Creato da mjkacat il 24/05/2005

Eighties

Psicoanalisi Filosofia Teologia

 

 

Teologia della storia

Post n°343 pubblicato il 26 Marzo 2009 da mjkacat

Luca ci insegna che la morte di Gesù non è una morte espiatoria, ma per noi.
Non è un SACRIFICIO ma un MARTIRIO

Sembrerebbe cosa ovvia ma, a parte che è l'unico degli evangelisti a
sottolinearlo, la cosa è di un importanza fondamentale se si guardano i
vangeli con un occhio psicologico profondo e attento poiché è proprio su
questo perno che ruota tutta la certezza della vittoria definitiva sul male
che "è già" e "non ancora", sebbene si dica più spesso in questo modo del
Regno di Dio

Solo una morte di un essere ASSOLUTAMENTE innocente, che solo così potesse
apparire platealmente, vistosamente il "misterium iniquitatis", poteva far
fare quel salto di qualità all'Uomo

Forse si tende troppo a guardare questo avvenimento come uno "stanco"
rituale senza coglierne il senso SCIENTIFICO

L'Uomo, quel giorno, è diventato un altro.
Non tutti gli uomini, improvvisamente, ma solo alcuni.
Prima pochissimi, lentissimamente.
Al momento della Sua morte, tra gli astanti, mentre i discepoli restano
inebetiti, comincia a farsi strada.
Prima il ladrone, poi il centurione romano...poi Giuseppe di Arimatea...poi
chissà chi altri.

E da quel giorno non hanno fatto che crescere.
Nemmeno sanno di esserne stati toccati ma, inconsciamente, la percezione di
un bene, anche se lo si rifiuta, se lo si vuol rifiutare, c'è !

Certo lo si nega in tutte le maniere:
Dio è morto... (bella scoperta !!;)
L'Europa sradicata
Ma tanto c'è,...e agisce.
Certo non va sui giornali, non fa notizia, ma c'è.
C'è in ogni bambino che nasce, in ogni vecchio accudito, in ogni aiuto
piccolo o grande dato a chiunque.
C'è.

Pochi si rendono conto di come quel giorno, e non lo dico per Fede ma per
Ragione, Cristo, col suo essere vittima innocente, abbia inoculato nell'Uomo
una categoria mentale che prima non aveva.
Non c'era.
Non esisteva proprio.
Quella della pietà !

Ora vedono !!

E su questo terreno ha germogliato prima il dubbio, poi la nuova pianta
dell'Amore
Una pianta "rampicante" che un giorno ricoprirà tutta la terra
Ma non ora, ...un giorno.....
E tutto da un piccolo seme, un microscopico seme gettato quel giorno, nella
distrazione generale,...là....lontano, su un monte dal nome di un teschio
perché anche la morte, da lì in poi, non c'era più !!

http://www.filosofico.net/renegirard2.htm#_ftn3

 
 
 

Il "Pensiero tenero"

Post n°342 pubblicato il 26 Marzo 2009 da mjkacat

Il "Pensiero debole", senza la verità del male, indulge nel peccato

Il "Pensiero tenero", nella verità del bene, conquista con la benevolenza
con cui Gesù guarda i peccatori.

 
 
 

Pietosi !!

Post n°341 pubblicato il 21 Marzo 2009 da mjkacat

La sopravvalutazione del sesso...che fa il paio con l'altro grande mito, quello della "penetrazione".
Due miti che rendono inconcepibile per la chiusura mentale diffusa e
prevalente l'andar al di là dei preservativi & company.

Miseria atroce spacciata per libertà sublime.
Povertà interiore spaventosa degna di domeniche passate religiosamente in
Outlet e Ipermercati
Stupidità traboccante di povere menti ferme ancora al '68 e alla
"liberazione sessuale"

PIETOSI !!!

 
 
 

Cattocomunisti

Post n°340 pubblicato il 21 Marzo 2009 da mjkacat


"FatherMcKenzie"  ha scritto nel messaggio


> Solania ha scritto:
>> ....e come concili queste cosuccie con quel comunismo la cui scomunica è
>> tutt'ora valida ?



> chi se ne frega del comunismo? Io citavo gli Atti degli Apostoli...
> Vuoi dire che Pietro e compagni erano comunisti? :-)
Propongo Atti 2,44-47 e 4,32-35



Da
"Vangeli sinottici e Atti degli apostoli"
http://www.libreriauniversitaria.it/vangeli-sinottici-atti-apostoli-laconi/libro/9788801025774
pag 193
"Valore storico degli Atti"

A proposito dell'opera che si presenta essenzialmente come storia, questo
problema non va escluso.  Tutti gli studiosi sono praticamente concordi
circa l'opportunità di VALUTARE IN MODO DIFFERENZIATO LA PRIMA PARTE
(ovviamente ARCAICI e LONTANI) e la seconda (ovviamente più vicini, ai quali
l'autore- o gli informatori dell'autore - in qualche misura ha preso parte)
Nessuno mette in dubbio che la prima parte (cc 1-12) si presenta IN FORMA
IDEALIZZATA, spesso SEMPLIFICATA....
Un'evidente "storia biblica" in senso classico, a serie di quadretti  ognuno
in sé concluso, composto con abilità e stile A SCOPO EDIFICANTE : riporta
una comunità cristiana di fine secolo alla scuola delle origini -
IDEALIZZATE - della Chiesa.


 
 
 

Anoressia

Post n°339 pubblicato il 21 Marzo 2009 da mjkacat

"Dal desiderio mimetico che punta alla magrezza assoluta
dell'essere splendente di qualcun altro che è sempre nei nostri occhi,
mentre noi stessi non lo siamo mai, perlomeno ai nostri occhi. Comprendere
il desiderio significa comprendere che il suo essere autocentrato è
indistinguibile dal suo essere eterocentrato", per cui l'anoressica-bulimica
che al termine di un pranzo al ristorante va in bagno a vomitare il gran
piatto di spaghetti che ha appena finito di mangiare, dichiarandolo come se
andasse a mettersi un po' di rossetto, mangia per se stessa, questo è certo,
ma vomita per gli altri, per tutte quelle donne che si osservano
reciprocamente il punto-vita. La sua libertà radicale coincide con la sua
schiavitù nei confronti dell'opinione altrui. Fissato il modello ideale da
imitare, per effetto della rivalità che ogni modello scatena in quanto è
sempre là dove noi vorremmo essere e non siamo, il modello, che nel nostro
caso è il peso considerato come il più desiderabile, diventa il limite da
abbattere, non per piacere agli uomini, a cui le anoressiche non sono
affatto interessate, ma per gareggiare fra loro, e soprattutto con se stesse
per il piacere della competizione in sé. In questo modo l'ideale competitivo
della cultura occidentale si trasferisce dal mondo, costellato da primati da
abbattere e superare, al segreto dei nostri corpi, innescando quei processi
depressivi che derivano dall'irraggiungibilità dei modelli che ciascuno di
noi si autoassegna, perché non bastano gli spunti persecutori che ci
giungono dal mondo, bisogna aggiungercene anche dei propri, in quel gioco
ambivalente del desiderio che ama, e quindi tenta a tutti i costi di
realizzare, l'ideale che lo perseguita. Se questo è vero, l'anoressia è
allora solo il caso limite di quella cultura della competizione che
l'Occidente, imbrogliando un po' le carte, ha spacciato e continua a
spacciare come realizzazione di sé. Del resto, leggo in Corpi anoressici di
Morgan MacSween (Feltrinelli, Milano, 1999, pagg. 264, lire 33.000) che:
"L'anoressia è del tutto sconosciuta al di fuori dell'Occidente", e questo
la dice lunga sulla relazione che questo disturbo alimentare ha con la
società dell'opulenza, e sui modelli di femminilità che questa cultura
propone.

René Girard

 
 
 

Realizzati & falliti

Post n°338 pubblicato il 20 Marzo 2009 da mjkacat


"Mauro."  ha scritto nel messaggio

> dopo il divieto del persevativo il Papa condanna l'aborto terapeutico ...



...l'aborto è sempre e comunque il rimedio dei FALLITI di ogni ordine e
grado.
La Chiesa non è un'ente giuridico ma REALIZZATIVO della personalità
individuale
Uomini FALLITI e uomini REALIZZATI stanno agli antipodi.
La Chiesa fa solo il suo mestiere
Grazie al cielo !

 
 
 

Psicologia della "sinistra"

Post n°337 pubblicato il 20 Marzo 2009 da mjkacat

Quattro sono le gravi malattie che affliggono il linguaggio sinistroide

1°: La sindrome da schema secondario.

2°  La sudditanza nei confronti del politicamente corretto.

3°  Il linguaggio codificato

4°  La presunzione di superiorità etica e morale nei confronti non solo
della classe politica di parte avversa, ma anche nei confronti della base
elettorale del Centro-Destra.



1° Analizziamole brevemente: lo schema secondario

E' una artificio sofistico  proprio dei partiti di matrice marxista, per
mezzo del quale si tendono a neutralizzare le evidenze empiriche contrarie
al proprio logos politico/ideologico.

Ne troviamo divertenti esempi , uno su tutti, semplice ma efficace, riguarda
laffermazione mediata dal linguaggio comune in base alla quale i cavalli non
volano: le fondamenta empiriche di tale affermazione ascrivibili al senso
comune (altro aspetto deficitario del linguaggio sinistroide) non sono in
discussione.

Eppure chi è afflitto dalla sindrome da schema secondario comincerà a dire
che: nessuno ha mai visto tutti i cavalli dell Universo, in Patagonia, ad
esempio, esiste una rara specie di cavalli, detti Ippogrifi, dotati di ali e
perfettamente abili al volo. Il fatto che non se ne sia mai visto uno
dipende solo dai limiti attuali delle esplorazioni. Aspettare per credere.
Prima o poi tutti potranno ammirare gli Ippogrifi della Patagonia. ()Del
resto avete mai visto una corsa ad ostacoli? Vi siete accorti di come i
cavalli volano sopra lostacolo? Chi può dire che cavalli non volano?.

E chiaro che chi, come la Sinistra, è afflitto da tale malattia tenderà a
mettere in atto tutti gli stratagemmi linguistici possibili per censurare le
realtà sgradevoli, come ad esempio la reale condizione della economia
italiana, i livelli occupazionali reali, il livello di attuazione reale del
programma del Governo, in modo da indurre nell'incauto ascoltatore medio la
paranoia, il pessimismo, il qualunquismo.

Questa malattia genera a sua volte tre sottoprodotti:
l'autogiustificazionismo, la onnipresente sindrome da complotto, il
catastrofismo autocompiacente (peggio rappresentiamo l'opera dellesecutivo,
maggior sarà il vantaggio elettorale che conseguiremo. Anche a scapito
dellItalia).



