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Messaggi di Agosto 2014

 

Zona industriale bisignanese, ahi ahi ahi

Post n°812 pubblicato il 31 Agosto 2014 da massimo.maneggio

Il presidente della Cna Cosenza, Francesco Rosa, ne ha per tutti. Il giovane imprenditore bisignanese, impegnato nel settore agro-alimentare e rappresentante delle piccole e medie imprese sul Cosentino, ha lanciato un duro monito per quanto concerne la zona industriale di Bisignano. La città di Sant’Umile vive da paradossi e sull’industria emergono tanti rimpianti, a causa di un agglomerato facilmente raggiungibile (grazie allo svincolo autostradale di Torano collocato a un chilometro) ma, allo stesso tempo, è anche uno dei più abbandonati. Prima di addentrarsi nella analisi sulla zona industriale bisignanese, Francesco Rosa ha espresso un suo giudizio sulle vicende giudiziarie che hanno colpito Umile Bisignano, sospeso attualmente dalla carica da primo cittadino: «Il sindaco è stato condannato in primo grado per concussione e, da presidente Cna, penso che questo sia gravissimo. Qualora le accuse siano poi confermate nei successivi gravi di giudizio, sarà dimostrato che un imprenditore, a cui va il mio pensiero, ha subito delle vessazioni dal primo cittadino. Questa è l’immagine della peggiore Calabria e porta a vedere la città di Bisignano sotto un’altra luce nei riguardi degli enti e degli imprenditori che vogliono investire sul territorio. Mi auguro solo che Umile Bisignano esca innocente da questa vicenda, perché la città merita di essere famosa per altro». Così, Francesco Rosa passa alla analisi dell’agglomerato industriale e non nasconde la sua forte preoccupazione per lo stato in cui versa: «Messa così, l’area non serve a niente. Vi sono delle aziende con 50-100 dipendenti e mancano i servizi primari, le fognature, il cablaggio, la rete elettrica adeguata e altro ancora. Latitano le adeguate comodità ma c’è chi, come il sottoscritto, paga ben 11mila euro con la sua azienda solo di Imu l’anno, più altri 3-4mila euro circa di tasse sui rifiuti per dei servizi insufficienti. A differenza di altre aree, solo a Bisignano non si interviene per migliorarla». Le responsabilità sono da attribuire al poco interesse dei politici per il presidente: «Manca una progettualità, soprattutto da parte dell’attuale amministrazione comunale, perché non siamo rientrati negli interventi previsti dalla Regione Calabria e nessuno ha aperto bocca. Come si fa ad essere competitivi e ad attrarre nuovi investitori, se già noi paghiamo tutto di tasca nostra e abbiamo sempre più problemi? Bisogna impostare una politica seria sull’imprenditoria». Rosa con la Cna ha intrapreso un preciso indirizzo: «Come presidente sto cercando di valorizzare quest’area bisignanese, cerchiamo di ripopolarla anche con altri imprenditori. Ora propongo  - ha aggiunto - un tavolo concertativo con la Regione e con i rappresentanti comunali. Almeno, si investa sulle nuove leve e sui giovani: non li dovranno accogliere con l’Imu alle stelle ma, anzi, dovranno fornire sgravi e facilitazione per fare in modo che si adoperino al meglio, creando delle nuove risorse lavorative».

masman

 
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Marano Principato e il problema rifiuti...

Post n°811 pubblicato il 31 Agosto 2014 da massimo.maneggio

MARANO PRINCIPATO C’è molta preoccupazione per la mancata raccolta dei rifiuti sul territorio. Diversi cittadini hanno già espresso i propri malumori nel vedere i cassonetti ripieni nonché le strade ricolme di sacchetti dell’immondizia, chiedendo così al Comune di intervenire al più presto per risolvere l’angosciosa situazione. In particolare, è il sindaco del piccolo paesino, Alessandro Tenuta, e l’assessore al ramo, Domenico Ruffolo, a salire sul banco degli imputati per i cittadini maranesi, preoccupati per i crescenti rischi ambientali che possono registrarsi nelle zone ad alta densità di rifiuti. In alcuni frangenti di Marano Principato, l’immondizia è stata riversata anche nelle prossimità dei terreni incolti: al di là degli animali che la attraversano, un incendio potrebbe causare danni ben maggiori, mischiando la diossina proveniente dalle sterpaglie a quella abbinata dei rifiuti. I cittadini, inoltre, affermano di essere delusi dal comportamento dell’amministrazione comunale, che aveva annunciato un nuovo modo di raccolta differenziata con l’iniziativa “Noi ci differenziamo”: gli abitanti hanno ironizzato amaramente su questo, affermando che Marano Principato si è differenziata rimanendo ancora ferma nel confronto con i paesi del circondario. Proprio in quanto a spese sul territorio, i maranesi hanno constatato amaramente che i soldi spesi per la manifestazione di Miss Italia potevano essere investiti per arginare il problema dei rifiuti sul territorio delle Serre Cosentine.

