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Capitolo 13° "L'ombra del Demone".

Post n°46 pubblicato il 21 Marzo 2012 da Druss5

Le mie braccia hanno stretto la Veggente, un lampo di luce ha balenato nei miei occhi, e ho potuto vedere...

Credo sia stata una forma di alchimia dovuta agli eventi, magari per l’energia magica rilasciata al suolo unito al contatto con la mia vecchia Amica, o forse semplicemente mi sono sognato tutto. Ma. Voglio credere di essere stato teletrasportato nel passato, a poche ore prima dell’inizio della battaglia, sotto terra nelle segrete della torre, osservando la scena impossibilitato a interagire con i presenti. “Non essere stupida” diceva il Conte di Rosa Nera alla figlia mentre scendevano le scale di pietra “lui ha tua madre, e non è creatura da scendere a compromessi” il giovane corpulento rimaneva dietro seguendo i due nobili, la Ragazzina non sembrava voler rispondere. “Dobbiamo solo pazientare, loro presto partiranno con parte del popolo e noi avremo modo di avvisare il Re e le città vicine, per quanto quegli avventurieri siano forti, non possono affrontare la cavalleria pesante, né tanto meno i maghi che servono la corte, e poi quell’essere … ” la sua voce aveva tremato cercando di trattenere un brivido “è un Dio cosa possiamo noi contro gli Dei?”. La ragazzina vestita con l’armatura del lupo continuava a scendere, ad ogni passo il rumore di metallo percosso da un martello si faceva sempre più chiaro, raggiunto l’ultimo piano del sottosuolo, si apriva un’ampia stanza, molte pareti erano state sfondate come da un’esplosione, e quella che un tempo era stata la prigione adesso era un magazzino dove centinaia di armature nere riposavano silenti. Al centro una forgia illuminava il luogo buio, e mi fu chiaro che il fabbro all’opera altro non era, che il giovane di bell’aspetto che avevo visto nella tenda. “Ancora tu mocciosa, non vedi che sto lavorando?” la voce sembrava tranquilla, impercettibilmente infastidita, neppure lo sguardo era sollevato mentre continuava il suo fare, “desidero che liberiate mia Madre, e che lasciate il villaggio, non ho alcuna intenzione di barattare la pace della mia gente, con il mio silenzio”. Il demone aveva continuato a lavorare senza rispondere, solo il vecchio nobile avanzò tirando per un braccio la figlia “Vi prego di perdonarla, è giovane e non comprende le regole della pace, io stesso ho tentato di farle comprendere che gli Orchi servivano per portare in salvo i contadini dentro le mura della cittadina” l’uomo non riusciva più a trattenere il fremito del proprio corpo. “I pelle-verde erano qui per tenere lontano occhi indiscreti, vostra Sorella sta ammassando un esercito di Imperiali al confine, e le sue avanguardie avrebbero potuto insospettirsi, invece voi con astuzia lascerete che il nemico passi con le truppe verso la capitale dove vive il Re, lì avete concentrato il grosso dell’esercito, con questa strategia attaccherete vostra sorella alle spalle con il vostro esercito, lasciando noi incolumi” un sorriso sforzato sorgeva sul volto dell’umano intento a inchinarsi. Guardando quindi la Figlia aveva continuato “c’è una guerra in corso e il Divino ci ha onorato usando la nostra cittadina di confine con l’impero per usarci come punto strategico, il nostro popolo non subirà le atrocità della guerra, come fai a non capire?”. La ragazzina aveva stretto i pugni “parlo con te maledetto” con sguardo deciso fissava il giovane posseduto del Demone, ignorando il genitore. “Un essere come te non ha alcuna intenzione di salvarci da un conflitto generato da lui stesso, imponi a mio padre di uccidere innocenti per il tuo piacere, ci stai divorando come chicchi d’uva mentre attendi, il tuo esercito è qui sotto, noi ti serviamo solo come copertura, l’arrivo degli Eroi ha solo tardato di qualche settimana il tuo piano, e credi che presto loro se ne andranno, ti sbagli”. Sollevando la mano destra lo aveva indicato con l’indice “tu devi andare via, allontanati dalla mia gente e dalla mia città!”. Al fianco della nobile tredicenne, la sua guardia del corpo aveva fatto un passo in avanti sguainando la spada “avete sentito la Signora?” tono quasi di sfida se non fosse stato per il sudore che imperlava il volto del ragazzo. La giovane guardia del corpo per quanto alta e corpulenta sembrava minuscolo contro l’ombra proiettata dalla forgia infernale. Il rumore del martello cessò e il giovane sollevò lo sguardo mostrando pupille rosso sangue. “Sciocca, sei poco più di una bambina, fino a ieri tremavi solo a parlare con i tuoi genitori, non hai mai fatto nulla per il tuo popolo se non lasciarti viziare dal tuo stato nobiliare, mi sono stufato di Voi, oramai l’esercito di mia sorella è alle porte ed io ho terminato quasi tutti i miei Cavalieri, essiccando il metallo dei vostri giacimenti, vi ucciderò tutti, chi credi di essere per impedire il volere di un Dio?”. Il vecchio nobile e la guardia del corpo avevano fatto un passo in dietro, mentre la Ragazzina era rimasta sul posto immobile “chi sono io?”, aveva recitato quasi ponesse a se stessa la domanda “ fino a pochi giorni fa io non ero nessuno” sollevando lo sguardo aveva fatto un passo in avanti “ma poi ho incontrato loro, Arethwyn l’elfo scorbutico e sempre arrabbiato, da lui ho appreso la Determinazione, non vive altro che per colei che ama, non gli interessa piacere ad altri, non finge mai, desidero poterlo fare anch’io”. Un altro passo in avanti mentre la giovane parlava sempre più decisa “ho conosciuto Kueria, non credevo che le donne sapessero combattere, ma lei addirittura lo insegna e sa governare i suoi Sentimenti, l’ho sentito quella notte quando mi ha abbracciato, mi ha protetto, voglio farlo pure io ”. L’aspetto del giovane umano iniziò a mutare in quella del Demone, ma la ragazzina non smetteva di parlare “Alisha conosce il Coraggi, e può leggere le menti altrui e quando il suo gatto mi ha toccato a mia volta, ho potuto vedere nella sua anima, ed era luminosa e splendente, desidero essere limpida come lei”. L’armatura del lupo aveva iniziato a scaldarsi, assorbendo l’energia negativa del Demone “Maja mi ha insegnato la Speranza, usa della polvere di fata sfruttando la bellezza della sua fantasia, mi ha dimostrato che i sogni possono realizzarsi, e desidero crearne di miei ”. Nella mia forma eterea ho potuto vedere il Demone indietreggiare “da Haumena ho imparato la gioia di tentare, anche quando l’impresa sembra insormontabile, se si crede, tutto è possibile, voglio poter tentare senza il timore del domani”. Un ultimo passo prima dell’inevitabile “in fine Jojyn e il suo sconfinato amore per la natura, io da lei ho appreso di essere parte di un grande tutto” iniziando a sorridere lacrime scesero dal volto della ragazzina. “ Chi sono io?” con voce ferma aveva risposto “una persona che da oggi s’impegna a rendere felice il proprio popolo, a vivere per un personale pezzo di gioia, una persona che spera un giorno di potersi mettere al fianco dei propri Eroi, sorridendo loro sentendoli eguale, ho risposto alla tua domanda, Maledetto?”. Il Demone si era mosso in avanti con velocità infernale, scagliando di lato la guardia e il vecchio, credo che il nobile sia morto sbattendo contro una porzione di muro crollato. “Ti dirò io chi sei tu, un’illusa, una sciocca, il popolo ti crede coraggiosa, ti vede come un simbolo, ma si sbagliano e per gli Eroi tu non sei nulla”. Un nuovo gesto del braccio protetto da scaglie rosso fuoco e la ragazzina era volata in aria sbattendo contro il soffitto, l’impatto aveva fatto uscire molto sangue, ma l’armatura l’aveva protetta. Per me intervenire in un ricordo passato era impossibile. “Non ti ucciderò, ma ti priverò dell’anima, vivrai come un vegetale ascoltando e vedendo ma senza poter vivere” nell’oscurità un grido, e come apparso dal nulla, ecco la giovane guardia del corpo affondare la propria spada nella schiena del Demone “lasciala …” aveva urlato. Il Demone si era voltato e sorridendo aveva abbandonato il corpo del giovane nobile, lasciando solo un guscio avvizzito, impossessandosi di quello del ragazzo corpulento. Lentamente la sua forma demoniaca era tornata quella che ancora adesso è presente nella piazza, “non esiste arma che possa uccidermi, neppure di forgiatura magica, la mia Anima è immortale” quindi guardando la ragazzina distesa in una pozza di sangue, aveva detto afferrandola “adesso porterò il tuo corpo davanti alla tua gente e tutti si dispereranno donandomi forza e potere”. Poco prima di riprendere i sensi ho udito le ultime parole della ragazzina “bene, prendi la mia anima e fai ciò che Vuoi, io credo nel mio popolo e in coloro che lo guideranno, io non ho paura”. Un vecchio elfo come me in un altro momento avrebbe pensato che la giovane nobile, viveva di eccessive speranze e sogni, eppure, anche la mia anima ha tremato sperando che un tale desiderio utopistico si realizzasse davvero.