2° La sudditanza nei confronti del politicamente corretto consiste
nell'ennesimo tentativo di snaturare l'essenza delle cose.

Se ab origine il politicamente corretto fu necessario per tutelare gruppi
socialmente svantaggiati, oggi è divenuto una sorta di scheggia impazzita,
fuori controllo che obbliga ad innaturali (e spesso pericolosi) conformismi
linguistici.

In primo luogo perché ha qualificato come dotate di connotazioni offensive
parole ancora in uso e ritenute una volta neutre, innocenti, quali negro,
spazzino, bidello, vecchio.

In secondo luogo la paura delle parole crude  ha finito per estendersi ben
al di là del suo ambito originario, finendo per colpire qualsiasi parola che
designi le cose senza rete, ossia senza la cintura protettiva degli
eufemismi.  Quello che è sorto negli ultimi decenni è una sorta di
linguaggio imbelle, che arretra di fronte alla pietrosità delle cose.

Da sottolineare inoltre la dicotomia che affligge il linguaggio mediatico:
non ci scandalizziamo più per la massiccia dose di violenza e immoralità che
impera sugli schermi televisivi, ma cadiamo nella trappola delle
ridefinizioni eufemistiche e della censura quando si tratta di qualificare
gli autori di azioni violente o immorali.

E così risulta più importante non offendere che dire la Verità.

Ora, perché il linguaggio sinistriode risulta così ingessato e perifrastico?

Perché parole oggi proibite come selezionare, punire, vietare, imporre,
giudicare, differenziare implicano scelte di campo precise, vincolanti,
produttive di effetti tangibili.

Implicazioni che la Sinistra rifiuta poiché non è in grado di fornire al
riguardo risposte organiche, coerenti e, soprattutto, comprensibili.



3° Quanto al linguaggio codificato, esso rappresenta una necessità genetica,
costitutiva per una coalizione alquanto eterogenea e poco coesa . Il codice
prevede la genericità e l'oscurità come elementi qualificanti, a scapito
della verità. Pena: la damoclea scissione di parti più o meno significative
e politicamente pesanti dal corpus della coalizione.

E un linguaggio non conforme allo Zeitgeist, non comprensibile per chi non
sia addentro ai meccanismi della retorica politica, farraginoso e
inconsistente, inficiato da una snervante prudenza e infarcito di cosiddette
affermazioni cretine, ovvero quelle affermazioni che, qualora ne venisse
ribaltato il significato, produrrebbero locuzioni aberranti.

Pensiamo ad un esempio inerente al problema sicurezza: la frase
frequentemente usata da più o meno tutti gli esponenti della Sinistra " E'
necessario che tutte le Istituzioni convergano, nel pieno rispetto della
democrazia, verso lindividuazione di strumenti efficaci per combattere il
terrorismo."

Ribaltiamone il significato: E necessario che tutte le Istituzioni
divergano, col massimo spregio per la democrazia, riguardo
all'individuazione di strumenti efficaci per favorire un aumento degli
attacchi terroristici.

Ecco la nostra affermazione aberrante: ergo, chi lha pronunciata non ha
detto nulla, se non un coacervo di ovvietà che però non risultano in alcun
modo compromissorie, impegnative, qualificanti.



4° E qui arriviamo alla quarta malattia, che è sinossi delle prime tre e che
risulta lo strumento principe adottato  per la propria campagna elettorale:
la putativa superiorità etica e morale nei confronti dellavversario e,
soprattutto, dell'elettorato dell'avversario.

E fondamentale per i sinistroidi  spostare il confronto dal piano
prettamente politico a quello morale ed etico, instillando nel futuro
elettore l'erroneo convincimento che esistano due Italie: quella buona,
virtuosa, corretta rappresentante il meglio del Paese e rappresentata dai
loro esponenti  e quella losca, immorale e affarista rappresentante il
peggio dell'Italia e rappresentata egregiamente da Silvio Berlusconi, nonché
da chi lo ha votato.

Torniamo, a questo proposito, ad un documento redatto e firmato niente meno
che da Umberto Eco pubblicato su Repubblica l8 Maggio 2001, nel quale
lillustre Dan Brown nostrano parla delle elezioni del 13 Maggio in termini
di referendum morale : A nessuno piacerebbe svegliarsi un mattino e scoprire
che tutti i giornali, Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il
Messaggero, il Giornale e via via dallUnità al Manifesto, compresi i
settimanali e i mensili, dallEspresso a Novella 2000, sino alla rivista
on-line Golem, appartengono tutti allo stesso proprietario e fatalmente ne
riflettono le opinioni. Ci sentiremmo meno liberi.

Ma è quello che accadrebbe con una vittoria del Polo che si dice delle
libertà.

Dopo questa catastrofica (e alla prova dei fatti assolutamente smentita)
profezia Eco si abbandona ad una approfondita dissezione dell'elettorato di
Centro-Destra distinguendolo in due categorie: l'elettorato motivato e
l'elettorato affascinato.

Il primo è descritto come in preda a impulsi irrazionali o fin troppo
razionali: leghisti razzisti, imprenditori disonesti interessati alla
riduzione della pressione fiscale, inquisiti desiderosi di escamotage
pseudo-garantisti. Questi sono irrecuperabili, inconvertibili: il peggio del
Paese insomma.

Diverso l'elettorato affascinato, da Eco rappresentato come ingannato,
traviato, diseducato da decenni di cattiva televisione. Ignoranti drogati
dalle soap.

Dopo questa generosa rappresentazione di coloro ai quali la Sinistra sta
mendicando voti Eco si rivolge accoratamente e severamente ai delusi della
Sinistra, cassandrizzando sulla responsabilità grave che si assumeranno non
andando a votare o, peggio, avendo loro il dovere di rappresentare l'Italia
migliore ed essendo lettori di libri e giornali (quindi nuovamente superiori
ai beceri elettori di Centro-Destra a mala pena alfabetizzati), votando per
l'odiato Berlusconi.

Inutile dire che lappello di Eco non sortì leffetto sperato. Le sue profezie
non si avverarono neppure in minima parte, risultando marchianamente false.

Eppureeppure ecco entrare in gioco gli schemi secondari:(1): se lItalia non
ha subito un ritorno all'età della pietra lo si deve proprio agli interventi
di Eco (o Bobbio o ancora Sylos Labini) che hanno inchiodato il futuro
Governo alla imprescindibile responsabilità di salvaguardare la democrazia,
il pluralismo, il gioco delle parti.

Essi non sbagliano mai. Al limite non vengono immediatamente compresi.

La verità consiste semplicemente nella impossibilità da parte della sinistra
di confrontarsi con la CDL sul piano prettamente politico, ovvero inerente
ai programmi.

Per il semplice fatto che non ne hanno uno.

Non possono averlo.

Su nulla.



Ora, preso atto che il rapportarsi alla concretezza della Realtà risulta
impossibile per la sinistra, in quanto ogni velleità programmatica si
trasforma inevitabilmente nella proverbiale passeggiata sulle uova, cosa
possono fare gli augusti decemviri alla guida del carrozzone prodiano
neo-Franceschiniano?

Squalificare l'avversario, demolirne limmagine pubblica, invocare la
succitata superiorità: ergo, definirsi sempre e comunque in negativo
rispetto allavversario.

Non chiedete loro cosa sono: non saprebbero o potrebbero comunque dirvelo.

Possono solo dirvi cosa non sono.

Ma Roooooootfllllll.........

 
 
 

'68 now

Post n°336 pubblicato il 19 Marzo 2009 da mjkacat

Si può fare un bilancio del 1968 nel 2008?
Sotto il profilo politico, la classe dirigente che ha militato nei movimenti
messianico-rivoluzionari nati con il 1968 si è installata al potere -
culturale, politico e mediatico - fondando il proprio programma
politico-culturale su una forma aggressiva di relativismo e di laicismo.
Incapace di uscire dalle categorie dialettiche della modernità, progresso
contro reazione, opposte a quelle ritenute per sempre superate, in quanto
"metafisiche", vero e falso, giusto e ingiusto, questa casta padrona ha
tenuto sul proprio naso gli occhiali ideologici anche dopo aver smesso di
credere alle ideologie di cui si era nutrita. Ne è derivato un esercizio del
potere che si spogliava di una ideologia frantumata dalla storia e indossava
l'abito relativista e laicista, da "partito radicale di massa": così, dello
slogan del Maggio francese, l'immaginazione al potere, i Sessantottini si
sono impadroniti di un potere senza immaginazione, funzionale
all'appiattimento
tecnocratico del vecchio illuminismo antispirituale. Mentre la rivoluzione
politica si trasformava con le Brigate Rosse in progetto insurrezionale, che
viene sconfitto nel 1978 quando con l'omicidio di Aldo Moro perde l'appoggio
popolare diffuso nelle fabbriche, quella comportamentale, ossia delle
tendenze, diventa modello di massa, che si istituzionalizza con la legge sul
divorzio nel 1970 e con la proclamazione del diritto di aborto nel 1978.
Ma il suo esito è stato il suicidio del desiderio.
Scambiato il desiderio originale di felicità con la sua malattia
soggettivista, ossia li primato del piacere individuale, la Rivoluzione
culturale in Italia ha fatto della morte del padre e del vietato vietare la
conquista senza ritorno, bruciando alle proprie spalle i ponti della
tradizione. Si è trovata così ad attraversare le frontiere del nulla,
svelando il suo itinerario verso la cultura della morte: il terrorismo, la
libertà di drogarsi, di abortire, di darsi la morte con l'eutanasia, la
pretesa di annullare la sessualità negando le differenze di genere,
costituiscono la moneta con la quale è stato ripagato il desiderio di una
vita buona.

