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L'Italia che vorrei

Post n°25 pubblicato il 20 Marzo 2013 da marina3210

L’Italia che mi piace ha il volto pulito di Laura Boldrini, la sua voce rassicurante, il suo sguardo lontano, il suo nitido profilo. Non a caso viene dal mondo, nulla a che vedere con le nostre beghe di bottega; altra classe, altri ideali. Mi rassicura la circostanza che entri in un organismo malato ma che non ha ancora sviluppato gli anticorpi necessari per annullare tale raro bacillo.

            Colui che ormai predica come Il più politicante fra i politicanti, il barbuto Savonarola del 2000, l’ha già bollata come la foglia di fico del PD. Ne avessimo di simili foglie! Ci rivestirei il mondo intero con il manto che si usa quando fa freddo e c’è poco da scherzare, i brividi non ti fanno ragionare, bisogna rimboccarsi le maniche, coprirsi bene e uscire fuori perché comunque c’è tanto da fare; poi però incroci uno specchio e non puoi fare a meno di notare quanto questo soprabito sia bello ed elegante.

 

            L’Italia che vorrei al Quirinale ha il sorriso di Tina Anselmi, la sua storia di ragazzina staffetta partigiana, il suo passato di prima donna ministro della Repubblica, la tenace volontà delle venete che da sole - mariti in miniera in Belgio, bimbi da tirare su, macerie da sgomberare - hanno silenziosamente ricostruito il Paese, ancor più degli strombazzati industrialotti d’assalto o dei politicanti da Segreteria Politica.

            Il giorno che l’ho conosciuta sceglieva personalmente, uno ad uno, i pomodori per il sugo al mercato rionale della sua Castelfranco. La sua stretta di mano fu rapida e ferma, come quella di chi fa solo le cose che gradisce e nel tempo che serve. A casa l’attendevano sicuramente una pentola sul fornello e un messaggio a cui rispondere…

            Si ritirò a vita privata nella sua casetta, allora fra i campi, oggi nel cuore di un nuovo quartiere, quando aveva ancora l’età che ad altri colleghi avrebbe ispirato assalti al calor bianco per un posto da sottosegretario: quel sottobosco non le piaceva più.

            A scuola ci hanno parlato anche di Cincinnato; peccato poi ci si ricordi solo di Giulio Cesare.

 

            C’è un’altra Italia che adoro, quella che non ha diritto di parola, non si fa eleggere in Parlamento per meriti acquisiti via web o grazie al chirurgo plastico ma che poi, con un semplice sguardo, ti dice tutto.

            Concetta parla poco, tace persino nelle riunioni di condominio quando c’è da decidere se sostituire l’idraulico truffaldino.

Non parla nemmeno mentre insieme attendiamo, davanti ad un televisore, le prime parole del nuovo Papa. Non parla ma so cose gli chiederebbe se per uno di quei miracoli che avvengono solo al cinema potesse avvicinarlo e se, miracolo ancora più improbabile, riuscisse a vincere quella atavica timidezza dalle ben note origini: gli chiederebbe perché il parroco non l’ammette ai Sacramenti e da un po’, quando la trova a pregare da sola, nemmeno in chiesa. In effetti la risposta la conosce già ma la spiegazione è cosa diversa: incomprensibile, indigeribile.

Concetta ha superato da un pezzo i sessanta, non le attribuisco un gran numero di ormoni del desiderio in giro a far danni e non credo frequenti parrucchieri ed estetisti da parecchi mesi. Convive, vedova com’è da vent’anni, con un uomo libero e l’anziana suocera, paralizzata a letto da quando la conosco. Si amano di un amore visibile all’occhio più distratto, non possono sposarsi per questioni di pensione che non ho mai ben compreso ma credibili alla luce della sobrietà della vita che conducono.

            Tanto basta per precluderle la porta del confessionale e l’accesso ai Sacramenti. Ne soffre tanto, non lo dice ma si percepisce. Ne soffro anch’io, per lei e per me, pallida praticante ed ingenua quarantenne che, novella Alice, ancora riesce a meravigliarsi delle ingiustizie di questo Paese e del suo satellite nel cuore di Roma, dove non si nega mai un posto in prima fila nelle udienze generali al puttaniere di Arcore e si licenzia senza alcun tentennamento il direttore del quotidiano di famiglia al primo timido e nemmeno troppo convinto rimbrotto al Cavaliere.

 

            Gli occhi di Concetta si inumidiscono quando arriva il primo storico “buonasera”, inventa una scusa, va via. La immagino mentre scende le due rampe, apre la camera della suocera per vedere se tutto va bene, va a letto sperando che il sonno arrivi. Domani è un altro giorno e c’è tanto da fare: pensare alla casa, alla nonnina invalida, al suo pezzettino di mondo da portare sulle spalle.