 

Il dolore mi ha riportato nel presente la spada di uno dei cavalieri neri ha colpito la mia schiena mentre proteggevo la Veggente. Forse ho chiuso gli occhi solo per un istante, ma al mio risveglio ho visto gli Avventurieri indossare le armature di Lupo d’acciaio, una di esse ricopriva anche il vecchio Durwill armato del suo martello, con aria di sfida osservava il Demone. I fantocci del Demone si muovevano pronti a colpire, eppure nessuno del popolo sembrava muoversi, incantati dallo scempio del corpo della ragazza a terra. Ero a pochi passi da lei, e il cavaliere che mi aveva colpito sembrava deciso a finirmi, credo di aver udito il grido di mia moglie. Poi, un’ombra aveva gettato a terra il mio aggressore Maja brandiva il pugnale che le avevo donato in taverna, esso si era dimostrato un oggetto capace di prendere diverse forme, tra qui anche quello di una spada adesso magica. L’elfa osservò la ragazzina e con voce triste aveva detto “Spero che tu non sia morta per davvero, sarebbe un vero disastro per il tuo popolo, chi si prenderà cura di loro quando noi non ci saremo più?” quasi esortasse a rialzarsi con queste parole. Ho osservato verso l’alto e ho visto come un’invisibile colonna di luce, solo in quel momento ho compreso che Maja con un qualche oggetto magico, forse un medaglione richiamava l’attenzione di forze amiche. Nell’oscurità di una notte illuminata dalle fiamme, ho pregato che tali alleati giungessero all’istante. Arethwyn era rimasto immobile nella sua armatura insanguinata come un vulcano pronto a esplodere, indicando il demone con l’indice della mano destra aveva disegnato nell’aria un simbolo che nel linguaggio elfico rappresenta il marchio degli antichi Assassini Oscuri “Demone giuro sulla spada del mio Dio, e sulla mia stessa vita che IO ti ucciderò, e tale maledizione seguirà chiunque sia legato a te, non conoscerò riposo fino a quando non ti estinguerò”. Quasi ho perduto i sensi ma anche il mio sangue ribolliva, carponi ho afferrato la veste della nobile bambina, scioccamente speravo di proteggere anche lei in qualche modo, e subito dopo mani amiche mi hanno trascinato verso il mio carro. Con la schiena a terra ho continuato a guardare la gente, i volti erano cupi, la paura era palpabile, di lì a poco ero certo sarebbero fuggiti tutti.   La voce di Kueria si udì chiara “Arethwyn non è più la tua guerra personale, non più oramai, a questo punto riguarda ognuno di noi” roteando la sua spada aveva tagliato via il collo di uno dei Cavalieri “il nostro vero potere non sta solo nelle armi o nella magia, ma risiede nel rimanere tutti uniti, Gente di Buona pietra voi siete forti anche senza di noi, non avete bisogno di nobili governanti, ma di rendervi conto di chi siete veramente”. Lo sguardo della Barbara guerriera si è posato su di me “ il Demone si nutre del vostro terrore, della paura che alberga nello sguardo innocente dei vostri figli, osservate cosa ha fatto a quest’innocente, lei si è fatta carico di ognuno di noi, e adesso sta a noi renderle Onore”. Ruotando il capo ho visto per la prima volta il viso di Alisha segnata dall’Odio per quanto la donna sia capace di leggere nella mente altrui io posso affermare che il desiderio di vendetta era palpabile. Arethwyn aveva quindi colpito un altro cavaliere gridando “e allora, gente di Buona Pietra, combatte per la vostra vita”. La voce di Haumena si era unita “combattiamo uniti, tutti insieme possiamo farcela”. Un fragore simile a un’ovazione era stato il grido di sfida del popolo stesso, in quell’istante ho compreso che tutti avrebbero combattuto. Kueria come un Generale esperto era salita sul dorso del suo Orso da guerra, e aveva dato ordini precisi ai compagni e alle truppe civili. Un Eroe per ogni truppa avrebbe guidato gli assalti. In uno sforzo inimmaginabile, il popolo diviso in due fanterie e tre gruppi di arcieri, aveva iniziato la battaglia. Quando oramai l’alba era prossima, l’esercito nemico aveva indietreggiato, le armi magiche permettevano di combattere alla pari e lo scontro iniziò a spostarsi verso le viuzze della cittadina, dall’alto il Drago di Haumena vegliava i vari spostamenti mentre la Fatina lasciava cadere grandine e gelo rallentando la retroguardia nemica. Maja sembrava un guerriero esperto in sella al suo leone, guidando una fanteria aveva incantato oltremodo la sua spada facendo guizzare fiamme sulle ceneri delle case distrutte in buona parte, anche quando un aggressore la gettò a terra non si perse d’animo risalendo in sella e continuando a dare battaglia. Arethwyn in sella al suo Cinismo, guidava la sua fanteria d’assalto, pochi veterani e qualche ragazzo, compiendo dato il poco spazio disponibile agguati sui fianchi letali e spesso forvianti spingendo gli avversari verso le letali frecce del gruppo guidato da Alischa. La messaggera aveva ricevuto due lame corte e più di una volta si è esposta in avanti con furia cieca, così da permettere ai suoi uomini di incoccare e tendere gli archi, una tigre dai capelli neri simile al suo gatto, amico inseparabile capace di renderla ancora più letale. Il potere della terra, sembrava essersi riunito tutto in uno scettro, forse un altro dono dal colpo di martello di Durwill, Jojyn grazie a questo nuovo artefatto richiamò a se ogni animale del bosco, uccelli di ogni forma e razza sciamarono per la cittadina, e ben presto leoni, cinghiali, unicorni, rettili e bestie di ogni sorta giunsero in nostro aiuto. Simile a un’onda tutti si gettarono contro l’esercito del Demone. Ferito credo di aver perso più volte i sensi, stretto tra le braccia di mia moglie, ho trovato le forze per rivelarle il terribile segreto che avevo scoperto. Gli Eroi andavano avvertiti, chiunque avesse colpito il Demone sarebbe stato posseduto a sua volta, le armi magiche erano efficaci contro il suo esercito ma insufficienti contro di lui. Richiusi gli occhi mentre Stella, una delle mie cameriere, s’impegnava a sbracciare in alto cercando di fare scendere a terra il Drago bianco della Fata così che avvisasse i nostri amici. Tale informazione era vitale. In lontananza ho udito il suono di tre diversi corni da guerra, perdendo i sensi ho sognato che oltre ai raggi del sole del nuovo giorno giungessero gli aiuti necessari a un popolo così pazzo e coraggioso.   

