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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi di Novembre 2017
Post n°14096 pubblicato il 18 Novembre 2017 da Ladridicinema
The Square è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Ruben Östlund, con Elisabeth Moss e Dominic West. Uscita al cinema il 09 novembre 2017. Durata 145 minuti. Distribuito da Teodora Film. Protagonista del film è Christian, curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma, nonché padre amorevole di due bambine. Nel museo c'è grande fermento per il debutto di un'installazione chiamata "The Square", che invita all'altruismo e alla condivisione, ma quando gli viene rubato il cellulare per strada, Christian reagisce in modo scomposto, innescando una serie di eventi che precipitano la sua vita rispettabile nel caos più completo. CURIOSITÀ SU THE SQUARE: Presentato in Concorso al Festival di Cannes 2017, vincitore della Palma d'Oro.
- PRODUZIONE: Plattform Produktion, ARTE France Cinéma, Coproduction Office
Post n°14095 pubblicato il 18 Novembre 2017 da Ladridicinema
Borg McEnroe è un film di genere drammatico, biografico del 2017, diretto da Janus Metz Pedersen, con Shia LaBeouf e Sverrir Gudnason. Uscita al cinema il 09 novembre 2017. Durata 100 minuti. Distribuito da Lucky Red. - DATA USCITA: 09 novembre 2017
- GENERE: Drammatico, Biografico
- ANNO: 2017
- REGIA: Janus Metz Pedersen
- ATTORI: Shia LaBeouf, Sverrir Gudnason, Stellan Skarsgård, Tuva Novotny, David Bamber, Claes Ljungmark, Robert Emms, Demetri Goritsas, Colin Stinton
- PAESE: Svezia, Danimarca, Finlandia
- DURATA: 100 Min
- DISTRIBUZIONE: Lucky Red
Borg McEnroe porta sullo schermo la leggendaria rivalità tra due dei migliori tennisti della storia, finiti ai lati opposti dello stesso campo per 14 volte in quattro anni (tra il 1978 e il 1981). La calma glaciale del tennista Björn Borg (Sverrir Gudnason) contro il temperamento impetuoso dell'avversario John McEnroe (Shia Labeouf); i movimenti rigidi e calibrati del giocatore svedese contro il gioco nervoso e dinamico dello statunitense, preda di frequenti attacchi d'ira ai danni degli spettatori e dell'arbitro di turno. La contrapposizione tra i due atleti non si esaurisce sul campo da tennis: le personalità opposte, gli stili diversi e l'imprevedibilità dei risultati rendono il confronto ancora più serrato e avvincente, proiettando i due campioni tra le stelle del firmamento sportivo. Fino alla finale di Wimbledon del 1980, considerata una delle partite più belle della storia del tennis. PANORAMICA SU BORG MCENROE: Il film nasce come produzione svedese, e va da sé, allora, che il vero protagonista, l'oggetto del biopic, è Björn Borg: tanto che, in Svezia, il titolo di Borg McEnroe è appunto, semplicemente, Borg. Ma è ovvio che raccontare la vita e la carriera sportiva di uno dei più grandi tennisti di sempre non può non considerare - e anzi, deve assolutamente comprendere in maniera centrale - la sua rivalità con John McEnroe. Una rivalità tra due campioni straordinari, diversissimi e inimitabili, non solo una delle più grandi e appassionanti nella storia del tennis, ma dello sport in generale. Borg (classe 1956, nel film interpretato da Sverrir Gudnason, semi-sconosciuto fuori dalla Svezia) e McEnroe (classe 1959, nel film interpretato - con una mossa di casting al limite del geniale - dal bizzoso Shia LaBeouf) si sono incontrati per la prima volta nel 1978, in un torneo di Stoccolma: in quel momento lo svedese era già un campione affermato, mentre lo statunitense un semi-esordiente di chiaro talento. Da allora, e nell'arco di una manciata di anni, prima del ritiro di Borg, i due hanno giocato l'uno contro l'altro per 14 volte, dividendosi in maniera equanime le vittorie: 7 a Borg e 7 a McEnroe. Alcuni dei loro incontri sono entrati nella storia del tennis, e la finale di Wimbledon del 1980, quella raccontata nel film di Janus Metz Pedersen, è per molti la più bella partita che sia mai stata giocata, il punto più sublime dello scontro tra due modi di giocare a tennis e di vivere la vita, vinta al termine di cinque lunghissimi e combattutissimi set dallo svedese, che si laureò così campione del torneo inglese per la quinta volta consecutiva (per la cronaca McEnroe si concesse la rivincita pochi mesi dopo, battendolo nella finale degli US Open, ma questo nel film non ci sarà). A far appassionare tanto i tifosi alla rivalità tra Borg e McEnroe non è stato solo il talento dei due, o le differenze evidenti nello stile di gioco, ma soprattutto il loro aspetto caratteriale: apparentemente freddissimo e calcolatore lo svedese, esuberantissimo, vulcanico e rabbioso l'americano, famoso per le sue sfuriate. Differenze che torneranno utilissime anche al cinema, e a un film che promette di trattare finalmente col dovuto rispetto il tennis e l'erba di Wimbledon: quel rispetto che il film del 2004 con Paul Bettany e Kirsten Dunst - intitolato, appunto, Wimbledon - non gli riconosceva pienamente, annacquando in una banale trama da rom-com una vicenda ispirata (seppur vagamente) a quella di Goran Ivanišević, che nel 2001 divenne il primo giocatore a vincere il torneo inglese partendo da una wild card. CURIOSITÀ SU BORG MCENROE: Presentato nella sezione ufficiale al Festival del Cinema di Roma 2017: Vincitore del Pemio del pubblico come miglior film. FRASI CELEBRI: Dal Trailer italiano del film Borg McEnroe Giornalista: Borg, cosa prova sapendo che entrerebbe nella storia vincendo Wimbledon per la quinta volta Borg (Sverrir Gudnason): Niente di particolare
Giornalista: McEnroe ha più talento ma giocare contro Borg è come farsi prendere a martellate
Lennart Bergellin (Stellan Skarsgård): Che cosa vuoi dal tennis? Borg da piccolo: Essere il migliore Bergellin: Il migliore in Svezia? Borg da piccolo: No, nel mondo
McEnroe (Shia LaBeouf) ai giornalisti: Cosa ne sapete voi di cosa significhi giocare a tennis?... Quando sono in campo do tutto me stesso, tutto, tutto quello che ho dentro di me resta su quel maledetto campo. Ma non poetet capirlo, perché voi non giocate! La finale del torneo di Wimbledon del 1980 Il torneo di Wimbledon del 1980, quello raccontato dal film Borg McEnroe e utilizzato per realizzare uno studio sulle psicologie di questi due straordinari campioni, si disputò dal 24 giugno al 6 luglio di quell'anno. Si trattava della 94esima edizione del torneo, il più noto e prestigioso del mondo del tennis, uno dei quattro che - con gli US Open, gli Australian Open, e il Roland Garros - compongono il cosiddetto Grande Slam. Di quel torneo Björn Borg e John McEnroe erano rispettivamente testa di serie numero uno e numero due. Borg era numero uno del mondo nella classifica ATP, aveva 24 anni da poco compiuti e veniva da quattro vittorie consecutive a Wimbledon; McEroe era numero tre del mondo, di anni ne aveva solo 21. Lo svedese arrivò in finale perdendo solo due set in tutto il torneo, mentre l'americano ne aveva persi tre. Quella finale non segnava il primo incontro tra i due, che in precedenza si erano incontrati per sette volte tra il 1978 e il 1980 con quattro vittorie di Borg e tre di McEnroe. Si trattava però della prima volta che i due disputavano una partita in un torneo del Grande Slam, e che giocavano una finale. Successivamente si sfidarono per altre sei volte, e il bilancio finale dei loro incontri è di perfetta parità: sette vittorie per Borg, sette per McEnroe. La finale di Wimbledon 1980 è però la più celebre delle partite che hanno disputato, ed è considerata una delle più belle mai disputate su un campo da tennis, se non la più bella in assoluto. Ci vollero quasi quattro ore di gioco perché Borg riuscisse a piegare McEnroe, non prima di essersi visto annullare sette match point, di cui cinque nel lunghissimo tie-break disputato al quarto set, entrato nella leggenda. Lo svedese vinse il suo quinto Wimbledon consecutivo con il punteggio di 1-6 7-5 6-3 6-7(16) 8-6. Non ci volle molto però perché il Mac si prendesse la sua rivincita: bastarono pochi mesi, quando vinse contro il rivale di sempre i suoi secondi US Open, con una partita intensa e tirata, anche quella volta, fino al quinto set.
