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Post n°62 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da domenicomolinini
Tag: ateismo, chiesa, cofni13, creato, dio, fede, francois mauriac, franz alt, gesù, giuseppe ricciotti, Ilike, post, san francesco Il commento che cofni13 (che si professa sacerdote e si firma Don Tiziano) ha scritto nel post n 798 di ilike06 potrebbe aprire un ampio dibattito.Un dibattito che, laddove ci fosse, auspicherei potesse essere pacato. All’elenco precedente, che non ambisce di essere completo ed esaustivo, aggiungerei la condizione che, sempre a mio sommesso parere, dovrebbe costituire il denominatore comune delle azioni deell’umanità: il sapere di non sapere. Possedere la fede ritengo sia uno stato di grazia. Uno stato di grazia che tocca pochi, poiché molti sono quelli che ostentano, ma poco o nulla fanno che sia in coerenza con quello stato. Sullo scetticismo di chi cerca e (ancora) non trova “quaesivi et non inveni” mi viene da dire che sia una condizione di onestà intellettuale (la invoca anche Don Tiziano). Taluni mi hanno detto che bisogna avere fede. Ebbene io ho fede di riuscire ad avere fede, ma non riesco a compiere un atto di intellettualità acritica che, più che sconfinare, si porrebbe appieno nell’ipocrisia. La condizione di chi sia scettico e rassegnato la vedo pencolante: lo scettico rassegnato può sempre divenire o tornare ad essere, se lo sia stato, un attivo ricercatore. L’ateismo non posso condividerlo. L’ateismo è non avere fede neppure nella speranza. Pensare che non ci sia una prima causa causante significa anche escludere i principi fisici e materialistici che, pure, nella catena degli eventi a ritroso, sempre più a ritroso, portano all’origine e alla causa prima. Qui il mio discorso potrebbe concludersi, ma rimane l’ultima condizione che io ho posto:il sapere di non sapere.Non a caso nel mio precedente intervento ho citato il poverello di Assisi: frate Francesco che parlava agli altri nostri fratelli del Creato (mi si permetta il maiuscolo). La Chiesa è la Chiesa. Sarebbe follia “vomitare” veleno sulla Chiesa e sulle Chiese (che tutte, nessuna esclusa, anelano a Qui creat et non creatur, anelito che solo la follia dell'umanità non capisce). Le opere assistenziali le misconoscono solo gli imbecilli di cui sopra, e alla Caritas (che bene conosco e con la quale ho interagito) se ne devono aggiungere altre, altrettanto meritevoli. Ricordo sempre un mio amico sacerdote, morto da diversi anni. Un amico col quale ho condiviso anni di assidua frequentazione anche giornaliera. Un dotto sacerdote che ha pubblicato testi sui Vangeli, pubblicati dalle Edizioni Paoline e dalle Edizioni San Paolo.
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