenzione, di essere più prudente, perché una traversata di notte può risultare pericolosa, ma lo seguono, si fidano di Lui, fino a quando non sono colti dalla tempesta e completamente presi dalla paura più grande, quella di morire.
La nostra vita è come questa traversata siamo con Gesù, ma siamo anche travolti da tante vicende che ci spaventano, angosce, situazioni che non sappiamo come risolvere, malattie, paure dentro e attorno a noi, fino alla paura di morire.
Gesù dorme a poppa, nella parte più bassa della barca, dove nella tempesta è il primo a morire; Gesù dorme come il sabato Santo nel profondo della terra. Allora vogliamo svegliarlo: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Ma Gesù non perderà nessuno di quanti il Padre gli ha affidato, scende nella morte per riportare la vita. Risvegliatosi sgrida il vento e il mare e ritorna la bonaccia; quella situazione di paura, di caos, di morte, riprende l’ordine della vita.
Gesù ci conosce, per questo ci domanda: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Perché in fondo, viviamo sempre tra la fede e la paura, saliamo sulla barca con Gesù, ma nonostante questo temiamo le tempeste, eppure Lui le attraversa con noi, fino a condurci all’altra riva, ad un approdo sicuro.
Siamo chiamati ad avere fede, a fidarci. La fiducia è un atto fondamentale dell’amore, di questo Dio che si prende a cuore la mia vita, tanto da morire e risorgere per me.
“Signore,
quando ho paura
vorrei una fede capace di rispondere,
ed invece il mio cuore è come la tempesta.
Tu, dormi, perché?
Perché la tempesta è fuori
e non dentro, non disturba il Tuo sonno.
Allora Signore ti prego, entra in me,
così che in ogni tempesta
Tu stia con me
ed io la viva la mia fede,
ogni giorno, in ogni tempesta,
nella certezza di Te. “
(Shekinaheart eremo del cuore)
Signore salvami
13 AGOSTO 2023
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 1Re 19,9a.11-13a
Salmo: Dal Sal 84 (85)
Seconda lettura: Rm 9,1-5
Vangelo: Mt 14,22-33
Tante volte ci troviamo come i discepoli a remare da soli sulla nostra barca, lontani dal Signore, a compiere attraversate apparentemente impossibili, anche se è Lui a chiedercele.
Ci troviamo a vivere nell’incertezza, in angoscia, con la paura che le onde ci sovrastino e coliamo a picco. Il cielo è buio, e all”intorno solo smarrimento. Le luci dell’alba sembrano lontane, l’unica forza che ancora rimane è il fatto di essere tutti insieme sulla stessa barca, a condividere la medesima paura per la vita.
Ma proprio quando è ormai passata tutta la notte, siamo senza forze e abbiamo calato tutte le nostre difese, ecco il Signore venirci incontro camminando sulle acque e dirci: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Il coraggio infatti, è il contrario della paura, ed è frutto della fede, e la fede fa sperare, credere, osare l’impossibile, perché riguarda ciò che è possibile a Dio.
Come Pietro vorremmo camminare sulle acque, ma la nostra fede è povera e la paura ci assale, allora gridiamo: “Signore salvami!”. Questa mia poca fede diventa invocazione vera di salvezza, quasi a dire: tutta la fede che avevo, io ce l’ho messa, ora Signore aiutami Tu.
“Signore salvami,
è il grido di ogni cuore che oggi pongo dinanzi a Te.
Salvaci dal dolore, dalla paura, dall’angoscia,
aiutaci a credere che Tu sei presente.
Donaci il coraggio di camminare
fidandoci di Te, sentendo il Tuo amore.