 

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Le tre possibili azioni della Druida Jojyn da votare per il pubblica da casa;

 

a) ignoro l'informazione di Xanders, mi sento forte, nulla mi può fermare ucciderò il Demone.

b) lascio ad altri il Demone io intendo occuparmi dell'esercito.

c) faccio attenzione, ascolto il suono dei corni, mi assicuro di aprire i portoni della città. 

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musica opsionabile;


 
 
 

Capitolo 12° "L'ombra del Demone".

Post n°45 pubblicato il 12 Marzo 2012 da Druss5

Correvo mentre le urla delle persone e i calcinacci sembravano percorrere la strada con me. La mia natura Elfica, veloce e agile era appesantita dall’età, senza contare che la neve ancora presente e il ghiaccio non rendeva la discesa facile. Eppure credo di aver corso con tutto il fiato che avevo, arrivando a cadere per ben due volte, riportando graffi sulle ginocchia e sulle mani. Senza però mai fermarmi. Sentivo la borsa colpirmi il fianco destro con dentro il diario e i miei pochi averi, quasi contassi gli attimi in un macabro conto alla rovescia. Verso quella che credo fosse l’ultima curva, ho potuto vedere da una posizione di rilievo la piazza annerita dal fulmine della Messaggera. Il fuoco appiccato agli edifici alle mie spalle divampava sempre più velocemente e a breve avrebbe raggiunto anche le tende. Il fumo spinto dal vento e l’oscurità oramai prossima m’impediva di vedere il mio carro. Ho trattenuto a stento le lacrime imprecando e poi mi sono rimesso a correre di nuovo non volendo pensare al peggio. Sentivo la marcia dei cavalieri neri, dietro di me, la presenza e le spinte di altre persone che si univano nella mia folle corsa. Giunto oramai prossimo al tendone del carro, non ho visto nessuno, ho gridato il nome di Sofia, tremando. Come accade spesso mia moglie ha il dono di stupirmi, quando oramai ero prossimo al collasso nervoso, ho visto volare un arco verso di me, sono riuscito appena in tempo ad afferrarlo ma quasi mi è caduto. Mia Moglie con Luce e Stella incoccava le frecce dei loro archi “mai che mi porti in un posto carino” il suo sguardo mi ha alleggerito quel momento così tragico. Avrei voluto saltare di gioia ed esprimere il mio sollievo abbracciandola, ma il fiato mi mancava e speravo solo di non cadere a terra per lo sforzo. “Di che si tratta Xanders, i piccini dovrebbero dormire adesso” mi aveva domandato Luce con uno dei gemelli legato alla schiena con una fascia, Stella rimaneva zitta anche lei con una fascia eguale portandosi dietro un altro dei neonati, attenta osservava le altre persone che giungevano dietro di me. L’assenza di Durwill e della Veggente mi ha nuovamente fatto gelare il sangue. Non c’è stato tempo per le risposte però, afferrando una delle frecce piantate al suolo, l’ho incoccata proprio mentre più di duecento Cavalieri giungevano illuminati dai fuochi appiccati, le loro vesti lordate di sangue avrebbero fatto tremare l’uomo più saldo.

