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i fornelli di gio'

Ricette tipiche della cucina italiana e marchigiana in particolare - mens beata in corpore beato

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Cresciole di polenta (cresce o focacce di polenta dolci)- ricetta con la polenta avanzata -.

Foto di old_eagle

Nell'ottica del non sprecare nulla, la polenta avanzata - vedi anche cresce di polenta - veniva (e viene, almeno da me) usata per realizzare una pietanza dolce che, molte volte, era l'unico piatto di quelle cene frugali di una volta, tempi in cui la pasticceria era un miraggio irraggiungibile. Una ricetta semplice e anche facile per un dolce, magari povero, ma gustoso.

Ingredienti:
Polenta avanzata.
Farina tipo 0

Olio di semi.
Zucchero.


Preparazione:
Prendete la polenta avanzata, toglietele la tipica pellicina che si forma all'esterno e impastatela con della farina in modo da ottenere un impasto elastico.
Prendetene una parte e, con un “rasagnolo” (mattarello) di piccole dimensioni, stendetela in modo da avere una specie di “piadina” delle dimensioni di un piatto piano (o della padella che userete) e dello spessore di 2-3 mm circa.
Friggete le cresciole, avendo cura di girarle, in abbondante olio di semi, quando saranno belle dorate e con le tipiche bolle, posatele su della carta da cucina per far assorbire l'olio in eccesso.
Servitele calde con una abbondante spruzzata di zucchero.

cresciole di polenta

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PROVENIENZA GENTILI OSPITI

PROVERBIO 1

Fa'l pà n'puretto ié se slama l'forno.

traduzione letterale in italiano: quando fa il pane un povero (poveretto) gli si slama (frana) il forno.

Per capire il  proverbio, bisogna andare indietro nel tempo quando il pane si faceva in casa e lo si portava a cuocere dal fornaio: i poveri avevano ben poche occasioni di farlo.

Significato traslato: è un proverbio un po' verghiano... per una volta che cerchi di alzare la testa, il mondo ti cade addosso.

 

PROVERBIO 2

Sta cui (con i) frati e zappa l'orto.

Per spiegare questo proverbio bisogna risalire al... medio evo, periodo storico in cui i latitanti erano ben felici di prestare la loro opera nei conventi (zona franca), al posto di essere incarcerati o peggio.

Significato traslato: c'è chi si adatta a tutto per il proprio tornaconto.

 

PROVERBIO 3

chi cia'l pà, n'cià i denti

traduzione letterale: chi ha il pane non ha i denti.

Significato traslato: molte volte chi ha una qualsivoglia fortuna non sa approfittarne.

 

PROVERBIO 4

chi sparte n'capa.

Traduzione letterale: chi fa le parti non sceglie.

Il significato è palese e si applica un po' a tutto, dalla divisione di una bistecca a quella di un terreno.

 

PROVERBIO 5

Fa cume i ceghi de Lureto... (ié ce vole n'soldo pe'ncumincià e du pe lassà n'dà)

Traduzione letterale: fa come i ciechi di Loreto... (gli ci vuole un soldo per cominciare e due per lasciar andare -smettere-)

É un proverbio che proviene da tempi lontani, quando il Santuario di Loreto era attorniato di ciechi (veri, ma, più probabilmente, fasulli) dediti all'accattonaggio che, per un soldo, si mettevano a cantare poi, una volta cominciato, non se la finivano più e bisognava dar loro il doppio per farli smettere.

Il significato traslato è più che ovvio... molte volte per far fare qualche cosa a qualcuno bisogna spingerlo... ma quando ha incominciato non si ferma più; basta vedere quello che succede a chi si avvicina sospettoso al pc... non se ne stacca più..

 

PROVERBIO 6

Quesso e gnente iè dà parente.

Traduzione letterale: questo e niente gli è parente (sono parenti).

il significato può essere esteso a parecchie situazioni, tanto per rimanere in tema... culinario... è l'esclamazione davanti a una porzione di cibo... misera

 

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