Ciascuno possa sentire per sé queste parole:
Non temere, non piangere, perché il Signore è con Te,
ad ogni battuta di arresto, in ogni solitudine,
possa tu con il cuore dire: il Signore è la mia salvezza
e con Lui non temo più”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Salvaci Signore
04 LUGLIO 2023
MARTEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Prima lettura: Gn 19,15-29
Salmo: Dal Sal 25 (26)
Vangelo: Mt 8,23-27
Molte volte, anche se siamo sulla barca del Signore, avvertiamo lo stesso che la nostra vita è immersa in una tempesta, allora quel grido “salvaci Signore perché ci sentiamo perduti”, non è tanto per svegliare il Signore, quanto per rassicurare noi stessi che Lui è presente, che Lui ci è accanto. Anche se sembra dormire nulla Infatti è stato perduto, il Signore della vita ha salvato tutto, ha redento tutto, ha annullato ciò che fa più paura all’uomo, ovvero, il potere della morte.
Non siamo mai perduti, bensì ritrovati in un amore più grande di tutto, di ogni tempesta; siamo nella barca del Signore e con il Signore, fidiamoci e affidiamoci sempre a lui, certi che come leggiamo in Isaia: “Se dovrai attraversare le acque, sarò con te.” (Is 43,2).
Come i discepoli chiediamoci sempre chi è costui per me? Lasciamo che il nostro cuore si stupisca della grandezza di Dio, di tanto amore, della sua misericordia che non lascia che nessuno si perda.
“Signore, salvami.
È un grido del cuore
che oggi ti faccio perché,
O Dio, ho bisogno di Te.
Fa che ti senta accanto,
non solo nella tempesta,
ma anche nel mare calmo.
Tu sei l’unico per me
capace di sanare il mio cuore
e di portare la pace lì dove la tempesta ha portato disastri.
Mi affido a Te,
anche quando il vento mi spingerà contrario,
so che Tu mi porterai in salvo
ogni giorno per sempre”.
(Shekinaheart eremo del cuore)
Il coraggio di dire: ho paura
22 APRILE 2023
SABATO DELLA II SETTIMANA DI PASQUA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: At 6,1-7
Salmo: Sal 32 (33)
Vangelo: Gv 6,16-21
Quel mare agitato che ci portiamo dentro, le nostre paure, i momenti di sconforto, in Gesù trovano un luogo sicuro. Il Signore camminando su quelle acque le attraversa, per venire incontro a noi e dirci di non avere paura.
Se un tempo il nostro avvenire era motivo di timore, ora Gesù è venuto rassicurarci con la Sua presenza. Non è facile, sicuramente il cuore tende a preoccuparsi come quello dei discepoli, ma Gesù tocca la barca, Egli è il punto fermo capace di portarci subito a riva.
Allora, affidiamo a Dio il nostro cuore, troviamo il coraggio di dirgli: “ho paura”, perché la via non è scappare da essa, ma affrontarla con Lui. Intraprendiamo la via del coraggio. Il nostro coraggio che ne ha viste e passate tante, ora può vivere di speranza, poiché ha gettato il suo cuore in Dio ed ha toccato la riva.
“Signore,
donami il coraggio di dire: ho paura.
Concedimi la forza
per affrontare il mare, la tempesta, quelle battaglie che a volte
rendono dura la mia giornata.
Oggi, la Tua parola mi viene incontro per donare una speranza:
con Te sono al sicuro.
Tu attraversi il mio mare e mi prendi per mano
ed io ritrovo il coraggio,
perché non sono solo e per quanto sia notte in me,
un nuovo giorno è sorto,
una luce è il Tuo volto
venuto a dirmi:
coraggio figlio con te, ci sono anch’io.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Attraversare la vita
SABATO 28 GENNAIO 2023
SAN TOMMASO D’AQUINO, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Eb 11,1-2.8-19
Salmo: Lc 1,68-75
Vangelo: Mc 4,35-41
Oggi il vangelo ci presenta una scena molto strana: Gesù chiede ai suoi discepoli di passare all’altra riva del lago di notte. Normalmente in barca si va di giorno, di notte si preferisce stare in un luogo tranquillo.
Questa è la metafora della vita, dove la notte, le difficoltà, le paure, le instabilità, scombussolano il nostro cuore e non sappiamo dove appoggiarci.