Una figura più alta e vestita con un’armatura spaventosa chiudeva la fila trascinandosi dietro qualcosa che all’inizio non ho riconosciuto. Ho udito una voce cupa, di tono violento e che sentivo provenire da dentro la mente oltre che introno a me “Piccoli insetti, brulicate ancora su questo fazzoletto di terra, come osate continuare a esistere, il vostro vociare, le vostre risa dilaniano il mio essere” sollevando il braccio destro l’essere demoniaco mostrò cosa portava. Un’armatura che conoscevo molto bene sporca di sangue. La Ragazzina sembrava priva di vita, tenuta per la testa, la grande mano ghermiva l’elmo sorreggendo il peso della tredicenne. “Questa notte vi ucciderò tutti, disperatevi, la vostra Eroina è stata sconfitta, credeva di potermi fermare, e adesso penzola dalla mia mano, per me siete poco più d’insetti, io sono l’orrore dei vostri incubi, sono il Demone che con la sua Ombra oscura i sogni dei vivi di questo mondo“. Alla fine ecco davanti a noi il secondo demone, oltre a quello che si era liberato nella Taverna dalle sembianze femminili, questo sembrava un Guerriero con tanto di Armatura demoniaca ed Esercito al seguito. Il cuore si è contratto dal dolore mentre osservavo uomini e ragazzi correre verso le proprie case cercando dei propri cari. Di certo l’attacco aveva dimezzato quello che era l’esercito regolare da poco ricostituito. Tale disperazione palesemente rendeva quell’essere sempre più forte e grande, a ogni istante potevo vederlo ingrandire. Una nuvola di frecce accompagnato dal ruggito di possenti animali calò sull’esercito di cavalieri neri. Molti caddero al suolo, mentre i dardi semplicemente attraversarono l’armatura del possente Demone divenendo cenere, l’essere sembrò ridere dicendo “al fine ecco gli Eroi, i famosi liberatori” Arethwyn cavalcava il suo temibile drago-leone al quale ha imposto il nome di Cinismo, seguito da alcuni arcieri posti sui tetti. Dai fianchi la fanteria di Kueria serrava i ranghi, l’alta Barbara rimaneva in sella al suo Orso da Guerra. Un altro sciame di frecce cadde sul nemico annunciando l’arrivo di Alisha in sella alla sua chimera e dei suoi arcieri. Le tre unità si erano fatte spazio tra le vie, accerchiando i cavalieri. “Ero presente mentre discutevate nella tenda, sapete?” iniziò a parlare il Demone “ho sentito l’oscuro dire chiaramente che la Ragazzina non era importante, se era stata salvata era perché tale morte era ingiusta, oppure la Messaggera che vedeva la bambina solo una ingrata, perché siete Voi i salvatori, non il popolo o Lei, e la Barbara mi chiedo cosa ti abbia fermata nel tagliar via la testa all’elfo, sarebbe stato uno spettacolo migliore”. Il suo discorso fu interrotto mentre un gruppo di guerrieri in armatura nera era fatto volare in aria dall’arrivo di Jojyn sulla spalla di un Golem di fango, e scortata da Haumena in forma umana e Maja seguiti da diverse donne e bambini portati in salvo, l’elfa era ferita ma tale visione sono certo ha risollevato gli animi dell’esercito di Buona Pietra. L’essere dall’armatura spaventosa sollevò la mano libera e i Cavalieri neri caduti al suolo, tornarono a risollevarsi “Ecco anche la Druida piena di indecisioni, incerta sul da fare, la fata che chiede aiuto a una vecchia cieca e l’elfa che crede di poter unire il gruppo solo con la pochezza delle parole, siete tutti degli sciocchi” una risata sinistra riempì il piazzale “come vedete le vostra armi possono ben poco contro i miei fantocci, ma riconosco il vostro valore, non serve combattere, non serve resistere, io so premiare chi mi serve fedelmente e” sollevando di nuovo la ragazzina “punire chi mi tradisce” arretrando il braccio destro il Demone lanciò la tredicenne verso i piedi dell’Elfo Oscuro. “Arethwyn, ti avevo riconosciuto dall’odore non appena sono entrato in tenda, su di te c’è lo stesso fetore dell’umana dai capelli rossi, che è posseduta da mia sorella, se ti unissi a me, potresti rivederla anche subito sai?”. Rivolgendosi poi alla popolazione “piccoli mortali io sono il Fabbro degli Dei del Caos il distruttore di Dei, lascerò che ve ne andiate dalla cittadina, basta che mi lasciate qui i vostri Eroi, altrimenti tutti quanti voi farete la sua stessa fine” concluse il Demone indicando la ragazzina. “Eri il ragazzo nella tenda” un tremito mi ha percorso la schiena, la Veggente camminava barcollando senza vederci accompagnata da Durwill e i suoi lupi d’acciaio, lentamente raggiunse la bambina a terra.“Da quasi un anno sei riuscito a liberarti e ti sei impossessato del corpo del giovane sir Edurath viziato e desideroso di potere, hai intavolato le trattative per il matrimonio con la famiglia di Rosa nera, perché sai che questo luogo trabocca di materiali preziosi per le tue creazioni diaboliche, ma non hai ragione di esistere senza la guerra con tua sorella” la Veggente iniziò a pulire il volto della ragazza con un lembo del suo abito bianco. “Siete due Semi Dei, aborti, non combattete ne per il bene, ne per il male, ambite al ritorno del nulla, dove solo voi due potrete esistere”. La Vecchia continuò a parlare “quando gli Eroi sono giunti al paese, era presente anche un’altra persona che non si è più vista, per quanto silenziosa il suo rapimento ha vincolato la Ragazza e i suoi familiari, la moglie del signore della cittadina, la madre della ragazza, l’hai imprigionata nella fortezza subito dopo lo scontro e hai iniziato a forgiare i tuoi cavalieri celandoti dietro le spoglie del nobile, poi la Ragazza ti ha affrontato, voleva essere degna della fiducia degli Eroi, ispirata dal loro senso di giustizia e sincerità schietta, ha creduto di potercela fare … nella tenda piangevo perché l’ho vista giacere a terra dove adesso si trova, e sapevo che parlare avrebbe messo ancora più in pericolo la vita di sua madre, ma non ti sei fermato solo a questo, bestia dannata”. Le lacrime tornarono a scendere sulle sue guance “non appena lei si è ribellata, hai ucciso suo padre e sua madre, e di questo dolore ti sei nutrito, ma ne volevi ancora, e mentre Willot la sua guardia del corpo si frapponeva tra te e lei, hai percepito l’amore che la guardia provava per la ragazza, e per questo motivo hai lasciato il corpo di Edurath per possedere quello di lui, tale disperazione ha inferto il colpo di grazia alla Ragazzina, e di questo dolore tu non riesci a smettere di nutrirti, adesso barbaramente uccidi innocenti, donne e vecchi e perfino bambini devi essere fermato”. Fu quindi la volta di Durwill di parlare “un Fabbro, molto interessante, tu hai colpito a morte una bambina solo perché aveva in dosso una delle mie armature, ti pavoneggi di aver costruito armature migliori delle mie, e le sfoggi con questo esercito dal gusto discutibile facendole passare per truppe immortali?” la presa sul martello del Nano si fece più forte “ io sono Durwill Mano Di Tuono, brandisco il martello della creazione di Snorri l’elmo lucente, e ti sfido hai offeso una mia opera indossata da una ragazzina innocente, vediamo chi può creare l’esercito più potente”.  Il nano osservò verso Maja, Haumena e Jojyn urlando “Signore che sia polvere magica, ghiaccio o magia della terra, inondate il suolo con il vostro potere, Guerrieri di Buona Pietra piantate le vostre armi al suolo, Arethwyn le spade, Kueria il tuo spadone, Haumena pianta le dita al suolo” quindi ringhiando con puro risentimento “Lupi d’Acciaio mostrate a questo incapace cos'è una vera amratura magica”. Sotto i miei occhi ho visto correre i lupi meccanici verso gli Eroi così da porsi a loro difesa, non ho mai indossato tale armatura, ma di quel che so per certo, è che rende più veloci, forti, i sensi si acuiscono e anche la magia fluisce in modo più potente. Il martello di Durwill fu sollevato e con un colpo percosse il terreno, anch’io e i miei cari piantammo le nostre frecce a terra, e ci preparammo a ricevere il potere del martello. Se le armature del mostro erano magiche solo armi magiche potevano sconfiggerle. Mentre il Demone urlava alle sue truppe di lanciarsi alla carica, con mia sommo stupore ho potuto osservare gli Eroi indossare le armature d’acciaio, e con tristezza vedere il corpo della Ragazzina venire abbandonato dal lupo di Arethwyn, così da porsi nuovamente sul corpo del suo proprietario legittimo. Terribile vedere l’armatura sporca di sangue in dosso all’elfo Oscuro, credo che il suo odore, il suo dolore per le perdite subite, la tristezza e la disperazione abbiano toccato tutti oltre che il guerriero. La Veggente però non sembrava volersi spostare anzi incitava la gente “Gli Eroi sono solo strumenti, sono il mezzo con il quale il mondo prende coscienza del suo potere, essi servono il prossimo e al loro fianco si può urlare contro il cielo, senza temere il fulmine, quindi popolo di Buona Pietra, combattete, combattete coma mai avete fatto sino a ora...” incosciente, ho pensato. Gettai a terra l’arco e corsi cercando di buttarla a terra prima che un cavaliere nero la colpisse.  La guerra alla fine era scoppiata, e come in ogni storia del popolo di queste terre, dei Cavalieri in armatura guidavano il popolo contro l’oscurità, e il fato baro.

 

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Per il pubblico da casa la Druida Jojyn adesso che ha in dosso un'armatura che potenzia le sue capacità, e può ricevere un dono da Durwill, cosa a vostro parere preferirà ricevere e quindi fare?

a) Può evocare un secondo Golem o creatura della natura

b) chiede diricevere uno scettro di pietra che potenzi la sua unione con la natura

c) Non desidera l'armatura la rifiuta, e preferisce combattere con le sue sole forze.

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Musica opsionabile da ascoltare.


 
 
 

Festa della Donna.

Post n°44 pubblicato il 08 Marzo 2012 da Druss5

[LO SCRITTORE]

Piccola parentesi per fare gli Auguri a tutte le Donne e Amiche della Taverna.

Essendo questa un'atività dove si mangia, Bè. Buon appetito...

Sandro ^_^

 

 
 
 

Capitolo 11° "L'ombra del Demone".