Crollata l'ideologia, il sessantottino passa dall'utopia alla prassi e
diventa il cane da guardia della tecnocrazia. Così, le tendenze libertarie
emerse negli anni Sessanta ed esplose con il Sessantotto continuano l'opera
della secolarizzazione che attraversa il Novecento, producendo frutti
avvelenati: lo svuotamento interno del principio di autorità, sostituito con
un vuoto e occhiuto autoritarismo; la sostituzione dell'"abito" e della
"divisa" con un modo di vestire uniformante e "casual"; l'oscuramento del
valore della sessualità, insidiato dalla sessuofobia del rigorismo
protestante e rapidamente trasbordato al libertinismo attraverso la
diffusione della contraccezione e del modelli trasgressivi veicolati dai
mass-media.


http://snipurl.com/e4wt7


Giussani propone un Cristianesimo carnale, non disimpegnato, approfondisce il concetto di presenza mutuando da uno slogan del Maggio francese. Lottare per una città nuova che deve nascere, non scelta ideologica: per i cristiani il borghese è l’uomo non convertito, non importa di destra o sinistra ma esser dentro l’unica tensione cristiana che conosciamo. L’incarnazione dentro la storia”.

 http://snipurl.com/e4xw9

 
 
 

Il linguaggio della sessualità

Post n°335 pubblicato il 18 Marzo 2009 da mjkacat

Il bacio è un gesto ma anche un "linguaggio" con il quale trasmettiamo un
sentimento positivo
Ma come tutti i linguaggi può essere vero o falso.
Sempre un bacio, del resto, fu falsamente usato da Giuda per tradire.
Ecco allora che il gesto in sé può essere scisso dal suo significato
autentico per assumerne un altro

Per la sessualità umana è la stessa cosa

La sessualità, come il bacio, è un mezzo per esprimere l'amore tra due
persone.
Ma come il bacio, anche la sessualità può essere falsa e non basta certo il
solo "piacere" a renderla vera
Già nel dire "far l'amore" per in realtà significare "far del sesso" si
nasconde l'ipocrisia
Nell'Amore autentico il desiderio principale è di essere "legato" alla
persona amata.
Quando si Ama veramente il desiderio è inevitabilmente "per sempre".
Poi è anche vero che tanti s'accontentano, ma questa è già la filosofia dei
falliti rinunciatari.
Ecco allora che, quando si Ama veramente, l'unione è parte integrante del
rapporto sessuale.
Solo persone molto ingenue possono pensare che Amando una persona
sieropositiva si possa risolvere il problema con il preservativo.
Certo, con una prostituta o con una donna USATA a questo scopo è così; il
preservativo è risolutivo, cioè.
Ma con una persona che Ami veramente, nel preciso momento che ti metti un
preservativo è come tu le dica:
"Io sono sano, tu sei ammalata, restiamo così !"
E sei GIA' diviso
Poi, certo, l'apparenza è fare l'amore ma la realtà è un'altra.
Questa persona, usata, si sentirà ancora più sola e disperata mentre tu, se
sei molto stupido, potrai anche pensare che alla fisicità corrisponda anche
la psicologia.
Ma non è così.

Io sono io, tu sei tu...e per chiamare questo "amore" ci vuol una bella
fantasia !!
Sesso sì, Amore, no, neanche per sogno !

Ecco perché il preservativo è una soluzione solo per rapporti falsi, dove
l'Amore non c'è più, ma resta solo il sesso.
Se c'è l'Amore le possibilità sono solo due:
o la condivisione del rischio della morte
o la castità.
Il resto solo prostituzione che, con il linguaggio autentico dell'Amore stà
come il bacio di Giuda a quello di Cristo.

Detto questo possiamo passare a commentare ciò che ha detto Benedetto XVI° e
sul quale si scagliano tutti gli ottusangoli del mondo riuniti dai periodici
"Ottusangoli Pride"

Il preservativo, come la pillola e l'aborto son solo variazioni sul tema
della contraccezione che vanno di pari passo e non dove ci sono i primi due
non c'è il terzo.
Altra falsità diffusa
C'è una MENTALITA' da cambiare
Quella mentalità figlia di tutte le varie ideologie succedutesi nei decenni
e tutt'ora in auge sotto le mentite spoglie del "relativismo", "nichilismo",
"multiculturalismo" eccetera eccetera eccetera

Prima o poi tutto questo finirà
Allora tutte le cose verranno riviste alla luce della Verità e non
dell'individualismo schizoide
E allora si riparlerà dell'Amore unito alla Verità e non alla menzogna.
Che non sono AFFATTO la stessa cosa !!

La Verità non è
Ti amo perché ho bisogno di te
ma
Ho bisogno di te perché ti Amo.

 
 
 

Lo stile "livoroso"

Post n°334 pubblicato il 14 Marzo 2009 da mjkacat

Pare che i cattolici schierati a sinistra recuperino l'atteggiamento
farisaico più classico, stante la rigidità legalista che prediligono, e da
quella chiusura mentale traggano la rabbia che li rende particolarmente
livorosi nonché invisibile la loro provenienza cattolica assimilandoli
invece a quella "eresia Geoviana" e relativi "eletti" in cui si estrinseca
la sottospecie religiosa marxista.

http://snipurl.com/dsdrs

 
 
 

Il Desiderio e la "pancia"

Post n°333 pubblicato il 12 Marzo 2009 da mjkacat

Il Desiderio lo SENTI, non lo PENSI
Il Desiderio lo devi "sentire" non "pensare

E' tutta un'altra cosa
Ben più difficile

"Cogito ergo sum" è il classico modo di pensare dei dissociatissimi filosofi

"Sento, ergo sum"

Si sente con il corpo
Si pensa con il cervello...
...anche se sarebbe più esatto dire che "si sente" con TUTTO il cervello,
essendo il "pensare" frutto della sola corteccia cerebrale

Ecco perchè i filosofi son solo capaci di partorire stupide "ideologie", una
peggio dell'altra..."moderno"..."postmoderno"

Tutte idee, idealismi, ideologie idiote e paracule che passano continuamente
dalla padella alla brace senza essere in grado di risolvere mai,
effettivamente, nessun problema.
Nel loro "DUBBIO metodico", frutto solo della mancanza di VITA vera,
sentita, delle loro elucubrazioni

Il dubbio è frutto del loro DISIMPEGNO con la realtà.

La vita è un'altra cosa, e i filosofi, gran pensatori, certo, ma solo poveri
zombie.

Il "METODO cristiano" è viverle le cose, non solo pensarle.

 
 
 

Curiosity killed the cat

Post n°332 pubblicato il 11 Marzo 2009 da mjkacat

Ma se la cosa più probabile è...
...che deriviamo dalle scimmie e, contemporaneamente, la cosa più probabile,
a detta di Monod stesso, è che il mondo non possa esser stato generato dal
caso, sempre parlando di probabilità, allora perchè  prendiamo
contemporaneamente per buone due cose completamente diverse stante lo stesso
metro di misura ?

http://snipurl.com/dmc6n

 
 
 

La Ragione

Post n°331 pubblicato il 10 Marzo 2009 da mjkacat

Parlando di "muto linguaggio da cuore a cuore", intendiamo sottolineare
un non piccolo merito dell'antropologia di Binswanger.  Egli ha recuperato
alla sua meditazione sull'uomo il valore del "cuore", un valore del tutto
assente in quel MITSEIN heideggeriano che lo stesso Binswanger chiama
"neutrale", appunto per la mancanza in esso di un Tu amante

Perchè la Ragione è scoprire la corrispondenza tra quello che uno dice della                                        realtà e l'esigenza che il cuore ha sulla vita

 
 
 

La Ragione è Desiderio

Post n°330 pubblicato il 10 Marzo 2009 da mjkacat

 ...che provocata dal Mistero della Realtà
non si chiude nella misura della Ragione calcolante
ma la indaga alla ricerca del suo Vero Significato

Il Mistero ci viene incontro attraverso il Reale

Rifiutarsi a questo, privi di Curiosità
equivale a morire anzitempo.
Anzi,...ad essere GIA' morti !!


http://snipurl.com/dipgu

 
 
 

L'Illuminismo è morto

Post n°329 pubblicato il 09 Marzo 2009 da mjkacat

 L'Illuminismo non è più in grado di dare risposte significative.
I suoi residui seguaci propongono un ritorno alla Phronesis
Ma questo non suscita desiderio
Solo noia

Ma quello che è in crisi oggi è PREPRIO quel modello
Ora son inutili i PIAGNISTEI politycall correct
E' finita la bazza dell'"al di là del bene e del male", che tutto è
equivalente.
Ora resta chi c'ha le palle.
Gl'altri soccombono

Continuate pure con le vostre pugnette mentali
Voglio proprio stare a vedere come ve la caverete ora

OGGI, l'EMERGENZA che vedevamo solo noi cattolici mentre voi sguazzavate nel
nichilismo gaio, oggi, vi lambisce il culo

Noi siamo pronti .
E voi ?

 
 
 

Logicate

Post n°328 pubblicato il 08 Marzo 2009 da mjkacat

Logodiarroici e logogrifi

si logorano

in logomachiche logicate

logorroiche

 
 
 

Il Desiderio

Post n°327 pubblicato il 07 Marzo 2009 da mjkacat

 

  "Il desiderio dell'unità nasce e matura dal rinnovamento della mente"

  Certo, questo desiderio non è semplicemente a dimensione "umana"; non
  alberga soltanto in animi nobili e lungimiranti, non è soggetto alla
  variabilità dei sentimenti, o alla "voglia" dettata da un'interesse creato
  artificialmente dalle esigenze di moda.  Certo, esso ha la sua radice
  nell'agire di Dio nell'uomo; è espressione e voce di quello Spirito, che
  può liberamente comunicare il proprio fuoco nell'animo dell'uomo che si
  converte.   Certo, esso nasce, si sviluppa e matura nell'uomo attraverso
  questo RINNOVARSI DELLA MENTE.
  Ma che cosa significa ciò ?


  IL DESIDERIO



  Facciamo un passo indietro.
  Siamo così sicuri di sapere cos'è una mente umana ?
  A giudicare da ciò che potremmo sentirci rispondere dai più parrebbe di sì 

  Va per la maggiore che sia una specie di strumento atto al "Problem
  Solving", la capacità, cioè, di risolvere i problemi.

  Certo, a giudicare da come vanno le cose nel mondo non parrebbe proprio.
  Infatti, di fronte ai problemi maggiori, quella mente parrebbe incepparsi
  e ripiegare sui propri piccoli problemi quotidiani
  "Una vogliuzza oggi, una domani,...basta la salute !"
  Diceva un tempo il buon Nietzsche che, addirittura, alcuni annoverano come
  secondo solo a San Paolo come Teologo, lungi dall'opinione della vulgata
  che lo vede invece come colui che ha parlato e scritto solo dell'"Anticristo"
  Ma di questo riparleremo in seguito.
  "Una vogliuzza oggi, una domani...." si diceva.
  Non è propriamente un pensare grandioso, ma alla fine questa grande
  macchina della mente umana si arena ai primi scogli e ripiega su di un quieto
  vivere che assomiglia più ad un allenamento alla futura morte che ad una vita
  eterna che, stante questi parametri, sarebbe un inferno mortalmente noioso.

  E chi non crede che nell'accontentarsi stia veramente "chi gode" ?

  "Il desiderio...nasce e matura dal rinnovamento della mente"
  Ma poi, anche questo "desiderio", che cos'è ?