Post n°14094 pubblicato il 17 Novembre 2017 da Ladridicinema
L'Esodo è un film di genere drammatico del 2016, diretto da Ciro Formisano, con Daniela Poggi e Kiara Tomaselli. Uscita al cinema il 09 novembre 2017. Durata 104 minuti. Distribuito da Stemo Production. 2012. Anno del governo tecnico Monti. Francesca, 60enne, si ritrova improvvisamente nella condizione di esodata, e quindi senza alcun reddito. Anche con Mary, la nipote che vive con lei, la situazione precipita, proprio a causa del disprezzo che l’adolescente prova per la miseria in cui sono piombate. Non trovando alcuna soluzione, dopo aver bussato a numerose porte Francesca finisce a mendicare in Piazza della Repubblica a Roma. Le persone che attraversano quotidianamente la piazza rimangono colpite dalla sua immagine, così distinta e così lontana dallo stereotipo della mendicante. Francesca incarna la nuova povertà italiana. Tenendo la nipote all’oscuro di tutto, la donna riesce a superare l’imbarazzo dei primi giorni e a conoscere diverse persone incuriosite dalla sua condizione e frequentatori della piazza. Tra questi, il tedesco Peter, uno dei primi che riesce a strapparle un sorriso e con cui intraprende una tenera amicizia; un’irriverente zingara che cerca di cacciarla per difendere "la sua zona"; Cesare, un coatto dal fare misterioso ma affidabile, che tenta di infervorare l'animo della donna, aizzandola alla protesta. Le cose si complicano però, quando una giornalista le chiede di raccontarle la sua storia.
Post n°14093 pubblicato il 17 Novembre 2017 da Ladridicinema
Malarazza è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Giovanni Virgiliio, con Stella Egitto e Paolo Briguglia. Uscita al cinema il 09 novembre 2017. Durata 94 minuti. Distribuito da Mariposa Cinematografica. TRAMA MALARAZZA: Il film racconta la storia di una giovane madre (interpretata da Stella Egitto, talento emergente) e suo figlio Antonino (Antonino Frasca Spada) che, assieme al fratello della donna (Paolo Briguglia nei panni del transessuale Franco), sono vittime di un sistema di potere malavitoso rappresentato dal boss in declino Tommasino Malarazza (David Coco) e Pietro (Cosimo Coltraro), detto U Porcu. Per queste tragiche esistenze non sembra esserci speranza per un riscatto sociale. Ambientato a Catania, nei disagiati sobborghi (Librino) e nei quartieri degradati del centro (San Berillo), Malarazza è un film che ci porta dritti nel mondo della periferia tout court, non tanto (o non solo) in quella siciliana. Rosaria e suo figlio, infatti, divengono metafore di tutti quelle vite che abitano i quartieri periferici più degradati e mortificati, completamente dimenticati dal nostro Paese. La periferia come simbolo di sogni di gioventù traditi e trappole dalle quali, troppo spesso, diventa impossibile liberarsi. E Librino, il quartiere a sud ovest di Catania o San Berillo, quartiere della città vecchia, non fanno eccezione.SCENEGGIATURA: Luca Arcidiacono, Giovanni Virgiliio
Post n°14092 pubblicato il 17 Novembre 2017 da Ladridicinema
Titolo originale: I'm I'm - Infinita come lo spazio è un film del 2017, diretto da Anne Riitta Ciccone, con Barbora Bobulova e Guglielmo Scilla. Uscita al cinema il 16 novembre 2017. Durata 112 minuti. Distribuito da Koch Media. TRAMA I'M - INFINITA COME LO SPAZIO: I'm - Infinita come lo spazio ha per protagonista la "stramba" Jessica, 17 anni, incastrata in un piccolo paesino misterioso circondato dalla neve. La ragazzina dai capelli viola, da tenere alla larga per i corridoi e fuori dalla scuola, ha però un grande talento nel disegno. Tracciare i contorni delle cose che vede, della gente che osserva, la aiuta a incanalare la creatività e fuggire se possibile dalla realtà-prigione alla quale sente di non appartenere. Sulla pagina può immaginare, interpretare le banali vicende quotidiane o prendersi le sue piccole vedette personali. All'ultimo anno delle superiori, Jessica (Mathilde Bundschuh) pensa costantemente al futuro e si accorge di nutrire aspirazioni fuori del comune che la allontanano dai suoi coetanei. Da tutti tranne uno: un ragazzo timido e introverso di nome Peter (Guglielmo Scilla) che, incompreso e isolato come lei, sembra capirla al volo. Con la matita in mano e una persona speciale accanto, Jessica può finalmente affrontare le sue paure, modificando un futuro che sembra già scritto. A un certo punto però la fervida immaginazione di Jessica, o forse quella realtà alla quale sua madre la richiama sempre, provocherà nella storia l'inatteso imprevisto che ne cambierà completamente il corso.SCENEGGIATURA: Anne Riitta Ciccone - PRODUZIONE: Adriana Trincea Cinema, Frame Film, Rai Cinema
Post n°14091 pubblicato il 16 Novembre 2017 da Ladridicinema
Dove sareste disposti a spingervi moralmente pur di essere felici? Fino a che punto arrivereste pur di non soffrire più o non vedere soffrire i propri cari? Sareste disposti anche a vendere la propria anima dando spazio al proprio istinto, alla propria sofferenza e al proprio egoismo, magari anche arrivando a fare del male al prossimo? Quanto la propria coscienza potrà permettere questa cosa e soprattutto quanto la nostra anima può accettare e reggere prima di stancarsi definitivamente? Tutto questo è The place, un film dove Paolo Genovese, prendendo ispirazione da una serie americana; riesce a toccare gli aspetti della vita in una maniera originale senza italianizzare il tutto, ovvero attraverso i colloqui con un interlocutore in una tavola calda, che non è altro che la nostra coscienza e il nostro istinto, o meglio la nostra anima. Chiari elementi psicologici, filosofici della vita ma anche religiosi sono presenti nella storia e soprattutto in colui che da i compiti ricevute le richieste. L'ambiguità di Mastrandrea, tiene incollato lo spettatore in attesa di sapere come si evolgono le storie dei personaggi. Un cast eccezionale, dove ognuno mette in scena se stesso in un film che insiste sottilmente su quelle debolezze umane che inducono le persone a chiedere un aiuto disperato
Post n°14090 pubblicato il 16 Novembre 2017 da Ladridicinema
The Place è un film di genere drammatico, fantasy del 2017, diretto da Paolo Genovese, con Valerio Mastandrea e Marco Giallini. Uscita al cinema il 09 novembre 2017. Durata 105 minuti. Distribuito da Medusa Film. - DATA USCITA: 09 novembre 2017
- GENERE: Drammatico, Fantasy
- ANNO: 2017
- REGIA: Paolo Genovese
- ATTORI: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D'amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini
- PAESE: Italia
- DURATA: 105 Min
- DISTRIBUZIONE: Medusa Film
Ispirato alla serie tv americana "The Booth at the End", The Place, il nuovo film di Paolo Genovese, volge lo sguardo su un misterioso protagonista, ospite abituale a abitudinario di un locale dove se ne sta seduto, giorno e notte, al tavolo in fondo. Chi è quell'uomo? Non è importante. Al suo tavolo riceve dei visitatori. Ognuno di loro ha un desiderio, un desiderio profondo, un desiderio difficile da realizzare, se non impossibile. L'uomo misterioso è pronto a esaudire le loro richieste in cambio di alcuni "compiti" da svolgere. Quanto saranno disposti a spingersi oltre i protagonisti per realizzare i loro desideri? Chi di loro accetterà la sfida lanciata dall'enigmatico individuo, per il quale tutto sembra possibile? A sedersi di volta in volta davanti al personaggio interpretato da Valerio Mastandrea, troviamo quelli interpretati da Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D'Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli e Giulia Lazzarini.