 

Mas Man

 
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Giudiceandrea fuori da Sel

Post n°810 pubblicato il 30 Agosto 2014 da massimo.maneggio

In una lettera inviata al segretario regionale di SEL Calabria,Mario Melfi, al segretario provinciale di SEL Cosenza, Giulia Clausi, al presidente dell'Assemblea regionale, Angelo Broccolo, al presidente dell'Assemblea provinciale, Fernando Pignataro, e al sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, l’assessore al lavoro e alla formazione della Provincia di Cosenza, Giuseppe Giudiceandrea, ha comunicato le proprie irrevocabili dimissioni da ogni funzione e incarico all’interno del partito. “Come già noto da tempo ai miei dirigenti, all’indomani del recente Congresso nazionale di Rimini, comunico con estremo dolore, ma con assoluta convinzione, questa mia scelta. Mio malgrado, ho dovuto verificare che la linea politica che abbiamo visto prevalere in quel Congresso – si legge nella nota di Giudiceandrea –, inaspettata e mai discussa nei territori, è molto lontana dalle ragioni che avevano connotato la nascita del partito e la sua collocazione storica nel PSE. Ancor prima, però, hanno indirizzato questa mia scelta anche le vicende legate all'evidente lontananza del partito dai territori, dagli eletti e dagli amministratori, che era e continua ad essere figlia di un lungo comportamento verticistico che ha cagionato, innanzitutto, la distruzione dei laboratori politici chiamati "Fabbriche di Nichi", passando attraverso l'imposizione, in un Ufficio di Presidenza, di persone vicine alla Direzione nazionale, che erano state sonoramente bocciate nei territori”. Nella lettera con cui l’avvocato Giudiceandrea rassegna le proprie dimissioni, le considerazioni proseguono con un chiaro messaggio ai vertici nazionali del partito: “Il tutto è condito da un lento e progressivo deterioramento del carisma del nostro leader, acuito dalla sconfitta elettorale. Per non parlare della sconfitta politica, sfociata nella forzata rinuncia dell'unico eletto di SEL alleEuropee in favore di personaggi tutt'altro che nuovi, che mai hanno lesinato le loro diffidenze verso il partito, anziché mostrare la dovuta riconoscenza. Oggi, a livello locale, questa debolezza nazionale culmina in scelte probabilmente legittime, ma da me assolutamente non condivise, che prestano il fianco alla possibile imposizione "romana" di candidati allaPresidenza della Regione. Uomini calati dall’alto che, lungi dal poter essere contestati prima di conoscerne il nome e le qualità, assumono il valore asfittico quanto atavico dei vicerè, dei quali la Calabria è stanca e di cui questa terra non ha assolutamente bisogno”. La lettera di Giuseppe Giudiceandrea si conclude così: “Ferma restando la mia riconoscenza per ognuno dei destinatari della missiva con cui rassegno le mie dimissioni dal partito, insieme alla stima personale che nutro per ogni compagno e iscritto che ho avuto l'onore di conoscere e frequentare personalmente in questi quattro anni, ritengo di non poter più condividere il percorso fatto, non tanto con le persone che lo hanno caratterizzato in provincia di Cosenza e in Calabria, ma con un partito nei cui ideali e programmi sento di non avere più granché da condividere. Mai abituato a stare con un piede in due staffe, oltre che per cultura e storia personale aduso a poter guardare negli occhi le persone che ho dinanzi, scelgo di mettermi serenamente da parte per consentire, a chi ne ha voglia nel partito, di portare avanti con medesimo impegno la linea politica che ho sin qui intrapreso”.