  Facile rispondono i più:
  "Mangiare, bere, dormire, qualche bella donna e tanti soldi per nutrire il
  cerchio all'infinito."
  Sbagliato !
  Quello non è il "desiderio".
  Quelli sono i BISOGNI
  Son due cose diverse.
  I bisogni, una volta che li hai appagati, sei sazio, il desiderio no !
  Quello, appena lo appaghi è dispettoso, subito salta su qualcos'altro, poi
  qualcos'altro, poi ancora su qualcos'altro, all'infinito, senza essere mai
  pago.
  Del resto l'etimologia stessa ti mette sull'avviso:
  De-siderio,...siderale...i desideri son come le stelle; non finiscono mai.
  Ma non solo
  Come insegnava il buon Oscar Wilde, altro misconosciuto gran convertito al
  cattolicesimo ed indegnamente ricordato solo come icona gay, Oscar Wilde
  ci ricordava saggiamente che:
  "Due cose possono deludere un uomo
  La prima, avere un desiderio, e non riuscire ad appagarlo.
  La seconda:
  Avere un desiderio e riuscire ad appagarlo"
  Arguto, no !?

  Ma allora, che accidenti è questo dispettoso desiderio ?
  A SAPERLO !!?!

  Si dice, ad esempio,  che Dio sia una costruzione della mente umana che lo
  desidera eccetera
  eccetera...quasi che il "desiderio" fosse qualcosa di ben conosciuto,
  definito e appurato quando è esattamente il contrario, cioè è la cosa più
  misteriosa della psiche.
  Freud ne coglie la genesi nell'"Edipo", cioè in quel oramai seppur
  ingiustamente famoso desiderio per la propria madre, smentito poi dalla
  Melanie Klein che
  lo cogli fin dal "Pre-edipico", cioè quando il bambino è ancora nella fase
  gestativa nel corpo della madre;  anche se il più geniale è forse Lacan
  che proprio non ne coglie nessuna genesi e lo lascia nel mistero come
  "Significante" e basta

  Questo per citare i professionisti delle profondità umane.
  Ma anche i filosofi non è che se la cavino molto meglio.

  Platone ne parla come della forza misteriosa che genera l'anelito
  all'amore come ricongiungimento delle
  due metà dell'anima anelanti a ridiventare una cosa sola ; immagine che
  riduce l'eros ad una specie di "incesto" in un passato mitico e
  ancestrale.
  Ma niente di più che fantasie, quelle sì costruzione della sola mente
  umana

  Bene, siamo però ancora al punto di partenza !

  Ma prestiamo attenzione un attimo a questo stralcio di un'intervista ad
  un antropologo :

  È vero, gli intellettuali hanno sempre riconosciuto l'esistenza di un
  desiderio imitato, ma la maggior parte di loro, specialmente quando pensa
  al proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur
  sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel
  desiderio non esiste. È proprio questa dimensione sociale, inter-individuale,

  del desiderio che crea conflitti -- conflitti suscettibili di estendersi a
  tutta quanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare
  contagiosi.
  Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è una
  moltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borse
  finanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le
  società umane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da
  quella tipicamente animale.

  Allora, cominciamo con il fare una prima precisazione:
  Il Desiderio, a differenza del bisogno che abbiamo appena visto, di certo
  sappiamo solo che è una forza che ci porta, ci costringe sempre ad andar
  FUORI DI NOI per appagarlo
  Su questo non ci son dubbi.
  Basta che vi riflettiamo un attimo, guardando noi stessi, e c'accorgeremo
  che è così.
  A volte son le risposte più elementari le più difficili da scoprire.
  Ecco quindi spiegato il primo assunto implicito in quel brano di René
  Girard
  ""...è proprio questa dimensione sociale, inter-individuale del
  desiderio...ecc"

  Il secondo aspetto fondamentale di quel brano è

  "...la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al proprio
  desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur sempre un
  desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio non
  esiste."
  Qui, Girard, si riferisce casualmente agli intellettuali, ma il discorso è
  lo stesso in tutti gli uomini:
  Iniziamo a spiegarlo:
  Innazitutto "mimesi"
  Cosa significa?
  IMITAZIONE
  Quindi cosa afferma l'autore ?
  Che non esiste un desiderio "autentico", nel senso che sia veramente e
  SOLO nostro, ma in realtà è sempre MEDIATO
  Da chi ?
  Da un MODELLO che, coscienti o meno che ne siamo, IMITIAMO

  Va dato atto a Freud di essere andato molto vicino a comprendere questo,
  ma poi, mentre in un primo momento aveva colto esattamente come stavano
  le cose, e che cioè il figlio IMITASSE (solo) il padre, poi, nel voler dare
  un connotato scientifico-biologico alla sua teoria conia quel concetto di
  LIBIDO che lo porterà completamente fuori strada privilegiando l'"oggetto
  mediato", la madre, rispetto al ben più fondamentale oggetto mediatore, il
  padre.

  Ma torniamo a noi
  Possiamo cominciare a riassumere i primi concetti fondamentali per
  comprendere il "desiderio" attraverso lo studioso che, non per nulla, è
  stato annoverato, ancora vivente, tra i "40 Immortali" del'"Académie
  Francaise", riconoscimento al cui confronto anche il Premio Nobel diventa
  una quisquiglia

  Il Desiderio è lo "strumento" che ci "PORTA FUORI" di noi stessi e
  attraverso il quale, per IMITAZIONE, desideriamo qualunque cosa che ci
  indichi il MODELLO
  Restando nell'esempio di Freud, il padre, che se quello c'avesse pur
  indicato un cammello e non la madre, per noi sarebbe rimasta la stessa
  cosa.
  Anche se sarebbe stato molto più difficile trovare un mito greco all'uopo,
  sicuramente !!
  Comunque, a parte gli scherzi, ma neanche poi tanto, si potrebbe già
  aprire una piccola parentesi che richiuderemo subito, ma che per ora
  prenderemo solo come una curiosità
  Non siamo solo noi cristiani che imitiamo qualcuno, Cristo, nella
  fattispecie, ma TUTTI imitiamo sempre e comunque qualcuno, anche se non ce
  ne accorgiamo.
  E già qui, permettetemi di complimentarmi con me stesso che se penso a
  tutti coloro che imitano calciatori e veline, top manager e simili,  rischio di
  montarmi la testa.
  Ma lasciamo perdere

  Quindi, dicevamo, ripetendo, il desiderio ci porta fuori di noi ed
  imitando, desideriamo.
  Ma perché IMITIAMO , innanzitutto ?
  Semplice, perché pensiamo, a cominciare da nostro padre, che colui che
  imitiamo sia un PORTATORE DI ESSERE superiore al nostro.
  Cioè, in altre parole, AMMIRIAMO sempre qualcuno che riteniamo più
  COMPLETO di noi, più REALIZZATO e quindi, più felice.
  Chi non ricorda quando, adolescente, nell'ansia di crescere, guardavamo
  ammirati i ragazzi più grandi e non desideravamo altro di essere anche noi
  come loro
  La mia è stata la generazione dei Beatles.
  Chi di noi non avrebbe voluto essere Paul Mc Cartney o Ringo Star.
  Tutti, almeno per un attimo, suppongo
  E quelli prima di noi Elvis Presley
  E quelli dopo chissà chi altro.
  Tutta l'idolatria giovanile di qualunque epoca per i divi del rock o del
  cinema è dovuta a questa spinta interiore che chiamiamo desiderio.
  I mediatori son sempre gli altri, i coetanei o quelli un po' più grandi.
  Mai quelli più piccoli, statene certi.
  Proprio perché, per dirla scherzosamente, in quei "PORTATORI SANI DI
  ESSERE"  confluiva il desiderio di intere generazioni.



  DECADENZA



  ESSERE, ESSERE QUALCUNO, DIVENTARE QUALCUNO, è anche poi,
 purtroppo, su questa spinta in sè pregevolissima, che si innesta la PUBBLICITA
 tanto  brava ad illudere che attraverso l'acquisizione di questo o quell'altro oggetto,
 questa ansia possa venir appagata.
 Auto, gioielli, tutte le cose, anche le più inutili, son sempre
  accompagnati nella pubblicità, da esagerazioni fantasmagoriche, musiche squillanti,
  modelli e modelle, letteralmente nella loro doppia valenza, atte ad
  illuderti che se possiederai quell'oggetto sarai come quell'uomo o quella
  donna tanto chic e che quindi nessuno potrà resistere al tuo trabordante
  ESSERE.
  Falso.
  Ma tutti ci cascano, caschiamo o ci siamo cascati.
  La stragrande maggioranza c'è ancora dentro fino al collo.
  Questo spiega meglio di altro perché le Chiese alla domenica pomeriggio
  son deserte e gli Outlet e Supermercati stracolmi di gente disperatamente gaia
  perché vittima di un ingranaggio che gli ha disorientato il cervello come
  a quelle balene che di tanto in tanto si spiaggiano nei posti più strani..
  Chissà, forse anche le balene saranno felici quando si arenano.
  Infatti hanno lo stesso comportamento degli uomini che provi di
  allontanare da un Discount.
  Ci tornano immediatamente !!


  Alcuni mesi fà scrivevo queste righe nel mio Blog , che qui riporto al
fine di chiarire ulteriormente questoaspetto DETERIORE del "Desiderio di
essere":

Una società che ha rifiutato l'ontologico illudendosi di poterne fare a meno
e che basti l'"avere" ontico senza neppure lontanamente essere in grado di
porre rimedio a questa istanza inconscia dell'uomo, può solo, con le sue
ridicole leggi,  porre sempre più divieti o ancor più demenzialmente
toglierli tutti con lo stesso identico risultato:
Stare a guardare l'ingrossarsi delle fila di chi compensa con la droga
questa irrefrenabile spinta del "desiderio" a quel'"Essere" che nella sua
espressione inferiore è l'irrazionale droga ma che può essere superata solo
nel SOVRArazionale e non certo nella piattezza della ragione nichilista e
"calcolante" che, a quelli, del calcolo, oramai, non glene strafrega niente
ed è per questo che i ridicoli esperti che "calcolano" i danni son patetici.
Dimostrerebbero d'essere più intelligenti se si dedicassero a convincere
gli arabi della bontà del prosciutto di Parma nei tortellini !!

Ma chi è competente di "sovrarazionale" ?
Quegli sciocchi che riducono l'uomo al suo linguaggio ?
Scordatevelo !
Quelli ancor fermi alle banalità dello sciocco romantico Freud ?
Meno che mai, e neppure ci provano, almeno
Psicofarmaci che stanno all'Extasy come i cioccolatini Ferrero ai Lindt ?
Sarà faaaaaaacileeeeee !!
Chi allora ?
NESSUNO

Solo quando i MODELLI, le figure AMMIREVOLI non saranno più calciatore,
veline, velisti e velocisti ma UOMINI VERI, allora ne riparleremo, ma ora
siam lontani anni luce e solo se troveranno MODELLI che destino la loro
AMMIRAZIONE potranno trovare nel IMITARLI la forza per andare oltre.

A volte si trovano
MUCCIOLI era uno di questi.
Ma è stato stroncato da un fantozzi/fautore della legge che di "super-io"
capiranno, ma non d'altro.