Il cinema di Paolo Genovese è sempre stato corale. Ha sempre amato storie piene di personaggi e di situazioni che coinvolgono a catena intere vite, famiglie, esistenze, sempre all'insegna della risata. Ovvio che la formula non cambi in The Place, dopo il grande successo di pubblico, e fino a qui niente di sorprendente, ma anche di critica, questo davvero raro accadimento per una commedia, di Perfetti sconosciuti. Di quel film rimane l'ambientazione in un unico luogo, in questo caso un ristorante, in cui viene introdotto un personaggio misterioso, cliente abituale, che lo utilizza come sede di uno scambio quasi faustiano. Esaudisce i desideri dei suoi pazienti, visto che in fondo è un curatore della felicità altrui, in cambio di alcuni compiti non meglio precisati, almeno prima di aver visto il film. Chi accetta il patto rischia tanto, ma la finalità di questa idea è proprio sondare fino a che punto siamo o saremmo disposti a spingerci per raggiungere la felicità.
Come già successo per il suo grande successo di pubblico Immaturi, con tanto di seguito, anche The Place è un remake, per la precisione è l'adattamento di una serie del 2010, The Booth at the End, attualmente disponibile in Italia sulla piattaforma di Netflix. Due stagioni, per un totale di dieci episodi, prodotte per il canale americano FX, con protagonista Xavier Berkeley nei panni di the Man, l'uomo, che nella versione di Genovese è interpretato da Valerio Mastandrea, che sarà presto in sala con il suo esordio alla regia, Ride. Gli altri attori di Perfetti sconosciuti che tornano sono Marco Giallini e Alba Rohrwacher, mentre le nuove entrate sono numerose: Silvio Muccino, Silvia D'Amico, Vinicio Marchioni, Rocco Papaleo, Sabrina Ferilli, Vittoria Puccini, Alessandro Borghi, Giulia Lazzarini.
La sceneggiatura è di Genovese stesso insieme a Isabella Aguilar (Dieci inverni). Nella colonna sonora il brano inedito The Place interpretato da Marianne Mirage, nome d’arte dell'italiana Giovanna Gardelli, da lei anche scritto insieme a Marco Guazzone e Matteo Curallo. Presente un altro brano della cantante, How Do You Feel Today?. The Place è stato scelto come film di chiusura della Festa del Cinema di Roma 2017 (uscita cinema Italia 9 novembre 2017) Film di chiusura della Festa del Cinema di Roma 2017. FRASI CELEBRI: Dal trailer ufficiale del film The Place: Vinicio Marchioni: Mi hanno detto che lei aiuta la gente ad ottenere quello che vuole Valerio Mastandrea: Diciamo che offro delle possibilità
Marco Giallini: Perché gli chiedi cose così orrende, tu? Valerio Mastandrea: Perché c'è chi è disposto a farle
Alba Rohrwacher: Come faccio a sapere che lei non è il diavolo? Valerio Mastandrea: Non lo può sapere
Alessandro Borghi: Dammi un'altra possibilità Valerio Mastandrea: era questa la tua possibilità
Giulia Lazzarini: Obbliga tutti quelli che vengono qui a fare del male? Valerio Mastandrea: No, solo alcuni
Giulia Lazzarini: C'è qualcosa di terribile in ognuno di noi... e chi non è costretto a scoprirlo, è fortunato - MUSICHE: Maurizio Filardo
- PRODUZIONE: Una produzione Medusa Film, realizzata da Lotus Production, una società di Leone Film Group.
Post n°14089 pubblicato il 16 Novembre 2017 da Ladridicinema
Justice League è un film di genere azione, avventura, fantasy del 2017, diretto da Joss Whedon, Zack Snyder, con Ben Affleck e Henry Cavill. Uscita al cinema il 16 novembre 2017. Durata 121 minuti. Distribuito da Warner Bros.. - DATA USCITA: 16 novembre 2017
- GENERE: Azione, Avventura, Fantasy
- ANNO: 2017
- REGIA: Joss Whedon, Zack Snyder
- ATTORI: Ben Affleck, Henry Cavill, Gal Gadot, Amber Heard, Amy Adams, Jason Momoa, Ezra Miller, Ray Fisher, Connie Nielsen, Diane Lane, Kiersey Clemons, Billy Crudup, J.K. Simmons, Ciarán Hinds, Jeremy Irons, Jesse Eisenberg
- PAESE: USA
- DURATA: 121 Min
- FORMATO: 2D e 3D
- DISTRIBUZIONE: Warner Bros.
