Un blog creato da icszeta il 14/02/2008

NO NO E POI NO (VAT)

una notizia al giorno toglie il vaticano di torno...

 
 
 
 
 
 

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Questo blog intende raccogliere notizie e riflessioni sul Vaticano: a partire dalla considerazione che il sistema informativo italiano funziona sempre più come velina dei poteri forti, e che il massimo potere in Italia è proprio il Vaticano, cerca di diffondere notizie sulla Santa Sede e sulle sue derivazioni, sulla loro organizzazione e sulla loro attività, che non trovano spazio sui media.
E' un blog di parte ed ha come obiettivo politico dichiarato l'informazione e la denuncia della non neutralità e non eticità di uno dei maggiori poteri economici, politici e militari globali.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge numero 62 del 7/03/01.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi del 25/02/2008

 

Attacco alla Francia ma lì il mondo è al contrario...

Post n°8 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da icszeta
 
Foto di icszeta

Anche la Francia subisce in questi giorni il suo attacco alla laicita’ dello stato e all’autodeterminazione delle donne. Personaggio chiave il recentemente nominato cardinale Andre’ Vingt-Trois che ha avuto un’impressionante accelerazione della carriera dal 2005, quando viene nominato Arcivescovo di Parigi e diventa capo della conferenza episcopale francese. In passato si era distinto per la sua attenzione al ruolo della famiglia, e si era speso per un rilancio dell'identita’ cristiana.
Nel 2006 aveva lanciato il boicottaggio alla trasmissione Telethon, sulla scia di un documento della Commissione etica della diocesi di Vars che denunciava come l’AFM (Associazione francese contro le miopatie) stesse mettendo in scena in maniera trionfale una strategia eugenetica. Vingt-Trois si era accodato, spendendosi contro la diagnosi preimpianto. Dall’AMF facevano notare come tutta l’operazione era giocata a livello mediatico facendo surf sull’onda della fama di Telethon per diffondere le convinzioni cattoliche. Al tempo il quotidiano  Liberation aveva gia’ chiara la strategia mediatica ecclesiastica e richiamava i media alla laicità dello stato e metteva in guardia contro l’integralismo.

Cassazione: dare un nome al feto
da Il Manifesto del 13 febbraio 2008
Pochi giorni fa una sentenza della Corte di Cassazione riapre i giochi, stabilendo che è possibile dichiarare allo stato civile un feto nato morto, qualunque sia lo stadio di sviluppo. La sentenza e’ la risposta al ricorso di tre famiglie che avrebbero voluto dare un nome e seppellire i feti nati morti tra le 18 e le 21 settimane di gravidanza e che pesavano tra i 150 e i 400 grammi.
Fino a questa sentenza la Francia, attraverso una norma del ’93 precisata da una circolare del 2001, aveva adottato i criteri dell’Organizzazione mondiale della sanità: un feto deve almeno pesare 500 grammi e la gravidanza deve durare da almeno 22 settimane per essere considerato un ‘bambino nato morto’. Ma i passi avanti della medicina sembrano aver abbassato questo limite (a 21 settimane, in un caso in Messico). La sentenza ha subito sollevato polemiche. Le organizzazioni antiaboriste l’hanno utilizzata per cercare di fare pressione e cambiare la legislazione. Per l’Alleanza per i diritti della vita, la sentenza riconosce ‘l’umanità del feto’. Anche i cattolici tradizionalisti si sono rallegrati per la decisione della Cassazione.
Una breccia e’ stata aperta, stiamo andando verso la follia’, dice preoccupata Maite’ Albagly, segretaria generale del Movimento francese per il planning famigliare.
Evidentemente pero’ anche nella laica Francia il lavorio cattolico e’ stato incessante, e negli ultimi anni alcuni comuni hanno destinato un’area nei cimiteri per ‘gli angeli’, dove le ceneri del feto possono venire disperse. Un consigliere municipale Ump (il partito di Sarkozy) di Tolosa, il dottor Jacques Montagut, si batte dal 2002 perché ogni comune crei un ‘giardino del ricordo dei bambini nati senza vita’.


L'arcivescovo di Parigi chiede uno «statuto dell'embrione»
da Il Manifesto del 20 febbraio 2008
E immediatamente dopo, dalla conferenza episcopale francese e per bocca di Vingt Trois, viene il monito che da questa sentenza si dipana, la richiesta che venga definito uno ‘statuto dell'embrione’ mentre con finta ingenuità ha affermato di non voler far riferimento all'aborto, ha pero’ sottolineato che in Francia ‘l'aborto non è legale, ma è stato soltanto depenalizzato’ dalla legge Veil del '75.
L'inquietudine e’ forte, poiche’ il presidente Nicolas Sarkozy sembra voler riaprire la questione del posto della religione nella repubblica. C'e’ stato il discorso fatto in Vaticano, prima di Natale, dove ha affermato che, per l'educazione dei bambini, ‘il maestro non potrà mai sostituire il parroco o il pastore’. Poi il presidente ha citato dio ben 13 volte in Arabia saudita, di fronte a un regime che fa riferimento a una tendenza estremista dell'islam, i wahabiti. Dove vuole arrivare Sarkozy? si chiedono inquieti i laici in Francia. Nel libro che aveva pubblicato nel 2004, sulla questione religiosa, Sarko affermava di voler voltare pagina rispetto alla situazione del passato, fondata dalla legge di separazione dello stato dalle chiese del 1905. Più volte ha parlato di ‘spolverare’ questa legge, di ‘attualizzarla’. L'obiettivo di Sarkozy sembra essere una revisione della legge del 1905, per permettere agli enti locali di finanziare la costruzione di luoghi di culto (e’ una richiesta dei musulmani, che ne hanno meno, hanno pochi soldi e sono quindi obbligati a rivolgersi all'estero per i finanziamenti).


Ma la Francia non è l'Italia
Ciononostante chiunque puo’ trovar conferma della diversa reazione dei media francesi alle azioni ecclesiastiche: cercando su Google news la parola aborto e il nome di Vingt Trois, vedremo che il media più ‘di sinistra’ che lo cita è Le Monde.
Una bella differenza con la situazione italiana. L’attacco ecclesiastico alle donne in Francia e’ partito, ma la Francia non e’ l’Italia.
Il Movimento francese per il Planning Familiare ha lanciato poche settimane fa una campagna sull’aborto nelle metro. Vingt-Trois ed i vescovi dell’Ile-de-France hanno immediatamente risposto con un comunicato sull’inumanita' della campagna, mentre l’Alliance pour le droit de la vie ha lanciato una contro campagna (con tanto di spot e tutto quello che caratterizza le azioni ecclesiali, sempre ricche di risorse e una marcia per la vita con la completa adesione del Front National che ha avuto solo 10.000 partecipanti e una visibilità sui media molto scarsa, tanto da non essere citata ne’ su Le Monde ne’ su Le Figaro.
Immaginiamoci che questa manifestazione sia stata trattata un po’ come il  novat.
Ecco, la Francia rispetto all’Italia, è il mondo al contrario.

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