PREMIO
Questo blog si fregia del premio
assegnatogli da me medesimo con la seguente motivazione:
"Per il divertimento che ho provato nello scriverlo, e per esser riuscito nell'intento iniziale, parlar di musica per parlar anche d'altro. Con un riconoscimento speciale a Nick Hornby e al suo libro 31 canzoni, di cui il presente blog costituisce una mimesi dello stile di scrittura."
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Post n°67 pubblicato il 12 Maggio 2011 da fattodiniente
Una volta scrissi che c'è una musica per ogni momento della giornata. Beh, allo stesso modo c'è una musica per ogni stagione, per ogni mese, e in generale per ogni momento dell'anno. È una mia fissa; una delle tante, e neanche la più perniciosa. Non saprei dire quando m'è sorta: probabilmente nel momento in cui ho cominciato davvero a capire che il tempo passa, e che un bel po' ne era passato. Il che rende la cosa diversa, e un tantino più originale (eh beh) dalla ovvia considerazione che a Natale ascolti le musiche natalizie, a Pasqua quelle pasquali (?), e a ferragosto quelle ferragostane. Quali poi siano, non è affar mio. Ma la cosa di cui parlo io è tutta diversa, ed è strettamente legata al mio vissuto personale. Proust diceva che un certo sapore è in grado di richiamare gli aspetti più intimi e profondi di un ricordo; secondo Poe era invece l'olfatto il senso più acuto ed evocativo. Per me è l'udito, ovvero (come dubitarne?) la musica. Siccome generalmente, per i più intendo, il senso deputato a questo genere di delizie è la vista, se poi qualcuno pensa che invece sia il tatto, abbiamo fatto filotto. Basta non litigare sulla questione, e siamo tutti contenti. Ora, il punto - per quanto sta a me, naturalmente - è capire perché e percome accada questa cosa, ma tutto sommato non c'è nemmeno granché da spiegare. In certi periodi della mia vita, ascoltavo una certa musica, un certo artista o un certo disco: lo riascolti e torni indietro nel tempo; capirai che c'è da comprendere. Ora però, più passano gli anni, più il ricordo e la cosa si fa sistematica, il che suppongo dica - una volta ancora, ma in modo diverso - che in fondo non siamo che ciò che siamo diventati: tornare a pensare a come questo sia successo, è un po' ripercorrere il labirinto della nostra vita, sapendo che - piaccia o non piaccia - ad ogni bivio, ad ogni svolta, una e solo una era la via da seguire, la scelta da fare, per sbagliata che poi la giudichiamo (due volte su tre, a star leggeri...). |
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