Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Maggio 2014

IN OTHER PLACES....

Post n°3504 pubblicato il 31 Maggio 2014 da pierrde

"I hope we can be confident about the fact we won’t see you in this building again,” he said to Hargrove, who looked dapper in a bowtie, navy jacket and crisp linen pants. “There are other places people want to see you and people who’ve wanted to see you for a very long time — just not here.”

Con queste parole il giudice Neill Ross ha condannato il trombettista Roy Hargrove a due giorni di lavoro presso una comunità di recupero per possesso di cocaina.

Non voglio e non posso giudicare i comportamenti privati di Hargrove, da semplice appassionato non mi rimane che condividere ampiamente le parole finali del giudice. 

 

http://nypost.com/2014/05/29/roy-hargrove-admits-to-cocaine-possession/

 
 
 

RADIOTRE BATTITI: FOCUS SU ARTO LINDSAY

Post n°3503 pubblicato il 31 Maggio 2014 da pierrde
 

SABATO...

Arto Lindsay è il graditissimo ospite della puntata di sabato notte che si snoderà tra un mini-live, una lunga intervista e ascolti tratti da alcune tra le sue tante avventure musicali. Alfiere della No Wave insieme ai Dna, disturbatore ufficiale dei Lounge Lizards prima maniera, co-fondatore degli Ambitious Lovers e autore di una serie di dischi da solista che hanno lasciato il segno, Lindsay continua ad abitare quella preziosa terra di confine tra pop e avanguardia con curiosità, stile e intelligenza. E' passato a Roma qualche tempo fa per presentare il suo nuovo cd Encyclopedia Of Arto, e noi non ce lo siamo fatto scappare..

SABATO... 

Arto Lindsay  è il graditissimo ospite della puntata di sabato notte che si snoderà tra un mini-live, una lunga intervista e ascolti tratti da alcune tra le sue tante avventure musicali. Alfiere della No Wave insieme ai Dna, disturbatore ufficiale dei Lounge Lizards prima maniera, co-fondatore degli Ambitious Lovers e autore di una serie di dischi da solista che hanno lasciato il segno, Lindsay continua ad abitare quella preziosa terra di confine tra pop e avanguardia con curiosità, stile e intelligenza. E' passato a Roma qualche tempo fa per presentare il suo nuovo cd Encyclopedia Of Arto, e noi non ce lo siamo fatto scappare..

 

 

 

 

 
 
 

JAZZ POLICE: MA ESISTE VERAMENTE ?

Post n°3502 pubblicato il 29 Maggio 2014 da pierrde

Con gli anni  che passano, ho cominciato a sentire spesso quella frase, "la polizia jazz" in termini inquietanti. Di solito si riferisce a una credenza tra i musicisti che vi è una setta di scrittori jazz, giornalisti e critici che influenzano, minano, e controllano i musicisti jazz.

La " polizia jazz" soffoca le vere espressioni della musica decidendo a chi attribuire recensioni a cinque stelle e a chi no, chi deve ottnere il grande contratto discografico e chi è costretto a registrare per l'etichetta indie, che vince il premio Grammy , e chi finisce per suonare nella metropolitana per qualche spicciolo.

Davvero?  Ho avuto l'enorme privilegio di lavorare come scrittore jazz, giornalista, direttore musicale di una stazione radio , documentarista e saggista per 25 anni, e posso onestamente dire che non esiste nessuna cricca di polizia jazz .

Dopo tutto, i poliziotti hanno stipendi, vacanze e sindacati. Ma, nonostante il tentativo certamente debole di umorismo, la credenza in una polizia jazz è diventata molto persistente in questi giorni.

Così mi piacerebbe offrire il punto di vista di chi è stato inserito in quel fantomatico cerchio sordido. Voglio aggiungere un po 'di armonia alla discordia che esiste tra musicisti e scrittori.

Sento fortemente che dobbiamo affrontare questo mito della polizia jazz; altrimenti il ​​futuro della nostra musica continuerà a languire nei prossimi anni. Ora, proprio perché io dico che non c'è la polizia jazz non vuol dire che gli scrittori non hanno esercitato il potere di creare o distruggere una carriera. Naturalmente questo è vero.

