Tutto è scritto fuori dalla nostra attenzione nell'infinito cielo, carico di sfide parole innumerevoli racchiuse in una sola frase un po' più lunga e un po' più affannosa delle altre. I nostri occhi logori d'immagini la leggono e danno un significato a ciò che ci sembra irrisolto e in sospeso. Fuori di noi, dalla nostra carne ci attende una notte diversa solidamente addormentata e raggiante di sogni. Sogni che ci aspettano, si disperdono non sopportano catene. |
Dopo ore di viaggio sballottato e solitario avevo raggiunto la meta. Avevo la sensazione di essermi fermato sull'orlo della sua costellazione. Immaginavo uno spazio torrido che altro non era che una cittadina infreddolita. Al ritorno qualcuno mi chiese: "L'hai finalmente incontrata? Sei felice?" Domanda a cui non mi curai mai di rispondere. |
Errando in una terra d'ombre arrancando su rampe sanguigne ritorna sulla mia strada una nave chiamata amore. Questa volta non mi sorpassare e non precedermi. Una volta mi hai mostrato le linee nella tua mano aperta vi ho trovato la notte una lucciola posta sulla linea della vita. Ora gli anni se ne sono andati nella luce viva e io assetato nel caldo aspetto.
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Smetti di pensare, rilassati e lasciati portare dalla corrente, non è morire. Lascia cadere le tue preoccupazioni, abbandonati al vuoto, è splendido. Vedi il significato dell'al di qua, ti sta parlando. L'amore è sapere. L'ignoranza e la fretta piangono la morte, credici. Ascolta il colore dei tuoi sogni, oppure gioca la gara della vita sino alla fine del principio. E' una canzone dei Beatles e allora?...ne trovi in tutto il mio Blog! Credo siano patrimonio dell'umanità. Peccato che nessuno scriva più così.
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La relazione amorosa che Luca intrattiene con la baronessa ha ormai travalicato i limiti della discrezione raccomandatagli da don Ippolito. Durante una cena a palazzo d’Agrò, il barone organizza per il mattino seguente una visita al castello di Carini, cui partecipano lo stesso don Mariano, la baronessa, Luca e Cristina. Durante l’escursione i quattro raggiungono il punto in cui tre secoli prima fu assassinata la baronessa, contrassegnato dalla famosa impronta sulla parete. Sorta una controversia tra il barone e Luca circa la dinamica dell’avvenimento (a detta di don Mariano l’amante della baronessa riuscì a fuggire, secondo Luca invece il Vernagallo fu anch’egli ucciso), il nobiluomo illustra la propria tesi costringendo la moglie a inscenare con lui l’antico assassinio: impaurita dalla spada estratta dal marito, la giovane si tradisce invocando il nome di Luca. In seguito Luca apprende da Ignazio Buttera (suo carceriere quando i Beati Paoli lo avevano rapito) della morte di Giuseppe, e i due si accordano per vendicare l’amico e sopprimere la setta. Enzo Santelia si presenta sotto falso nome a palazzo d’Agrò, e vi incontra Luca; il barone, ascoltando di nascosto i loro discorsi, apprende dell’incarico governativo di Corbara. Luca, dietro suggerimento di don Ippolito, inizia a sospettare che Enzo Santelia sia in realtà Domenico Galeani, il figlio illegittimo del barone tornato a reclamare i suoi diritti. Luca legge l’atto con cui il barone riconosce Domenico, lasciato in vista a bella posta da don Mariano, che conta di servirsi di lui per sbarazzarsi sia del figlio che dei Beati Paoli; incontratosi con Laura, Luca la mette al corrente di tutto, anche del suo incarico di ispettore governativo. Il piano di Luca, d’accordo col principe di Castelnuovo, viene attuato; presentatosi in incognito alla riunione dei Beati Paoli a Palermo, Corbara smaschera e fa arrestare dalle truppe governative il capobanda, che