Tornare indietro

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15 NOVEMBRE 2023

MERCOLEDÌ DELLA XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 6,1-11

Salmo: Dal Sal 81 (82)

Vangelo: Lc 17,11-19

Nel cammino avviene l’incontro tra Dio e l’uomo. Gesù va verso Gerusalemme, luogo dove darà la sua vita totalmente, ma il suo passare è sempre incontrare l’uomo nel suo villaggio, con le sue malattie, le sue ferite e cicatrici. Anche gli uomini desiderosi di essere guariti si fanno incontro a Gesù, invocando pietà, con la confidenza e la fede che quanti chiedono pietà, entrano dritti nel cuore di Dio. E cosi avviene, tutti si mettono in cammino sulla Parola di Gesù e vengono purificati, guariti.

Dieci sono i guariti, un numero simbolico, ma solo uno da guarito diventa salvato, la guarigione non riguarda soltanto la malattia, l’uomo è ben più del suo corpo fisico, ha bisogno di pienezza di vita, di entrare in relazione con quel Donatore che sana il cuore, lo colma di amore e di misericordia: dà la salvezza. Questo è il vero miracolo.

Quell’unico torna indietro per lodare Dio con tutta la sua forza, pieno di gratitudine per il dono ricevuto. Una vita salvata non per aver eseguito il comando di Gesù, ed essersi mostrato al sacerdote, ma per aver incontrato la Parola che salva, sana il cuore, lo mette in comunione di vita piena, non sarà più straniero, ma figlio. Ha invertito il suo cammino e ora vive restituito al mondo in quella relazione nuova che da lebbroso non poteva avere, vive nella gioia e nella speranza che il Signore gli ha donato.

A Gesù però, rimane una nota di rammarico per gli altri nove, che pur essendo gia amati sono rimasti ancora lontani. Non gli basta che sia venuto uno solo a ringraziare, non gli basta perché la guarigione è solo a metà, e Lui desidera la nostra pienezza. Quella nota di rammarico è segno di quello spazio di libertà che Lui ci lascia di poterlo ringraziare, seguire ed amare oppure no, Lui non si impone, dispone. Quella nota di rammarico è l’amore di un Padre che vuol per il figlio il meglio, che aspetta il suo ritorno e fa di quella mancanza, preghiera.

“Signore,

aiutami a non perdere le forze,

a non disperdermi nel tempo e nella fatica.

Fa che abbia la forza di tornare a ringraziare per tutto il bene,

l’amore e la vita che mi hai donato.

Conduci piedi e cuore da Te

per ritornare indietro, vederti e ringraziarti

per il mio cuore ferito che hai guarito,

e che ora può andare avanti

sui passi del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo cuore)

Tornare a credere

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24 APRILE 2023

LUNEDÌ DELLA III SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 6,8-15

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Gv 6,22-29

Il Vangelo di oggi si conclude con un invito: credere.

Gesù ci invita a vivere con la fiducia in Lui. Nella nostra vita, più in generale, sappiamo quanto a volte sia difficile fidarsi, allora come riuscire a farlo con Lui?

Dobbiamo uscire dal quel timore che non apre al credere per paura di essere traditi dagli altri, poiché a volte le esperienze brutte ci segnano e purtroppo lo facciamo anche con Dio. Egli, però, non ci tradirà mai, anzi a dire la verità, siamo noi che a volte possiamo averlo tradito e nonostante questo, Colui che chiede a noi di fidarsi è il primo a farlo, infatti, non si chiede una cosa a qualcuno se non si pensa possa realizzarla.

Da dove deriva tutta questa fiducia? Dall’amore, da quel sigillo che Dio ha posto nel cuore del Figlio, affinché fosse l’amore a liberare il nostro cuore.

L’amore di Dio è quell’esperienza concreta in grado di farci nuovi, e tutto quello che ci portiamo dentro con Lui si trasforma, quelle ferite faranno meno male, quel dolore ora ha un luogo dove poter uscire.

Proviamo a fidarci e affidarci a Dio. Egli che ha fatto delle sue cicatrici il segno dove Tommaso potesse credere in Lui, farà delle nostre il luogo dove sarà Lui a toccarle per ridisegnare una nuova strada, una nuova vita in cui tornare a credere a colui che da sempre crede in noi.

“Signore,

aiutami a credere

attraverso quella fatica che tu ci sei.

Tocca il mio cuore,

donagli un po’ di pace

così da poter tornare dopo tanto tempo

su quella strada dove Ti ho incontrato,

e ho sentito che il mio dolore per te non era scontato,

aveva un senso,

era amato da te.

Ed è in quell’amore che mi affido e credo.

In un amore che risana,

che brucia e si consuma

e fino in fondo mi amerà per primo e crederà in me”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Tornare a casa

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Sir 24,1-4.12-16

Salmo: Sal 147

Seconda lettura: Ef 1,3-6.15-18

Vangelo: Gv 1,1-18

 

Gesù viene ad abitare in mezzo a noi. Entrare in una casa è far parte della vita di chi vi abita, ci si adatta alle sue usanze; allo stesso tempo, chi accoglie utilizza quello che ha per far sentire tutti a proprio agio.

L’accoglienza è un gesto di cura e Gesù entra in casa nostra per curarci attraverso la Sua presenza.

Oggi questo Vangelo ci riporta a casa, per scoprire che Egli è già lì che abita il tuo cuore da sempre. Egli che è tuo Padre viene a entrare nella tua realtà, affinché tu faccia del tuo cuore una dimora in cui collocarti come Figlio, e tu nella tua casa possa tirar fuori il meglio di te.

Il meglio di te è il desiderio più grande che un padre ha per un figlio, è il desiderio di un Dio che ha scelto di venire a dimorare da te. Apri la porta, torna a casa, Egli è già lì.