La storia del jazz è piena di scrittori i cui capricci, gusti, simpatie e antipatie, nel bene o nel male hanno determinato chi è una stella e chi non è-come dimostra la crudele definizione di Martin Williams del grande Ahmad Jamal liquidato come un "pianista da cocktail ", a cui altri critici diedere eco per un tempo molto lungo.

Ma ho una buona notizia per i musicisti. Mentre sì, un critico con un giornale autorevole o colonna su una importante rivista sarebbe stato in grado di influenzare il pubblico a piacere , oggi, nessuno scrittore o critico ha quel tipo di potere.

Nel 21 ° secolo, l'esplosione dei social media, blog e portali online hanno irrevocabilmente ridotto la portata delle dichiarazioni di scrittori e critici, arricchendo la scena con osservazioni e pareri ben informati.

Un critico può scrivere che il nuovo CD di un musicista non è il suo lavoro migliore, ma in un paio di click  voi stessi potete stabilire se essere d'accordo con l'opinione di chi scrive. Un consumatore può anche condividere le sue opinioni su qualsiasi musicista con altri ascoltatori  in un solo istante. Questo tipo di discorso democratizzato non esisteva 30 anni fa, e ho il sospetto che sia qui per rimanere.

Eugene Holley Jr

Link: 

http://www.newmusicbox.org/articles/profiling-the-jazz-police/

 
 
 

PAINTING

Post n°3501 pubblicato il 29 Maggio 2014 da pierrde

Shai Maestro, nato in Israele il 5 febbraio 1987, fa parte del nuovo circuito di jazzisti israeliani (o di origini israeliane) che stanno scrivendo una nuova pagina del jazz newyorkese e non solo (tra cui vanno ricordati Avishai Cohen, Anat Cohen, Yuval Cohen, Omer Avital, Gilad Hekselman, Abi Lebovich).

Maestro si è avvicinato al pianoforte all'età di cinque anni studiando musica classica. Già a otto anni ha iniziato ad ascoltare jazz grazie a un casuale incontro con i dischi di Oscar Peterson. Dopo essere stato ammesso alla Thelma – Yellin High School of Performing Arts a Givataim, dove si è diplomato con il massimo dei voti, ha proseguito studiando e approfondendo la sua passione per la musica afro-americana fino all’ammissione alla Berklee College of Music di Boston.

Una volta trasferitosi a New York all’inizio dello scorso decennio, ha iniziato a frequentare i principali jazz club dove si è esibito da solo o in compagnia di musicisti di primo piano tra cui Jimmy Green, Jorge Rossy, Myron Walden, Ari Hoenig, Jonathan Blake, Anthony Hart.

Il grande colpo d’ala nella sua carriera è avvenuto con l’ingaggio nel trio di Avishai Cohen con il quale ha registrato quattro dischi e ha suonato in alcune delle principali jazz location del mondo e in svariati festival internazionali. Nel maggio del 2011 Maestro ha abbandonato la formazione di Cohen per perseguire una propria strada come bandleader, compositore ed arrangiatore.

Il Shai Maestro Trio fu costituito nel luglio del 2010 dopo una sessione in studio a Brooklyn. "Il collegamento tra noi tre era così forte che siamo diventati una band in maniera naturale. Fu subito evidente" dice Maestro.

Da allora, il trio è stato in tour in tutto il mondo, suonando in festival, sale da concerti e jazz club ricevendo incredibili accoglienze da parte del pubblico. "Questo è solo il nostro inizio come band ... c'è così tanto da fare e le opzioni sono infinite. Sono molto curioso di vedere dove tutto questo ci porterà."

 
 
 

MAYA

Post n°3500 pubblicato il 28 Maggio 2014 da pierrde

"Music was my refuge. I could crawl into the space between the notes and curl my back to loneliness." - Maya Angelou, 1928-2014

Maya Angelou (nata Marguerite Ann Johnson) ha pubblicato, nell'arco di mezzo secolo, sette autobiografie, tre libri di saggistica e numerose raccolte di poesia, oltre a libri per bambini, drammi teatrali, sceneggiature e programmi televisivi. Ha ricevuto dozzine di premi e più di trenta dottorati di ricerca honoris causa. Angelou è celebre soprattutto per le sette autobiografie incentrate sulle sue esperienze adolescenziali e della prima maturità.

