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Post n°198 pubblicato il 22 Aprile 2014 da MarianneWerefkin
Insomma prima o poi ci sarei entrata in un posto così. Ritrovarsi dall'altra parte non è semplice e mai l'ho pensato, solo che non ci sono mai stata nei panni di chi assiste, e purtroppo devo dire che sino a quando non lo vivi puoi solo, nel migliore dei casi, mantenere un atteggiamento di confortevole forte e ingenua comprensione. Siamo soli di fronte al dolore. Tutto il resto è un contorno, una spalla su cui appoggiare la testa, una gola che fa uscire parole che si perdono nell'aria e alleviano in minima parte la sofferenza. Ma servono tanto e danno l'illusione di non essere poi così fragili, di avere uno scudo alla tristezza, di avere tempo per prepararsi, di avere un terreno su cui camminare. Ma non c'è problema è solo una illusione per andare avanti. Quando arriva il momento finale non si è mai pronti, l'equilibrio cede, gli altri sono solo attorno a noi, la fragilità viene fuori e l'abisso ci guarda e ci chiama e noi ci cadiamo e vediamo il fondo. Succede sempre. Ma sempre accade anche di ritornare su. Basta aver pazienza. |
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