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Post n°196 pubblicato il 15 Aprile 2014 da MarianneWerefkin
È così. I momenti che un tempo si riempivano di soffici parole, quasi fossero cuscini su cui appoggiarsi e ritrovare le forze, rimasero poi baratri dai quali stare alla larga per non cadere sino in fondo e ritrovarsi nuovamente con le ossa rotte, frantumate; ed è da qui, dalla consapevolezza dello scuro niente, che ritornarono poi a riempirsi. Simone de Beauvoir si ripeteva - è finita, è finita. E' finita: tutto comincia.- Mentre assaporava la libertà alla fine di una Guerra. Uno schienale rosso, l'odore di un lillà, il sapore di un caffè. Un'autostrada, Un libro. Anche un teatro, a volte.
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