Con la prima autobiografia, Il canto del silenzio (1969, tit. or.: I Know Why the Caged Bird Sings), nella quale racconta la propria vita fino all'età di diciassette anni, ha incontrato un enorme successo e apprezzamento internazionale. Ragazza madre a diciassette anni, Angelou ha svolto i lavori più diversi, tra cui la tranviera, la cameriera, la cuoca, la mezzana, la prostituta, la spogliarellista, la ballerina, la cantante; ha fatto parte del cast dell'opera di George Gershwin Porgy and Bess, la giornalista in Egitto e l'insegnante nel Ghana durante il periodo della decolonizzazione, la coordinatrice dell'associazione per i diritti civili Southern Christian Leadership Conference, la compositrice, la scrittrice, l'attrice, l'autrice, regista e produttrice di drammi teatrali e programmi televisivi.

Dal 1982 è docente alla Wake Forest University di Winston-Salem, nella Carolina del Nord, di cui detiene la cattedra Reynolds di primo professore a vita in studi americani. Attiva nel movimento per i diritti civili, ha lavorato a fianco di Malcolm X, conosciuto nel Ghana, e, dopo il suo assassinio, con Martin Luther King, Jr. Dagli anni Novanta ha partecipato a circa ottanta conferenze l'anno, attività che ha continuato a svolgere anche da ottantenne.

Nel 1993 Maya Angelou ha declamato la sua poesia «On the Pulse of Morning» alla cerimonia di insediamento alla Presidenza di Bill Clinton, in questo risultando il primo poeta a recitare un proprio testo all'inaugurazione presidenziale dai tempi in cui, nel 1961, Robert Frost lesse i propri versi durante l'insediamento del Presidente John F. Kennedy.

Con Il canto del silenzio, Maya Angelou ha messo in piazza aspetti della propria vita privata, con una efficacia che l'ha portata ad esser ritenuta una portavoce sia delle istanze della popolazione afroamericana che delle donne nere, al punto che le sue opere vengono considerate un baluardo della cultura afroamericana. Benché vi siano stati tentativi di bandire i suoi libri in alcune biblioteche statunitensi, le sue opere sono ampiamente studiate nelle scuole e negli atenei anche fuori degli Stati Uniti.

Le opere più importanti di Angelou sono state etichettate come romanzi autobiografici, ma molti critici le considerano delle vere e proprie autobiografie. Maya Angelou ha compiuto un deliberato tentativo di opporsi alla struttura tipica dell'autobiografia, attraverso una messa in discussione, una rielaborazione e un accrescimento di questo genere letterario.

I suoi libri sono incentrati su temi come il razzismo, l'identità, la famiglia e i viaggi. Benché sia nota soprattutto per le sue autobiografie, Angelou è anche una poetessa affermata. Riguardo alla poesia, la critica è divisa tra coloro che ritengono di poco conto i suoi versi e coloro che ritengono che i criteri tipici adottati nell'interpretazione stilistica della sua opera poetica siano inadeguati a valutarla, nella misura in cui la sua poesia si riallaccia in modo originale alla tradizione orale afroamericana di oratori quali Frederick Douglass, Martin Luther King, Jr. e Malcolm X.

Di fatto, un'ampia attenzione critica alla sua opera in versi è cominciata solo a partire dalla coinvolgente lettura di «On the Pulse of Morning» del 1993 durante l'insediamento del Presidente Clinton, nonostante, fin dal 1971, abbia prodotto numerosi volumi di poesia con riscontro di vendite pari a quello delle autobiografie. Oltre alla copiosa mole di dottorati ricevuti dalle università, Maya Angelou ha vinto numerosi premi letterari e per i diritti civili, onorificenze statali e di singoli gruppi di interesse.

È stata finalista, tra l'altro, del Premio Pulitzer per la poesia con la sua prima raccolta di versi Just Give Me a Cool Drink of Water 'fore I Diiie; ha ottenuto una nomination al Tony Award come migliore attrice non protagonista del dramma teatrale Look Away di Jerome Kilty (1973); ha vinto tre premi Grammy per il miglior album parlato.

