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Messaggi del 13/03/2012

CHEMIO-EFFETTI

Post n°1064 pubblicato il 13 Marzo 2012 da chioggiatv
 

Mi chiamo Miriam, ho 33 anni e sono in cura per un cancro al seno. Da gennaio 2012 sono curatrice del blog "chemioeffetti". Mi sono sempre curata con medicine omeopatiche, fitoterapia e simili, perché il mio corpo risponde in maniera migliore, cioè prima e meglio.

Quando mi è stato diagnosticato il cancro, nell'autunno 2010, ho fatto tutte le ricerche, colloqui e visite possibili con vari esponenti di posizioni tradizionali e alternative. In particolare cercavo testimonianze sulla chemioterapia: volevo essere sicura che la mia vita potesse andare avanti, senza intralciare troppo il percorso già difficile della ricerca di una posizione lavorativa stabile, per quanto si decantino da un po’ di anni i "benefici" del precariato.

Trovavo poco e niente, ma soprattutto trovavo solo esperienze dirette, cioè di persone che ce l'avevano fatta. Strano che i sostenitori dei metodi alternativi la attaccassero senza che ci fosse una prova a loro sostegno.

Mi sono sentita impotente, ed ho abbandonato la mia prima scelta di terapia perché troppo costosa, optando così per una gratuita operazione chirurgica mutilante in visione di una tradizionale chemio-radio terapia: la mia convinzione era sostenuta dal fatto che avevo letto e sentito che c'era chi riusciva anche a lavorare sotto chemio.

Quindi ho pensato "perché non io?" e una settimana dopo l'operazione, stavo frequentando le lezioni di un master in un'altra città.  Iniziando a fare ciò che mi piaceva, ho preso ad ascoltare di più la mia persona: per me era chiaro che, dopo anni di forti stress e delusioni, non ce l'avrei fatta a sopportare una terapia tanto invasiva e poco rincuorante.


 

Surreale




Alla scoperta della recidiva, stavo per arrendermi a una seconda operazione ancor più mutilante con una terapia ancora più debilitante. A meno di una settimana ho ricevuto un segno del destino: la notizia della possibilità di ricorso in virtù dell'articolo 32 della Costituzione Italiana, sul diritto alla salute.

Ho deciso che avrei seguito ad ogni costo la mia prima decisione. Come tutti gli ammalati, ho trovato conforto, supporto e consigli in chi si trova nelle mie stesse condizioni: è così che ho conosciuto le storie di chi non ce l'ha fatta, di morti in seguito a neppure un ciclo di chemio "co-adiuvante" o "preventiva", di agonie strazianti, statistiche tremende, interessi finanziari che si giocano letteralmente sulla pelle delle persone.

La mia reazione è stata ed è di enorme rabbia, e un pensiero costante: "se solo avessero saputo!".

Allora ho deciso di creare un contenitore per ciò che secondo me manca: una collezione di testimonianze, sia positive che negative per amor di obbiettività, legate a questo percorso. Chi è ammalato si trova necessariamente in una condizione di dipendenza, confusione emotivo-psicologica. Sono spesso i familiari che cercano informazioni, che consigliano, che influenzeranno le sue scelte, ma che purtroppo spesso forzano il proprio caro verso una terapia, pur con le migliori intenzioni.


Surreale


Solo conoscendo si sceglie con consapevolezza, e ci sono meno sensi di colpa, dubbi, rimpianti e strascichi in chi supporta il malato, ed eventualmente sopravvive al lutto, perché sa di aver esaudito la scelta del proprio caro, che ha scelto in piena consapevolezza.

Per questo chiedo di raccontare le vicende dolorose che riguardano questo argomento tanto delicato. Raccontare serve tre volte, perché conferisce dignità sia a chi è mancato dopo aver lottato, sia a chi racconta il proprio dolore sapendo che potrà servire ad altri, sia a chi sta affrontando l'inizio di un percorso in cui la paura paralizza e fa fare scelte avventate o, banalmente, di comodo.

 

Miriam

 In due occasioni recenti, le parole mi hanno colpito e mi motivano sempre più nel mio ruolo di "raccoglitrice e cacciatrice" di testimonianze, di sostenitrice della libertà di scelta terapeutica.

La prima è quando una paziente ha scritto di me " Miriam guarirà senza fare nemmeno una chemio. Una donna giovane che s'informa e decide autonomamente, nonostante le difficoltà, di rifiutare le terapie ufficiali per seguire la sua scelta, è una testimonianza forte che non toccherà il cuore e le menti dei cinici servi del potere, ma quelli della gente."
La seconda è quando un'amica mi ha segnalato un sito in cui ho letto una frase di Ba’al Shem Tov, un rabbino mistico: "Avrei voluto guarirti con le parole perché in questo modo la guarigione avviene per sempre. Ma visto che tu vuoi guarire velocemente, non ho altra scelta che usare le medicine”.

 

Donna



Queste parole compensano l'isolamento, l'esser ignorata da parte di persone che credevo vicine.

Isolare, ignorare, rimuovere il passato e fuggire il dolore proprio e altrui, sono il più grande razzismo, la vera malattia da sconfiggere.

Senza conoscenza non c'è consapevolezza né libertà, e senza libertà non si esprime la dignità umana.

La comunicazione, la conoscenza e la libertà sono l'inizio della guarigione.

 

 

Chemioeffetti

Contatto:

miriampd@hotmail.com

CHEMIO- EFFETTI
BLOG con testimonianze, articoli di giornale e studi medici.
http://chemioeffetti.blogspot.com/


 
 
 

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