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NO NO E POI NO (VAT)

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Questo blog intende raccogliere notizie e riflessioni sul Vaticano: a partire dalla considerazione che il sistema informativo italiano funziona sempre più come velina dei poteri forti, e che il massimo potere in Italia è proprio il Vaticano, cerca di diffondere notizie sulla Santa Sede e sulle sue derivazioni, sulla loro organizzazione e sulla loro attività, che non trovano spazio sui media.
E' un blog di parte ed ha come obiettivo politico dichiarato l'informazione e la denuncia della non neutralità e non eticità di uno dei maggiori poteri economici, politici e militari globali.
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Messaggi del 28/02/2008

 

Navarra: santo accaparramento e saluto fascista

Post n°10 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da icszeta
 
Foto di icszeta

Quasi cento Comuni in Navarra denunciano che la chiesa cattolica sta registrando a proprio nome un migliaio di immobili di proprietà comunale.
E' una notizia riportata dal quindicinale Periodico Diagonal nell'ultimo numero.
La chiesa cattolica ha infatti iniziato una discreta ma massiccia campagna di registrazione a proprio nome di parrocchie, santuari e terre appellandosi ad una normativa franchista.
Di chi sono proprietà una parrocchia rurale, un camposanto o le pale d'altare che adornano i templi?
Da diversi anni ormai, più di cento comuni in Navarra setacciano vecchi archivi e documenti storici per evitare di dover dire addio alle loro proprietà.
Quasi senza far rumore, la Diocesi di Navarra ha visto in appena un decennio moltiplicare il proprio patrimonio attraverso una semplice formula: registrare a suo nome tutti i tipi di chiese e edifici di carattere sacro senza proprietario definito, utilizzando gli articoli 206 e 207 della Legge Ipotecaria, un regolamento approvato dal franchismo nel 1948, che concedeva al Vaticano privilegi esclusivi.
Seguendo questa strada eccezionale e con un costo minimo (circa 20 o 30 euro per registrare le proprietà a proprio nome), la Chiesa cattolica è arrivata a impadronirsi di beni dal valore milionario. Il processo è silenzioso. Il registro non compare in nessuna pubblicazione ufficiale. Neppure la stampa ne ha notizia. Con una firma e un prezzo simbolico, un bene pubblico può diventare privato senza che la cittadinanza ne’ i suoi rappresentanti se ne accorgano.
"Per il prezzo di una campana registrano tutta una chiesa", denuncia Jose Maria Esparza, uno storico e membro della Piattaforma in Difesa del Patrimonio Navarro. Afferma inoltre che, anche se la legge è la stessa e la medesima situazione può prodursi in tutto il paese, sono stati soprattutto i comuni della Navarra i più colpiti da questa pratica. "Non è esagerato sostenere che probabilmente ci troviamo di fronte alla più grande appropriazione indebita della storia della Navarra, dopo la stessa conquista del Regno; la privatizzazione del maggiore patrimonio comunale urbano della Navarra, di questo si tratta: e cioè chiese ed eremi di tutte le comunità, che racchiudono un patrimonio incommensurabile”, ha scritto Esparza. Secondo i calcoli della Piattaforma, sotto il mandato dell'Arcivescovo di Pamplona e Vescovo di Tudela, Fernando Sebastian*, la chiesa di Navarra si è intestata circa un migliaio di chiese ed eremi.


Una vecchia abitudine
Il fenomeno non è nuovo. La chiesa si sta appropriando di immobili a partire dagli anni ’30, Ma l'attuale “voracità di registrazione”, a parere di Esparza, si sta realizzando "grazie a una modifica della legge che il governo Aznar ha adottato nel 1998," quando l'esecutivo ha abrogato una norma che vietava espressamente l’appropriazione dei luoghi di culto. In realtà, la legislazione in questa materia potrebbe riassumere i rapporti Chiesa-Stato dell’ultimo secolo. Durante la Seconda Repubblica, la legge sulle Confessioni e Congregazioni religiose del 1933 stabiliva in maniera chiara la proprietà pubblica dei templi, che la Chiesa potrebbe sì amministrare, ma di cui non potrebbe disporre.
Dopo la Guerra civile, il governo franchista ha dato al Vaticano, la possibilità di registrare questi luoghi come se fosse un proprio stato. Dopo la dittatura si limitarono questi privilegi, ma il passaggio di Aznar dalla Moncloa facilitò la possibilità delle diocesi di intestarsi gli immobili.

Attualmente, mentre si riapre il dibattito sul Concordato con il Vaticano l’aspetto economico è significativo. "Il valore è assolutamente incalcolabile", afferma Esparza, che ritiene che "il dubbio non riguarda tanto gli edifici, ma tutta l'arte, le pale d'altare”. Inoltre, i rappresentanti della Piattaforma assicurano che il problema non è solo l’appropriazione dei beni, ma anche il fatto che poi vengono venduti. Un esempio è stata la chiesa di S. Nicola in Tudela, la cui proprietà è stata trasferita dall’Arcidiocesi al Concistoro per costruire un centro civico.
"Quello che fanno è vendere ai Comuni quanto un tempo era loro", critica Esparza, "per esempio a Tafalla vogliono far pagare il Comune per l’uso della chiesa per i concerti che prima era gratuito: ora vogliono far pagare 300 euro".
Stanche di questa situazione, un certo numero di località della Navarra hanno dato vita alla Piattaforma. Un centinaio di Comuni ha già inviato un'istanza contro la registrazione di proprietà di edifici religiosi della Chiesa cattolica. E il 15 dicembre scorso i rappresentanti di 117 città e dei consigli e dei membri della piattaforma, hanno convenuto di rafforzare le azioni in difesa del Patrimonio comunale in una assemblea tenutasi a Burlada.
Criticano il principale argomento utilizzato dall’arcidiocesi, secondo la quale le chiese sarebbero proprie “da tempo immemorabile”, quando in realtà vi sono memorie scritte relative alla costruzione e al lavoro dei Comuni. "E 'stato anche detto che, prima dell’esistenza dei comuni quelle chiese esistevano già. E’ altrettanto vero che, allora, i lavori comunali si svolgevano nella stessa chiesa.”


* Fernando Sebastian è stato arcivescovo di Pamplona dal 1994 a luglio 2007, e dal 1993 al 1999 è stato anche vicepresidente della Conferenza Episcopale spagnola (CEE), carica che ricoprirà anche nel 2002-05. A maggio del 2007 sale agli onori della cronaca perche' appoggia esplicitamente la destra nazionalista. Questa vicenda suscita infinite polemiche, al punto che, in occasione della famosa festa di San Firmino, viene preparata da un gruppo che organizza i festeggiamenti (la Pena Sanferminera "Muthiko Alaiak") la cartolina che vedete nell'immagine (cliccate sull'immagine per ingrandirla), con l'arcivescovo che regge un crocifisso con il braccio alzato nello stile del saluto fascista.
Fernando Sebastian organizzerà, il 14 luglio, un “atto di riparazione” (non li fanno solo gli integralisti italici, evidentemente…), ma poi darà le dimissioni ed ora, rimasto “Arcivescovo Emerito” (cioè soltanto “onorario”) di Pamplona, è una specie di mina vagante…
 

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