Post n°43 pubblicato il 04 Marzo 2012 da Druss5

Finalmente libero. È questo il primo pensiero che mi sorge in mente. Lo so, avrei dovuto continuare e scrivere quel che accadeva nella tenda ma gli spostamenti e la breve colluttazione che c’è stata alla fine semplicemente mi avrebbero fatto rischiare di spargere inchiostro sul mio diario. O forse no? In effetti, dopo quello che ho ascoltato e visto preferisco aspettare, devo rielaborare il tutto, non voglio scrivere solo ciò che mi hanno lasciato guardare. Eccomi qui con il benestare di mia moglie a girare per la cittadina di Buona Pietra, non ha retto al mio sguardo supplichevole, credo. Anche in una situazione del genere non possiamo permetterci di non lavorare. Per questo motivo abbiamo usato l’anello della Vecchia Veggente proprio per trasportare un carro, che con un fianco aperto da un ampio telone si presterà a essere una versione ridotta della nostra taverna. Mentre io girerò lieto per le viuzze, almeno per un po’, mia moglie con le cameriere inizia a lavorare stuzzicando gli appetiti dei presenti con un bel calderone e uno stufato dall’odore paradisiaco. Inspiro l’aria e ascolto le voci delle persone che riempiono il luogo, cose che per quanto desideri non riesco quasi mai a offrire sulle righe delle mie pagine. Come mi era stato raccontato della piazza non è rimasto in sostanza molto, il fulmine ha lasciato un grosso buco bruciando persino il terreno, portandosi con sé alcuni edifici. Le abitazioni qui, come vuole il buon nome della cittadina, sono fatte di eccellente pietra di fiume e i tetti in parte di legno e paglia sono molto caratteristici. Su di un pavimento nero come la notte, è stato montato un discreto numero di tende color perla, sia per dare un tetto a chi non lo possiede più, ma anche per creare una sorta di quartier generale, dove le nuove truppe si possono riunire. Poco fa, infatti, ero proprio in una di queste tende e non sento alcun desiderio nel ritornarci. La giornata ci regala un piacevole sole, accompagnato sempre da una temperatura fredda. Le persone come piccoli germogli si adoperano in diversi compiti vedo molti ragazzi senza nemmeno l’ombra di una barba e Anziani con troppi capelli bianchi intenti ad allenarsi. La fanteria di Kueria rimane vicino al portone d’ingresso della cittadina, mentre gli arcieri di Alisha sono sistemati vicino alla piccola fortezza. Da quel che mi è stato riferito, la dimora della famiglia Rosa Nera non è ancora agibile, gli orchi ne avevano fatta la loro tana, posso solo immaginare cosa vi sia ancora lì dentro. Mi sento curioso, andrò a darci un’occhiata. L’odore di pane riempie una viuzza rendendola più allettante rispetto ad altre. Scopro che diverse persone hanno riaperto le attività chiuse sino a poco tempo prima, commercianti, bottegai, negozianti in genere, sono tutte donne, e questo è splendido. Per quanto si prospetti tempi assai duri e addirittura, una guerra, la voce e il canto del gentil sesso mi rendono allegro. Sento chiaramente il ritrovato potere degli Umani, a loro il fato ha donato la capacità di decidere del proprio destino, e per quanto si possano costringere con la forza a lavorare, non renderanno mai quanto in un momento di speranza come questo. Continuo a camminare per una stradina che tende a salire, fino a raggiungere un piccolo pozzo fatto di pietra, dove decido di fermarmi. Bevo un sorso d’acqua donatomi da una donna dai capelli grigi, a lei chiedo se sappia chi siano gli uomini che accompagnano la giovane ragazzina con l’armatura di lupo. La donna mi spiega che, il giovane ragazzo dal sorriso beffardo è il Figlio del signore di Ricco Lago, città vicina a questa dove adesso mi trovo, si chiama Sir Edurath o qualcosa del genere, è il promesso sposo della ragazza e prima dell’arrivo del mio gruppo d’amici, era previsto che si sarebbero sposati e trasferiti nella cittadina a sud verso la capitale del Regno.  Wollit invece è il ragazzo corpulento, dallo sguardo intelligente, suo padre era il capo della guardia personale del nobile, ma dopo la sua morte avvenuta per mano dell’arrivo dei pelle-verde, il posto è stato indegnamente preso da lui. L’inesperienza non aiuta e in fondo è noto che molti lavori anche i più delicati tra i nobili passino per semplice successione di sangue. Compro del pane ancora caldo e del formaggio saporito, mi fermo chiudendo gli occhi lasciandomi bagnare dal calore della giornata quando l’ora del pasto è oramai imminente. Ripenso a ciò che è successo nella tenda all’alba. Arethwyn dopo aver scrutato in modo torvo Connè Varò aveva tirato fuori il pugnale “uccidiamoli tutti e tre” aveva esordito con voce decisa “lui è grasso per questo già inutile, l’altro” aveva additato il ragazzotto “sorride troppo, mi ricorda Varò, e il vecchio” aveva schioccato la lingua “è stato incapace di guidare la sua gente, fino a ieri assisteva ai roghi” né la Ragazza né i tre nobili avevano avuto il coraggio di fiatare. Kueria si era fatta avanti ponendosi con la sua alta statura tra l’Oscuro e gli umani “mi fai solo ridere orecchie a punta, solo per l’aspetto giudichi le persone?”, aveva quindi posato la mano sulla sua spada “ sei abile con quella balestra ma mi chiedo quanto tu regga con una spada in mano, ho già appeso altri come te a un albero, Elfo” con fare di sfida gli aveva sorriso contro “e poi chi dice che la ragazza sia davvero così innocente“. Nel frattempo la Fatina si era adagiata sulle ginocchia della Veggente cercando di calmare il pianto dell’anziana donna, nella confusione non sono riuscito a capire cosa si dicevano. Intanto Maja e Alisha mettevano giù un piano piuttosto ardito. Grazie alla polvere magica dell’elfa, il gatto nero della Messaggera era reso invisibile così che questo potesse avvicinare indisturbato il quartetto di nobili umani. Ritengo che il potere dell’umana di leggere l’altrui pensiero, grazie al contatto con il suo felino, avrebbe tolto qualsiasi dubbio. Facile per il felino raggiungere il quartetto ho pensato anch’io. Il caso però ha voluto che mentre la donna delle montagne litigasse con l’Oscuro guerriero il gatto abbia deviato il suo percorso raggiungendo per prima la giovane dai capelli castani. L’armatura del Lupo d’Acciaio ha subito annullato l’incanto d’invisibilità e lo sguardo della ragazzina si è posato sul gatto intento a strofinarsi. “Non vi fidate di me?”. Con attenzione ci aveva osservato uno a uno “Non merito la vostra fiducia forse?” le lacrime avevano riempito i suoi occhi “Vi ringraziamo per quello che sino ad ora avete fatto per noi, ma io ho sfidato il Re e a me spetta adesso il confronto, se ritenete opportuno proseguire il vostro viaggio io lo capisco”. Un silenzio ancora più imbarazzante riempiva la tenda “potete andarvene se volete, ho imparato che la fiducia è qualcosa che si riceve o si perde, ed io fino a poco fa credevo di aver visto qualcosa di speciale in voi, ma forse mi sbagliavo”. Guardando poi verso Varò “avevate ragione voi Signore, non so valutar bene le persone, invitare qui il vostro amico Taverniere e fare una riunione con i Liberatori di Buona Pietra mi hanno fatto capire molte cose, vi renderò la vostra libertà da subito, ora scusatemi tutti”. Velocemente la Giovane aveva lasciato la tenda seguita dai tre che non si erano dimostrati eroi con gli orchi, figurarsi contro chi ne aveva sbaragliato un intero esercito. La discussione tra gli Avventurieri era quindi sfociata in lite ed io con la mia Famiglia sono uscito, proprio mentre Connè Varò era liberato dalle guardie, l’unica a essersi tenuta in disparte è la piccola Druida. Credo che l’avventuriero ci abbia giocato anche questa volta, ci ha spinti in un terreno avverso, quello del dubbio e sospetto per guadagnarsi nuovamente la libertà, in un momento così caotico un uomo può essere anche lasciato dentro una cella finendo dimenticato. Raggiungo la zona a Est adibita a rudimentali capanne di legno, probabilmente adibiti alla costruzione delle armi e armature, al momento appare deserta. Torno sui miei passi, ed entro in una Tavernetta gestita da una donna che mi ricorda molto Gemma dato il colore dei suoi capelli rossi. Ascolto quello che la gente dice sulla venuta dei cosiddetti Liberatori della cittadina. Alcuni straparlano, altri raccontano di aver lavorato con loro in questi giorni. Ritengo che sia molto difficile per le persone di questo luogo comprendere davvero chi siano i miei Amici avventurieri. Eppure nei loro racconti ritrovo bagliori della loro anima. Raccontano della piccola Druida e della sua tigre, i bambini del luogo hanno per la prima volta giocato con un’animale così temibile, persino la Gnometta si è dimostrata paziente anche con i bambini più tremendi i miracoli che riesce a compiere rendono le persone molto fiduciose sull’esito della guerra. Di Kueria invece dicono che sia un tipo assai diretto, la sua forza non si avverte solo nei gesti ma nel modo di parlare, ti guarda negli occhi e valuta attentamente chi gli sta davanti, però non si tira in dietro e ama proporsi per essere in prima linea anche nei compiti più difficili. Già in passato avevo udito storie sul popolo dei barbari delle montagne, essi sono chiamati i corridori del cielo, vivono di caccia e non allevano bestiame né tanto meno possiedono cavalli, ma dicono che siano egualmente veloci. Letteralmente il nome della mia amica significa “colei che corre sulle nuvole”, è molto intelligente lo dimostra che parla molto bene la lingua comune, e l’essere anche una commerciante di pelli pone l’accento sulla sua versatilità. Credo che in passato abbia molto sofferto, ma ancora non la conosco abbastanza da dirlo con precisione.  Alisha invece si è dimostrata in più occasioni una persona umile e disponibile, pur essendo una Messaggera di un popolo fatto di rettili e animali parlanti, dimostra desiderio di ribellione. Gli umani cresciuti dal popolo degli Antichi sono costretti a severi esercizi, discipline marziali di alto livello e un’assoluta disciplina e ubbidienza. Eppure questa Messaggera ama parlare, confrontarsi e dimostra il desiderio di crescere. Ha un carattere severo, non si limita a eseguire il compito che le è stato assegnato, ma continua cercando l’eccellenza. In più occasioni durante le cene, si è confrontata con molte persone, anche gente di età veneranda, non ha mai mancato di esprimere la sua opinione e durante le ore di lavoro o addestramento ha spronato tutti a fare del proprio meglio. Di Maja dicono che sia una forza della natura, pone entusiasmo in tutto quello che fa. L’essere in possesso di polvere di Fata, o come sospetto io, polvere di Folletto decreta che l’elfa ha vissuto per un lungo tempo tra questi bizzarri esseri, ottenere la loro fiducia non è cosa da tutti. Potrei dire che è una sorta di Paladino del mondo delle vita, non indossa armi fatta eccezione del pugnale che le ho donato in taverna, e anche quella volta che è stato invocato il Golem di pietra ha usato il suo potere per evocare una protezione per lo stesso costrutto. Dicono che durante la notte giri per il bosco e luci fluttuanti la seguano, la mattina c’è sempre frutta sugli alberi e l’acqua del pozzo non è mai stata tanto abbondante. Haumena in quanto fata è l’essere che più di tutti sprigiona curiosità, il potere di governare il freddo ha portato un clima migliore nella zona, senza contare che l’attuale barriera che protegge questa terra è stata eretta da lei, almeno due volte al giorno vola molto in altro per rigenerare l’incantesimo. Ama la vita, questo è palese, sembra innamorata del mondo e delle persone, adora udire il sorriso dei bambini e nella sua tenda ogni sera, i più piccoli si radunano per ascoltare le sue storie. Per ultimo Arethwyn, in quanto elfo oscuro non è socievole per natura, il suo popolo è dannato e violento, anche gli infanti dal momento della nascita vengono valutati per capire se sono idonei alla vita. L’odio e l’ira fanno da padroni in questa società e ombre proprio come Arethwyn sono il prodotto di addestramenti estremi. Assassini, oserei dire perfetti. Per quanto l’elfo si sforzi di trattar male chiunque ispira rispetto e timore, molti segretamente seguono il suo fare e alcuni addirittura si appostano mentre lui si allena così da carpire alcuni segreti. Ciò che nessuno di queste persone sa è che i miei amici alla fine, proprio come me sono dei reietti. Siamo nati in luoghi diversi, eppure siamo snaturati, diversi dai nostri simili, oserei dire unici e quest’unicità ci rende simili tra di noi. Il tempo è volato il sole inizia a calare, odo urla e grida dalla strada, poi una scossa …….

