LA PROVINCIA

Se proprio devo scegliere un modello...

Per me è realmente affascinante.
Per favore, ingrandisci l'immagine a lato,
e resta a guardarla...

Spesso le donne sono viste da troppi uomini come il posto più opportuno in cui poter far defluire le proprie spinte erotiche.
Non ho nulla in contrario a nessuna visione del mondo, intendiamoci.
Ne sto qui a dare eventuali imputazioni alla natura, a Darwin, agli istinti, agli ormoni.
dico solo che nel momento in cui si sente il bisogno d'altro, si esce fuori dall'ottica tetteculofica, rimane sempre troppo poco:
ci vuole tanto per incontrare una donna di cultura, soprattutto quando per te la cultura non è rappresentata da titoli o dalla capacità di ritenere o variamente elaborare un determinato numero di nozioni e/o pagine di tal libro o tal'altro.
L'impresa diventa seriamente disperata quando vorresti anche solo conoscere una donna femminile, peggio, con del fascino
La società vuole i suoi miti, le american women, le industial woman, le evergreen, le donne sofisticate.
A me piacciono altre donne.
Quelle vere, autentiche, di carne ed ossa, d'anima.
Dedico il prossimo post ad una donna che ha fascino da vendere, pur non essendo una donna qualunque: provate voi a paragonare le foto di questo post con quelle del prossimo.

Il Rabbino Leibowitz predica e chiede: "Nessuno di voi conosce la differenza tra una donna ed una perla?". Silenzio. "Bene, una donna si penetra da una parte sola, una perla da due parti".
Si alza Moshe Simon e dice: "Io penetro mia moglie da due parti". "Tu non hai una moglie, ma una perla..."

Diceva uno che mi piace tanto...:
"Mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, e poi sono nato fesso...".

Io non so ancora far canzoni, al massimo scrivucchio righe, cercando di portare le dita su questa tastiera e farle muovere all'altezza del cuore.
Credo mi piaccia il casino, con chi dico io, e una cosa forse mi è chiara: sono nato fesso.
Ma una cosa è sicura: mi piace bere vino, mi piace, anche se lo faccio di rado:
mi piacciono i passiti, i vini liquorosi, i vini dolci, i bianchi...
Ma quando il gioco si fa duro, ci vogliono i rossi.

Quando il cuore vuole vino, ci vuole un rosso.

Improvvisamente scompaiono i calici, le etichette, i bordeaux.
Scompare il perlage, il sentore di lavanda e violetta.
Il decanter, il tirabuscion e i nomi eccentrici.
Appare il fiasco, la damigiana, la botte, come nelle migliori canzoni di Guccini o di Lolli,appaiono i santissimi bicchieri di carta e la sete d'acqua che solo i bevitori di vino conoscono.
Talvolta appare l'anima. e il piacere.
il cuore, la socialità, la simpatia.
il ricordo dei tempi andati, negli aliti tutti uguali, il ritrovarsi, negli sguardi bramosi, nei cenni di dolcezza, nella disperazione di ogni uomo.
In vino veritas?
No: In vino virtus!!!

Quando avete fatto qualcosa grazie al vino, che altrimenti non avreste mai fatto?
Avete ricordi, emozioni?

Amo questa terra.
Amo il sud.
Forse perchè le cose mi piace vederle dal basso, forse perchè, per fare un po' di storia spicciola, noi del sud, siamo gente semplice, di cuore, di budella.
E mi dispiace se la nostra puzza arrivi oltre il confine...
E son contento quando oltre il confine trovi uno che t'assomigli; lui non lo sa, forse, ma dentro ha il sud. con la lettera minuscola.

Il sud infatti non è un luogo fisico, il sud è una condizione dell'anima.
Sennò, i tunisini sarebbero più sud di me, mentre i sardi non sarebbero sud.
Il che è assurdo oltre a non essere vero.
E' un caso poi se per massima parte, la gente del sud abita poi, effettivamente il sud italia.

O forse non è un caso: no.
Forse essere il popolo che ha fatto da crocevia tra greci, etruschi, romani, punici, ebrei, arabi e compagnia cantando, ci ha fatto diventare ciò che siamo.
Gente a cui piace stare insieme, condividere, bere, mangiare, ridere, pronti alla pennichella e fannulloni, pigri all'inverosimile.
Ma anche gente capace di sentire, ascoltare, abbracciare, condividere; amare.
Sembra brutto, non è vero.
Pare poco, non lo è.

Cominciare a scrivere un blog, nel 2007, dovrebbe essere la cosa più facile del mondo: non lo è per me, non ora.
L'idea di "la provincia" mi venne tanto tempo fa, un mensile in formato tabloib, da otto pagine, di cui due dedicate ad un racconto di Guareschi, un mondo che narrasse in se di un mondo reale, visto dagli occhi di chi poteva aver visto cose che altrove non esistono più(in questo la provincia), il mondo rurale, ma anche la semplicità o la durezza della vita quotidiana, del confronto, del dolore, quando necessario e di quelle piccole gioie, tanto più rare quanto più piccole.
L'umiltà forse non mi appartiene, ma in questo caso avevo fatto un'eccezione: il "giornale"(manzoni impara) doveva avere un solo lettore; con precisione una lettrice: un'amica salentina, bella come quelle terre, non meno dura, non meno amabile.
Qualcosa insomma che fosse tagliato sulla pelle di chi sa piangere, ridere, gioire.
la strada è quella.
E non so se durerà il tempo di questo post, o invece, se spinto anche da un giusto coinvolgimento e confronto, questa cosa andrà avanti: insomma, io ci provo ad intessere un dialogo, lancio fili spesso ingarbugliati, spesso, nella vita: non vedo perchè non farlo anche qui. E troppi sono messaggi lanciati nel vuoto, nella speranza che qualcuno li colga, ma va bene, va bene, "ho ancora la forza" diceva qualcuno che mi piace tanto.

Benvenuto.