 

            Ne avessimo di spalle così…

           

           

           

 

 

 

 
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Commenti al Post:
marina3210
marina3210 il 25/03/13 alle 18:23 via WEB
Si, certo, l'aver conosciuto un personaggio potrebbe inconsciamente, se non proprio all'amore eterno come dici tu, ben predisporti in generale. Nello specifico l'averla conosciuta mi ha consentito di apprezzare il suo coraggio nel rischiare la vita, ragazzina appena diciassettenne, da staffetta partigiana, la sua abilità nello smascherare il complotto della P2 da Presidente della Commissione d'Inchiesta, le sue storiche battaglie contro tutti, partito d'appartenenza compreso, da Ministro del Lavoro, il suo ritirarsi a vita privata quando l'aria è diventata irrespirabile. Non poco, mi pare, anche per una nata con il peccato originale della democristianità.
(Rispondi)
 
 
panglos
panglos il 26/03/13 alle 15:50 via WEB
Non era mia intenzione mettere in discussione la rispettabilità di Tina Anselmi. Ricordo che dopo lo sfacelo delle inchieste giudiziarie di Di Pietro [pace all'anima sua] che illustrarono all'Italia la devastazione morale che governava il PSI e la DC di allora, la DC decise di mettere a capo del partito Benigno Zaccagnini... un uomo per il quale il massimo della depravazione era aggiungere gin all'acqua tonica.
Ecco, dopo aver letto in giro cose che mi hanno rinfrescato la memoria, direi che Tina Anselmi mi ricorda il buon Benigno Zaccagnini.
Però non basta... però non mi basta...
Io vorrei come prossimo Presidente della Repubblica un cinquantenne... un cinquantenne che abbia la moralità dell'Anselmi.
Mi deprime pensare che l'Italia non possa esprimere un Presidente della Repubblica che abbia meno di settant'anni, mi deprime pensare che qualcuno abbia chiesto allo STIMATISSIMO Napolitano di reiterare il suo settennato... ma siamo messi davvero così male da esprimere una persona rispettabile ogni mezzo secolo?!
[... e non abbiamo ancora parlato di religione...]
(Rispondi)
 
 
 
marina3210
marina3210 il 27/03/13 alle 09:07 via WEB
Il fatto che una persona ben informata e di superiore cultura come te si limiti ad evocare un cinquantenne senza scriverne direttamente il nome, la dice lunga sull'assenza di una persona con le doti di cui al tuo commento, età compresa. Io, fra il giovane Alfano e gli anziani di cui al mio commento, continuo a tenermi stretti i secondi.
(Rispondi)
 
 
 
 
panglos
panglos il 27/03/13 alle 16:50 via WEB
Che dici, mi candido io? Un pochino meglio di Alfano dovrei essere... e poi sono note le mie arti diplomatiche...
E' un brutto periodo, amica mia, veramente molto brutto. Pensavo di aver visto tutto in politica, ma l'OmoYomo Grillo e i suoi adepti sono riusciti a stupirmi.
P.S. Grazie per il "superiore cultura"... hai deciso di farmi innamorare di te?
Non sta a me dire se ho una cultura superiore alla media, ma se fosse vero io non direi che è merito mio, piuttosto direi che è demerito della media.
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
 
marina3210
marina3210 il 27/03/13 alle 17:37 via WEB
Le tue analisi, e non mi riferisco a quelle cliniche, sono sempre lucide; i tuoi rilievi mai banali nè scontati. Il tuo carattere rifugge accuratamente piaggerie d'ogni genere e la circostanza deve esserti costata qualcosa nella vita: conosco l'argomento visto che, in questo ed altro, ci assomigliamo. Una nostra comune amica, che ti conosce personalmente, un giorno ti definì un "istrice illuminato". Lei con le parole ci sapeva fare, la rimpiango continuamente. Saresti un ottimo Presidente, lo scriverei anche se ci fosse in giro una concorrenza più apprezzabile. Solo una preghiera: al Quirinale con quella maglietta proprio no...
(Rispondi)
 
 
 
 
panglos
panglos il 27/03/13 alle 18:01 via WEB
Se la nostra comune amica è quella sciagurata di Sara, sì, concordo, ci sapeva fare con le parole. Se solo avesse incontrato qualcuno che la difendesse da sé stessa!
Mi piace "un istrice illuminato", mi piace molto; non concedo nulla alla banalità e conosco il nome di ogni mio aculeo... sono vulnerabile come tutti, ma ho imparato a chiudermi a riccio.
"La paghi tutta e a prezzi d'inflazione quella che chiaman <La maturità>"
[Guccini]
(Rispondi)
 
 
 
 
marina3210
marina3210 il 27/03/13 alle 18:34 via WEB
...e sei anche perspicace! A dopo, mi chiudono i negozi e se entrasse un topolino nel mio frigo, in breve lo ritroverebbero denutrito!
(Rispondi)
 
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