Un blog creato da icszeta il 14/02/2008

NO NO E POI NO (VAT)

una notizia al giorno toglie il vaticano di torno...

 
 
 
 
 
 

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Questo blog intende raccogliere notizie e riflessioni sul Vaticano: a partire dalla considerazione che il sistema informativo italiano funziona sempre più come velina dei poteri forti, e che il massimo potere in Italia è proprio il Vaticano, cerca di diffondere notizie sulla Santa Sede e sulle sue derivazioni, sulla loro organizzazione e sulla loro attività, che non trovano spazio sui media.
E' un blog di parte ed ha come obiettivo politico dichiarato l'informazione e la denuncia della non neutralità e non eticità di uno dei maggiori poteri economici, politici e militari globali.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge numero 62 del 7/03/01.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi del 25/03/2008

 

Desaparecidos: il Vaticano colpisce ancora

Post n°20 pubblicato il 25 Marzo 2008 da icszeta
 
Foto di icszeta

24 marzo 1976: i militari al potere in Argentina. Nessun ricordo in Italia, solo la continuazione di quel potere che il Vaticano ha legittimato e vuole continuare a legittimare, per il semplice fatto che ne fa parte.

Ricordiamolo, almeno noi, così:

Lo ha denunciato Eleonora Martini su Il Manifesto del 13 marzo scorso: non solo Ciarrapico, raccoglie Berlusconi fra l’estrema destra… Basta spingere lo sguardo oltre Atlantico per incontrare un altro personaggio di cattivo gusto: il capolista del Pdl per il Sud America è Esteban Caselli (nella foto con Wojtyla), conosciuto in Argentina come “il vescovo”.
Denuncia Luciano Neri:
“Caselli, che con la contrarietà della Chiesa Cattolica Argentina fu nominato ambasciatore in Vaticano durante il governo di Menem, è stato protagonista di una impressionante carriera finanziaria che lo ha portato in poco tempo dal niente a controllare un ingente patrimonio finanziario e a condizionare la politica del governo argentino”.
“Esteban Cacho Caselli – prosegue Luciano Neri - è stato attivo funzionario durante la dittatura, quando al potere erano i generali Viola e Bignone. Sulla cospicua eredità che gli avrebbe lasciato un ufficiale dell’aviazione militare, Miguel Cardalda, di cui era autista, sono state riempite pagine e pagine da giornalisti e scrittori, fra i quali l’attuale deputato Miguel Bonasso, autore di Don Alfred, e Olga Wornat, autrice di Nuestra Santa Madre”.
“Ma il più implacabile fustigatore di Caselli – afferma Neri - è l’ex ministro dell’Economia e padre dell’Argentina economica e finanziaria moderna, Domingo Cavallo, che ha esplicitamente incluso l’aspirante senatore italiano Caselli in una "mafia" legata ad Alfredo Yabran, personaggio collegato tra l’altro all’uccisione di Josè Luis Cabezas, fotografo del settimanale politico argentino “Noticias”. Yabran è stato considerato anche "prestanome eccellente" dell’ex presidente Menem. Il Ministro Cavallo ha ripetutamente e pubblicamente accusato Caselli di essere coinvolto anche nel traffico illegale di armi tra Argentina, Croazia ed Ecuador, in un traffico d’oro e perfino nella rete di protezione dei colpevoli dell’attentato antiebraico alla Amia (Associazione di mutua assistenza Israelo argentina) che causò a Buenos Aires una ottantina di morti e centinaia di feriti il 18 luglio 1994."