Ma il problema resterebbe perché, una volta allontanati da tali modelli e
tornando in questa società, se nel frattempo non saranno diventati "modelli
a se stessi" e per gli altri, ripiomberanno nel vortice, ma non per caso o
per sfortuna, ma solo perché quel mondo piatto li avrà fagocitati nuovamente
stritolandoli, asfissiandoli con la sua sistematica, razionale, logica,
lucida pazzia.

...ed anche quest'altro:

Lungi dall'essere il vero desiderio,
libidinosamente e originariamente materno,
e la sublimazione la frustrante e frustrata sua elevazione,
è vero il contrario,
che il desiderio è quel desiderio di
"ESSERE" ,
primariamente ammirato nel paterno,
e la sua realizzazione materiale, in verità,
ne è solo l'"abbassamento".

Ecco perché il desiderio è sempre appagato solo temporaneamente,
e non perché ogni sostituto del materno
è pur sempre e solo una sua "brutta copia",
ma perché il desiderio è qualcosa
di infinitamente più grande
di ogni oggetto materiale..





Ma come siamo arrivati a questo ?

Perché siamo arrivati così in basso ?

Da dove si origina questa DECADENZA ?

Ecco quello che dicevo quest'inverno, sempre nel mio Blog, all'inizio di
quella crisi economica in cui siamo tutt'ora immersi



C'è una crisi economica in atto che, nella peggiore delle ipotesi si
risolverà nel giro di qualche anno.
Ma tutto questo è irrisorio stante l'ALTRA crisi, ben più profonda e
radicale che serviranno generazioni per venirne a capo, ed è quella che, ben
occultata dal benessere economico, traspare nella DECADENZA del tutto,
Uomo in primis.

Pare strano che persone, seppur non stupide, riescano solo a partorire
"abortini" di realtà quale che l'attuale degrado sociale sia causato dalla
televisione, quella di Berlusconi, ovviamente, stante il mistero della sua
generalizzazione all'intero pianeta che, parrebbe quindi, la forza di
rincretinimento dell'ideologia batterle tutte.

Una sofisticata analisi della genesi di detta "decadenza" la si può trovare
in un libro di Nikolaj Berdjaev,  "Nuovo Medioevo",

 ("Medioevo" inteso nella sua eccezione positiva, non in quella banale di
derivazione Illuminista)

definito "Impressionante" dal critico dell'Espresso, poiché... "Queste
riflessioni pubblicate

per la prima volta nel 1923 sembrano scritte ieri, dense come sono di
quell'impasto di
rifulgente ossessione per la modernità e senso della fine che fa il nostro
pane quotidiano"

"L'avvenire è cupo. Non possiamo più credere alle teorie del progresso che
hanno sedotto il XIX secolo, in virtù delle quali il futuro prossimo
dovrebbe sempre essere migliore, più bello, più gradevole del passato che se
ne va
[...]
La modernità che sta giungendo alla propria fine, venne concepita all'epoca
del Rinascimento.
Noi oggi stiamo assistendo alla fine del Rinascimento.
[...]
L'umanesimo non ha rafforzato l'uomo, lo ha debilitato.  Questa è la
paradossale conclusione della storia moderna.  Attraverso la propria
autoaffermazione, l'uomo si è perduto invece di trovarsi.  L'uomo moderno è
entrato nella modernità pieno di fiducia in se stesso e nella propria forza
creativa: tutto, all'alba di questa epoca, gli sembrava dipendere dalla
propria arte, alla quale non vedeva né limiti né frontiere.  Ora ne esce,
per entrare in un'epoca inesplorata, prostrato nelle sue energie e con la
fede a pezzi - la fede che nutriva nelle proprie forze e nella potenza della
propria arte -, minacciato dal pericolo di perdere per sempre il nucleo
della propria personalità."

Proseguendo poi per sommi capi, dal Rinascimento in cui l'Uomo era ancora
pieno di quello spirito che gli proveniva dal Medioevo, arriviamo via via
sempre più "in riserva" all'epoca della Riforma e di quell'Illuminismo che è
stato più volte argomento di altri  miei post e che qui si amalgama alla
perfezione con quanto esprime questo autore:

"La rivolta e la protesta, inerenti alla Riforma, hanno generato
quell'evoluzione della storia moderna che si è conclusa con i "lumi" del
XVIII secolo, con il razionalismo, con la rivoluzione, fino ai suoi effetti
estremi: il positivismo, il socialismo e l'anarchismo.
I "lumi" non sono che un pallido riflesso del Rinascimento, un'ultima forma
dell'autoaffermazione umanista.  Ma non vi è più, in essi, lo spirito
creativo: il Rinascimento si è inaridito.
[...]
I "lumi" sono il castigo temporale del Rinascimento, il prezzo da pagare per
i peccati dell'orgoglio umanista, di questa autoaffermazione che ha tradito
le forme divine dell'uomo
[...]
Il Rinascimento ha esaurito le proprie forze creative, dando origine a un
VIOLENTO movimento storico nel quale non vi sarà più posto per una creazione
possente.  La rivoluzione francese, il positivismo e il socialismo del XIX
secolo sono le conseguenze dell'umanesimo rinascimentale e, al tempo stesso,
i sintomi dell'inaridimento del suo potere creativo
[...]
Due uomini, che dominano il pensiero dei tempi nuovi, Friederich Nietzsche e
Karl Marx, hanno rappresentato con geniale intensità, queste due forme
della autonegazione e dell'autodistruzione dell'umanesimo.  In Nietzsche
l'umanesimo rinuncia a se stesso e si distrugge nella sua forma
INDIVIDUALISTA; in Marx nella sua forma COLLETTIVISTA.  L'individualismo
ASTRATTO e il collettivismo ASTRATTO sono prodotti da una medesima causa, la
separazione dell'uomo dalle basi divine dell'esistenza, la sua scissione dal
CONCRETO
[...]
La morale di Nietzsche non ammette il valore della personalità umana; essa
rompe con l'umano, PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, ,
in nome dei suoi fini sovraumani, in nome di ciò che è futuro e lontano, in nome del
sublime.
L'individualismo superomistico sostituisce in Nietzsche il Dio perduto.
[...]
La morale di Marx non ammette il valore della personalità umana; anche lui
rompe con l'umano e PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, in nome del
collettivismo, in nome dello stato futuro, dello stato socialista
La collettività sostituisce in Marx il Dio perduto.


Queste poche note giusto per rendervi partecipi dell'attualità delle
risposte di questo libro alla crisi umana della nostra epoca che, come si
diceva, è ben più profonda e di difficilissima soluzione di quella economica
che la occulta sovrastandola stante il materialismo ottuso dei molti.

Ma ora , dopo questa digressione storica, facciamo un passo indietro
tornando al brano di René Girard, dal quale eravamo partitianche per
spiegare meglio, contemporaneamente, queste due affermazioni su Marx e
Nietzsche

 
 
 

Il Desiderio II° Parte

Post n°326 pubblicato il 07 Marzo 2009 da mjkacat

 

IL CAPRO E L'AGNELLO



È vero, gli intellettuali hanno sempre riconosciuto l'esistenza di un
desiderio imitato, ma la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al
proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur
sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio
non esiste. È proprio questa dimensione sociale, inter-individuale, del
desiderio che crea conflitti -- conflitti suscettibili di estendersi a tutta
quanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare contagiosi.
Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è una
moltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borse
finanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le società
umane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da quella
tipicamente animale.



Perchè Girard parla di "conflitti" come conseguenza di questa modalità di
esprimersi del desiderio che, riassumiamo, ci porta "fuori di noi"
nell'"imitazione" di "modelli" che riteniamo..."portatori sani di essere" ?

Ma perché, nel preciso momento che ci indicano COSA desiderare, sorge
IMMEDIATAMENTE la COMPETIZIONE con il modello stesso per appropriarsi
dell'oggetto, da questo momento, comunemente desiderato, ma,
contemporaneamente UNICO.

Ecco, quindi, l'inevitabile "conflitto" per l'attribuzione dell'ambita
"preda"
"Prima io!"..."No, l'ho vista prima io !..."No, ma io non ne posso fare a
meno"...."Neanch'io!"..."La voglio !"..."La voglio anch'io!"
E duelli, botte, lotte, conflitti, guerre...ecco cosa intende Girard quando
parla di "CONTAGIO"


E qui inizia la lunga storia della VIOLENZA, autentica condanna di quel
Peccato Originale, sua manifestazione concreta, che è così INSCINDIBILMENTE
COLLEGATA con il Desiderio e della quale dovremo parlare ora per giungere a
spiegare il primo, il "desiderio" evitando il secondo, la"violenza",
depurandolo, in altri termini, dalla sua "ombra".


Una minuscola premessa introduttiva:

Violenza e Autorealizzazione.
Ombra e Luce di ogni uomo.


L'uomo, come fosse veramente stato cacciato da un luogo perfetto, nasce
immerso nella violenza e tutta la vita cerca disperatamente di tornare alla
pace.

Violenta è la natura in cui "è-stato-gettato"

Per difendersi da questo l'uomo si associa, si mette insieme agli altri
uomini per difendersene, costruire piccole tribù dove "l'unione fa la
forza".

Ma ecco che quella violenza lasciata fuori dall'uscio, torna dentro dalla
finestra.

L'uomo desidera, ma desiderando attraverso SEMPRE un mediatore, si reinnesca
la violenza del conflitto.

Questo fin dagli albori della civiltà, di TUTTE le civiltà, con buona pace
del "multiculturalismo", che se la violenza è trasversale a tutti gli uomini
non si capisce che senso abbia, nella ricerca della "pace", prediligere

l'osservazione verticale delle culture e delle loro particolarità, ma tant'è,
e questa è poi la lacuna antropologica alla base del "Relativismo"
Un gigante dai piedi d'argilla.

Ma non divaghiamo. Torniamo alla violenza primigenia

Eravamo al punto che la violenza, non doma, ora assilla la comunità umana
dal interno. Violenza fuori, nella natura, violenza dentro, nella comunità.

La vendetta genera vendetta e non è una soluzione, anzi, è IL problema.

Bisogna appagare la sete di vendetta che periodicamente si genera nella
comunità senza innescare una spirale distruttiva di vendette  e
controvendette infinite.

