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NO NO E POI NO (VAT)

una notizia al giorno toglie il vaticano di torno...

 
 
 
 
 
 

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Questo blog intende raccogliere notizie e riflessioni sul Vaticano: a partire dalla considerazione che il sistema informativo italiano funziona sempre più come velina dei poteri forti, e che il massimo potere in Italia è proprio il Vaticano, cerca di diffondere notizie sulla Santa Sede e sulle sue derivazioni, sulla loro organizzazione e sulla loro attività, che non trovano spazio sui media.
E' un blog di parte ed ha come obiettivo politico dichiarato l'informazione e la denuncia della non neutralità e non eticità di uno dei maggiori poteri economici, politici e militari globali.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge numero 62 del 7/03/01.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi del 24/02/2008

 

LA GUERRA TEOLOGICA:il potere militare del Vaticano

Post n°7 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da icszeta
 
Foto di icszeta

Oggi proponiamo il riadattamento di un articolo un po' lungo, ma interessante, che riguarda l'Ordinariato Militare, ovvero quella struttura attraverso la quale lo Stato del Vaticano ha infiltrato, in posizione chiave, propri rappresentanti negli eserciti di 35 paesi, creando anche delle apposite scuole militari.
I 35 paesi sono:
In Europa: Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Ungheria
In Africa: Kenya, Sudafrica, Uganda
In Asia: Corea del Sud, Indonesia, Filippine
Nelle Americhe: Argentina, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, El Salvador, Ecuador, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Stati Uniti d'America, Venezuela
In Oceania: Australia, Nuova Zelanda.

Nel 1986 Wojtyla promulgò la Costituzione Apostolica Spirituali Militum Curae, fonte di diritto generale con valore di “legge universale” e norme applicabili agli Ordinariati Militari di tutto il mondo.
Per quanto riguarda l'Italia, l’Ordinariato militare è nato l’11 marzo 1926 (quindi all'inizio del Ventennio) e la sua curia si trova a Roma, in Salita del Grillo 37, esattamente sotto la storica Torre delle Milizie. Ha un proprio seminario, o meglio scuola militare, che ha sede a Cecchignola in Via dei Carristi, 14.
I cappellani militari italiani sono 220 dei quali 10 in missione all’estero.
L'articolo tratta della situazione sud-americana e in particolare colombiana. Quanto dice Bernardo Congote Ochoa, è comunque valido - come lui stesso sottolinea - a livello globale, e non è probabilmente un caso che, proprio in tempi di "guerra permanente", l'ex Ordinario Militare e, di conseguenza, Generale di corpo d'armata, Angelo Bagnasco, sia divenuto presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Bagnasco ha infatti ricoperto la carica di Ordinario Militare in un momento molto delicato per il coinvolgimento dell'Italia nella guerra permanente, ovvero durante la partecipazione alla seconda Guerra del Golfo e alla guerra in Afghanistan. Ha celebrato i funerali di Stato solenni dei vari caduti di quei conflitti, divenendo in questo modo un volto noto nel nostro paese.

L'articolo che segue, è stato originariamente pubblicato in Le monde diplomatique/el diplo, Edición Colombia, giugno 2007 e ripreso dal sito argentino argatea.com.ar