Se Ciarrapico è stato fatto salire sulla barca del cavaliere per raccogliere voti fra gli estremisti di destra, confusi tra varie listine fasciste, diverso è il caso di Caselli, la cui caratteristica non è semplicemente quella di strizzare l’occhio ai “camerati” italiani che popolano il Sud America.
Se con la destra Argentina i suoi rapporti sono stati altalenanti, grazie soprattutto ai suoi frequenti doppi giochi, non così si può dire della sua fedeltà al Vaticano, e mai il soprannome vescovo fu più ben speso.
Se infatti è inviso all’attuale governo argentino, è invece amato dal governo d’oltretevere che, se questa operazione andrà a buon fine, vede un modo per mettere i bastoni all’attuale Casa Rosada, in un’Argentina sempre più insofferente nei confronti di una chiesa cattolica che, dopo essere stata complice della dittatura, continua a mantenere privilegi economici e a pretendere di determinare le politiche del paese.
La diplomazia fra i due paesi è in crisi dal 2005, quando il governo argentino non aveva digerito alcune dichiarazioni dell’Ordinario militare, monsignor Antonio Juan Baseotto, che criticò aspramente alcune iniziative legislative sull’aborto, ottenendone in cambio la sospensione dello stipendio, pagato dallo Stato argentino.
Ogni occasione è buona per peggiorare i rapporti: dopo il tentativo di pacificazione con l’incontro fra la presidente Cristina Kirchner e il segretario di Stato Tarcisio Bertone dell’autunno scorso, nuova crisi ad inizio d’anno con il rifiuto del Vaticano del nuovo ambasciatore argentino Alberto Iribarne, ex ministro della Giustizia, perché divorziato (invece Sarkozy va benissimo come alleato contro il relativismo europeo…).

Dei rapporti di Esteban Caselli con il Vaticano ci parla Washington Franga sul quotidiano argentino on-line pagina/12 dello scorso 17 marzo:

Caselli assicura che fu invitato a proporre la sua candidatura direttamente da Berlusconi, cosa di cui dice di sentirsi “onorato” e sostiene che è suo proposito aiutare a “migliorare le relazioni fra l’Italia e i paesi dell’America del Sud”. L’esperienza diplomatica non manca all’ex segretario del Culto della gestione del presidente Carlos Menem. Fino al 1999 è stato ambasciatore argentino presso la Santa Sede e attualmente è rappresentante del Sovrano Ordine di Malta presso il governo del Perù.
Ma la traiettoria di Caselli parla, più che delle sue doti di diplomatico, della sua grande capacità di adattarsi alle circostanze e di trarre profitto da tutte le situazioni facendo i propri affari.
Nel 1974 lo si poteva vedere a fianco dell’ultraconservatore dirigente metallurgico Victorio Calabrò, al tempo governatore della provincia di Buenos Aires. Durante la dittatura visse situazioni contraddittorie.
Collaborò con i militari, ma allo stesso tempo finì in carcere. Cerca di vendere una storia collegata con la persecuzione politica, ma altre versioni riportano manovre di denaro poco chiare che finirono per inferocire alcuni militari che fino a poco tempo prima erano suoi protettori.
Durante il governo di Carlos Memen, l’attuale candidato al parlamento italiano transitò per molti incarichi, in diversi settori e diversi luoghi. Fu sottosegretario di Acción de Gobierno e in “Somisa”, la maggior acciaieria del paese, strinse relazioni con Hugo Franco*, uno dei principali agenti politici del già defunto Cardinale di Cordoba Raul Francisco Primatesta**.
Negli anni di Menem, Esteban Cacho Caselli, che ostenta oggi il titolo onorifico di “gentiluomo di sua santità” ottenuto dal Vaticano, si trasformò nel collegamento stabile fra il gruppo di vescovi più conservatori, fra i quali stava per l’appunto il Primatesta, il cardinale Antonio Quarracino e i vescovi Emilio Ognenovic e Desiderio Collino. Attraverso Caselli, Menem ripagò in privilegi e in denaro i vescovi che gli erano stati fedeli e avevano difeso la sua gestione. Cacho era l’incaricato delle negoziazioni.
La sua fedeltà ecclesiastica fu premiata innanzitutto con la Segreteria del Culto nel governo e poi con la titolarità dell’ambasciata argentina presso il Vaticano, incarico molto più redditizio sotto ogni punto di vista, che esercitò fra il 1997 e il 1999 e che utilizzò per consolidare la sua amicizia e il suo sodalizio di affari con colui che al tempo era il segretario di Stato e il numero due del Vaticano, il cardinale Angelo Sodano. Con Sodano e la sua famiglia l’ambasciatore Caselli costituì una vera e propria società politico-commerciale che prosegue tutt’ora.
A Roma l’ambasciatore Caselli non si privò di nulla. Agiva con una tale impunità che un giorno chiamò per telefono direttamente dall’ambasciata il vescovo Rafael Rey, titolare della Caritas, per dirgli di moderare le sue critiche al governo di Carlos Menem. Poco prima lo stesso vescovo di Zarate-Campana aveva reso pubblica un offerta di denaro alla Caritas da parte di Carlos Corach con lo stesso obiettivo: placare gli avvertimenti ecclesiastici sulla difficile situazione sociale.
In altra situazione, l’attuale candidato a occupare per il Sudamerica un seggio per il PdL, compare nel mezzo della trama di relazioni fra l’impresario Alfredo Yabrán, il cardinale Primatesta e colui che ne fu il tesoriere, il prete Marcelo Martorell, oggi vescovo di Iguazú, carica al quale costui arriverà nonostante l’opposizione del cardinale Jorge Bergoglio, ma per l'appunto con la raccomandazione a Roma del solito Esteban Caselli.
Nel 1999 l’ambasciatore Esteban Caselli si accomiatò dall’ambasciata in Vaticano con un pomposo ricevimento, al quale assistette Menem in persona e a cui furono invitate le più alte autorità della curia romana.
Ritornò immediatamente in Argentina per partecipare alla campagna elettorale e sostenere il candidato a governatore della provincia di Buenos Aires, Carlos Ruckauf che, riconoscente, una volta eletto lo designò nel 1999 segretario generale del Governatorato.
Durante il governo di Fernando de la Rúa e il mandato di Néstor Kirchner, Caselli non lasciò mai perdere i suoi assidui contatti con i settori più conservatori della chiesa. Fra i vescovi c’è chi si vanta della propria amicizia con lui, come il già citato Martorell, l’attuale vescovo di Zárate-Campana, Oscar Sarlinga, o l’arcivescovo platense Héctor Aguer. Altri lo detestano, fra l’altro anche per l’influenza che continua ad esercitare in certi circoli vaticani, anche dopo la partenza del cardinale Angelo Sodano dalla Segreteria di Stato.
Il suo principale contatto continua ad essere il cardinale argentino Leonardo Sandri, legame importante, nonostante oggi sia relegato a un posto non strategico della struttura vaticana. Questo potere ha portato Caselli a operare nella designazione di vescovi, agendo anche contro il volere della Conferenza Episcopale. E’ chiaro che Caselli continua a praticare i corridoi della curia vaticana e, dall’epoca di Kirchner, lo si segnala come qualcuno che lavora per creare difficoltà nelle relazioni fra la chiesa e il governo. Caselli smentisce regolarmente ogni intromissione negli affari interni della chiesa e si mostra perfettamente alleato con l’istituzione cattolica e in particolare con il potere vaticano.
Ora, come candidato a un posto nel parlamento italiano in rappresentanza del Sudamerica, Caselli fonda la sua proposta elettorale su “educazione, benefici per i cittadini italiani all’estero, benefici diretti per le associazioni italiane in Sudamerica, cooperazione economica e sviluppo della cultura”, promettendo piani di immediata realizzazione. Nulla dice dei suoi contatti ecclesiastici, però si assicura che sia proprio Berlusconi a considerarlo un collegamento efficace con molti degli uffici vaticani.

* La Somisa, una delle maggiori acciaierie del paese, sotto la gestione di Hugo Franco fu privatizzata e furono licenziate 6.000 persone.

** Morto nel 2006, il cardinale Raul Francisco Primatesta è stato anche presidente della conferenza episcopale argentina, confidente di Wojtyla, nonché complice della dittatura e sospettato di aver indicato ai militari i nomi dei professori e degli allievi liberali, molti dei quali finiti poi fra i desaparecidos (vedere il suo necrologio sull’Indipendent).


Chi sarà Esteban Caselli? Il vescovo di Berlusconi o il senatore del Vaticano?
Comunque sia, il gentiluomo di sua santità, continua ad avere delle frequentazioni degne del suo titolo, fedele nei secoli dei secoli...

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