 

Un terremoto.  No! La piccola fortezza è crollata dalle macerie esseri in armatura nera con occhi color fuoco e spade alla mano, percorrono le vie attaccando chiunque senza pietà … non ho più tempo, devo raggiungere la mia famiglia.

 

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Per i giocatori; dopo la discussione e aver udito ciò che ha detto la Ragazzina, cosa pensate di fare? A vostro parere il vostro personaggio in questa giornata tranquilla, cosa ha fatto? Mentre scoppia il Caos che fate? Ricordatevi che avete delle truppe, e che non siete soli.

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Per il pubblico da Casa le tre possibili risposte:

A) Sfrutto la situazione per andarmene, non mi vogliono almeno così ha detto la Ragazzina.

B) Mi organizzo con i miei compagni e mi preparo allo scontro.

C) Penso alle persone e mi assicuro di salvare quante più persone posso.


musica opsionabile;


 
 
 

Capitolo 10° "L'ombra del Demone"

Post n°42 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da Druss5
Foto di Druss5

 

Il lavoro mi ha costretto a rimanere lontano dal mio diario. In questi giorni abbiamo spalato un’infinità di neve dal piazzale, senza contare quella che abbiamo dovuto levare dalla camera distrutta dalla fuga plateale del Demone. Ho pensato a un’infinità di cose da poter scrivere, ma adesso mi sento confuso. Era tutto chiaro nella mia testa, soprattutto per i racconti che ho udito provenienti dalle terre a Sud dove ora sono i miei Amici Eroi. Quello che più mi lascia perplesso però è che non è giunto nessuno da Nord, dalle terre governate degli uomini dell’Impero. Mi sono rifugiato nel retrobottega dopo aver trovato nel vaso posto sullo scaffale a destra un giglio bianco. Il vaso è un dono di Connè Varò non è bucato quindi non ha fondo e non può essere usato per contenere oggetti, però ogni qual volta l’avventuriero è nei guai quel tipo di fiore spunta dal vaso. Mi chiedo principalmente il perché mi abbia fatto quel tipo di dono, forse spera nel mio buon cuore. Cosa si aspetta da me quell’uomo?

Ho riletto le pagine scritte nei giorni scorsi. Devo appellarmi alle tre regole, suppongo. Quelle dove i miei occhi vedono, quello che non vedono e usare la mia Conoscenza per filtrare il tutto. In poche parole, riuscire a capire quello che forse ho dato per scontato.

Scrivo mentre elaboro le mie idee.