Di fronte alla nuova minaccia in agguato, il miliardario Bruce Wayne (Ben Affleck) rivaluta la scelta di lottare in solitaria e decide di fare squadra con un composito gruppo di supereroi, provenienti dai diversi angoli del pianeta. Entrato in possesso dei filmati che ritraggono alcuni metaumani mentre fanno uso di abilità sovrannaturali, il severo Batman, irruvidito dall'età che avanza ma ispirato dal recente sacrificio di Superman (Henry Cavill), si allea con la principessa delle amazzoni Wonder Woman (Gal Gadot) nella perigliosa ricerca per scovarli e reclutarli tutti. Grazie ai costosi mezzi a disposizione, riesce a intrufolarsi nel covo segreto del giovane Barry Allen (Ezra Miller), il talentuoso perito forense di Central City, capace di muoversi a una velocità superiore a quella della luce. Ma se convincere l'amichevole Flash a unirsi alla causa non si rivela così complicato, reclutare il ritroso sovrano di Atlantide non è impresa da poco, nemmeno per il vigilante mascherato. Nel reagire alle pretese di Wayne, lo straniero di nome Arthur Curry, conosciuto come Aquaman (Jason Momoa), sfodera un temperamento impulsivo e autoritario degno del suo rango, e simile a quello di un'altra new entry, Victor Stone, l'ex atleta rivestito di componenti meccaniche che si è guadagnato per questo il soprannome di Cyborg (Ray Fisher). Con la squadra così al completo, guidata da Batman, le forze della Justice League sono pronte a difendere il pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche. PANORAMICA SU JUSTICE LEAGUE: Anche se la lavorazione di questo lungometraggio è iniziata nella primavera del 2016, poco dopo l'uscita di Batman V Superman, la storia produttiva di Justice League è stata per anni uno dei tormentoni più gettonati nel mondo delle news cinematografiche. Il progetto originale risale infatti addirittura al 2007, quando il regista dei Mad Max, George Miller, era praticamente a un passo dal set, con un titolo (Justice League: Mortal) e un casting completo con giovani attori: D. J. Cotrona per Superman, Armie Hammer per Batman, Megan Gale per Wonder Woman, Adam Brody per Flash. Christian Bale, ancora immerso nella trilogia batmaniana di Christopher Nolan, in un'intervista sperava che l'approccio giovanilistico di Miller non pestasse i piedi a quello che loro stavano costruendo. La mancanza di coerenza con le opere di Nolan in sè non avrebbe mai bloccato il film di Miller, ma due altri fattori si rivelarano molto più pesanti: lo sciopero degli sceneggiatori, che fecero slittare una volta la lavorazione fino al 2008, e infine le insistenze del governo australiano, che per consentire la lavorazione a basso costo in patria, imponevano una larga fetta di troupe di quelle parti. A questo bisogna aggiungere che la Warner Bros, scottata dal responso tiepido riservato a Superman Returns con Brandon Routh, non aveva troppa fretta di allonantanarsi dalle sicurezze di Batman. Chiusa la finestra, George Miller sventolò bandiera bianca senza procedere, così il film riprecipitò in un limbo, per essere poi rimesso in cantiere dopo l'uscita di Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012). Questa volta l'approccio è stato diverso, contestualizzandolo all'avvio di un DC Extended Universe che possa fare concorrenza allo strapotere del concorrente Marvel Universe. Attori comuni a tutti i lungometraggi del franchise, storie collegate, narrazione uniforme: si è cominciato con L'uomo d'acciaio (2013) di Zack Snyder, proseguendo con il citato Batman V Superman: Dawn of Justice (2016), sempre di Snyder, poi ancora con Wonder Woman di Patty Jenkins. Nel 2018 seguirà Aquaman con Jason Momoa, diretto da James Wan. Un sequel per Justice League è già previsto per il 2019: sulle prime doveva essere il secondo atto della storia avviata da questo lungometraggio, ma sappiamo invece che si tratterà di un racconto più indipendente. Nemmeno il Justice League, la cui uscita nei cinema in Italia è prevista per il 16 novembre 2017, è stato esente esente da qualche turbolenza: Zack Snyder, designato regista, ha lasciato la supervisione delle parti finali della lavorazione a Joss Whedon (ex-Marvel con i primi due Avengers), a causa di un grave lutto familiare. Maretta anche per la colonna sonora: Hans Zimmer ha deciso di chiudere col mondo dei supereroi già durante Batman V Superman, dov'è stato affiancato da Junkie XL; anche quest'ultimo ha lasciato l'impegno, sgomberando il campo per il buon vecchio Danny Elfman. Le sue musiche saranno probabilmente più in linea col tono più solare e positivo che lo sceneggiatore Geoff Johns ha proposto, evidente già in un primo teaser trailer. La Warner è infatti rimasta scontenta dal responso per il registro dark di Batman V Superman. Dal Nuovo Trailer Italiano Ufficiale del Film Justice League Alfred (Jeremy Irons) a Bruce Wayne (Ben Affleck): Si sente la mancanza dei giorni in cui la massima preoccupazione erano i pinguini che esplodono.
Wonder Woman (Gal Gadot): Non agite da soli, dobbiamo farlo insieme
Flash (Ezra Miller): E' forte vedervi tutti così pronti alla battaglia, io non so niente di battaglie! Io do soltanto un colpetto e scappo via.
Cyborg (Ray Fisher): Tranquillo, Alfred, me ne occupo io Alfred: Ehm... ci conosciamo?
Bruce Wayne/Batman: Superman era un faro per il mondo. Salvava le persone e tirava da ciascuno la parte migliore.
Aquaman (Jason Momoa): Non lo riconosco, questo mondo Batman: Non lo devi riconoscere... solo salvarlo Dal Trailer Italiano "Heroes" Voce fuori campo: Il mondo è ancora in lutto dopo la morte di Superman. Violenza, guerre e atti di terrorismo sono in aumento
Bruce Wayne/Batman : Ho fatto un sogno... il mondo stava per finire diana Prince/Wonder Woman: L'invasione... Bruce Wayne: Credo che sia qualcosa di peggio, di più oscuro
Batman: Divisi, noi non siamo abbastanza... serve Superman! Gli ho fatto una promessa, per questo vi ho riuniti Sui fumetti legati alla Justice League: Il team originale della Justice League of Heroes si formò nel 1960 sulle pagine di The Brave and the Bold, a firma Gardner Fox, comprendendo Batman, Superman, Wonder Woman, Green Lantern, Aquaman e Martian Manhunter. C'è da notare tuttavia che, pur essendo concettualmente cofondatori del gruppo, Batman e Superman non erano per ragioni editoriali preminenti nelle vicende iniziale della Justice League of America, che conobbe il suo albo dedicato periodico a pochi mesi di distanza dal debutto. Le vicende ruotavano infatti su Wonder Woman, Green Lantern, Aquaman e Martian Manhunter. Flash, presente nel film, non è quindi presente nella prima incarnazione del gruppo, che diventa più flessibile nella sua formazione intorno alla fine degli anni Sessanta. Come tutti i fumetti supereroistici dall'inizio degli anni Settanta alla metà degli anni Ottanta, anche Justice League of America risentì della crisi di vendite, fino al rilancio di questa e altre testate avvenuto nel 1986, con l'inizio del periodo di retcon raccontato in Crisi sulle terre infinite (1985-1986). All'inizio di questa fase, Batman divenne leader temporaneo del gruppo, e la " Justice League International" riscosse un successo di vendite cospicuo, abbracciando toni molto meno cupi e una maggiore dose di umorismo. Dopo un'altra battuta d'arresto per sopraggiunto disinteresse del pubblico, il ciclo riparte nel 1997 per mano di vari autori, sino al 2011, quando la DC avvia un altro reboot, improntato al quasi azzeramento della continuity e a un ringiovanimento selvaggio dei personaggi. Accolto tiepidamente il cambio di rotta, si torna parzialmente sui propri passi col ciclo Rebirth, iniziato nel 2016.