Sulla barca, proprio quando la situazione è drammatica, si dice che Gesù dorme. Come i discepoli, anche noi vogliamo svegliarlo perché si prenda a cuore la nostra situazione, vogliamo essere salvati e non travolti dalle tempeste della vita.
Quando la paura avanza, rimaniamo bloccati, paralizzati, è come se non si vedesse altro, ma il Signore “dorme “. Questo Gesù che dorme è il segno dell’abbandono fiducioso alla volontà del Padre, che custodisce la barca della sua vita. Ci mostra come Lui sta attraversando le vicende umane, infatti, Egli non ci toglie dagli eventi della vita, il Signore è con noi proprio negli eventi della vita. Dice in un testo il profeta Isaia: “Non temere… Se dovrai attraversare le acque, sarò con te” (Is 43).
Il passare dalla paura alla fiducia, cambia la qualità del nostro vivere, perché la fiducia è l’atto fondamentale dell’amore: siamo figli amati da Dio, c’è Lui sulla nostra barca, non temere, perche è Lui che ha creato il vento e il mare e questi gli obbediscono. Non temere, perché calmerà anche le nostre tempeste.
“Signore,
consola il mio cuore quando la paura
fa diventare il giorno, notte.
Aiutami a credere in Te,
nonostante la fatica ed il timore.
Davanti a Te affido ciò che sono
e tutte le mie speranze,
te le pongo dinanzi una ad una,
affinché tu le prenda con Te
e da tutto questo, sorga qualcosa di buono
e soprattutto, che io sappia trovare la forza
per non temere, perché Tu sei con me”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Ci sei Tu
01 DICEMBRE 2022
GIOVEDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 26,1-6
Salmo: Sal 117 (118)
Vangelo: Mt 7,21.24-27
Il Signore oggi ci invita a scegliere, poiché per entrare nel regno dei cieli, ovvero nella relazione con Lui è necessario fare vita di tale relazione. È questa la volontà di Dio, al di là di ciascuna scelta personale, la prima vera decisione è sceglierlo, farlo entrare nel nostro quotidiano.
Scegliamo il Signore: lasciamo che le Sue parole penetrino nel nostro cuore, esse saranno la forza nella tempesta. Quando nel timore ci mancherà la terra sotto i piedi, sapremo che Lui è qui con noi e allora non dovremo nemmeno dire: “Signore, Signore”, perché sapremo che Egli sta già parlando e operando in noi.
In questo avvento, tempo di attesa e di speranza, cerchiamo nel quotidiano di innalzare il nostro pensiero a Lui; mentre lavoriamo, studiamo o siamo in casa, eleviamo a Dio una preghiera dal cuore. Piano piano la paura passerà, gli occhi si apriranno alla provvidenza, e il cuore comprenderà di essere su una roccia sicura dove il passato, il presente e il futuro, non saranno in grado di farci vacillare, perché Dio, nostro Padre ci ha promesso un luogo sicuro in cui poter posare il cuore.
L’avvento è proprio il tempo in grado di rafforzarci in questo, poiché al di là delle luci di natale che illuminano le nostre città, c’è una stella in grado di condurci a casa, da Dio. Tale stella ci guida a meditare oltre il nostro tempo, in compagnia di Maria e Giuseppe, essi intrapresero un viaggio fidandosi di Dio e nonostante la fatica, il loro cuore era al sicuro, perché Dio era con loro.
In quella Santa notte, si compirà la promessa di Dio, una luce attraverserà il buio delle nostre notti, nascerà l’Emmanuele il Dio con noi, la loro e la nostra stella più bella, in grado di donarci pace, amore e coraggio per tutta l’eternità!
“Scelgo te,
perché sento che tu mi hai scelto,
la Tua è una chiamata a vivere
ciò che in una vita non basta: la Tua parola!
Proprio per questo, non voglio più perdere tempo,
aiutami a non sprecare parole,
ad essere attento a Te
che vieni non solo a Natale, ma sempre,
per confortare il mio cuore,
per dirmi di non avere più paura,
perché qui con me, ora e sempre ci sei Tu”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)