È stata nominata due volte membro di comitati e commissioni della Presidenza degli Stati Uniti (1975-76 e 1977); le è stata conferita la Medaglia nazionale delle arti dal Congresso nel 2000 e la Medaglia presidenziale della libertà da Barack Obama nel 2011. In Italia sono usciti la raccolta di saggi Il semplice viaggio del cuore (1993, tit. or.: Wouldn't Take Nothing for My Journey Now), edito da Guanda nella traduzione di Laura Noulian nel 1994, e, per i tipi Frassinelli, i primi due volumi autobiografici Il canto del silenzio e Unitevi nel mio nome (1974, tit. or.: Gather Together in My Name), rispettivamente nel 1996 e nel 1999, entrambi nella traduzione di Maria Luisa Cantarelli.

Fonte: Wikipedia

http://www.huffingtonpost.com/2014/05/28/maya-angelou-dead_n_5403657.html

 

http://www.examiner.com/article/remembering-maya-angelou-s-jazz-collaboration

 
 
 

ERIC

Post n°3499 pubblicato il 28 Maggio 2014 da pierrde

Nel 1960, Eric Dolphy era ua figura originale e unica nel mondo del jazz, ma anche un mistero, un improvvisatore virtuosistico alla ricerca di modi di espressione al di fuori della pratica comune.

Morì a causa di una forma diabetica non diagnosticata a Berlino nel giugno 1964, a 36 anni, abbastanza maturo per consolidare la sua fama ma forse troppo giovane per definire compiutamente il suo percorso.

Anche se aveva registrato una discreta quantità di album, soprattutto nei suoi ultimi quattro anni, è del 1964 il capolavoro "Out to Lunch!", l'ultima registrazione è una performance olandese registrata 27 giorni prima della sua morte  "Last Date.

Mezzo secolo dopo la sua morte, potrebbe esserci un punto di svolta significativo per quanto riguarda il materiale inedito. I suoi appunti musicali sono appena stati acquisiti dalla divisione musicale della Biblioteca del Congresso , e la sua musica, tra cui pezzi mai eseguiti prima, sarà suonata in una due giorni di festa in suo onore, la Eric Dolphy: Freedom of Sound , questo fine settimana a Montclair, NJ

I documenti sono stati a lungo in possesso di amici intimi di Dolphy, il compositore Hale Smith, morto nel 2009 , e sua moglie, Juanita, che in seguito li diede al flautista e compositore James Newton .

Le cinque scatole di materiale sono ora a disposizione degli studiosi della Biblioteca del Congresso, la Performing Arts Reading Room . Ci sono numerose opere in precedenza non completate, come estensioni o versioni alternative di pezzi dello stesso Dolphy, tra cui "Hat e Beard," "Gazzelloni" e "The prophet".

C'è anche una chiave per comprendere quello che pensava e quello che praticava: le sue trascrizioni di altra musica, tra cui pezzi di Charlie Parker e Stravinsky; Bach Partita in la minore per flauto;  ed un accordo di basso-clarinetto per la Cello Suite No. 1 di Bach. Ci sono anche molte scale di ideazione di Dolphy, che stava usando come base per l'improvvisazione, libri di pratica e  una pagina di trascrizioni di canti di uccelli.

Leggi l'articolo completo qui: 

 

http://www.nytimes.com/2014/05/28/arts/music/a-new-focus-on-eric-dolphy-in-washington-and-montclair.html?action=click&module=Search®ion=searchResults&mabReward=relbias%3As&ur

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RADIOTRE: BATTITI

Post n°3498 pubblicato il 28 Maggio 2014 da pierrde
 

Intervistiamo Meshell Ndegeocello in occasione dell’uscita di Comet Come To Me, il nuovo disco della bassista e cantante americana che sembra essere tornata in gran forma a comporre brani originali dopo la full immersion nel repertorio di Nina Simone. Poi, in occasione del nuovo cd di Jacques Coursil, ripercorriamo la lunga carriera del trombettista francese di origini martinicane, avara di produzioni discografiche. E' l'occasione per parlare di un musicista atipico, già tra i protagonisti della new thing che nel corso degli anni è diventato un noto linguista, amico e sodale del filosofo Edouard Glissant.

