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Messaggi del 05/04/2017
Post n°13741 pubblicato il 05 Aprile 2017 da Ladridicinema
Tag: film in uscita
I Puffi: Viaggio nella foresta segreta The Lost Village
Il segreto The Secret Scripture
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Underworld: Blood Wars Underworld: Blood Wars
Piani paralleli Piani paralleli
Post n°13740 pubblicato il 05 Aprile 2017 da Ladridicinema
Box Office Italia
Post n°13739 pubblicato il 05 Aprile 2017 da Ladridicinema
È morto a 92 anni Giovanni Sartori, uno dei massimi politologi a livello internazionale, il più importante in Italia: a lui si deve la nascita della “scienza politica” come disciplina accademica nel nostro Paese. Sue espressioni brillanti sono entrate nel linguaggio comune come “Porcellum” e “Mattarellum”, coniate per designare le leggi elettorali italiane. Caustica anche la definizione che aveva dato del ventennio berlusconiano, che aveva definito “sultanato”. Sartori può essere considerato uno dei principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, dei sistemi di partito e dell’ingegneria costituzionale nel mondo accademico internazionale.
Editorialista del Corriere della Sera, è stato autore di decine testi fondamentali, tradotti in molte lingue, in cui ha parlato di democrazia, di partiti e di sistemi di partito, di teoria politica e di analisi comparata, di ingegneria costituzionale. L’ultimo, La corsa verso il nulla, del 2015, dedicato ad alcuni temi cruciali del nostro tempo: la crisi della politica, i labili confini tra libertà e dittatura, il «conflitto di culture e di civiltà» fra Islam e cristianesimo, la «guerra terroristica» e la «guerra al terrorismo». Nato a Firenze il 13 maggio del 1924, nella sua carriera è stato insignito di otto lauree honoris causa, nel 2005 ha ricevuto il prestigioso Premio Principe delle Asturie, considerato il Nobel delle scienze sociali. Dal 1979 al 1994 ha ricoperto la cattedra “Albert Schweitzer Professor in the Humanities” alla Columbia University, era professore emerito di Scienza politica all’Università di Firenze. È stato sposato con la nobildonna Giovanna di San Giuliano, e, dall’autunno 2008, è stato fidanzato con l’artista italiana Isabella Gherardi, con la quale si è unito a nozze nell’ottobre del 2013. Il fondo Sartori Nel maggio del 2016 ha donato alla Biblioteca del Senato 5.000 volumi, 10.000 opuscoli e migliaia di carte: il “Fondo Sartori”, una ricchissima bibliografia nelle discipline filosofiche, sociologiche e politologiche, che la Biblioteca “Giovanni Spadolini” offre alla consultazione di cittadini e studiosi in una Sala dedicata al politologo.
Post n°13738 pubblicato il 05 Aprile 2017 da Ladridicinema
Un copione già visto. Già al tempo della strage di Goutha – agosto 2013 – il mondo occidentale aveva accusato Assad di avere usato armi chimiche contro i suoi nemici. Tesi che è ormai diventata mainstream, ma che non risponde alle tante obiezioni mosse da un’inchiesta realizzata dal premio pulitzer Seymour Hersc, che in base a informazioni ricevute dall’apparato militare americano ha scoperto che l’accusa contro il governo di Damasco non aveva alcun fondamento (vedi nota precedente).
Anzi, sempre secondo Hersc, furono i ribelli a compiere quella strage, per forzare gli americani a intervenire nel conflitto.
Peraltro anche le indagini sul terreno realizzate a suo tempo dall’Onu non hanno dato risultati tali da suffragare in maniera indiscutibile la colpevolezza di Assad riguardo l’eccidio. Ma tant’é.
Da tempo Idlib è diventata roccaforte delle forze anti-Assad e luogo di rilevanza strategica in questa guerra. L’ultima ridotta che le forze anti-Assad non possono assolutamente perdere, pena la loro disfatta definitiva.
Ma quanto accaduto oggi va al di là delle strategie applicate nel teatro di guerra. A rischio è la fragile tregua di cui si sono fatti garanti russi e turchi, che aveva portato un primo vero negoziato tra il governo di Damasco e le forze anti-Assad.
Già, perché se è stato Assad a bombardare salta tutto. Come detto a dare la notizia al mondo è stato il fantomatico Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha un organigramma alquanto semplice: è formato da una solo persona che vive a Londra. È lui a riportare i dati rilevati sul terreno dalle forze di opposizione. Si può intuire quindi l’attendibilità e la terzieta’ della fonte.
Il fatto che tanti esponenti politici occidentali abbiano sposato subito la tesi fornita da detto Osservatorio senza che sia stata esperita alcuna indagine sul terreno lascia del tutto basiti.