Il potere militare dello Stato del Vaticano
tratto da Bernardo Congote Ochoa

Non c’è altra religione, sul pianeta, che possieda un apparato di Stato come il Vaticano. La sua realtà territoriale e le sue caratteristiche operative, ratificano il carattere di religione politica proprio di quella cattolica. Formalmente ridotto ad un’estensione di 40 ettari racchiusi dentro l’Italia, ha fra le sue peculiarità il possesso di una rete dottrinale e economica estesa su 2.684 diocesi in tutto il mondo. Parallelamente, il suo patrimonio economico dimostrabile era stimato, nel 2004, di circa 1.000 milioni di euro (circa 87 volte il prodotto interno lordo della Colombia). E’ bene chiarire che non vi sono stime note del valore dei suoi beni artistici, cosa che lo fa apparire come uno stato con “poca liquidità nel mezzo di una grande ricchezza artistica”. E per terminare di perfezionare il suo hobbesiano immaginario, lo stato vaticano esercita il monopolio della forza con una strategia globale per l'esercizio di un vasto potere militare; un'istituzione vaticana chiamata "Episcopato Castrense" o "Ordinariato Militare" (n.d.t.: nuova dicitura del 1985) costituita formalmente sotto il governo di papa Wojtyla, è formata da un sistema nel quale i governi “cattolicizzati” concordano con il Vaticano la formazione di militari o poliziotti che funzionano come sacerdoti, fino ad arrivare a trasformare in diocesi le guarnizioni armate. Tale istituzione possiede in proprio una forza di controllo sugli eserciti e sugli apparati polizieschi di molti paesi cattolici in tutto mondo, tanto che diventa inevitabile valutare le sue dimensioni ed implicazioni politiche.

Base dottrinale
Nel settembre 1996, il Simposio internazionale degli ordinari militari si è riunito a Buenos Aires. L'evento, presieduto dal cardinale Bernardin Gantin, Prefetto della Congregazione per i Vescovi (n.d.t.: dall’8 aprile 1984 al 25 giugno 1998), ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei vescovi militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Dominicana, Ecuador, El Salvador, Paraguay, Perù e Venezuela, con l'intenzione di rinforzare la dottrina sull’ordinariato militare.
A questo simposio hanno preso parte in totale 35 paesi, gli stessi dove opera questo curioso apparato ecclesiale, creato il 21 aprile 1986 "per l'assistenza spirituale dei militari".
A prima vista, tanto il suo carattere multinazionale che il suo regolamento da parte del Vaticano, rendono questo sub-apparato di stato simile a quello delle centinaia di diocesi che si trovano negli stati cattolici del pianeta. Ciò dimostra che l’Ordinariato Militare è un meccanismo la cui esistenza è stata attentamente programmata dall'apparato statale cattolico, confermato dalla lettura del discorso inaugurale di Gantin del simposio sopra-citato, laddove dice che il cappellano militare non è... un mezzo... chiuso... si mette "in mezzo al mondo"... che aspira ad essere migliore... per la croce gloriosa del Cristo resuscitato, fino al punto in cui è il papa che conferma lo statuto e nomina il capo di ogni Ordinariato Militare.

Cosa prevede la Costituzione Apostolica Spirituali militum curae  (1984 – Wojtyla)
Il “Vescovo (o Ordinario) Militare” possiede rango uguale a quello dei suoi pari nazionali, di modo che fa parte delle conferenze episcopali nazionali, rendendole un luogo dove, oltre a pregare Maria vergine, si esaminano strategie e tattiche militari e poliziesche dei più di trenta paesi coinvolti. Parallelamente, la dottrina militare vaticana è tassativa nel sostenere che gli ambienti e i luoghi riservati ai militari in primo e principale modo sottostanno alla giurisdizione dell’Ordinariato militare; in via secondaria, però, anche alla giurisdizione del vescovo diocesano, ogniqualvolta, cioè, manchino l’Ordinario militare e i suoi cappellani: in tal caso, sia il vescovo diocesano che il parroco agiscono per diritto proprio e che l’Ordinario militare può, con l’approvazione della Santa Sede, erigere un seminario e promuoverne ai sacri ordini nell’Ordinariato i suoi alunni, una volta completata la specifica formazione spirituale e pastorale.
Allo stesso modo, il capo X stabilisce che appartengono all’Ordinariato militare e si trovano sotto la sua giurisdizione:
1) i fedeli che sono militari, nonché quelli che sono al servizio delle forze armate, purché vi siano tenuti a norma delle leggi civili;
2) quanti compongono le loro famiglie, cioè coniugi e figli, anche maggiorenni, se abitano nella stessa casa, e così i parenti e le persone di servizio che, parimenti, abitano nella stessa casa;
3) coloro che frequentano scuole militari o si trovano degenti o prestano servizio negli ospedali militari, nelle case per anziani o in altri simili istituti;
4) tutti i fedeli, uomini e donne, membri o meno di un Istituto religioso, che svolgano stabilmente un compito loro affidato dall’Ordinario militare o con il suo consenso.