- MUSICHE: Junkie XL
- PRODUZIONE: Circle 4 Entertainment, DC Comics, DC Entertainment
Post n°14088 pubblicato il 16 Novembre 2017 da Ladridicinema
Justice League Justice League - DATA USCITA: 16/11/2017
- GENERE: Azione, Avventura, Fantasy
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Joss Whedon, Zack Snyder
- CAST: Ben Affleck, Henry Cavill, Gal Gadot
La casa di famiglia La casa di famiglia - DATA USCITA: 16/11/2017
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Augusto Fornari
- CAST: Lino Guanciale, Matilde Gioli, Libero De Rienzo
La signora dello zoo di Varsavia The Zookeeper's Wife - DATA USCITA: 16/11/2017
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Niki Caro
- CAST: Jessica Chastain, Daniel Brühl, Johan Heldenbergh
Lezione di pittura La Lección de Pintura - DATA USCITA: 16/11/2017
- GENERE:
- NAZIONALITA': Cile, Spagna, Messico
- ANNO: 2011
- REGIA: Pablo Perelman
- CAST: Daniel Gimenez Cacho, Veronica Sánchez, Catalina Saavedra
- DATA USCITA: 16/11/2017
- GENERE: Biografico, Drammatico, Sentimentale
- NAZIONALITA': Gran Bretagna
- ANNO: 2017
- REGIA: Andy Serkis
- CAST: Andrew Garfield, Claire Foy, Diana Rigg
Pipì, Pupù, Rosmarina in Il Mistero delle note rapite Pipì, Pupù, Rosmarina in Il Mistero delle note rapite - DATA USCITA: 16/11/2017
- GENERE: Animazione, Avventura
- NAZIONALITA': Francia, Italia, Lussemburgo
- ANNO: 2017
- REGIA: Enzo D'Alo'
- CAST: Giancarlo Giannini, Francesco Pannofino
- DATA USCITA: 16/11/2017
- GENERE: Commedia, Sentimentale
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Michael Showalter
- CAST: Kumail Nanjiani, Zoe Kazan, Holly Hunter
Post n°14087 pubblicato il 16 Novembre 2017 da Ladridicinema
Addio Fottuti Musi Verdi The Jackal: Addio fottuti musi verdi - DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Francesco Ebbasta
- CAST: Ciro Priello, Simone Ruzzo, Fabio Balsamo
Auguri per la tua morte Happy Death Day - DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Horror, Thriller
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Christopher Landon
- CAST: Jessica Rothe, Israel Broussard, Ruby Modine
- DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Drammatico, Biografico
- NAZIONALITA': Svezia, Danimarca, Finlandia
- ANNO: 2017
- REGIA: Janus Metz Pedersen
- CAST: Shia LaBeouf, Sverrir Gudnason, Stellan Skarsgård
- DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2016
- REGIA: Ciro Formisano
- CAST: Daniela Poggi, Kiara Tomaselli, Rosaria De Cicco
- DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Giovanni Virgiliio
- CAST: Stella Egitto, Paolo Briguglia, David Coco
- DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Commedia, Avventura, Family
- NAZIONALITA': Gran Bretagna
- ANNO: 2017
- REGIA: Paul King
- CAST: Ben Whishaw, Hugh Grant, Brendan Gleeson
- DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Drammatico, Fantasy
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Paolo Genovese
- CAST: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher
- DATA USCITA: 09/11/2017
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Svezia, Germania, Francia, Danimarca
- ANNO: 2017
- REGIA: Ruben Östlund
- CAST: Elisabeth Moss, Dominic West, Claes Bang
Post n°14086 pubblicato il 16 Novembre 2017 da Ladridicinema
The Place vince il weekend, portando a casa 1,6 milioni di euro dal giorno della sua uscita. Tanto? Poco? I paragoni con Perfetti Sconosciuti sono fuori luogo, ma la sensazione è che il film possa comunque ben figurare nelle prossime settimane, anche senza dare luogo a exploit commerciali. Grazie a un prevedibile quanto prodigioso recupero domenicale, passa il milione di euro anche Paddington 2, che per un soffio riesce a tenersi dietro Auguri per la tua morte, ottimo terzo con poco meno di un milione. Grazie a una domenica notevole, anche Borg McEnroe (guarda la video recensione) può dirsi soddisfatto degli oltre 800mila euro incassati dal giorno del suo arrivo nelle sale. La sfida con l'altro tennistico La battaglia dei sessi è già vinta, almeno lato incassi.
Thor: Ragnarok compie la sua missione e supera gli 8 milioni di euro, piazzandosi così al quarto posto dei film più visti della stagione. Sarà invece dura superare Dunkirk (guarda la video recensione), che dista oltre 600mila euro, difficili da ottenere questa settimana, specie considerando che da giovedì arriverà nelle sale Justice League. Per il film Marvel comunque, resta la soddisfazione di aver ottenuto il record per il franchise. Grossa delusione per Addio fottuti musi verdi, che chiude la settimana con meno di mezzo milione di euro, ennesimo flop per il mondo degli youtubers. D'altra parte, perchè spendere soldi al cinema per vedere artisti che si esibiscono gratis sul celebre canale web? Regge invece benissimo La ragazza nella nebbia (guarda la video recensione), che tocca quota 3,2 milioni complessivi.
Questa settimana arrivano come detto Justice League, assieme a The Big Sick (guarda la video recensione), grande successo autoriale negli USA, Ogni tuo respiro (guarda la video recensione), La Signora dello zoo di Varsaviae l'animato italiano Pipì, Pupù, Rosmarina e il mistero delle note rapite.
Post n°14085 pubblicato il 16 Novembre 2017 da Ladridicinema
Rieccomi qui... per problemi tecnici in questi giorni non ci siamo stati... nei prossimi giorni verrà ripristinato tutto saluti Ac
Post n°14084 pubblicato il 06 Novembre 2017 da Ladridicinema
È Variety a rivelare la notizia: la Warner Bros. Television e gli eredi di J.R.R. Tolkien sono in trattative con Amazon Studios per sviluppare un nuovo adattamento della trilogia del Signore degli Anelli sotto forma di serie tv. Secondo quanto riporta il sito, lo stesso CEO di Amazon Jeff Bezos sarebbe personalmente coinvolto nelle trattative, che sono appena iniziate: nessun accordo è stato raggiunto, e non è detto che venga raggiunto. A quanto pare, però, Warner e Tolkien Estate starebbero cercando già da qualche tempo uno studio per produrre una serie tratta dai romanzi di Tolkien, e il coinvolgimento di Bezos in queste trattative dimostrerebbe il grande interessamento di Amazon nel progetto. Ricordiamo infatti che qualche tempo fa lo stesso Bezos aveva rivelato di voler spingere la produzione di Amazon Studios verso i blockbuster, dopo una prima fase più indie e di nicchia. L’Hollywood Reporter aggiunge alla notizia che al momento un accordo è abbastanza lontano, e che le trattative sono focalizzate su eventuali problemi di diritti con la Tolkien Estate, prima ancora che la ricerca di un possibile sceneggiatore. Warner Bros. e Tolkien Estate a luglio avevano raggiunto un accordo per chiudere bonariamente una causa colossale avviata nel 2012 e che vedeva le due parti contrapposte (gli eredi di Tolkien erano affiancati dall’editore HarperCollins) dopo che la Warner aveva utilizzato i personaggi creati da Tolkien in slot machine online e altri giochi. Chiusa questa importante controversia, evidentemente, le due parti hanno deciso di intraprendere una nuova fase nello sfruttamento delle proprietà intellettuali ideate da Tolkien. Vi terremo aggiornati!