Allora il gruppo è giunto alla cittadina di Buona Pietra travestiti da saltimbanchi, il paesello era governato da un folto gruppo di Orchi ben armati, anche se in apparenza lasciavano il nobile come reggente. Usavano le persone per fortificare la cittadina, costruire armi e catturare animali. Poi la ragazzina ha cercato di fermare l’esecuzione di alcuni paesani, rischiando di morire, e li è scoppiato lo scontro. Alla fine gli orchi sono stati scacciati, la Ragazzina è stata protetta dal lupo d’acciaio di Arethwyn e adesso veste una preziosissima armatura, e gli Eroi hanno ricevuto delle cavalcature di rara magnificenza. Cosa manca?

Che sciocco, certo! Connè Varò dai racconti che ho ascoltato non appare tra i premiati, a lui nessun dono. Perché?

Dovrei lasciare correre, e attendere che nuovi avventori giungano alla Taverna per riportarmi altre storie. Continua a guardare quel giglio bianco.

 

Ho da poco terminato il pranzo, e come amo fare ho mangiato con mia moglie, con lei mi sono confidato e le ho chiesto consiglio. Avrei potuto chiedere alla Vecchia Veggente, il suo potere di prevedere gli eventi futuri non ha eguali. Preferisco invece scegliere al fianco della mia compagna. Sofia è saggia e mi ha fatto notare che adesso che piove molta neve si è sciolta e anche le persone che ospitavamo se ne sono andate in cerca di luoghi più sicuri. Rimanere isolati con Orchi che vagano per la foresta, non sarebbe una buona mossa. Abbiamo deciso, la nostra Famiglia partirà per raggiungere la cittadina di Buona Pietra.

 

I preparativi sono stati piuttosto frettolosi, a breve sarà buio. Come al solito quel caprone di Durwill non è d’accordo nel partire. Ho dovuto raggiungere un compromesso con lui, lascerò che costruisca qualcosa di nuovo, ma non ha voluto dirmi altro. Le spese saranno a mio carico logicamente. Quel nano alcune volte rasenta la follia con le sue strampalate invenzioni. In un certo modo capisco il suo desiderio di rimanere in questo piccolo angolo di tranquillità, e poi…

Non siamo rimasti in molti a possedere una vita longeva, oserei dire immortale. Conosco solo due persone oltre a me a possedere tale dono. Non so dire quanti avventurieri siano passati dalla mia Taverna mentre percorrevano la strada in cerca dell’immortalità. Comunque come qualunque cosa di natura Magica, tale fenomeno è legato a regole ferree. Ad esempio un Vampiro può vivere in eterno ma se contravviene alla regola di essere toccato dalla luce del sole, muore anche lui. Il primo che ho conosciuto è stato proprio il mio amico Nano Durwill lui è vincolato a una collana, e all’amore di un’Elfa che in essa vive. Vorrei scrivere di più su di lui, quasi una favola direi, ma non ho molto tempo. Il secondo è Connè Varò anche lui toccato dal nostro stesso dono. Comunque sto ben attento a condividere tale segreto con i vari avventurieri o semplici conoscenti, il troppo chiacchierare uccide.

 

Oramai il sole è scomparso, ho portato la Vecchia Veggente nella stalla e l’ho fatta salire sul carro privo di cavalli, lei mi ha dato il suo anello. I Gemelli sono sistemati in due ceste e dormono tranquillamente sul retro dell’ampio carro. Dovremo correre sperando che non si sveglino. Durwill neppure ha voluto parlarmi prima della partenza, mi ha fatto trovare la collana a forma di farfalla sul bancone della taverna ed io l’ho indossata. Mi dicono di smettere di scrivere, scende adesso mia moglie Sofia con i mantelli, Stella a Luce si sistemano i loro soprabiti sulle spalle, fuori i Lupi d’acciaio rimangono immobili. E’ ora di partire.

Dal giorno che il fulmine ha colpito la cittadina di Buona Pietra, sono passati circa dieci giorni. Mentre osservavo la guardia posta alla porta d’ingresso, non riuscivo a trattenere il desiderio di scrivere, avrei voluto con la massima cura riprodurre il suo stupore mentre ci osservava. Abbiamo corso per tutta la notte senza sosta guidati dalla luce delle due fatine eppure aspettavamo tranquillamente accerchiati dal nostro branco. Credo che ci abbiano aperto le porte solo perché negli ultimi tempi la popolazione avesse visto diverse stranezze, o magari per il benestare di uno dei nostri amici Avventurieri. Vorrei descrivere la scena per come l’ho vista io, ma poiché ci hanno fatto accomodare in una tenda in attesa, credo che sarà più interessante scrivere per come la gente continua a raccontarla. Senza contare che, una Guardia piuttosto robusta con il naso aquilino è all’ingresso della Tenda e continua a commentare l’accadimento ai diversi passanti. Per me è irresistibile, devo scrivere quello che racconta.


“Non potevo credere ai miei occhi, un branco di Lupi attendeva seduto mentre due piccole fatine svolazzavano irradiando luce, dopo che hanno aperto le porte, il branco si è fatto avanti”. “Poi, all’improvviso un lupo che sembrava proprio vero, che teneva al collo una collana simile a una farfalla, si è mosso, e puff!”. “Ecco apparire un elfo che si liberava del mantello, accanto a lui anche un altro lupo ha preso la forma di un’Elfa, poi le Fatine sono divenute donne, i loro mantelli sono magici, di certo”. La voce della Guardia si alza sempre di più “L’elfo dai capelli bianchi poi si è tolto la collana gettandola da una parte, e poi un anello dal dito, gettandolo sul piazzale di nuovo un altro Puff, e un altro”. ”Dove c’era la collana, è apparso un nano con in mano un martellone privo di un occhio, e dove c’era prima l’anello, ecco apparire un carro senza cavalli dove alla guida c’era una Vecchia cieca sdentata, sembra che quegli elfi e quel nano abbiano traslocato, dal carro si sentono anche i pianti di alcuni bambini, lo avete sentito anche voi no …”.

E bene sì! Abbiamo dovuto viaggiare velocemente i mantelli del popolo di mia Moglie ci sono stati utilissimi, ci permettono di cambiare forma in animali di taglia media, tenendo conto che i bambini e la Veggente non potevano fare un viaggio del genere, l’anello che lei possiede le permette di spostarsi ovunque tale oggetto sia lanciato. Mentre per Durwill credo oramai sia chiaro che egli vive nella collana con la sua amata. Comunque causa la neve, sia per la possibilità di incontrare orchi abbiamo preferito questa volta farcela a piedi, o a quattro zampe. Almeno per noi, le Ragazze hanno preferito volare, e la luce delle Fate, ci ha reso il viaggio ancora più sicuro.

Ed eccoci qui, seduti con la mia Famiglia comodamente, i lupi sono fuori la tenda e Durwill non smette di fumare quella sua puzzolentissima pipa i gemelli hanno smesso di piangere e riposano dopo un bel po’ di latte. Rimaniamo in attesa ed io con il mio libro in mano sono pronto a scrivere. Lentamente vedo entrare i miei Amici, Arethwyn, Haumena, Alisha, Jojyn, Kueria e Maja. Poi l’ingresso della Ragazzina, che come mi è stato raccontato indossa l’armatura di Lupo. Durwill ha strabuzzato gli occhi osservando Arethwyn “quindi adesso regali il mio lupo a una bambina?”. Sofia cerca di calmarlo “Il mio era solo un prestito quella roba è mia, capito?” noto mentre il nano sbraita che con lei ci sono altri tre uomini, uno sembra il padre, gli altri due sono più giovani. Il primo è alto ma grasso, sudaticcio e con lo sguardo attento i capelli biondi gli rimangono appiccicati al viso, l’altro è di bell’aspetto capelli neri ben curato e sorriso beffardo si tiene molto vicino alla ragazzina. I loro abiti sono di ottima fattura, forse fanno parte della casata di Rosa nera. La giovane non sembra a suo agio mentre Durwill continua a protestare, chi lo sarebbe, ma c’è qualcosa d’altro credo. “Vi chiedo scusa Signore ma l’armatura non sembra volersi staccare da me, abbiamo provato ma non si stacca”. Durwill si zittisce e mi guarda, mi sussurra qualcosa all’orecchio. Smetto di scrivere.