Il caso della Colombia
In Colombia, il meccanismo fa parte dello strumento concordatario in vigore tra i due stati fin dal 1887. L'Ordinariato Militare è stato ratificato dal Concordato in vigore, all’articolo XVII, il 12 luglio 1973, e stabilisce che tra i seminari ci siano differenze che li orientano alla formazione di sacerdoti secolari militari (per lavorare in brigate, battaglioni, polizia ed esercito), strumenti legalizzati dall'articolo 19 dello statuto per la Colombia. Si stima in 75 il numero di cappellani militari che, per statuto, sono contemporaneamente soldati o membri della polizia o della massima cupola armata.
Infatti, come parte della sua strategia, sotto il pretesto "evangelizzatore" delle forze armate, il Vescovato colombiano si insinua nell'organizzazione del ministero della difesa nazionale. Il suo grado di implicazione amministrativa è tale, che il vescovo ha la facoltà di sollecitare il ministero a incorporare il vescovado nel suo regolamento interno, avendo in primis giurisdizione sulle guarnizioni ed i luoghi riservati alle forze armate.
Lo status politico del Vescovado militare in Colombia, evidenzia il livello di compromesso della chiesa cattolica con una violenza riconosciuta globalmente come secolare, atroce ed auto-riproduttiva. Si può provare che il compromesso evangelizzatore delle forze armate ha un potere ideologico sul modus operandi della guerra interna, cosa che nelle parole dell’Ordinario Militare, si traduce così: con l'esperienza della guerra, i soldati si avvicinano a dio e trovano la forza per lo sviluppo della loro missione.
Questo fenomeno allarma sul modo in cui l'ideologia cattolica si rivela simbiotica alle manifestazioni sociali violente, fatto che ha affrontato l'autore nel suo percorso d'indagine sull'argomento. I confini di fatto fra esercito e chiesa, sono aneddoticamente confermati in una nota-stampa che indica come il cappellano militare del tempo, percorreva accanto al comandante generale delle forze armate tutte le "dipendenze militari del paese e dei popoli che attaccano la guerriglia... Padre Manuel - continua la nota - non abbandona il generale Mora. Il suo ufficio si trova a pochi metri dall'ufficio del comandante". Questo senza dimenticare che, in quanto tale, l'ordinario militare appartiene allo Stato Maggiore dell’esercito con diritto di parola e di voto. Sarebbe ingenuo pensare che, nelle riunioni di Stato Maggiore, l'ordinario militare si limiti al compito di evangelizzare il generalato quando si esaminano e approvano strategie e tattiche di una guerra sporca.
L’assunto dello spirito cattolico immerso nella guerra, trascende le frontiere dell’apparato repressivo dello Stato colombiano. In parallelo con il fenomeno del Vescovado Militare, ci sono prove che fazioni dell'apparato politico vaticano sono state inserite come fornitori logistici e ispiratori intellettuali nell'esercito di liberazione nazionale.
Inoltre, la chiesa cattolica è considerata dalla FARC come il suo migliore rappresentante dinanzi allo Stato e svolge altresì il ruolo di guida spirituale dei gruppi paramilitari dello Stato.
Non è gratuito, quindi, che in Colombia si inviti ad esaminare il grado di responsabilità della chiesa cattolica nella violenza che ha significato l'esercizio della politica in Colombia durante i suoi primi due secoli di vita repubblicana.