 

Cosenza, 30 agosto 2014                     avv. GIUSEPPE GIUDICEANDREA

 
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Bisignano un paese strano

Post n°809 pubblicato il 29 Agosto 2014 da massimo.maneggio

Il malcontento generale racchiuso nei versi di una canzone: per i ragazzi non è certo un periodo di grande fiducia nel futuro, anche guardando al proprio territorio bisignanese. La pensa così il giovane cantautore Carlo Falco che con la sua musica e le sue parole vuole dare una “scossa” ai suoi coetanei ma anche a chi rimane spesso nell’indifferenza. Il giovanissimo cantore, cresciuto nel quartiere di Santa Croce, nei suoi testi vuole raccontare il mondo che lo circonda senza nessuna illusione, come ha già fatto con un toccante brano dedicato alla storia del campo di concentramento Ferramonti di Tarsia. Nel caso attuale, invece, Falco ha dedicato alla città di Bisignano il brano “Un paese strano” (disponibile su youtube) e, avvalendosi dell’arrangiamento musicale di Francesco Bruno, ha provato un po’ a raccontare la metafora di una terra che, a suo dire, non riesce a cambiare passo e mentalità. La canzone, in pochi giorni dalla sua pubblicazione, ha già scatenato il dibattito in città, tra chi loda e si schiera dalla parte di Falco e chi, invece, pensa che il giovane cantautore abbia calcato la mano in quanto a pessimismi. L’obiettivo del giovane artista è stato comunque raggiunto: da buon cantautore ha raccontato la realtà senza filtri e in modo coinvolgente, stimolando l’opinione pubblica.

Masman

 
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Libertà ultrà

Post n°808 pubblicato il 29 Agosto 2014 da massimo.maneggio

Il mondo che amavamo non esiste più!L'odore acre dei fumogeni, gli striscioni sugli spalti, la trepidante attesa prima delle trasferte, la libertà di girare l'Italia a modo nostro: i chira manera. Gli amici invece, i compagni, i fratelli quelli ci sono ancora, sempre.
Negli sguardi di ognuno di noi c'è la consapevolezza di perdere una parte importante, fondamentale, della nostra vita, ma non possiamo nemmeno piegarci alle assurde limitazioni della nostra libertà. Non possiamo andare al massacro e diventare carne da macello, masticati e sputati via. Non abbiamo mai ceduto al ricatto dello Stato, abbiamo lottato fino all'ultimo bandito e abbiamo pagato duramente, sulla nostra pelle, con una pioggia di denunce e diffide la nostra resistenza contro l'abominio della “Tessera del Tifoso”. Anche perchè “le tessere” ci ricordano un periodo oscuro della storia di questo Paese, un periodo che speriamo sia sepolto per sempre. Siamo nati e cresciuti, vecchi e giovani, con ideali che dalla nostra Curva Sud hanno fatto il giro del mondo. Il nostro modo di tifare ha contribuito a fare la storia del movimento ultras italiano e, di conseguenza, europeo. Oggi da questo mondo vogliono eliminarci come si elimina l'erba cattiva, estirparci fisicamente se fosse possibile. La già costante repressione è divenuta insostenibile dopo i fatti del 3 maggio. Il nuovo “Decreto Alfano” arrivare a livelli che mai si erano visti. Leggi speciali seconde solo a quelle contro le associazioni mafiose e sullo stesso piano di quelle contro il terrorismo. Aberrazioni legali di uno Stato che applica contro gli ultrá ciò che dovrebbe applicare contro se stesso e i propri organi di controllo da sempre covo di commistioni politico-mafiose di ogni genere. Il vero nemico però, siamo e rimaniamo noi. Anche nell’immaginario dell’opinione pubblica, persino di quella meno sclerotica e meno borghese. Questo perché abbiamo ancora una mente pensante, non lobotomizzata dal circo mediatico di TV e stampa da cui partono i periodici attacchi contro ciò che non si conosce. Per questo facciamo paura. Non possiamo accettare che gli organi dello Stato decidano il nostro destino. In questo “calcio business” fatto di scommesse e fallimenti e mercenari, con la TV a farla da padrone imponendo orari ai limiti del ridicolo e la nostra dignità umana continuamente calpestata e gettata via, noi non ci riconosciamo più. Non vogliamo far parte del loro circo dorato e non intendiamo chiedere permessi a nessuno. Non possiamo, non vogliamo dargliela vinta e cadere nel loro squallido tranello.
Continueremo a seguire il Cosenza al San Vito pur sapendo bene che il cosiddetto “Articolo 9” si applica ad ogni titolo di accesso a manifestazioni sportive e quindi anche ai singoli biglietti. Non ci nascondiamo dietro falsi miti né nelle frasi fatte sull'argomento. La vera lotta avremmo dovuto farla all'epoca del biglietto nominale, ma invece, per troppo amore verso questi due colori, esso è stato accettato quasi senza colpo ferire, con tutti i derivati che si è portato dietro. Non daremo a lor signori la soddisfazione di toglierci anche quel poco che ci è rimasto, quello scampolo di vita vera che sono le partite in casa. Rispettiamo chi, per amore di questi due colori, ha scelto una via diversa sottoscrivendo la “Tessera”, ma non condividiamo tale scelta. Non sarà certo una tessera in tasca a cambiare i rapporti che ci uniscono e cancellare la fratellanza creata nel tempo sui gradoni di quella curva, ma le nostre sono strade ora obbligatoriamente diverse. Soffriremo senza poter seguire il Cosenza in trasferta, ma creeremo nuove opportunità di aggregazione per superare quello che sarà un vero macigno da digerire. Ci sono cose più importanti di una squallida partita di calcio. Ci sono i nostri ideali, il nostro modo di essere ultrá, le nostre lotte sociali, il nostro sentirci vivi. Perche siamo e continueremo ad essere vivi più che mai, e lo dimostreremo a tutti nel corso di questo campionato 2014/2015, agli amici come ai meno amici.
Non possiamo vivere senza il Cosenza, ma dobbiamo continuare a vivere da Ultrá per vivere.