Intervistiamo Meshell Ndegeocello in occasione dell’uscita di Comet Come To Me, il nuovo disco della bassista e cantante americana che sembra essere tornata in gran forma a comporre brani originali dopo la full immersion nel repertorio di Nina Simone. Poi, in occasione del nuovo cd di Jacques Coursil, ripercorriamo la lunga carriera del trombettista francese di origini martinicane, avara di produzioni discografiche. E' l'occasione per parlare di un musicista atipico, già tra i protagonisti della new thing che nel corso degli anni è diventato un noto linguista, amico e sodale del filosofo Edouard Glissant.

 

 

 

 

 
 
 

UN GENIO DEL MALE, UNO STRONZO, UN VERO COATTO: AUGURI MILES

Post n°3497 pubblicato il 26 Maggio 2014 da pierrde

Oggi è il compleanno di Miles Davis, che lui evidentemente non festeggerà perché morto nel 1991. Me lo ricordo, di quando è morto Miles: i giornali ne parlavano, era una cosa grossa. Ero piccolo e mia madre mi spiegò che questo Miles Davis era un musicista drogato che aveva pure collaborato con Zucchero. Mi spiegò anche che era un'enorme testa di cazzo, probabilmente esprimendo il concetto attraverso espressioni meno triviali, ma ecco, il concetto era quello. Come mia madre potesse sapere quanto testa di cazzo fosse Miles, non so dirlo. Presumo fosse la vox populi.

Continua a leggere l'articolo di Valerio Mattioli qui: 

http://www.vice.com/it/read/un-genio-del-male-uno-stronzo-un-vero-coatto-tanti-auguri-miles

 
 
 

C'E' CANDIDATO E CANDIDATO....

Post n°3496 pubblicato il 25 Maggio 2014 da pierrde

Quando il trombettista Dizzy Gillespie salì sul palco del Monterey Jazz Festival per comunicare al mondo la sua intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali statunitensi, Mitt Romney era un adolescente sedicenne: e certamente seguiva gli sviluppi della situazione dal momento che il padre George, all’epoca governatore del Michigan, era uno dei candidati alle primarie del partito Repubblicano. Barack Houssein Obama, invece, aveva da poco compiuto due anni.

Era il 21 settembre 1963, e mentre pensava a chi piazzare nei punti nevralgici del potere e nel futuro gabinetto della Casa Bianca (ribattezzata per l’occasione Casa del Blues) Gillespie non era mai stato così serio in vita sua: Miles Davis capo della CIA, Duke Ellington ministro dello Stato, Max Roach ministro della Difesa, Charles Mingus ministro della Pace, Louis Armstrong all’Agricoltura, Malcolm X alla Giustizia ed Ella Fitzgerald alle Politiche Sociali.

 

L’annuncio fu fatto nel suo tipico stile, a metà tra umorismo graffiante e musica spericolata. «Voglio diventare Presidente degli Stati Uniti – urlò al microfono davanti a trentamila spettatori entusiasti – perché ce ne serve uno!». Questa frase diventò immediatamente lo slogan della campagna elettorale. Ma per inseguire un improbabile successo, Gillespie sapeva di aver bisogno di un inno. Il cantante Jon Hendricks, eminenza poetica dell’entourage gillespiano, quella sera si unì alla band: molto solennemente spiegò che il brano che stavano per eseguire avrebbe fatto da colonna sonora alla corsa presidenziale di Gillespie.

Si intitolava Vote for Dizzy: la musica era quella di Salt Peanuts, un vecchio classico del bebop; il testo, invece, l’aveva scritto lo stesso Hendricks sulle note della melodia, e diceva cose così: “Vote Dizzy! Vote Dizzy! You want a good president who’s willing to run / You wanna make government a barrel of fun”, “Votate per Dizzy! Volete un bravo presidente che si dia da fare / Volete un bel governo che vi faccia sganasciare”; o ancora: “Your political leaders spout a lot of hot air / But Dizzy blows trumpet so you really don’t care”, “Gli altri politici quanto fiato san sprecare / Ma Dizzy se non altro lo usa per suonare” (la traduzione è di Dario Matrone).