Post n°14083 pubblicato il 06 Novembre 2017 da Ladridicinema
Il terzo segreto di satira dimentica YouTube e si adatta al cinema: piacevole, solida, pensante, un'ironica commedia a sfondo sociale L’eccezione che (non) invalida la regola. Abbiamo detto, cattivi ultimi i The Jackal con l’esordio Addio fottuti musi verdi, che gli youtuber al cinema devono essere vietati per legge, eppure, dobbiamo parzialmente ricrederci. Il terzo segreto di satira sbarca sul grande schermo, e non è una cattiva notizia: Si muore tutti democristiani non delude. Per due motivi fondamentali: già i loro video hanno un minimo di drammaturgia, un tot di ariosità narrativa, poi, ed è il punto saliente, questo è un film-film, ovvero ha una sceneggiatura, vergata dal collettivo con l’esperto Ugo Chiti. Nel senso, non dobbiamo ricrederci noi, si son ricreduti loro: il cinema è altra cosa, e bisogna fare un’altra cosa, non esportare i clippini e suturare col montaggio. Di che parla? Con più di qualche spunto autobiografico, di tre videomaker (Marco Ripoldi, Massimiliano Loizzi e Walter Leonardi) che realizzano documentari a tema sociale. Faticosamente, provano ad arrivare a fine mese, finché non si palesa l’occasione per svoltare o giù di lì: un doc per l’onlus giudiziariamente chiacchierata Africando, che varrebbe un bel 150k. Che fare? Non c’entra Lenin, ma l’etica del lavoro sì: “Meglio fare cose pulite con i soldi sporchi o cose sporche con soldi puliti?”. Il basso continuo è l’ironia, ironia, ehm, sociale: quello che ha sposato la pargola di un mobiliere, quello che si dibatte sulla liceità morale, quello che doveva andare al G8, ma si imboscò a La Spezia a fare il bagno. E, ancora, i sindacati che vorrebbero uno spot per il Primo Maggio innovativo, ma le coppie gay con figli anche no; e, ancora, incubi di matrice bergmaniana-kafkiana, innescati dall’acquisto di un bell’ombrello; e, ancora, la vita da coinquilini, con il subaffitto annesso e la maturità non concessa. Illustri cammei, da Paolo Rossi a Peter Gomez e Lilli Gruber, partecipazioni speciali, da Valentina Lodovini a Francesco Mandelli, Si muore tutti democristiani ha sprezzature arbasiniane, leggerezza Millennial e retrogusto da commedia all’italiana riveduta e scorretta. Ma non troppo. Promossi. Soprattutto, per i momenti marginali, le interpunzioni: “Oh, una mucca” intravista sulla strada del G8, le parole dopo il sesso con la ex, il sushi per tornare dalla moglie. Sì, sono gli interstizi a dare nell’occhio.
Post n°14082 pubblicato il 06 Novembre 2017 da Ladridicinema
Dieci anni fa, il 6 novembre 2007, moriva Enzo Biagi uno dei più grandi giornalisti italiani, sicuramente il più importante nella storia della televisione, l’inventore con Dicono di Lei (1965) del faccia a faccia televisivo e non solo. “Diamo la parola a chi ha qualcosa da dire”, ribadiva continuamente in redazione. Non c’è stato nessuno che negli anni abbia rinnovato, attraverso i programmi, il linguaggio della tv a cominciare dal suo Telegiornale del 1961, quando portò in tv due amici, due grandi giornalisti: Indro Montanelli che parlò, per la prima volta, di Trockij e Stalin, tabù per l’epoca; Giorgio Bocca, la sua prima inchiesta fu sui preti proprietari terrieri. Inventore del primo rotocalco televisivo Rt, 1962, da cui nacque Tv7; quante trasmissioni di approfondimento giornalistico hanno preso spunto da Linea diretta del 1985, alcune stanno andando in onda e con grande successo; ultimo il Fatto di Enzo Biagi: prima edizione 1995. Che straordinaria stagione per la Rai e per i telespettatori fu quella del 1985: in seconda serata su Rai1 Enzo Biagi con Linea diretta, più o meno alla stessa ora su Rai2 un altro programma che fece la storia della tv: Quelli della notte di Renzo Arbore. Ascolti in parità: trenta per cento di share con due milioni di telespettatori ognuno. I critici scrissero che le due trasmissioni avevano “operato un clamoroso cambiamento nelle abitudini, incrementando l’ascolto nella fascia oraria dalle ventitré a oltre la mezzanotte”. L’ascolto complessivo della Rai in seconda serata era passato dal trentotto per cento a oltre il sessanta. La trasmissione di Biagi aveva segnato un record: la più alta percentuale di laureati che si sia mai registrata per un programma tv. A proposito del faccia a faccia alcune interviste di Biagi, indimenticabili, hanno fatto la storia del giornalismo: da Sindona a Buscetta; da Margaret Thatcher a Gheddafi, da Malcom X a Rudolph Giuliani, il Procuratore di ferro di New York; dal suo amico presidente Sandro Pertini al segretario del Pci Enrico Berlinguer; poi Pierpaolo Pasolini, Patrizio Peci, Cassius Clay; da Primo Levi a Nilde Iotti che racconta la sua vita al fianco del segretario del Pci Palmiro Togliatti; i suoi amici attori: Mastroianni e Tognazzi, il regista Federico Fellini che Biagi considerava quasi un genio, quando glielo disse, lui rispose: “Per favore: togli il quasi”; la Regina di maggio Maria José di Savoia, che avrebbe voluto andare in montagna con i partigiani; l’amico partigiano Carlo Azeglio Ciampi alla vigilia della nomina a presidente della Repubblica; poi il cardinal Martini, che se avesse dovuto scegliere un confessore laico avrebbe scelto il grande giornalista: lo dichiarò pubblicamente; Roberto Saviano, la prima intervista dopo l’editto bulgaro in occasione della fine del suo esilio dalla Rai durato ben cinque anni: l’intervista che lanciò definitivamente il giovane scrittore napoletano; Dario Fo, Tina Anselmi; la prima intervista, rimasta storica, all’imprenditore Silvio Berlusconi, quando Biagi gli fece la battuta: “Cavaliere, mi scusi, se lei avesse un puntino di tette farebbe anche l’annunciatrice”: entrata nell’enciclopedia Treccani; il poeta Eugenio Montale, Alì Agca, l’attentatore alla vita di Giovanni Paolo II, Giovanni Falcone e Giuseppe Fava intervistato tre giorni prima di essere ammazzato dalla mafia, comprese le interviste ai boss di Cosa nostra Luciano Liggio e della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo; l’unica intervista televisiva del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e tante altre ancora. Di lui Ezio Raimondi scrisse: “Anche Biagi, come tutti i grandi giornalisti, è stato a modo suo diviso tra lo spirito del nomade e quello del pellegrino, ma senza dimenticare le sue radici, tanto che alla fine sembra quasi che l’insieme naturale abbia trovato posto nell’interno della storia”. Era nato in un paese dell’Appennino Tosco-Emiliano, Pianaccio (Lizzano in Belvedere) tra Bologna e Pistoia: lì iniziò la sua storia e lì, dieci anni fa si concluse. Le sue radici lo hanno accompagnato per tutta la vita: era un montanaro schietto, leale, generoso, pacato e esigentissimo, con la schiena sempre dritta. Su quei monti per quattordici mesi fu partigiano nella brigata Giustizia e Libertà, e partigiano lo fu per tutta la vita, anche come giornalista, diceva: “Bisogna avere un punto di vista altrimenti una storia non la si può raccontare”. Per tutta la vita ha avuto un unico padrone: in tv il telespettatore, nel giornale il lettore. Sempre controcorrente come accadde con il caso Tortora quando scrisse: “E se fosse innocente?”