 

1914 - Acri Firm - Allupati I Lotto - Amantea - Andreotta - Anni Ottanta - Bad Wolves - Commando Autonomo - Cosenza Vecchia - Domanico Rebelde - Fimmine - Free Dogs - Intifada Roggiano - Kiri du Nord - Lago - Longobardi - Luzzi Klan - NS Diamante - Perugia 1988 - Rebel Fans - Sez. 4miglia - Veterani Bruzi - Villapiana S. ’91 - Wolves Fans Roma

 
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La corale polifonica Iubilate Domino terza classificata al XIII Premio salentino

Post n°807 pubblicato il 26 Agosto 2014 da massimo.maneggio

 COMUNICATO STAMPA

«Chi canta bene prega due volte» diceva Sant’Agostino. Citazione che si addice perfettamente ad una bella realtà musicale della nostra terra, la Corale polifonica Iubilate Domino di Luzzi (CS), che negli ultimi anni sta collezionando diversi successi in campo artistico in Calabria e non, come il recente terzo posto alla 13a edizione del Premio Salentino, festival musicale nazionale per cori e giovani cantanti, organizzato dall’associazione “Soul Music” di Copertino, con il patrocinio dell’ARCoPu (Associazione Regionale Cori Pugliesi) e del Gal “Terra d’Arneo”.

La Iubilate Domino, diretta dal M° Angelo D’Ambrosio, per poter accedere al concorso ha dovuto superare una selezione effettuata da una giuria di esperti; i 12 finalisti provenienti da tutta Italia, sei della sezione Cori e sei della sezione Cantanti, si sono sfidati durante la serata finale sul palco allestito per l’occasione presso il piazzale del Santuario della Grottella a Copertino. Il brano proposto per l’occasione dalla corale calabrese è stato O Sacrum convivium di Domenico Bartolucci, M° Perpetuo della Cappella Sistina, tratto dal testo sacro dell’antifona al Magnificat.

La serata, che sarà trasmessa su TV2000 nei prossimi giorni, e che ha visto come ospite d’eccezione il noto cantautore Amedeo Minghi, ha avuto lo scopo di diffondere, attraverso la musica, un messaggio che ha come tema: “Cantare la Fede…sullo spartito della Speranza”. La manifestazione canora, così come afferma il direttore della Iubilate Domino, Angelo D’Ambrosio, è stata un’occasione d’incontro e di aggregazione che ha permesso ad una realtà musicale come la nostra di confrontarsi con diverse corali provenienti da tutta Italia, accomunati dalla fede e dalla passione per la musica.