 

Continua a leggere qui: 

http://www.ilpost.it/2012/10/14/la-strana-storia-di-dizzy-gillespie/

articolo di Vincenzo Martorella

 
 
 

I 12 JAZZISTI VIVENTI PIU' IMPORTANTI

Post n°3495 pubblicato il 24 Maggio 2014 da pierrde

Il paragone è da sempre nella natura umana e sulla rete e non si sprecano gli elenchi dei 10 film, libri, dischi e quant'altro da portare sull'isola deserta.

Nel campo musicale si è andati anche più a fondo, cercando di stilare i dischi e i musicisti più importanti nella storia dell'umanità. Nulla di nuovo quindi in questo articolo, dichiaratamente leggero, di Richard Sheinin su Mercurynews, in cui si elenca una più o meno probabile classifica dei 12 jazzisti viventi più importanti.

Vediamoli:

1) Herbie Hancock

2) Wayne Shorter

3) Sonny Rollins

4) Cassandra Wilson

5) Brad Mehldau

6) Steve Coleman

7) Wynton Marsalis

8) Joe Lovano

9) Robert Glasper

10) Brian Blade

11) Jason Moran

12) William Parker

Ovviamente è solo un gioco, e l'autore ben sapendolo mette le mani avanti e cita come non inseriti ma meritevoli altri nomi: 

Keith Jarrett, Eddie Palmieri, Anthony Braxton, Esperanza Spalding, Vijay Iyer, Roscoe Mitchell, Dave Holland, Jack DeJohnette, Eric Harland

Anch'io lo prendo come un puro divertimento, mi limito a osservare che mancano clamorosamente anche Ornette Coleman, Clark Terry, Henry Threadgill, Richard Abrams, Leo Smith, Kenny Barron, Randy Weston, Paul Bley, Gary Peacock e potrei continuare a lungo...

Sui nomi fatti da Sheinin il mio sconcerto è (il)limitato: Glasper più influente di Jarrett ? Blade più importante di De Johnette ? Eddy Palmieri meglio di Paul Bley ? Infine Esperanza, che sicuramente rientrerebbe nella classifica delle più belle jazziste, ma in quanto ad album significativi per il momento mi pare del tutto ininfluente, o no ?

 

http://www.mercurynews.com/entertainment/ci_25748593/here-are-jazzs-12-most-important-musicians

 
 
 

25 MAGGIO: ELEZIONI

Post n°3494 pubblicato il 24 Maggio 2014 da pierrde

 
 
 

RADIOTRE BATTITI: IL MONDO ELIOCENTRICO DI SUN RA

Post n°3493 pubblicato il 23 Maggio 2014 da pierrde

DOMENICA 25 MAGGIO 2014
IL MONDO ELIOCENTRICO DI SUN RA
Della sua nascita Sun Ra non ha mai voluto parlare, a volte diceva di non avere una madre, altre di essere giunto da Saturno, ci perdonerà quindi se festeggiamo il suo centenario con qualche giorno di ritardo, ricordando al tempo stesso che oggi è anche il novantesimo compleanno di Marshall Allen, attuale leader della The Sun Ra Arkestra. Herman Poole Blount, quale che fosse il suo luogo di provenienza, ha saputo creare su questa terra una forma artistica tutta sua, in cui la musica - il jazz in particolare - era uno strumento per creare un mondo migliore, per ricostruire attraverso i miti del passato egizio e del futuro spaziale un terreno esistenziale per gli afroamericani, per l'uomo invisibile - così come lo chiamava Ralph Ellison. Musicista, poeta e filosofo, Sun Ra ha attraversato la storia del jazz elaborandone gli idiomi - dallo swing al free - da visionario e anticipatore qual era, influenzando generazioni di musicisti degli ambiti più diversi. Questa notte a Battiti lo ricordiamo tracciando uno dei tanti percorsi possibili all'interno della sua sterminata discografia con molti classici e qualche rarità… Hereby, our invitation / We do invite you / To be of our space world.

