Creato da bambiblu1310 il 12/11/2009
Riflessioni semiserie in pinzimonio di semiconfusione.
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Post n°171 pubblicato il 13 Settembre 2012 da bambiblu1310
Il lo dico sempre prima, che sono una stronza. Un orso poco socievole. Ce l'ho scritto anche sulla bio di twitter, che sono cattiva. Eppure. Eppure succede che la gente mi parla, e lì per lì ha l'impressione che io sia una persona normale. Simpatica, anche. E decide che non ci crede, che sono un orso. E prova a fare amicizia. E poi si lamenta se viene morsa. Quello che mi frega è che sono brava, nel sembrare socievole. Nelle conversazioni superficiali, non mi batte nessuno. Un po' uno ce l'ha nel DNA, e un po' lo si impara. Io ho cominciato presto, a 20 anni: primo lavoro, in banca, allo sportello. Lì ho imparato a essere gentile, nel breve periodo. A parlare con la gente, e soprattutto a farla parlare, la gente. Un paio di risposte di circostanza e l''illusione di essere una persona affabile è fatta. Ed è così. Quando devo, nessuno mi batte in rapporti sociali. Non a caso mi sono sempre occupata della parte commerciale, e delle cosidette "pubbliche relazioni" in ogni mio lavoro. Ma quella non sono io. Quello è quello che faccio. E sono due cose diverse. Quando non sono obbligata, allora le cose cambiano. Ho deciso tempo fa che non avrei più finto amicizia, interesse per chi in realtà non era interessante, per me. Che non avrei più perso tempo con persone che non valevano il mio tempo. E così, lo dico prima. Sono stronza. Non ti avvicinare troppo, che ci resti male. E a tutti piace lì per lì, certo. Oggi fa figo dire sono stronza, è di moda essere "cattivi", controcorrente, orsi. Lo diciamo un po' tutti, no? Altra cosa è capire che poi, la persona che hai davanti, è stronza davvero, che è davvero l'orso che ti aveva detto di essere. Per quello, quasi nessuno è pronto. Ecco. Io sono un vecchio orso malvagio. Davvero. Sono quella che porta i figli a scuola, e non solo non va a fare colazione con le altre mamme e non diventa loro amica. Io non ci parlo, con le altre mamme. Che la mattina presto ho l'umore di un serial killer incazzato, e poi io li detesto, i discorsi da mamme. Le mamme davanti allle scuole sono stereotipi viventi di tutto quello che odio nelle donne. E lo dico da donna. Sono quella che se lavoriamo insieme, e si va a mangiare tutti insieme in pausa pranzo, allora io vado a mangiare al bar per conto mio, che lavorare insieme non vuol dire diventare per forza amici. Sono quella che no, per andare a Milano a fare il corso Pilates non vengo in macchina con te solo perché facciamo Pilates nella stessa palestra e andremo a fare lo stesso corso. Ci vediamo poi là, ok? Sono quella che sceglie di fare il corso Yoga a Milano, perché a farlo ad Alessandria ci sono due persone che conosco, e mi trovo meglio con gli sconosciuti, perché li posso evitare con più facilità. Ecco. Questa sono io. Pochi amici, che hanno di me tutta l'affabilità e la voglia di stare con loro di cui sono capace, poco tempo, dedicato a ciò che amo davvero fare, e alle persone con cui amo davvero stare, grande gioia di vivere, ma da condividere con pochi. Ma almeno, con gli altri, non fingo di essere ciò che non sono. E alla fine è facile, avere a che fare con me...basta non svegliare l'orso..
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Post n°169 pubblicato il 07 Settembre 2012 da bambiblu1310
Il mio cane, quando si mette in piedi, sulle zampe posteriori, e sembra una marmotta. Blue, quando mi prende in giro, e cerca di farmi arrabbiare. I ragazzi, quando mi raccontano cose successe mentre non c'ero. M., quando fa le imitazioni. La faccia di Blue, quando gli faccio uno scherzo particolarmente ben riuscito. L. quando arriva a chiedermi qualcosa, e mi fa quel sorriso che fa solo lei, con la testa piegata da una parte, e quello sguardo.. Il Muso, quando non ha voglia di uscire e si nasconde sotto il letto per non farsi mettere pettorina e guinzaglio. Andare a fare la spesa, la domenica, e guardare la gente che passa. Un sms stupido, della mia amica A. La mia amica A. Certi film, ma a volte anche certi telefilm. Fare le imitazioni degli animali a Blue, che le trova tutte orribili e non riuscite. Esattamente ciò che sono: orribili e non riuscite. Ma buffissime. Le cene, tutti e quattro insieme, a ricordarci pezzi di vita, o a scherzare su qualcosa appena successo. La gente che scivola (si, lo so, sono crudele). Twitter, e certi tweet che leggo. Non tutti volontariamente comici, purtroppo.. Uscire con le mie amiche. Lo so, un altro elenco.. lo ammetto, ho una passione per gli elenchi. Rigorosamente sparsi, però. Rispecchiano la mia anima, il mio essere: un tentativo di ordine, che però resta caotico. E questa sono io.. Io che amo ridere e non prendermi sul serio, perché penso che solo non prendendosi troppo sul serio si riesce a passare indenni oltre gli ostacoli della vita. E per ricordarmelo cerco di ridere, durante il giorno, ogni volta che ne ho l'occasione. E queste sono le piccole cose che, ogni giorno, riescono a farmi ridere..e chissà quante ne ho dimenticate.. Se avrete voglia di raccontarmele, sarò felice di ridere un po' anche per le vostre.