si rivela essere Enzo Santelia — ovvero Domenico Galeani —, e l’intera setta (di cui fa parte anche il dottor La Xiura, medico dei baroni d’Agrò): evento di cui don Mariano non manca di rallegrarsi. Tornato a Carini, Luca si mostra freddo con Laura, che sospetta esser d’accordo col marito nel tramare ai suoi danni; caldamente invitato da don Ippolito a troncare ogni rapporto con donna Laura, Luca ammette infine di essere un discendente di Ludovico Vernagallo — l’amante della baronessa del ’500, ucciso e derubato delle proprietà — e di essere intenzionato a riprendersi ciò che gli spetta: il feudo di ‘Daina Sturi’. Convocato d’urgenza a palazzo d’Agrò per un grave malore della baronessa, Luca, pur messo in guardia dal lungimirante don Ippolito, accorre. Trovando Laura in perfetta salute, Luca la accusa di averlo attirato in una trappola, mostrandole come prova le lettere anonime — scritte da mano femminile — da lui ricevute. Laura, sconvolta dalle accuse, riconosce le lettere come di pugno di Cristina, che ha scoperto essere l’amante di don Mariano. I due iniziano quindi a temere di essere le prossime vittime degli intrighi del barone. Ma è troppo tardi, è ormai il 4 aprile, e come don Ippolito aveva previsto con largo anticipo, il presagio di morte evocato dall’antica ballata finisce per avverarsi: Laura è assassinata, e stessa sorte tocca a Luca, pugnalato da Rosario. I corpi dei due sfortunati amanti, per ordine di don Mariano, sono infine adagiati sul letto, come quelli dei loro antenati tre secoli prima. |
Il capo dei Beati Paoli offre a don Mariano la libertà, a patto che egli scagioni Corbara dall’accusa di omicidio: il barone accetta e viene rilasciato; Laura informa quindi Luca che può tornare a Carini. Il principe di Castelnuovo comunica a Corbara che il re sta per firmare la Costituzione e non sarà neppure necessario indennizzare i feudatari: la sua missione è dunque finita; il giovane ottiene tuttavia il permesso di tornare a Carini per sistemare alcune sue faccende. Tornato dunque in paese, Luca è rimproverato da don Ippolito, che vede addensarsi sul giovane amico nefasti presagi. Intorno all’amore tra Luca e la baronessa Laura sembra infatti crearsi una misteriosa atmosfera in cui pare ‘rivivere’ il passato evocato dalla ballata: Laura è infatti una discendente della baronessa uccisa (che si è scoperto chiamarsi anch’essa Laura, e non Caterina) e, come questa, è protagonista di una segreta storia d’amore; don Ippolito, temendo che in qualche modo la tragica vicenda possa ripetersi, invita ripetutamente Luca a troncare la relazione. Il barone, rese pubbliche scuse a Luca, gli offre l’incarico di riordinare i suoi documenti: Laura lo convince ad accettare. Luca e Giuseppe (il figlio del cantastorie ucciso, affiliato ai Beati Paoli) si accordano: Giuseppe informerà Luca di ogni mossa dei membri della setta. Il misterioso capo dei Beati Paoli, la cui identità è ovviamente avvolta nell’ombra, ricatta il barone imponendogli di riconoscere Domenico Galeani, un suo figlio illegittimo scomparso dieci anni prima, e di legittimarlo come proprio erede. Don Mariano finge di cedere, sicuro in realtà di riuscire a sbarazzarsi dei suoi avversari. Nel covo dei Beati Paoli serpeggia il malumore per la fuga di Rosario, factotum del barone e assassino di Nele, che essi avevano catturato: Giuseppe chiede spiegazioni, accusando il capobanda di tradimento, ma un colpo di pugnale è la risposta alla sua ribellione. Intanto Luca, approfittando dell’assenza del barone da palazzo d’Agrò, trascorre con Laura una notte d’amore. |
C'è qualcuno che vuole ascoltare la mia storia, |
