Creato da FerminaD4z4 il 15/11/2006

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IL LIBRO SUL COMò!!

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***SYLVIA PLATH****

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Io sono verticale

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.

Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.


 
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A Sylvia

Post n°200 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da FerminaD4z4
 

Lettera d’amore 16 ottobre 1960

Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta
anche se, come una pietra, non me ne curavo
e me ne stavo dov’ero per abitudine.
Tu non ti limitasti a spingermi un po’ col piede, no -
e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo
di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,
di comprendere l’azzurro, o le stelle.
Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente
mascherato da sasso nero tra i sassi neri
nel bianco iato dell’inverno -
come i miei vicini, senza trarre alcun piacere
dai milioni di guance perfettamente cesellate
che si posavano a ogni istante per sciogliere
la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,
angeli piangenti su nature spente,
Ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.
Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.
E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.
La prima cosa che vidi fu l’aria, aria trasparente,
e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada
limpide come spiriti. Tutt’intorno giacevano molte
pietre stolide e inespressive,
Io guardavo e non capivo.
Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi
per riversarmi fuori come un liquido
tra le zampe d’uccello e gli steli delle piante
Non m’ingannai. Ti riconobbi all’istante.
Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d’anima
pura come una lastra di ghiaccio. E’ un dono.

Sylvia Plath

Per celebrare e ricordare una delle più grandi scrittici di tutti tempi. Ricorre, oggi, l'anniversario della sua morte. E' stata una strana coincidenza perchè non so in quale meandro del mio cervello fosse nascosto quest ricordo da sentire il bisogno stamattina di cercare su internet un frammento del suo diario(che ahimè non ho trovato, ma tanto ho il libro a casa), per poi rendermi conto che oggi ricorreva qursto triste anniversario. Coincidenze. 

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Commenti al Post:
vecchia_gallina0
vecchia_gallina0 il 12/02/09 alle 09:54 via WEB
non la conosco, ma mi hai incuriosita, la leggerò.
 
 
FerminaD4z4
FerminaD4z4 il 12/02/09 alle 19:01 via WEB
Ti consiglio di leggere "La campana di vetro"!Un bacione ed buona serata
 
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"SONO CENT'ANNI..." NAZIM HIKMET

Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato il suo ventre

eravamo sullo stesso ramo insieme
   eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent'anni
   di cent'anni la strada
e da cent'anni nella penombra
   corro dietro a te.

 

"Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e ... 
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti in una lingua straniera. 
Non cercare ora le risposte che non possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse
E il punto è vivere ogni cosa. Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta."
Renoir Maria Rilke

 

Il senso della vita non è qualcosa di nascosto che possiamo trovare o scoprire, bensì qualcosa che noi stessi possiamo conferire alla vita stessa.
Possiamo conferire un senso alla nostra esistenza mediante il nostro fare e il nostro lasciar fare, il nostro lavoro e il nostro agire, con la nostra posizione rispetto alla vita, agli altri uomini e al mondo.
La vita ha, in ogni caso, un valore di rarità: è preziosa. Siamo inclini a dimenticarlo e a disprezzare la vita, forse per leggerezza, o forse perché la nostra bella terra e un po’ sovraffollata.
Con i miei ottantatré anni, sono oggi l’uomo più felice che conosca. Trovo la vita indescrivibilmente meravigliosa. Essa è sicuramente pure terribile...e, benché non di rado abbia attraversato momenti di disperazione e anche oggi abbia preoccupazioni più che pesanti, mi è capitato di essere "felice sino al cielo, triste sino alla morte" e sono felice.

Karl Popper

 
 
 

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