 

 COMUNICATO STAMPA

 
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I bronzi devono rimanere in Calabria

Post n°806 pubblicato il 25 Agosto 2014 da massimo.maneggio

COMUNICATO STAMPA – I Bronzi all’Expo?? e perché mai? chi li vuole vedere sa dove trovarli… e magari ne approfitta per vedere le infinite bellezza della Calabria, dagli scavi di Sibari ai monoliti di Nardodipace, dai pini loricati del parco del Pollino alla incantevole costa Viola… la Calabria è una terra da amare, valorizzare e da scoprire!

I “poteri” sanno solo prendere, se si tratta del bello e del buono della nostra Calabria, per poi riempirci, a loro comodo, per esempio, di pale eoliche o rifiuti tossici.

Bisogna fermare questa tendenza distruttiva della nostra terra già in balia di una politica che tutto fa tranne salvaguardare il territorio e programmarne il futuro.

Si finisce sempre nella solita demagogia, la Calabria deve essere agricoltura e turismo e poi ci siamo riempiti di aree industriali fantasma, atte solo a arricchire le tasche dei soliti noti e compari compiacenti, senza mai un concreto sviluppo per i Calabresi, solo promesse pre-elettorali, di un futuro certo, che di certo non avrà mai nulla, se non l’accaparrarsi i voti.

E il turismo? Come lo incentiviamo? Portando via le attrattive? Mi portate a Cosenza il David? Che problema c’è per Firenze darlo in prestito alla cittadina Bruzia? Lo esponiamo tra le tante bellissime e inestimabili opere del museo all’aperto (MAB), così da dare un’opportunità a tutti i Calabresi che non possono viaggiare, di vederlo da vicino.

Non siamo dei vassalli in balia del signorotto di turno, interrompiamo questo stato di cose, questo modus operandi tutto Italiano, questo essere suddivisi in cittadini di serie A, B o C, e perdonatemi il populismo, non siamo certo solo noi i “cattivi” ….visto cosa è successo all’expo stesso o in Veneto per il mose. (le mazzette)

Ed è anche per questo che la Calabria con fermezza deve dire NO allo spostamento dei Bronzi, per non essere appunto vassalli di nessuno.

Chi vuole vedere i Bronzi sa dove trovarli, e quale occasione migliore per creare dei voli da Milano verso Reggio Calabria, Lamezia Terme e Crotone, a costi “detassati”, coinvolgendo albergatori e operatori turistici per comporre “pacchetti soggiorno” a prezzi convenienti, 2, 3 giorni, per vedere si i Bronzi, ma anche le innumerevoli altre bellezze di questa terra.

Così facendo portiamo turisti, e il turismo può portare una boccata d’ossigeno ad una città sofferente ferita come Reggio Calabria, città che vista la posizione geografica, se avesse avuto una gestione politica sensata, potrebbe essere la Miami del mediterraneo, adagiata in uno scenario unico e incantevole, lo stesso discorso è valido per il resto della regione.

Io non capisco, quale beneficio porterebbe alla Calabria, spostare i Bronzi all’expò??

Cari governanti (non eletti) perchè invece delle due statue bronzee, al’ Expò non portate i Marò?? Così fate vedere al mondo intero, come siamo bravi a non farci mettere i piedi in testa da 4 stupratori Indiani.

La Calabria ha bisogno di credibilità e dobbiamo crearcela con una classe politica nuova, e pulita, e questo è compito dei Calabresi, ma ha anche soprattutto bisogno di rispetto da parte di chi la sottovaluta o addirittura la sminuisce con queste iniziative.

Ricordo a chi non lo sapesse, che quando dove oggi preparano l’Expo, i popoli si dedicavano alla pastorizia, qui in Calabria, un tal Pitagora dava lustro a quella che più avanti si chiamerà Italia, nome dei popoli che qui, in Calabria, vivevano……

Ad Maiora.
22 agosto 2014

Alberico Paolo Salerno – Fratelli d’Italia Valle Crati

 
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Il bus che non passa...

Post n°805 pubblicato il 24 Agosto 2014 da massimo.maneggio
 

Lettera aperta

 

 

 

Quel bus che non passa : la metafora del turismo calabrese.

 

Non lasciamo lo sviluppo della nostra terra nelle mani di questa classe dirigente.