. Nel corso della lunga carriera Biagi fu definito dal pubblico: “affidabile”, “serio”, “professionale”, “obiettivo”, “freddo”, “severo”, “dotato della inesorabilità del giusto”. Un’indagine tra i telespettatori del Servizio opinioni della Rai rilevò che per il cinquantacinque per cento Biagi “è un vero giornalista”, per il cinquantaquattro “un uomo comune”, per il settantanove “affidabile e obiettivo”, per il cinquantotto “dolce” e per tutti gli intervistati “insostituibile”. I giornali stranieri più volte scrissero di lui: Newsweek: “Quando un uomo dai capelli grigi e con gli occhiali è apparso sui teleschermi, è stato per l’Italia un momento storico: egli cercava di fare del giornalismo obiettivo”; Libération: “La sua franchezza e la brutalità delle sue domande rivoluzionano la politica dell’informazione italiana”; Financial Time: “Qualche cosa di totalmente fuori dal comune sta succedendo nel mondo della televisione italiana”; Variety: “La campana di vetro sotto la quale la Rai ha sempre tenuto protette le informazioni si è infranta”. La lunga carriera è stata caratterizzata da grandi successi e storici licenziamenti: Epoca, il Resto del Carlino, la Rai. “Noi abbiamo amici ma la nostra trasmissione non è amica di nessuno”. “Il nostro programma è anti governativo a prescindere dal colore dell’esecutivo”. Ripeteva continuamente Biagi in redazione. Per noi, che abbiamo avuto la grande fortuna e l’onore di lavorare con lui, queste frasi sono diventate codici di comportamento, imprescindibili. Sono trascorsi quindici anni dalla chiusura, per un editto bulgaro, della trasmissione che una giuria, composta da tutti i critici televisivi, premiò come il miglior programma dei primi Cinquant’anni della Rai: Il Fatto di Enzo Biagi. Biagi, che nel 2002 contribuì alla nascita della nostra associazione Articolo21, tornò in Rai dall’esilio il 22 aprile 2007, qualche mese prima della sua scomparsa, riproponendo il titolo della sua prima trasmissione: Rt-Rotocalco televisivo. Altri vinsero battaglie, lui la guerra. Questa sera su Rai3 dopo Report, Speciale “Enzo Biagi Testimone del tempo” di Loris Mazzetti
Post n°14081 pubblicato il 03 Novembre 2017 da Ladridicinema
Titolo originale: Mazinga Z Mazinga Z Infinity è un film di genere animazione, azione, fantascienza del 2017, diretto da Junji Shimizu. Uscita al cinema il 31 ottobre 2017. Durata 95 minuti. Distribuito da Lucky Red TRAMA MAZINGA Z INFINITY: Tratto dal famoso manga del Maestro Go Nagai, Mazinga Z - Infinity si basa su una nuova entusiasmante avventura del gigantesco robot pilotabile. Dieci anni dopo la sconfitta dell'Impero Sotterraneo, Koji Kabuto ha riposto la tuta da pilota in un cassetto per seguire le orme di suo nonno, il dottor Juzo Kabuto. Nelle compassate vesti di scienziato, Koji si imbatte in una sconvolgente scoperta che lo pone di fronte a un dilemma: restare spettatore dei catastrofici eventi che si preannunciano, o mettersi ancora una volta alla guida del potente Mazinga Z e salvare l'umanità dalla minaccia del perfido Dottor Inferno. PANORAMICA SU MAZINGA Z INFINITY: Mazinga Z è il capostipite del genere super robot, definito e portato al trionfo dal mangaka Go Nagai. In realtà in Italia questo particolare design di Mazinga (con i bordi del cranio piatti e non a punta) fu conosciuto molto più tardi rispetto a Goldrake e il Grande Mazinga, sempre creati da Nagai e appartenenti allo stesso universo narrativo. Mazinga Z nacque in parallelo come manga e anime televisivo prodotto dalla Toei Animation nel 1972, proseguendo fino al 1974 per un totale di 92 episodi. In terra giapponese, a questo ciclo seguirono Il grande Mazinga (1974-1975) e Ufo Robot Goldrake (1975-1977). In Italia le serie furono trasmesse al contrario, non curandosi troppo della continuity, quindi Mazinga Z non è stato mai avvertito qui da noi come il padre di tutto il genere, se non dagli esperti. La storia originale vede il giovane Koji Kabuto (Rio nell'edizione italiana) alla guida di un gigantesco mech, costruito con la lega Z che suo padre Juzo aveva scoperto. Controllando Mazinga, Koji si oppone alla minaccia del Dottor Inferno, scopritore nelle viscere della Terra di un esercito di mostri meccanici che scatena contro i nostri eroi. Mazinga Z viene coadiuvato da robot alleati altrettanto iconici: la "femminile" Afrodite A e Boss Robot. Il rapporto di Mazinga con il cinema è iniziato proprio a cavallo tra Mazinga Z e Il grande Mazinga, con due mediometraggi realizzati appositamente per le sale, con epico rapporto d'immagine 2,35:1: Mazinga Z Contro Devilman (1973) e Mazinga Zeta contro il Generale Nero (1974). Questi due lavori si sono visti in sala in Italia, nella loro versione integrale, solo qualche anno fa nell'ambito dell'iniziativa-evento Le notti dei Super Robot. L'iniziativa permise di vedere sul grande schermo anche i mediometraggi legati alla seconda e alla terza serie di Nagai, cioè Il Grande Mazinger contro Getta Robot, Il Grande Mazinger contro Getta Robot G, Ufo Robot Goldrake contro il Grande Mazinger e Ufo Robot Goldrake, Getta Robot G e il Grande Mazinger contro il Dragosauro. Non che nel nostro paese all'epoca i super robot fossero mancati dai cinema, ma i diversi film animati distribuiti tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta erano in realtà prodotti di montaggio tutti nostrani, con contenuti assemblati da episodi delle stesse serie tv: si trattava quindi di opere spurie, seppur in un certo qual modo significative di un mania che sembrava soltanto una moda passeggera, ma che nel lungo corso ha gettato le fondamenta dell'affetto italiano per l'anime e i manga, segnando uno spartiacque nell'immaginario collettivo tra un modo "antico" e un altro "nuovo" di concepire l'intrattenimento per ragazzi (e non). Il nuovo film di Mazinga Z (2017), la cui uscita al cinema in Italia è prevista per il mese di ottobre 2017, e che celebra i 45 anni del personaggio, è diretto da Junji Shimizu, con alle spalle diversi prodotti inediti in Italia, nonché svariate puntate di serie come Slam Dunk. Lo produce ancora la storica casa madre Toei Animation: fondata nel remoto 1956, nel 1958 con il film La leggenda del serpente bianco (pre-anime) portò anche Hollywood a comprendere quanto l'industria dell'animazione giapponese fosse matura. Per rispetto verso la serie storica, il film di Mazinga Z è realizzato in CGI ma renderizzato usando una linea di contorno, che rispetta il feeling stilizzato degli antichi disegni: darà sicuramente soddisfazione a chi, quasi quarant'anni fa, era convinto che le serie giapponesi fossero realizzati da freddi "cervelli elettronici". CURIOSITÀ SU MAZINGA Z INFINITY: Presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma 2017.