Val la pena ricordare che dopo la strage di Goutha, Russia e Stati Uniti avevano trovato un accordo per distruggere tutto l’arsenale chimico di Damasco. Cosa effettuata dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw). Assad non ha più armi del genere.
Ma ordigni chimici sono stati usati sicuramente dai ribelli, come riferito dal magistrato Carla del Ponte, alla quale l’Onu aveva dato l’incarico di indagare sulle violazione dei diritti umani in Siria.
Peraltro armi chimiche sono state rinvenute ad Aleppo dalle forze russe e siriane nelle zone orientali della città, quelle sotto il controllo dei cosiddetti ribelli. Come ricorda l’agenzia di stampa iraniana Fars, i russi avevano ufficialmente invitato la Opcw a prendere visione di tali rinvenimenti. Invito che l’Agenzia aveva inspiegabilmente declinato.
Possibile che anche a Idlib, come già ad Aleppo e altrove, i cosiddetti ribelli custodissero armi chimiche. Armi distrutte inavvertitamente dal raid dell’aviazione di Damasco. Come è possibile che i cosiddetti ribelli abbiano fatto esplodere tali armi di proposito, per cercare di attirare sulla Siria un intervento militare occidentale, l’unica chanche che hanno per ribaltare le sorti di una guerra ormai perduta.
Sicuramente Assad non ha nulla da guadagnare da una simile azione: sta riconquistando palmo a palmo il Paese, strappando città e villaggi dalle mani dei terroristi, mentre, in parallelo i suoi stanno trattando con quelle forze jihadiste che hanno accettato di partecipare ai negoziati.
Non solo, solo due giorni fa sia il Capo del Dipartimento di Stato che l’ambasciatrice all’Onu degli Stati Uniti avevano dichiarato all’unisono e non certo casualmente che la permanenza al potere di Assad non era più un problema insuperabile per gli Stati Uniti (vedi nota).
Un’apertura di credito per il presidente siriano che l’attacco chimico di oggi cancella. Non è da escludere, anzi è probabile, che sia stato proprio la chiusura di questa finestra di opportunità l’obiettivo di questa operazione militare-mediatica.
Restano poi le domande sulle immagini che si stanno riversando via web. Le persone colpite dall’agente chimico impiegato (già individuato, senza alcuna analisi, come gas sarin…), sono trattate dai medici senza alcuna precauzione del caso (vedi foto sopra).
Senza cioè guanti e mascherine, nonostante in altre immagini si veda perfettamente che hanno in dotazione tali indumenti protettivi. Un’anomalia che suscita qualche punto di domanda.
Ma al di là delle domande inevase e delle conclusioni affrettate, val la pena di soffermarsi su altro. Ieri il mondo ha pianto le vittime dell’attentato di San Pietroburgo. Un’anomala ondata di simpatia si è riversata dall’Occidente verso la Russia colpita al cuore dal Terrore.
La tragedia aveva anche riavvicinato Washington a Mosca, con una conversazione telefonica tra Trump e Putin nella quale si è ipotizzata una qualche forma di collaborazione contro il terrorismo.
Non solo: timidi segnali indicavano che sul teatro di guerra, le forze americane e quelle russe, e i loro rispettivi alleati curdi e siriani, avrebbero potuto coordinarsi per attaccare la roccaforte dell’Isis a Raqqa. Cooperazione, magari da effettuarsi sottotraccia, foriera di sviluppi virtuosi per la stabilizzazione siriana (vedi nota).
Oggi tutto questo, nonostante sia accaduto solo ieri, è un passato relegato all’oblio. Tra l’America e la Russia è tornato il gelo. E il mondo non piange più i morti di San Pietroburgo, ma quelli siriani, uccisi, come da narrazione ufficiale, dall’alleato di Putin. Questo l’effetto della strage, vera o artefatta che sia, di Idlib.
Post n°13737 pubblicato il 05 Aprile 2017 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news Incombe la Giornata Mondiale contro le Bufale: il Fact Checking Day, indetto, per il 2 aprile, dallo statunitense International Fact-checking Network del Poynter Institute. Iniziativa certamente lodevole, se non fosse finanziata, principalmente, da George Soros, e se non fosse supportata da praticamente tutti i principali media che campano di bufale. In Italia l’evento è promosso da TG-Sky (si veda, ad esempio, il suo apologetico servizio sui “liberatori di Sirte” o sull’orfanotrofio di Damasco) che ha messo su l’immancabile corso di formazione per studenti, dal Corriere della Sera (le ultime sue bufale sono analizzate qui e qui) e – ça va sans dire - da Repubblica. Alla quale abbiamo dedicato, addirittura, un videoclip.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45