Accusato dai Beati Paoli dell’assassinio di Nele e assolto dopo un bizzarro ‘processo’, Luca viene rilasciato; dopo una fugace visita amorosa a Laura, il giovane si rifugia a Palermo, presso l’amico Enzo Santelia, segretario del principe di Castelnuovo. Ricevuto dal principe, che è alle prese con questioni piuttosto serie (il re dovrà forse rinunciare al progetto di promulgare la Costituzione e stroncare così il feudalesimo), a Luca si prospetta l’ipotesi di vedere annullata la sua missione. Intanto a Carini Corbara è ufficialmente ricercato come l’assassino di Nele Carnazza. Anche Laura visita il castello, ed è anch’essa impressionata dall’impronta e dalla stanza ‘viva’. Luca prosegue le sue indagini: scopre — dalla lettura di un’iscrizione tombale in una chiesa — che la baronessa di Carini fu uccisa non dal marito, come erroneamente si crede, ma dal proprio padre, don Cesare Lanza. Questa notizia si aggiunge a quanto Luca già conosce: l’attuale feudo di Carini comprende quello di ‘Daina Sturi’, usurpato tre secoli prima ai Vernagallo con il pretesto del delitto d’onore. Mentre Luca è preso dalle sue riflessioni, nella chiesa entra Laura, trafelata e sconvolta: il sicario del barone ha scoperto il suo rifugio, Luca deve quindi fuggire e nascondersi in una torre sul litorale di cui la donna gli offre le chiavi. A Carini, intanto, i Beati Paoli sequestrano il barone d’Agrò. |
Regno di Sicilia, 1812. Sta per entrare in vigore la prima costituzione liberale che metterà fine ai privilegi dei grandi feudatari. Il rappresentante più autorevole del nuovo corso politico è il principe di Castelnuovo, ministro delle Finanze, il quale incarica un suo uomo, Luca Corbara, di svolgere indagini per accertare la legittimità del possesso dei feudi. Come punto di partenza per la sua ricerca, Corbara sceglie il feudo del barone di Carini. Qui giunto, il giovane assiste a uno spiacevole episodio: due uomini del barone, Mariano d’Agrò, percuotono un cantastorie, Nele Carnazza, reo di aver cantato in pubblico un’antica ballata proibita da don Mariano, in cui si narra la tragica morte della baronessa di Carini, Caterina La Grua-Talamanca, uccisa per motivi d’onore tre secoli prima. In paese la diffidenza e il sospetto circondano immediatamente Luca; oltre Nele, i soli a dimostrargli simpatia sono il suo ospite, don Ippolito Ventignano (un bizzarro e misantropo amico del principe di Castelnuovo), e Cristina, figlia di don Carmelo, notaio del paese. Nella canzone di Nele Luca crede di intuire una traccia per le sue ricerche: l’attuale feudo di Carini è probabilmente costituito in parte da terre (‘Daina Sturi’) usurpate a Ludovico Vernagallo, l’amante della baronessa uccisa, e la legittimità del possesso del feudo da parte di don Mariano può quindi essere messa in discussione. Il barone, oscuramente minacciato da una misteriosa setta che si credeva scomparsa da oltre un secolo, i Beati Paoli, sospetta di Luca ritenendolo autore del messaggio minatorio, e medita di sbarazzarsi in qualche modo di lui. Luca, che ha udito da don Ippolito della leggenda secondo cui l’impronta della mano della baronessa tornerebbe a sanguinare ogni 4 aprile, anniversario del delitto, si reca al castello, ormai in abbandono da secoli. Qui, la stanza da letto sembra ancora ‘viva’ e abitata; poi, vedendo l’impronta sulla parete, Luca ‘rivive’ il sanguinoso episodio. Ma qualcuno lo chiude dentro: si tratta di una mossa del barone per impaurirlo e indurlo a desistere dalle sue ricerche. Luca è poi liberato da una donna misteriosa; trovata una preziosa spilla nel cortile del castello, il giovane crede di identificare la sua soccorritrice nella baronessa Laura, moglie di don Mariano. Invitato a una battuta di caccia dal barone, Luca mostra la spilla a Laura, che però nega che l’oggetto le appartenga. Tra i due giovani nasce in breve un’attrazione reciproca, destinata a sfociare in una travolgente passione amorosa. Luca, recatosi successivamente a casa di Nele, lo trova morto: è stato avvelenato con l’arsenico (sostanza abitualmente usata a palazzo d’Agrò: la baronessa se ne serve come digestivo). Sorpreso e accusato da Rosario, l’uomo di fiducia del barone, il giovane si dà alla fuga, ma viene catturato dai misteriosi incappucciati. |