Post n°14080 pubblicato il 03 Novembre 2017 da Ladridicinema
Il mondo del diciannovenne Pietro (Riccardo Frascari) e del suo amico Ivan(Nicolas Balotti), protagonisti di Gli asteroidi, gravita intorno alla provincia industriale sconfinata e alienante. Un tempo florida, ora profondamente segnata dalla crisi economica. Alla ricerca della propria dimensione tra i campi allargati e i capannoni dismessi, i due ragazzi sono in perenne conflitto con la famiglia, la scuola e con tutto ciò che li circonda. Mentre nella zona si verifica una serie di furti nelle chiese a opera dell’inafferrabile "banda dei candelabri", un grande asteroide, monitorato dalla stazione astronomica, si prepara a passare vicinissimo alla Terra. L'imminente "fine del mondo", invocata da un amico un po' strambo appassionato di questioni astronomiche e filosofiche, fa crollare le ultime resistenze di Pietro e lo convince a prendere parte al colpo orchestrato da Ivan. Le conseguenze drammatiche della decisione sconvolgeranno fatalmente il suo mondo, come il passaggio o la collisione col gigantesco corpo celeste.
Post n°14079 pubblicato il 03 Novembre 2017 da Ladridicinema
è un film di genere guerra del 2017, diretto da Paolo Taviani, Vittorio Taviani, con Luca Marinelli e Francesco Turbanti. Uscita al cinema il 01 novembre 2017. Durata 84 minuti. Distribuito da 01 Distribution. TRAMA UNA QUESTIONE PRIVATA: Tratto dall'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, Una questione privata segue le vicende del giovane partigiano Milton (Luca Marinelli), innamorato della bella Fulvia, ne perde le tracce durante la guerra di resistenza nelle Langhe. Sullo sfondo della battaglia partigiana, il protagonista intraprende un eroico viaggio alla ricerca dell'amore perduto e della verità che ruota attorno ad esso. Grazie alla complicità della custode della villa (Anna Ferruzzo) dove i due innamorati passavano le loro serate, Milton scopre il terribile segreto che traccerà la sua strada: contorta e pericolosa, disseminata di nemici e insormontabili sfide. CURIOSITÀ SU UNA QUESTIONE PRIVATA: Presentato nella sezione ufficiale al Festival del Cinema di Roma 2017.
Post n°14078 pubblicato il 03 Novembre 2017 da Ladridicinema
Finché c'è prosecco c'è speranza è un film giallo del 2017, diretto da Antonio Padovan, con protagonista Giuseppe Battiston nei panni dell'ispettore Stucky, il personaggio creato da Fulvio Ervas. TRAMA FINCHÉ C'È PROSECCO C'È SPERANZA: Campagna veneta, colline del Prosecco. L'ispettore Stucky (Giuseppe Battiston), protagonista di Finché c'è prosecco c'è speranza, è chiamato a investigare su un apparente caso di suicidio: quello del facoltoso conte Desiderio Ancillotto, che si è tolto la vita con un gesto teatrale e improvviso. Stucky (metà persiano, metà veneziano) appena promosso, tenta goffamente di portare avanti le indagini, schiacciato dall'inesperienza e dal peso di ingombranti questioni irrisolte. Tra filari e bollicine, il tenace ispettore si confronta con bottai, osti, confraternite di saggi bevitori, realizzando che la chiave per risolvere il mistero sta nella peculiare visione della vita che anima la zona; che la soluzione al suicidio-delitto del conte passa per la sua cantina, tra vetro e sughero, alcol e lieviti addormentati.
Post n°14077 pubblicato il 03 Novembre 2017 da Ladridicinema
Una scomoda verità 2 An Inconvenient Sequel: Truth to Power - DATA USCITA: 30/10/2017
- GENERE: Documentario
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Bonni Cohen, Jon Shenk
- CAST: Al Gore
- DATA USCITA: 30/10/2017
- GENERE: Documentario, Musicale
- NAZIONALITA': Gran Bretagna, Giappone, USA
- ANNO: 2016
- REGIA: Stephen Kijak
Finché c'è prosecco c'è speranza Finché c'è prosecco c'è speranza - DATA USCITA: 31/10/2017
- GENERE: Giallo
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Antonio Padovan
- CAST: Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari
Il mio Godard Le redoutable - DATA USCITA: 31/10/2017
- GENERE: Biografico, Sentimentale, Commedia
- NAZIONALITA': Francia
- ANNO: 2017
- REGIA: Michel Hazanavicius
- CAST: Louis Garrel, Stacy Martin, Bérénice Bejo
Mazinga Z Infinity Mazinga Z - DATA USCITA: 31/10/2017
- GENERE: Animazione, Azione, Fantascienza
- NAZIONALITA': Giappone
- ANNO: 2017
- REGIA: Junji Shimizu
Mistero a Crooked House Crooked House - DATA USCITA: 31/10/2017
- GENERE: Drammatico, Giallo
- NAZIONALITA': Gran Bretagna
- ANNO: 2017
- REGIA: Gilles Paquet-Brenner
- CAST: Glenn Close, Christina Hendricks, Gillian Anderson
Mr. Ove En man som heter Ove - DATA USCITA: 31/10/2017
- GENERE: Commedia, Drammatico
- NAZIONALITA': Svezia
- ANNO: 2015
- REGIA: Hannes Holm
- CAST: Rolf Lassgård, Massimo Lopez, Bahar Pars
- DATA USCITA: 31/10/2017
- GENERE: Horror, Thriller
- NAZIONALITA': USA, Canada
- ANNO: 2017
- REGIA: Michael Spierig, Peter Spierig
- CAST: Laura Vandervoort, Tobin Bell, Matt Passmore
Capitan Mutanda Captain Underpants - DATA USCITA: 01/11/2017
- GENERE: Animazione, Azione, Commedia, Family
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: David Soren
- CAST: Kevin Hart, Ed Helms
- DATA USCITA: 01/11/2017
- GENERE: Azione
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Dean Devlin
- CAST: Gerard Butler, Ed Harris, Andy Garcia
Gifted - il dono del talento Gifted - DATA USCITA: 01/11/2017
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2017
- REGIA: Marc Webb
- CAST: Chris Evans, Mckenna Grace, Jenny Slate
Gli asteroidi Gli asteroidi - DATA USCITA: 01/11/2017
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Germano Maccioni
- CAST: Pippo Delbono, Chiara Caselli, Riccardo Frascari
My Name Is Emily My Name Is Emily - DATA USCITA: 01/11/2017
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Irlanda
- ANNO: 2015
- REGIA: Simon Fitzmaurice
- CAST: Evanna Lynch, George Webster, Michael Smiley
Non c'è campo Non c'è campo - DATA USCITA: 01/11/2017
- GENERE: Commedia, Sentimentale
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Federico Moccia
- CAST: Vanessa Incontrada, Claudia Potenza, Corrado Fortuna
Una questione privata Una questione privata - DATA USCITA: 01/11/2017
- GENERE: Guerra
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Paolo Taviani, Vittorio Taviani
- CAST: Luca Marinelli, Francesco Turbanti, Valentina Bellè
Pokemon: Scelgo te! Gekijouban Poketto monsutâ: Kimi ni kimeta! - DATA USCITA: 05/11/2017
- GENERE: Animazione, Avventura, Family, Fantasy
- NAZIONALITA': Giappone
- ANNO: 2017
- REGIA: Kunihiko Yuyama
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45