 

 

 

AMANTEA (CS) - Ogni anno ho passato le ferie estive in Calabria, frutto di un turismo “affettivo” - innanzitutto - che mi impedisce di allontanarmi da una terra che ho scelto come luogo per vivere, unitamente alla mia famiglia: mi perdonino coloro che questo riposo non se lo possono permettere, loro malgrado.

 

Sono tempi in cui le privazioni a cui ci ha obbligato una classe dirigente alla quale abbiamo affidato malauguratamente il nostro destino, tempi che ci fanno ritenere fortunato chi riesce ancora a mettere quotidianamente in scena il pranzo con la cena, figuriamoci il pensare alle vacanze estive, ormai sempre più un lusso del quale mi ritengo fortunato.

 

Ero insieme ad altre decine di "fortunati" turisti la mattina dello scorso 22 agosto alla fermata di un pullman che da Amantea, dove da qualche anno passo il mese di agosto, ci avrebbe dovuto portare al porto di Tropea per quelle minicrociere di un giorno alle Eolie che servono a rendere più vario il soggiorno estivo di una famiglia con normali pretese ma evidentemente si trattava di una pia illusione, la mia come quella delle altre famiglie rimaste per strada, tutte vittime dei disservizi calabresi.

 

Agli occhi di chi fa professione politica dell'inutilità dell'abuso del trasporto privato e milita per la diffusione del trasporto pubblico, antidoto agli sprechi energetici e riduttivo degli effetti inquinanti, quell'attesa tragicomica di un pullman che non arrivava - senza alcun avviso - è sembrato l'epilogo fantozziano di ogni buona intenzione di chi abita in un paese dove tutto finisce in barzelletta indecorosa. Eppure non ci sarebbe molto da ridere di fronte al dramma di una Calabria che vede volatilizzare sempre più le occasioni per mantenere sul proprio territorio i numerosi turisti che vi fanno scalo - anche indirettamente - con il desiderio di visitare le nostre bellezze paesaggistiche e culturali.

 

E invece siamo qui, alla fermata di un pullman, aspettando inutilmente chi ci porti a scoprire quel tesoro che ogni giorno ripudiamo e vanificando le ambizioni di un posto dove varrebbe la pena tornare; aspettando operatori improvvisati che contribuiranno a rendere il turismo calabrese protagonista della brutta nomea che rendono questi (dis)servizi veicoli delle più classiche barzellette italiche.

 

Queste, più o meno, le riflessioni che mi hanno colto - espunte delle considerazioni pubblicamente inenarrabili - durante il consumarsi delle circa due ore passate in strada con la mia famiglia: triste epilogo di una mattinata di ordinaria follia, passata sperando di soddisfare un desiderio rimasto - ahimé - irrealizzato. Ma più che folle è deprimente vedere questa magnifica terra avvizzire nell'ignavia e nella rassegnazione della mancanza di un’offerta di servizi turistici adeguati, quando non del tutto insufficienti.

 

Speriamo che alle prossime elezioni regionali, insieme agli incapaci che ci hanno amministrato sinora - buoni solo a distribuire ed a rendersi favori a spese dei calabresi - vengano sconfitti tutti coloro che si sono riempiti la bocca di grandi risultati nel settore e che hanno persino impedito lo svolgimento di storici Festival quale quello di Roccella, facendo mancare i fondi promessi.

 

Mi sono ripromesso di fare tutto il possibile affinché a quella fermata nessuno - tanto meno il turismo in Calabria - debba aspettare inutilmente: parola di un cittadino eletto al Senato nel M5S...

 

Avv. Francesco Molinari

 

Cittadino eletto al Senato

 
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Tasse e pignoramenti non vanno proprio giù