Nasce il CAPRO ESPIATORIO



Prendiamo dalla pagina che Wikipedia dedica a René Girard un estratto
sintetico di questo FONDAMENTALE punto:



Se due individui, imitandosi, desiderano la stessa cosa, può benissimo
aggiungersi un terzo, un quarto. e il conflitto dei primi si allarga. La
violenza è essa stessa imitativa e si può quindi assistere ad un processo a
catena. L'oggetto della contesa passa in secondo piano e il conflitto
mimetico si trasforma in antagonismo generalizzato. Ma quando la violenza
non può scaricarsi sul nemico che l'ha eccitata, si sfoga, come ognuno di
noi ben sa, su un bersaglio sostitutivo. In particolare, la violenza, che
fino ad ora ha continuato a consumarsi in micro-conflitti, può anche
focalizzarsi su una sola vittima arbitraria. Allora la folla si raccoglie
unanime attorno alla vittima e la distrugge. L'eliminazione (espulsione o
uccisione) della vittima fa sfogare la frenesia violenta da cui ciascuno era
posseduto fino a poco prima e ciò ha sul gruppo un impatto emotivo
incalcolabile. La vittima appare ora contemporaneamente come l'origine della
crisi e come la responsabile del miracolo della pace ritrovata. Essa diviene
sacra ai loro occhi, proprio perché prodigiosamente capace di scatenare la
crisi come di ripristinare la pace, ha cioè potere di vita e di morte sul
gruppo: è il dio. Questa è secondo Girard la genesi del religioso



Girard mostra che l'origine della cultura non è economica (Marx), né
sessuale (Freud), ma religiosa, come aveva intuito Émile Durkheim.




IL MALE SI EVOLVE



  Ma la partita tra Violenza e Amore, Male e Bene, Diavolo e Dio non è certo
  terminata qui, anzi, si evolve, cambia sempre aspetto, si raffina sempre
  più invisibilmente:

  Cristo rivela la VIOLENZA umana e come combatterla dentro di noi.
  Oggi, però, proprio perché più SCOPERTA quest'ultima deve essere più
  sofisticata nel mascherarsi.
  In altri termini assistiamo a un RAFFINAMENTO del MALE.

  L'Italia è quel meraviglioso paese che ha abolito per prima la pena di
  morte ed ora lotta per liberare da ciò il resto del mondo.

  Ma la Violenza è creativa, geniale.
  Smascherarla è difficile
  I COLPEVOLI, ad esempio, li tratta benissimo.
  Ma la Violenza gioca con gli uomini, li inganna.

  Se una persona è veramente INNOCENTE deve aver paura.

  Essa, oggi,  è GENEROSA coi COLPEVOLI
  e  SPIETATA con gli INNOCENTI

  La Violenza, se non riesce ad orientarsi verso i colpevoli si orienta
  verso gli innocenti.
  E' molto logica.
  Usa il linguaggio, mica è stupida !

  Dice: "Io interpreto mia figlia"
  Non dice "IO VOGLIO COSI'"

  Quello che appare e che viene detto
  non sono la stessa cosa.

  Questo breve articolo, sempre tratto dal mio Blog, si riferisce ovviamente
  al recente caso di Eluana Englaro e fa riferimento a quanto affermato da
  quel  padre, ma è emblematico di questa evoluzione della violenza verso i
  più deboli in assoluto, e i più indifesi, bambini e vecchi

  "C'è una mentalità che, esasperando e perfino deformando il concetto di
  soggettività, riconosce come titolare di diritti solo chi si presenta con
  PIENA O ALMENO INCIPIENTE AUTONOMIA ed ESCE DA CONDIZIONI

  DI TOTALE DIPENDENZA DAGL'ALTRI.
  Si deve pure accennare a quella logica che tende ad identificare la
  dignità personale con la capacità di comunicazione verbale ed esplicita e, in ogni
  caso, sperimentabile.  E' chiaro che, CON TALI PRESUPPOSTI, non c'è spazio
  nel mondo per chi, come il NASCITURO o il MORENTE, è un soggetto
  STRUTTURALMENTE DEBOLE, sembra totalmente assoggettato alla mercé
  di altre persone e da loro radicalmente DIPENDENTE e sa comunicare solo
  mediante il muto linguaggio di una profonda simbiosi di AFFETTI.
  E' quindi la

  F-O-R-Z-A

  a farsi criterio di scelte e di azioni nei rapporti interpersonali e nella
  convivenza sociale.
  Ma questo è l'esatto contrario di quanto ha voluto storicamente lo stato
  di diritto, come comunità nella quale alle ragioni della forza si sostituisce
  la forza della ragione."

  Giovanni Paolo II
  Lettera Enciclica
  "Evangelium Vitae"




 
 
 

Il Desiderio III° Parte

Post n°325 pubblicato il 07 Marzo 2009 da mjkacat

 

 

LA VERITA' SFIORATA



  A questo punto credo che saremo già tutti convinti dell'abilità e delle
  nuove forme di violenza.
  Torniamo allora a quel Nietzsche a cui accennavamo all'inizio
  Paradossalmente, in realtà, è quello che più di tutti s'avvicina a capire
  la rivoluzione portata da Cristo

  Il mito di Dioniso racconta dell'uccisione di quel dio, , che è un
  bambino, attraverso lo "sparagmòs", la vittima fatta a pezzi,  e l'"omofagia",

  la vittima divorata cruda, ad opera dei Titani, a cui segue la reazione di
  Giove che uccide i Titani e fa resuscitare il bambino.

  Per inciso va ricordato che conseguentemente, Giove, dai brandelli dei
  Titani fa gli uomini che son quindi contemporaneamente VIOLENTI, causa
  la natura titanica, e DIVINI causa il dio che avevano appena divorato.

  Quindi nel mito di Dioniso è presente il momento della morte violenta
  seguita da resurrezione, proprio come nella storia di Gesù, che per
  Nietzsche non è storia ma mito, questo va da sè.

  Ma i due casi, quello di Dioniso e quello di Cristo, non sono affatto
  simili.  Il fatto che si tratti in entrambi i casi di "martirio", cioè di
  vittime uccise dalla VIOLENZA umana, può trarre in inganno, ma la
 differenza c'è ed è essenziale.

  Nel caso di Dioniso si ACCETTA la violenza della vita nei suoi
  meccanismi vittimari; nel caso di Gesù la si RIFIUTA

  "Dioniso contro il Crocifisso; eccovi l'antitesi. Non è una differenza in
  base al martirio - solo esso ha un ALTRO SENSO.  La vita stessa, la sua
  eterna fecondità e il suo eterno ritorno determinano la sofferenza, la
  distruzione, il bisogno di annientamento... Nell'altro caso il dolore, il
  Crocifisso in quanto INNOCENTE" valgono come OBIEZIONE contro
  la vita, come formula della sua condanna."

  "La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie - è 
  dura, è piena di auto superamento, perché abbisogna del SACRIFICIO
  dell'uomo.

  E questo pseudo umanesimo che si chiama cristianesimo vuol giungere a
  far sì che NESSUNO VENGA SACRIFICATO"


  Ora, che conclusioni si traggono da tutto questo ?
  Che Nietzsche ha colto perfettamente il NUCLEO psicologico dell'Uomo, la
  VIOLENZA di cui sono impregnati, ma lo sviluppa BANALMENTE, non
  facendo altro che ricoprire solamente con parole nuove e altisonanti
  quello , che in realtà, è sempre stato fatto da tutti e dappertutto e non facendo
  altro che perpetuare le radici di tutte le guerre.

  Cristo, viceversa, RIVOLUZIONA autenticamente il tutto e se, evitando la
  malafede di crociate e inquisizioni, lo si guarda con occhi attenti, se ne
  coglierà molto facilmente l'autentica natura pacifista.




AUTOREALIZZAZIONE




  Abbiamo dovuto fare questo lungo excursus sulla violenza perché senza
  di questo non avremmo mai potuto chiarire la vera natura del desiderio
  Emmanuel Levinas, il grande filosofo lituano di origine ebraica,
  afferma sinteticamente che IL DESIDERIO E' IL BENE stesso
  Potremmo anche, un po' forse forzando il concetto, che
  IL DESIDERIO E' LA CARITA' stessa,
  se è vero, come è vero, che ci "porta fuori da noi stessi" per
  cercare l'Altro, dal quale, in ultima istanza, desideriamo solo "essere
  amati".
  Ovvio, quindi, stante queste premesse, che per chiarire il desiderio-bene
  non si potesse fare a meno di illustrare innanzitutto il suo antagonista
  violenza-male

  Ecco che ora possiamo cominciare a trarre le prime conclusioni partendo
   da quel'"archetipo" dell'Ecumenismo che è stato San Francesco.

  Francesco, quindi, ora possiamo cominciare a comprenderlo meglio,
   lungi dal "sacrificarsi" rinunciando ai suoi beni è stato semplicemente
  una persona che aveva capito tutto.
  Si libera di quei be-ni, che son pur sempre be-ghe, per sì farsi sacro
  (sacri-ficere), ma per star benissimo, mica malissimo come credono gli
  stolti !!
  Ecco da dove nasce la misteriosa "letizia" francescana
  Nel riconoscimento che l'istanza più profonda dell'uomo, quel desiderio
  che abbiamo studiato fin'ora, può venir appagato SOLO nell'Essere che,
  liberandosi dall'Avere, leggero, VOLA!!

  Il grande scrittore irlandese C.S. Lewis diceva che come chi, arrivando
  all'Inferno s'accorgerà d'esserci sempre stato, così chi, come Francesco ,
  arrivando in Paradiso  si sarà accorto di esserci sempre stato.
  Ma non come premio
  Solo come prosecuzione
  E non per rinuncia
  Ma per acquisizione
  Libera, della più autentica Libertà


  La Santità è il desiderio più proprio dell'uomo perchè, fatto ad immagine
  e somiglianza di Dio e come Questi può solo sentirsi appagato nell'Amore.

  Lo Spirito Santo stà al Desiderio
  come la corrente elettrica alla spina

  Ricapitolando, quindi, abbiamo iniziato con il "desiderio di unità" per
  "necessità", stante l'imperante "violenza".
  Liberati SOLO da Cristo possiamo ora parlare del desiderio di unità,

  SOLO ORA, autentico, libero, vero

  Dal desiderio di unità per RICEVERE protezione al desiderio di unità per
  DARE protezione
  Solo un essere intrinsecamente PRIVO di violenza ce lo poteva donare
  Un gabbiano che stava ai pesci come Cristo agli uomini
  Uno di un'altra razza, di un altro pianeta, di un altro mondo.
  Da dove venisse ognuno è libero di scatenare la propria immaginazione, ma
  non mi si dica che era solo un uomo, sebbene fosse anche COME uno di noi.
  Sarebbe come confondere Shakespeare con un pazzo solo perché entrambi
  dotati di fantasia ma, mentre Shakespeare era un genio che coniugava
  fantasia e realtà generando così immaginazione; il pazzo coniuga fantasia e
  sogno,generando così, viceversa, dei mostri

  A questo punto dovremo allora cominciare a parlare di AUTOREALIZZAZIONE,
  anche se in realtà non è mai un "auto" ma sempre un ETERO-realizzazione
  Ci stiamo quindi sempre più avvicinando a quel "NOI" dal quale eravamo
  partiti, quel "desiderio di unità" che, a questo punto, diventa OVVIO,
  nella sua intrinseca semplicità.