Alcune conclusioni
In primo luogo, è opportuno invitare a riflettere sul fatto che quasi tutti i paesi indicati in questo articolo come aderenti all’Ordinariato Militare, abbiano sofferto cruente dittature militari (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Domenicana, Ecuador, Paraguay, Perù, e Venezuela) quando non anche di cruente guerre civili (Argentina, Colombia, Perù ed El Salvador). E che non è sporadico che in alcuni di questi paesi (Argentina e Cile) i regimi dittatoriali abbiano contato sulla complicità (o opposizione elitaria in Venezuela) della chiesa cattolica.
In secondo luogo, il Vescovado Militare usufruisce di coerenza dottrinale, di armonia regolamentare, di copertura geografica globale sconosciuta e, per questa ragione, di un vasto potere di penetrazione ideologica e pragmatica sugli apparati militari dei paesi dove opera. Ratificato in Colombia dal Concordato in vigore tra i due stati, in Argentina ampi segmenti di opinione pubblica giustificano l'esistenza del Vescovado Militare perché corrisponde al compromesso costituzionale per cui l'articolo 2 prescrive che il governo federale sostiene il culto cattolico, apostolico e romano.
Le argomentazioni precedenti, costringono a studiare perché un semplice esercizio apostolico rituale debba presupporre la trasformazione di militari e poliziotti in porporati che operano attivamente nelle forze militari nazionali ma, si badi bene, sotto il parere sovra-nazionale di Roma. In altre parole, costringono a precisare che soltanto l’orchestrazione di interessi politici-militari precisi possono spiegare l'infiltrazione di questo apparato negli eserciti di almeno di 35 paesi del mondo, rete la cui ampiezza rivela come lo Stato del Vaticano possieda un potere d'influenza politica sovra-nazionale che non ha pari nel concerto delle nazioni.
A questo riguardo, non sarebbe azzardato leggere la nuova dottrina Monroe del Comando Sud degli Stati Uniti, come un'imitazione dela strategia militare vaticana qui descritta. Prendendo spunto da Tokatlian su La Nacion, si può valutare in che modo anche... la missione e la visione del Comando Sud...si arroga di essere l'organizzazione leader, tra quelle esistenti, per garantire la sicurezza, la stabilità e la prosperità in tutta l’America. Se ciò non bastasse, gli Stati Uniti si propongono di sviluppare e sostenere coalizioni regionali e globali per operazioni di pace nei piani di zona e mondiali, ed il compito di identificare quelle che chiama "nazioni alternative" dove stabilire installazioni con cui affrontare il problema delle migrazioni di massa. Questo perché, quando eufemisticamente si parla di "incoraggiare la prosperità", si sottolinea l'importanza di sviluppare in America latina programmi d'addestramento nel settore "della sicurezza interna" delle nazioni ed aumentare il numero di quelle che vengono chiamate Localizzazioni di sicurezza cooperativa (come quelle di Ecuador, Aruba, Curazao e El Salvador), si noti bene, due dei quattro paesi dove si è visto che per il Vaticano operano gli Ordinari Militari.
L’articolo permette, infine, di continuare a mettere in dubbio la presunta neutralità vaticana, dubbio confermato dall’ostentazione “cesarista” che circonda generalmente i suoi papi dell’autorità di Stato o dalla recente visita di colonizzatore impunito di papa Ratzinger nelle terre del Brasile, dove ha affermato con ignoranza fraudolenta che l'evangelizzazione dell'America non è stata imposta dalla violenza e che la chiesa non fa proselitismo politico.
La chiesa agisce già come apparato di Stato, esercitando il potere non soltanto nel settore economico dove sfrutta plusvalori specifici, o in maniera chiaramente partitica ispirando le basi dottrinarie con la sua dottrina sociale, ma anche penetrando ed influenzando l'esercizio monopolistico della forza da parte dello Stato.
Per terminare, sottolineiamo la tesi secondo la quale è ora di esigere dalla chiesa romana responsabilità politiche sull’esercizio del suo potere politico multinazionale, superando la disattenzione prodotta dai suoi eufemismi metafisici.
Vi sono aspetti di alto rischio politico, non su scala nazionale ma globale, per il fatto che il Vaticano si sia infiltrato in un blocco di forze armate e di polizia che per le loro azioni od omissioni, finiscono per esercitare le loro funzioni repressive secondo il dettame ideologico di Roma e del suo potere autocratico e monarchico.
Dettami ed autocrazia che, evidentemente, non solo non hanno evitato, ma hanno contribuito a creare un clima di violenza permanente che alcuni studiosi hanno definito "guerra teologica".

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