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Post n°168 pubblicato il 03 Settembre 2012 da bambiblu1310
Ve l'ho già detto, lo so. Blue è uno dei pochi uomini al mondo dotato di spirito romantico: ha bisogno di coccole, ama fare sorprese, stupirmi, camminare mano nella mano, stare appiccicati sul divano. Tutto il pacchetto, insomma. Poteva la sorte regalare a un uomo così dolce una donna, una delle tante donne, in grado di apprezzare e soddisfare al meglio questo suo animo così nobile? Naturalmente no. E il povero Blue si è ritrovato con una delle pochissime donne al mondo completamente priva del gene del romanticismo. Allergica alle coccole, ai nomignoli, e assolutamente inadatta alle sorprese. Odio le sorprese. Non so gestirle, mi colgono impreparata (eh, grazie, sono sorprese direte voi..), e io odio essere impreparata. Ho bisogno di tempo per prepararmi alle cose, io. Anche a quelle belle. Soprattutto a quelle belle. Che non ci sono abituata, alle persone che fanno cose belle per me. All'inizio il povero non lo sapeva, e mi riempiva di sorprese che non avevano MAI l'effetto desiderato e sgnato. Lui immaginava scene da film, con lacrime e petali di rosa che scendevano dal soffitto, e invece si ritrovava di fianco un'istrice nervosa e ammutolita che, nel migliore dei casi, non capiva cosa stava accadendo. Non ci credete? Vado a dimostrare. E' il mio compleanno, usciamo a cena. Posto bellissimo, elegantissimo, che adoriamo entrambi. Lui arriva e sparisce, dicendo che va a lavarsi le mani. Già mi irrita, ma non dico nulla. Torna al tavolo, si siede, e arriva il cameriere. Che porge A ME la carta dei vini. Lo trovo strano, stranissimo: non si dà alla donna la carta dei vini. Ma vedo Blue che non fa una piega, e mi dice tranquillo, "apri, che scegliamo il vino". Apro, e non mi accorgo (lo so, state pensando che sono una deficiente, e avete pure ragione) che nel frattempo i camerieri ci ronzano intorno con aria strana. Comunque, dicevo, apro la benedetta carta dei vini, e dentro c'è una busta bianca. Che io prontamente prendo in mano, e appoggio sul tavolo. Devo leggere i vini, no? Si, è esattamente come pensate. Era una lettera. D'amore. Per me. Bellissima, commovente, struggente. E io non l'ho nemmeno guardata. L'ho appoggiata al tavolo, incurante, distratta. Idiota. Al che lui, già distrtto, mi dice "chissà perché c'è una busta, apriamola", ma io, non paga del dolore che a quel punto gli avevo già inferto, penso bene di rispondergli "apri tu, mentre io scelgo il vino". Ripensandoci, credo che a quel punto i camerieri stessero per venire a pestarmi a sangue, e che Blue abbia meditato di abbandonarmi lì. E poi, di colpo, (si, lo so, era ora..) capisco. Apro la lettera e finalmente mi sciolgo in lacrime, e tutto il resto come da coreografia necessaria. Si, lo so, non sono degna di lui. Ma nonostante questo, lui è ancora qui. E ogni tanto azzarda ancora una sorpresa. E io, piano piano, sto imparando a lasciarlo fare. Che mi stia addomesticando?
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Si dice che occorre perdersi, per potersi ritrovare.
Io ho deciso di lasciarmi andare, di seguire il vento e di smarrirmi, per scoprire se riuscirò a ritrovarmi.
Questo blog vuole essere un po' un diario di viaggio, un compagno che passo passo mi accompagna lungo la strada, ma anche una piccola ancora di salvezza che, come i sassolini di pollicino, possa aiutarmi a tornare a casa, se dovessi perdermi troppo...
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