  Dobbiamo solo precisare preventivamente, per poter poi dedurre a come si
  giunga dal'"autorealizzazione" alla "eterorealizzazione", delle quattro
  dimensioni antropologiche dell'uomo:

  Dovremo quindi premettere alcune considerazioni sulla RELAZIONALITA'


  Freud, con la sua nota affermazione che "...abbiamo bisogno degli altri",
  nonché con il Transfert, vero e proprio perno della psicoanalisi, dimostra
  l'indubbio primato della RELAZIONE nella vita dell'uomo

  Tale "relazionalita", "intersoggettività", non è tanto da ascriversi a un
  bisogno o ad un desiderio ma è parte STRUTTURANTE di fondo dell'essere
  umano stesso.
  Non c'è possibilità di scelta.
  E' così e basta.

  RELAZIONALITA', si diceva, innanzitutto, quindi :

  A) CON SE STESSI;
  L'uomo nello stesso tempo è corpo e ha un corpo: questa duplice qualità
  fonda le sue relazioni (peculiari rispetto agli animali) con il mondo e la
  storia: il fatto di "essere" corpo pone l'uomo in relazione di immanenza
  con il mondo, così che l'uomo non può pensare né agire senza dipendere
  dal suo corpo e dalla materia; il fatto di "avere" un corpo pone l'uomo in
  relazione di trascendenza con il mondo, così che l'uomo non si esaurisce
  semplicemente nella sua corporeità e in una serie di rapporti materiali, ma
  mantiene la coscienza e la libertà che ne regolano l'agire.  E' attraverso il suo
  corpo che l'uomo entra in relazione con gli altri uomini e con la natura.
  L'integrazione della corporeità nella definizione di "persona umana",
  conduce coerentemente ad ammettere che la persona è essenzialmente
  relazionata al "mondo", nella sua duplice eccezione di "società" e di
  "natura".  Il discorso sulla corporeità è perciò, in ultima analisi, il
  fondamento di quanto ora diremo circa i rapporti interumani e i rapporti
  con la natura.

  Quindi, dal primo tipo di "relazionalità" passiamo al secondo:

  B) L'UOMO IN RELAZIONE CON GLI ALTRI UOMINI:
  Lévinas ben sintetizza: "l'apertura al Tu è costitutiva dell'Io" ; la
  persona umana, cioè, non può realizzarsi che nell'alterità, nel darsi
  agli altri e nel ricevere dagli altri.
  La soggettività umana è essenzialmente intersoggettività.
  Nell'incontro con gli altri uomini, l'uomo si trova di fronte ad un "tu"
  personale come lui, di cui non può disporre come dispone delle cose.
  La realtà del "tu" è situata oltre i rapporti di utilità o di mezzo per
  l'auto-realizzazione del"io"
  L'alterità del "tu", non è di subordinazione ma di comunione:  L'altro, 
  con la sua dignità di persona, pone un divieto alla libertà del'"io": un
  "no" che può essere superato solo con il "si" della accettazione dell'altro
  come valore intangibile, non a motivo di sue particolari qualità ma 
  semplicemente della sua dignità di persona.  Il rapporto con l'altro
  domanda, in una parola, "rispetto" : il contrario del rispetto è la
  "strumentalizzazione".
  L'apertura di ogni uomo agli altri non si esaurisce, però, nei rapporti
  interpersonali: ogni persona appartiene alla comunità UMANA.  Questa
  appartenenza si manifesta in un'esperienza che nello svolgimento dei
  secoli è diventata sempre più cosciente e che, al tempo nostro, ha assunto
  notevole importanza: l'esperienza di comunione di coscienza, pensiero e
  libertà, di convinzione e, soprattutto, di comune destino di tutta l'umanità
  del mondo.
  Un'esperienza tanto radicale nell'essere umano che ripetuti terribili
  conflitti e guerre lungo il corso della storia non l'hanno potuto
  distruggere.  Oggi, tale esperienza è espressa col termine solidarietà
  designante la RADICE ONTOLOGICA della comunità umana, ossia il vincolo
  ontologico che unisce ogni uomo con tutta l'umanità.  Si tratta, pertanto,
  di una dimensione fondamentale dell'essere umano, dalla quale scaturisce
  l'impegno a tutti comune di collaborare al bene della comunità umana e al
  progresso delle sue strutture.
  La comunità umana non è una persona collettiva sopraindividuale: se così
  fosse, ogni persona perderebbe la sua specificità (coscienza e libertà)
  per assommarla in una "superpersona" e sacrificarla ad essa; il fondamento di
  ogni comunità adeguata alla dignità umana resta l'essere personale
  dell'uomo; il "collettivismo" non è conforme alla dignità della persona
  umana.
  D'altra parte però la comunità umana non è neanche semplicemente la somma
  numerica delle persone che la compongono, ma "una realtà qualitativamente
  nuova" in rapporto ad essa, perché nella comunità le persone sono unite
  proprio come persone, ossia come comunità di coscienza e di libertà, e non
  per un legame che sia esterno a esse.
  In conclusione di questo punto, quindi, possiamo dire che il senso non
  riposa semplicemente in se stessi, non è solo auto-realizzazione, ma
  riposa negli altri, è etero-realizzazione.
  Questa non va' però intesa nel senso del Potere, che di Giulio Cesare o
  Napoleone ricordiamo a malapena il nome e svogliatamente le gesta, ma nel
  senso di "servizio", che di Dante e Shakespeare siam ancora allievi e lo
  saremo durevolmente.

  Vi è poi un terzo tipo di "relazionalità":

  C) L'UOMO IN RELAZIONE CON LA NATURA.

  Infine il quarto

  D) L'UOMO IN RELAZIONE CON DIO

  Ma su questi ultimi due, al momento, soprassediamo, non foss'altro per
  ovvi motivi di spazio

  Quindi, riassumiamo così:

  L'AUTOREALIZZAZIONE è IL tema che, più o meno consapevolmente,
  c'accomuna tutti.

  Questa società ti fà credere che tu la possa trovare nel lavoro e nel
  denaro che conseguentemente guadagni e con il quale ti puoi cavare tutti gli
  hobby e i capricci.

  E' sempre la logica dove si diceva:
  "L'ideologia capitalistica da un lato, con il suo bisogno di consumatori
  accaniti, non lascia altro spazio che al lavoro per guadagnare denaro da
  spendere poi in divertimenti, e l'efficienza in questi due campi la
  chiamano "realizzazione".

  A fare il paio poi con questo tema del'"autorealizzazione" c'è quello
  del AUTENTICITA' quando, stante l'ottusità dilagante, della VERITA' non è
  consentito dire.

  Autenticità, ovvero, pura autorefenzialità, sentimentalismo
  soggettivistico, pulsionalità momentanea e relativa transitorietà volubile
  che sfocia infine in quella coazione a ripetere dove il vuoto interiore è
  riempito da amanti, puttane e divorzi a ripetizione.

  Questa lunga premessa per dire cosa ?
  Che la AUTENTICA AUTOREALIZZAZIONE si compie solo in quel

  MISTERO che è la RE-LA-ZIO-NEeeeeeeee !!!!!!

  Questa , lungi dall'essere una PRESCRIZIONE etica ha invece, viceversa,
  solo una valenza di REALIZZAZIONE ESISTENZIALE autentica e ben
  PIU' GRANDE di quella borghese del "self-made-man"

  Inoltre, nell'allontanamento da quell'economicismo dilagante, questa
  autorealizzazione non ha proprio ben nulla a chè fare con lo SCAMBIO
 del "do ut des", ti do se tu mi dai, in quella "partita doppia" che paiono i
  moderni  matrimoni, ma nel DONO

  L'AMORE NON E' SCAMBIO MA UN DONO.

  "Io ti ho scelta come occasione di dono" dovrebbe dire un uomo che si
  richiami a quei "cavalli di razza", per dirla alla Montanelli, e non ai
  ronzini.

  Ho dato il massimo ?
  Posso darti la totalità di me ?
  Quando un'Amore nasce contiene una tensione all'immortalità, al "per
  sempre", che se solo ci ricordassimo del nostro "primo amore" non
  dimenticheremmo più; perché solo nella UNIONE, TOTALITA' ed

  ETRNITA' si comprendono le categorie metafisiche dell'Amore

  Ma se la vita E' UN POSSESSO, tutte queste categorie si perdono
  irrimediabilmente.
  E allora diventerà più chiaro l'abisso che separa tutto ciò dalle
  tristezze di eutanasie e simili amenità

  Quando non si capisce che la VITA AUTENTICA stà nel DONO e nella
  RELAZIONE, allora...rien ne va plus.......



  Ecco che qui l'Amore coniugale sfocia in quel "dono di sé" , elevato
  all'ennesima potenza nel  "consacrato" , che si esprime nell'uso esclusivo
  dell'avverbio  "TU" , e in quel "NOI" che
  come diceva quel grandissimo psichiatra di Ludwig Binswanger, l'Amore non
  usa mai l'IO, e già anche nel solo linguaggio traspare

  Ecco dunque la conclusione di questo lungo discorso, in fondo, solo per
  spiegare questo passaggio dove risiede tutto il "desiderio di unità"
  Dal IO, attraverso il TU, per giungere infine al NOI DELL'AMORE




IL LINGUAGGIO DELL'AMORE





  Nel'"essere-insieme-nell'amore", il Dasein incontra se stesso ("gioca
  con se stesso") nella sua totalità e nella sua pienezza.  Non ci
  meraviglieremo quindi se Binswanger afferma che l'unico linguaggio che
  compete all'amore è il silenzio.  Che cos'è infatti il linguaggio ?

  Il linguaggio è sempre un medium, un vestito del pensiero, specificazione,
  dettaglio, scelta.  Esso è volto a dimostrare, persuadere, difendere,
  accusare.
  Esso articola, specifica, precisa.

  "Il linguaggio - dice Binswanger - non è luce, ma rischiaramento... La
  dualità nell'amore non abbisogna di alcun rischiaramento, poiché, in sé e
  per sé, è già essa stessa luce. Essa non ha bisogno di alcuna
 dimostrazione, ne può in alcun modo essere dimostrata. 
 Essa è Dasein interamente svelato, e non ha bisogno di essere rivestito,
 come appunto fa il linguaggio..."

     E altrove :

     "La dualità nell'amore è pura esaltazione, pienezza inarticolata,
  indeterminata, indivisa, quindi ineffabilità, immobilità silenziosa, senza
  quasi respiro, un'immobilità che in nessun modo significa negazione o
  privazione, bensì il supremo e più positivo, anche se muto, compimento di
  tutto il Dasein"

     L'amore non è ricerca di una verità, ma è "verità" esso stesso, quindi,
  anche se indifeso contro al giudizio, è, nel suo fondo, inattaccabile.