Gli Oasis sono un gruppo rock inglese formatosi nel 1991 a Manchester e tuttora in attività, una delle band più famose e di successo del Britpop. Guidato dal chitarrista, vocalist e paroliere Noel Gallagher e dal fratello, vocalist e paroliere Liam Gallagher, quello degli Oasis è uno dei gruppi che hanno avuto maggiore successo e influenza nella società britannica e nel mondo tra quelli nati negli anni Novanta nell'ambito del movimento Britpop, con oltre 70 milioni di album venduti in tutto il mondo e 8 singoli in testa alle classifiche di vendita nel Regno Unito. I fratelli Gallagher sono gli unici membri della formazione originaria rimasti a far parte della band. La formazione attuale è completata dal chitarrista ritmico o principale Gem Archer e dal bassista Andy Bell. Il batterista Zak Starkey, il figlio del batterista dei Beatles Ringo Starr, è un membro semi-ufficiale. Raggiunsero la fama con l'album di debutto, Definitely Maybe (1994), che propose con forza la band come leader del movimento Britpop. Il successivo album, (What's the Story) Morning Glory? (1995), superò il numero di vendite del precedente, totalizzando 19 milioni di copie. Nella metà degli anni Novanta gli Oasis conobbero così una popolarità sempre crescente, rivaleggiando con i Blur e guadagnando attenzione da parte dei media e del pubblico di tutta Europa. Il terzo album, Be Here Now(1997), raggiunse la posizione di vertice delle chart del Regno Unito, la seconda posizione negli Stati Uniti e divenne l'album venduto più rapidamente nella storia delle classifiche musicali, con quasi mezzo milione di copie vendute nel primo giorno dopo la pubblicazione. Verso la fine del decennio, tuttavia, la popolarità del gruppo andò incontro ad un vistoso declino negli USA. In questo periodo fu pubblicato Standing on the Shoulder of Giants. Fu nel 2005, con il sesto album, Don't Believe the Truth, che gli Oasis superarono il loro primato di vendite. Nel novembre 2006 uscì Stop the Clocks, album che raccoglieva il meglio di e che totalizzò un milione di vendite in tre mesi nel Regno Unito. |
I Verve si sono formati quando i membri del gruppo si sono incontrati alla Up Holland High School, per poi frequentare, in séguito, il Winstanley Sixth Form College, nel Metropolitan Borough di Wigan, nel 1989. Guidata dal cantante Richard Ashcroft, la band riceve un'accoglienza piuttosto positiva, all'inizio del 1991, dovuta all'innata capacità di catturare l'attenzione del pubblico, con impasti musicali e una sensibilità d'avanguardia. I componenti del gruppo sono caratterizzati dalle stesse passioni, sia in fatto di musica (The Beatles, Pink Floyd, The Raspberries, Funkadelic e Krautrock), sia per quanto riguarda l'utilizzo, diventato quasi leggendario, di droghe psichedeliche. La band firma un contratto con l'etichetta Hut Records, nel 1991 e i primi lavori di studio, usciti nel 1992, All In The Mind, She's A Superstar e il "Gravity Grave EP" (assieme al "Verve EP", pubblicato negli USA, sempre nel 1992), portano il gruppo a un immediato successo di critica, soprattutto grazie alle partiture di chitarra di McCabe, realizzate con il massimo della libertà espressiva, e agli imprevedibili giochi vocali di Ashcroft. |
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