Post n°804 pubblicato il 23 Agosto 2014 da massimo.maneggio

BISIGNANO Pignoramenti, tasse, e in generale, tante difficoltà per un’intera città. Il quadro fatto emergere dai partiti del Pd e dell’Udc, riuniti nella sala “Rosario Curia” del viale Roma, non è proprio dei più rosei. Dopo l’ondata di pignoramenti sui conti correnti postali e bancari dei cittadini, i partiti hanno rivendicato le loro azioni politiche nonché il tempismo per aver subito mosso il problema. Sala gremita ma l’unico cruccio è stato quello di aver assistito, ancora una volta, a un incontro fiume, durato in questo caso tre ore. C’era tanta voglia di parlare, evidentemente, ed il primo ad aprire il dibattito è stato il segretario del Pd, Rosario Perri: «Per questa vicenda c’è un solo responsabile, anzi due: in primis la società di riscossione Cerin, e in seguito l’amministrazione comunale. Abbiamo operato con senso di responsabilità, perché tutto quanto è semplicemente vergognoso. Come può un’amministrazione comunale arrivare a tanto? Per me devono ormai andare a casa, questa giunta non ha un solo motivo per rimanere un giorno in più in carica». L’elenco dei problemi della città è emerso in ogni maniera con tasse, rifiuti e mancate opportunità del turismo che si incrociano, tristemente, nell’ennesima estate piena di rimpianti. Così la pensa anche il segretario Udc, Graziano Fusaro: «I metodi di riscossione dovevano punire solo chi ha speculato su ciò, e non accanarsi contro la povera gente. Si parla di circa mille casi e siamo, così, nel pieno di una problematica sociale e anche economica, in quanto sono stati bloccati anche i consumi. Due anni fa già avevamo richiesto di mettere in discussione l’accordo con la Cerin e, ora, questo rapporto ha dimostrato tutta la sua fallacità». Francesco Fucile, capogruppo di “Bisignano al Centro”, è andato direttamente sugli aspetti più tecnici. Con rimpianto ha lanciato un monito ai cittadini, esortandoli a mostrare una maggiore partecipazione su quanto succede a livello politico, proprio per non incappare in queste situazioni incresciose. Fucile ha mostrato la sua viva preoccupazione per lo stato della città: «Questo è un punto di non ritorno. Il Comune sta per precipitare e tutto ciò parte già dal 2010-2011 quando i tributi erano triplicati. Dopo due mesi noi non sappiamo neanche se gli stessi amministratori abbiano pagato o meno le bollette: prima di fare richieste ai cittadini, bisogna dare un’etica e una morale. Costituissero un fondo di solidarietà con le loro indennità e, una volta risolto il problema, chiederemo le dimissioni di massa. Il Comune è a rischio di bancarotta». Roberto Cairo, consigliere di “Alleanza Democratica”, non è stato tenero: «Non si devono difendere i ricchi o i poveri, bensì il principio. Azioni del genere non si erano mai viste nelle precedenti amministrazioni comunali, che comunque riuscivano a riscuotere i tributi sul territorio. Siamo stati forse sin troppo educati e abbiamo dovuto contenere anche la furia della gente in questi giorni». A conclusione, l’intervento del capogruppo di Ad, Francesco Lo Giudice. I consiglieri, inoltre, hanno annunciato di aver effettuato la richiesta per ottenere un consiglio comunale straordinario sull’argomento. 

mas.man.

 
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Torano, Raimondo vs Cariati

Post n°803 pubblicato il 23 Agosto 2014 da massimo.maneggio
 

 

TORANO CASTELLO Lucio Franco Raimondo, capogruppo di “Torano Rinasce” riparte alla carica contro l’amministrazione comunale e il sindaco Sabatino Cariati. Raimondo ha criticato, innanzitutto, la manifestazione di Miss Italia tenuta sul territorio cratense che ha avuto poco riscontro di pubblico ed ha calcato la mano sulle nomine recentemente effettuate al municipio: «Hanno nominato i responsabili dei servizi - dichiara -  uno all’ufficio amministrativo e un altro alla polizia locale, due addirittura all’ufficio tecnico di cui uno esterno con una scelta “fiduciaria” e con un evidente spreco di denaro pubblico, 8.500,00 euro all’anno a testa, oltre lo stipendio. Dopo tre mesi, manca all’appello il responsabile dell’ufficio Finanziario, anzi c’è a “mezzo servizio”». Raimondi così ha chiesto al sindaco il motivo della mancata nomina a tempo pieno del responsabile del servizio finanziario: «Per due volte, dal 27 al 31 luglio e dal 20 al 25 agosto, il sindaco Cariati ha nominato un dipendente come responsabile del servizio finanziario, solo per pochi atti (compreso il ruolo servizio acquedotto) mentre nel restante tempo il posto è rimasto vacante. Con questa strana situazione cittadini  e ditte che avanzano dei soldi, prima di andare in Comune, devono pregare di azzeccare il giorno in cui il responsabile è in “servizio”».

Massimo Maneggio

 

 

 
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