  L'amore è trasparenza immediata, rivelazione diretta del Dasein a se
  stesso, evidenza, quindi indimostrabile.  Esso non può essere "detto", ma
  solo vissuto,. 
  Ogni linguaggio, dice Binswanger, trasforma il Tu dell'amore
  nell'accusativo "lui", per cui l'ineffabile dualità di me e di te si
  spacca nel solito fatale dualismo di oggetto e oggetto.


  Non inprigionabile nella dimensione spaziali e temporali, l'amore è un
  puro "venirsi incontro", un puro e muto linguaggio da cuore a cuore che
  non abbisogna del medium della comunicazione verbale a suo sostegno
  e quale suo interprete, perché esso è sincerità totale.  In quanto "verità",
  l'amore non è neppure collocabile in un quadro etico, non ha quindi bisogno di
  apologie : esso non è un dovere da compiere, né un fine da perseguire, né
  un valore da difendere.  L'amore è, insomma, "docta ignorantia".


  "L'immotivazione dell'amore, che alla ragione appare come
  irragionevolezza, è proprio il suo fondo, la sua "ragione" e la sua "giustificazione"
  Parlando di "muto linguaggio da cuore a cuore", intendiamo sottolineare
  un non piccolo merito dell'antropologia di Binswanger.  Egli ha recuperato
  alla sua meditazione sull'uomo il valore del "cuore", un valore del tutto
  assente in quel MITSEIN heideggeriano che lo stesso Binswanger chiama
  "neutrale", appunto per la mancanza in esso di un Tu amante.  Egli
  descrive la "patria" dell'amore come "la patria del cuore".  Certo, qui il concetto
  di "cuore" non è solo quello che ricorre presso Agostino e Pascal, cioè
  idea comprensiva di tutto ciò che nell'uomo vi è di più centrale, di più
  sorgivo, di più prescientifico e indefinibile, né è semplicemente quello del
  parlare comune.
  Per Binswanger, il "cuore" non sta mai ad indicare una proprietà o una
  funzione dell'uomo, né una sua singola azione, né un rapporto mondano, ma
  allude sempre a un modo fondamentale di essere-uomo, e precisamente
  esprime l'apertura del Dasein al "noi" della dualità amante.

  "Nell'essere-insieme-nell'amore il Dasein si scopre come "cuore" e il
  "da" del Dasein (il "ci" dell'esser-ci) si dischiude come la patria del
  cuore" Lo stesso incontro amoroso viene descritto come un "venir dal
  cuore" e un "andare al cuore".

  Siccome tuttavia essere-uomo non è solo amore, ma anche CURA (in forza di
  quel rapporto dialettico tra amore e CURA che Binswanger chiama sistole e
  diastole dell'essere-nel-mondo), ad ogni contemplazione silenziosa
  dell'amato è immanente il bisogno di darsi una forma esterna.  Ecco perchè
  il Tu della dualità amante tende a diventare Tu espresso, cioè linguaggio.


     Il linguaggio che l'amore sopporta come il più capace di coglierne e di
  convogliarne l'eidos, è quello meno specificante e più allusivo, il
  linguaggio della musica e della poesia.  Se nelle GRUNDFORMEN Binswanger
  cede spesso e volentieri la parola ai poeti non è solo perché essi dicono
  meglio le cose, ma perché la forza dell'immaginazione poetica è ciò che si
  "commisura" meglio alla sovratemporalità e alla sovraspazialità dell'amore.
  Se quindi certe pagine delle GRUNDFORMEN possono avere l'andamento un po'
  disarticolato di un'ontologia dell'amore, Binswanger ci avverte che in
  ogni  lirica autenticamente amorosa si cela un frammento di un'ONTOLOGIA
  DELL'AMORE.


  Certo, poesia e musica rompono anch'esse quel "sacro silenzio" che è il
  vero linguaggio dell'amore, ma a quello si avvicinano perchè non
  specificano  nulla, alludono ma non significano.

  "La loro "patria" ontologica è nella trascendenza esaltante della pura
  "immaginatio". Solo esse possono "alludere alla totalità del Dasein"


  "Esse sono trascendentale "immaginatio", quindi non finalizzata, non
  problematica, prescindente da ogni individuazione, sgorgante dalla
  totalità dell'essere e volta alla totalità dell'essere"

  Con le belle parole di P. Valery, Binswanger ama chiamare musica e poesia
  "les enfants de mon silence"


  Ma anche la quotidianità conosce il lirismo del linguaggio amoroso, sia
  pure non così eletto come quello dei poeti.  Questo dialogo tra amanti è
  "sacro" perchè ex corde sonat e purché rientri, poi, in quell'immobilità
  silenziosa del cuore da cui proviene.  In questo dialogo, gli amanti
  esperimentano la NOVITA' NELLA RIPETIZIONE : "Non esiste nessun altro modo
  di essere in cui la ripetizione e novità siano una cosa sola come
  nell'essere-insieme-nell'amore"


  La forma dell'amore è ogni volta nuova, e ciò denuncia la sua
  sovratemporalità.  Il dialogo tra amanti, in quanto forma dell'amore, è
  senza un tema specifico e senza uno scopo preciso (non è socratico,
  sofistico, politico, economico...).  Sua caratteristica è quella
  autenticità che viene dalla sincerità del cuore, e l'atmosfera che esso sa creare.
  Strttamente parlando, esso non ha contenuti : non ciò che tu dici conta,
  ma il fatto che sei tu a dirlo!


  Ma nel Tu divenuto parola espressa, il dialogo non si apre solo al mondo
  poetico (nel quale il tema è sempre e solo il NOSTRO AMORE) ma anche al
  mondo della PREOCCUPAZIONE.  E' in quest'orizzonte che l'amore si fa
  "storia", destino mondano.  L'essere-insieme-nell'amore esce dall'istante
  eterno e rientra nel tempo e nello spazio della CURA.  Ora l'amore si
  tematizza, si esplora, si interpreta, s'interroga, si preoccupa.  Ora
  passato e futuro gravano sul presente.  Ma anche a questo dialogo inerisce
  pur sempre un po' di quella "esaltazione", di quella "immaginatio" che
  definiscono l'amore, poiché in esse si inquadra e si fonda.

  L'amore diventa così "opera", realtà forgiante .
 
 
 
 
 
 

In conclusione si è voluto dimostrare, con questo piccola "tesi", che il
Desiderio ha sì bisogno della Grazia e di Cristo, ma più che per "convertire"
per far sì che l'uomo possa andare nella "giusta direzione".


  Verrebbe quasi da pensare, giunti a questo punto, che questo "Desiderio"
sia il rovescio della medaglia di quel "Peccato Originale" con il quale
nasciamo e, come quest'ultimo ci porta verso il basso, quello ci porti verso
l'alto.


La spinta verso la Luce di quell'Ombra che ci portiamo anch'essa dentro di
noi.
Verso quelle "stelle", come dice la sua etimologia, per le quali siamo nati.



 












 
 
 

Marx ...

Post n°324 pubblicato il 04 Marzo 2009 da mjkacat

 

...DIVIDENDO e riducendo la realtà all'economia e alle CLASSI, ha elaborato
l'INVIDIA facendone una Filosofia

PS...nel senso "mimetico girardiano", stò parlando

 
 
 

TAG CLOUD

AREA PERSONALE

 

I MIEI LINK PREFERITI

- Comunione e Liberazione
- Opus Dei
- Legionari di Cristo
- Neuroingegneria
- Zenit
- Olir
- Statoechiese.it
- Filosofia delle religioni
- Contro la leggenda nera
- StoriaLibera
- René Girard in breve
- Decostruzione dell'uomo
- Psicoanalisi del Vangelo
- Girard, Freud, Lacan
- Conversazione con Girard
- La voce... Girard libri 1
- Sito Girard
- Girard e Levinas
- Girard Cacciari
- Post-girardiani
- Articoli su Girard
- Girard Derrida
- Rinascimento cristiano
- Video Girard Vattimo
- Confronto Gerard Vattimo
- Umorismo
- Ideologia, Illuminismo, Totalitarismo
- Decostruzione - Derrida
- Google Libri
- Binswanger - Reciprocità
- Letteratura & Arte
- Filosofia
- Filosofia 2°
- Teologia
- intervista a Gadamer
- Dittatura del relativismo
- Filosofia della religione - Sito
- Simbolo
- Sensibilità - Husserl
- Husserl - Naturale
- Ist.étud.Lévinassiennes
- Metafisica
- Antiamericanismo
- Jean François Revel
- Girard - "Spe salvi"
- Nicolas Gòmez Dàvila
- Aforismi N.G. Dàvila
- www.Caffarra.it
- La dialettica dell'Illuminismo
- L'eclisse della ragione
- Differance Derrida
- 11 Settembre - Girard
- Subdolo "politically correct"
- Stampa su Girard
- Antropologia di Girard
- La società del risentimento
- Max Scheler
- Modernità e postmodernità
- J'accuse di René Girard
- I desideri di Gesù
- Eucaristia & Girard
- Storia della Teologia
- Il luogo e le vie :su Heidegger
- Liturgia
- Liturgia II°
- Liturgia e Immagine
- Immagini e filosofia
- Filosofia in immagini
- Storia della Metafisica
- Dizionario dei Teologi
- J.H Newman
- Ceruti Fornari "Le due paci"
- Ceruti su Morin
- Prospettivismo - Costruttivismo
- Un romanzo theocon
- Psychomedia
- George A. Kelly
- Rivista di Psicologia
- Libro di Mauro Ceruti
- Cognitivismo e non
- Mirjana Dragicevic
- Pagina 1
- Pagina 2
- Pagina 3
- Pagina 4
- Pagina 5
- Pagina 6
- Pagina 7
- Pagina 8
- Pagina 9
- Pagina 10
- Pagina 11
- Pagina 12
- Pagina 13
- Pagina 14
- Pagina 15
- Pagina 16
- Pagina 17
- Pagina 18
- Pagina 19
 

PERSONAL JESUS

 

L'ATTIMO FUGGENTE- LA CULTURA

 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto dal 2024
Inviato da: cassetta2
il 19/02/2024 alle 12:41
 
A me ha fatto riflettere questo articolo,ha il medesimo...
Inviato da: Eustachio
il 08/08/2013 alle 19:59
 
PURTROPPO NOTO CHE PARECCHIE PERSONE NUTRONO UNA ...
Inviato da: Da_1a_100
il 02/05/2011 alle 23:48
 
1/4 Il clima culturale che noi respiriamo potrebbe...
Inviato da: Da_1a_100
il 26/12/2010 alle 21:18
 
2/4 Dalla forma pluralistica ed illuministica nasce...
Inviato da: Da_1a_100
il 26/12/2010 alle 21:11
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2Lacky.Rmatilde.darisifrancabaronioSARAGATTINImariaceleste_cosistram2dottorcasadeidodomass1993GiuseppeLivioL2msm3gvfotoceramicabobn56dgroberto82zagreus.zagreus
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

TAG

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 

RENé GIRARD

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963