Da quel che mi è stato spiegato il gruppo di Eroi partiti dalla taverna, stanno organizzando gli abitanti della cittadina, Kueria addestra la fanteria, Alischa gli arcieri, i poteri di Maja donano cibo a sufficienza mentre altre persone si aggiungono per formare un sempre più folto esercito. Per adesso, circa centocinquanta fanti e ottanta arcieri. Esercito misero se contiamo che sono quasi tutti contadini. I Soldati quelli veri, sono stati tutti inviati settimane fa verso la capitale per ordine del Re.  Solo i poteri di Haumena e Jojyn rendono possibile una momentanea protezione, tramite incantesimi dei quali non capisco la forma. Arethwyn dal canto suo da indicazioni strategiche, e sembra piuttosto sfiduciato. L’esercito dei Cavalieri della Dama è famoso per i suoi guerrieri a cavallo e le loro lance lunghe. Una Cavalleria pesante contro un esercito scarso come questo vincerebbe in un soffio. E anche il Re ha dei Maghi. Eppure non sembra questo che spaventa la Ragazzina. Alla fine il padre della tredicenne mi chiede “Ma Voi perché siete qui?”. Domanda più che lecita, rispondo senza posare la piuma dal diario “mi ha chiamato Connè Varò, a proposito che fine ha fatto?”. Il silenzio, poi il nobile Grassoccio mi risponde “è in prigione, vedete mentre i vostri amici hanno combattuto, lui dopo il primo sparo dal palco è scomparso, lo abbiamo trovato due giorni fa ai confini, cercava di portar via sei unicorni dalle nostre stalle, sicuramente per rivenderli a peso d’oro, insomma ha lasciato gli altri a combattere mentre lui se la dava a gambe”. E’ tipico di Varò “vorrei parlare con lui se è possibile”.

Attendiamo mentre Sofia e le mie due cameriere abbracciano gli amici Avventurieri, scambiando alcune parole. Durwill come me rimane seduto continuando a fumare osserva i tre uomini dietro la Ragazzina in armatura. Guardo la Vecchia Veggente, non sorride anzi, sembra a disagio si soffia il naso forse soffre di raffreddore.

Arriva Connè Varò, ha sempre la sua roba addosso ma è incatenato. “Ecco il mio vecchio amico Xanders ti stavo aspettando, però sei lento a partire, credevo arrivassi ieri, però hai una famiglia numerosa da spostare certo…” esordisce mentre le catene tintinnano e le due guardie lo sostengono per le braccia. “Buon giorno a tutti, io non ho ancora fatto colazione, mi mandate il nano a prendere qualcosa da mangiare?”. Osserva preoccupato Durwill che però non lo degna di uno sguardo.  “Ottimo adesso mi potete pure levare le catene” le Guardie lo stringono ancora con maggior forza, e il giovane di bell’aspetto dice a Varò “Voi vaneggiate, è solo per il buon cuore di Mjusa che un furfante come Voi è ancora vivo”. Connè spalanca gli occhi e poi inizia a parlare. Mai, far parlare Connè Varò per più di pochi istanti. “Vaneggiate forse Signore?” si guarda in torno l’avventuriero dai capelli castani “ma come non è chiaro?” scuote il capo “bene vi spiegherò, non è forse vero che io ho sparato per primo contro quel Goblin, e non è vero che gli animali che continuate a tenere nelle stalle, prima erano liberi, e Voi invece continuate a tenergli rinchiusi e poi la Nostra amata e nobile Lady Mjusa ha indosso l’armatura del mio Lupo d’acciaio”. Connè osserva Arethwyn spostandosi da lui, mette la mano nella sacca e lascia cadere un soldino, non appena la moneta tocca il suolo, si trasforma nel settimo lupo d’acciaio che mancava al branco di Durwill. “Caro nano non avrei mai potuto vendere il lupo per una misera dote, ho usato il medaglione che mi ha dato Xanders per intraprendere la missione per occultarlo al tuo richiamo”. In effetti, il dono che ho fatto a Connè Varò era proprio un medaglione con la capacità di ridurre gli oggetti inanimati in monetine di poco valore, molto utile se si vuole trasportare qualcosa, io lo usavo per spostare grossi carichi di merce.  L’avventuriero continua a parlare “Vedete, il nano da qualche tempo continua a richiamare il suo lupo e per me era quasi divenuto impossibile riuscire a fermarlo, ma dopo aver rincontrato Arethwyn, ho pensato bene di scambiare i due animali mentre eseguiva il numero con i coltelli” solleva il dito verso l’alto “il punto quindi è che anche se ho lasciato che fosse l’elfo oscuro a comandare il MIO lupo, è sempre il mio lupo quello che protegge la nostra amata Nobile, e che non essendo di vostra proprietà gli unicorni, poiché sono animali liberi, non vi ho rubato nulla, anzi posso aiutarvi a vincere questa guerra, sempre che prima mi aiutiate a togliere le erbacce”. Allunga le braccia verso le guardie e rimane in attesa. Ecco cosa accade a lasciar parlare troppo quell’uomo, non sò se credergli mente solo per salvarsi o dice la verità? La mano fredda della Veggente mi tocca, lacrime solcano il suo volto. Neppure il discorso di Varò sembra aver distolto lo sguardo di Durwill dai tre uomini. Solo adesso capisco, provo sdegno e risentimento. “Bene, capisco solo ora il perché mi hai chiamato Connè Varò, capisco solo ora perché una Ragazzina era pronta a morire, oltremodo comprendo che il perché l’armatura non lascia la nostra amica, il punto è … chi è dei tre?”. Sposto lo sguardo e osservo gli Avventurieri e spero che anche loro capiscano e comprendano quale sia il miglior modo di agire.

 

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Per i lettori da Casa cosa pensa Jojyn la piccola Druida?;

Risposta A) Non ho capito nulla.

Risposta B) Mentre sono nella stanza chiedo consiglio alla Veggente.

Risposta C) E' bene non agitarsi, con calma elimineremo chi fà del male alla ragazza da tempo.

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Musica opsionabile; (ma aiuta a capire).


 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Druss5
Data di creazione: 20/10/2010
 

personaggi.


Xanders Elfo Bardo

Breve Premessa

 

Sofia Moglie di Xanders

Abile nei lavori di cucito

e cuoca leggendaria.

 

La vecchia Veggente;

A lei ponete qualsiasi domanda e sarete accontentati.

Per una moneta può prevedere gli

eventi, il suo motto è;

"A ogni domanda c'è una risposta..."

Che aspetto ho in questo mondo?

Che tipo di persona Sono?

 

Il Nano Durwill

Abile Fabbro, il suo martello

è capace di creare oggetti

magici. Vive sul retro della

Taverna.

 

L'avventuriero Connè Varò

Un brigante, in cerca di oggetti

rari per il mondo. Dotato di grande

intelletto, ma poco affidabile.

Dicono che la sua Spada abbia

grandi poteri.

 

Quì sotto troverai

gli EROI del primo libro

"l'Ombra del Demone".

 
 

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