DOMENICA 25 MAGGIO 2014
IL MONDO ELIOCENTRICO DI SUN RA
Della sua nascita Sun Ra non ha mai voluto parlare, a volte diceva di non avere una madre, altre di essere giunto da Saturno, ci perdonerà quindi se festeggiamo il suo centenario con qualche giorno di ritardo, ricordando al tempo stesso che oggi è anche il novantesimo compleanno di Marshall Allen, attuale leader della The Sun Ra Arkestra. Herman Poole Blount, quale che fosse il suo luogo di provenienza, ha saputo creare su questa terra una forma artistica tutta sua, in cui la musica - il jazz in particolare - era uno strumento per creare un mondo migliore, per ricostruire attraverso i miti del passato egizio e del futuro spaziale un terreno esistenziale per gli afroamericani, per l'uomo invisibile - così come lo chiamava Ralph Ellison. Musicista, poeta e filosofo, Sun Ra ha attraversato la storia del jazz elaborandone gli idiomi - dallo swing al free - da visionario e anticipatore qual era, influenzando generazioni di musicisti degli ambiti più diversi. Questa notte a Battiti lo ricordiamo tracciando uno dei tanti percorsi possibili all'interno della sua sterminata discografia con molti classici e qualche rarità… Hereby, our invitation / We do invite you / To be of our space world.

 

 

 

 

 
 
 

I CENTO ANNI DI SUN RA (22 maggio 1914)

Post n°3492 pubblicato il 22 Maggio 2014 da pierrde

 

Con una lentezza impossibile, le luci si accendono. Un percussionista in occhiali da sole, cappuccio e tunica scintillante, appena visibile in piedi dietro un tamburo intagliato largo quasi due metri, solleva due bacchette dalla strana forma e attacca un ritmo; attorno a lui ora si vedono altre figure – lunghe vesti, cappelli bizzarri, occhiali da sole (…) ballerini in morbide vesti maneggiano sete variopinte davanti a luci colorate cangianti; altri sfilano di fronte al pubblico mostrando dipinti di scene egizie o di mostri (…)

Fumo che scivola sul palco, un ballerino entra con una grossa palla illuminata (…) Esattamente al centro, impassibile in volto, siede un nero tracagnotto di mezza età circondato da un armamentario di dispositivi elettronici. Sulla testa, un copricapo che sembra un modellino del sistema solare. L’uomo posa le dita sulle tastiere che lo circondano, poi inizia a tormentarle con i pugni e gli avambracci. Andrà avanti per quattro o cinque ore (…) Direttamente dal suo pianeta, ecco Sun Ra.

dal libro Space is the Place di John Szwed

 
 
 

APERITIVO IN CONCERTO COMPIE 30 ANNI: IL PROGRAMMA

Post n°3491 pubblicato il 22 Maggio 2014 da pierrde

"Aperitivo in Concerto" presenta per il trentennale il top di quelle caratteristiche all’origine del suo successo: un programma nutrito, scintillante, curioso, che ripercorre la varietà e la molteplicità che in questi trent’anni la rassegna ha saputo offrire, esplorando un panorama vastissimo, che ha saputo fare del palcoscenico del Teatro Manzoni una fra le scene più cosmopolite del Paese. Spettacolarità, coinvolgimento, creatività, innovazione, ricerca, contemporaneità, profondità, originalità: sono i tratti che contraddistinguono i dodici eventi della prossima stagione. Come nella tradizione di "Aperitivo in Concerto".

 

 

 

 

 

 

 

Domenica 19 ottobre 2014, ore 11.00

 

 

 

JAQUES MORELENBAUM CELLO-SAMBA TRIO

 

 

 

 

special guest: PAULA MORELENBAUM – UNICA DATA ITALIANA

A venti anni dalla scomparsa di un genio della musica come il compositore brasiliano Antonio Carlos Jobim, padre della bossa nova, il celebre violoncellista Jaques Morelenbaum – che di Jobim è stato fra i più stretti collaboratori - ne ricorda le più affascinanti composizioni assieme alla splendida voce della moglie Paula, altra storica collaboratrice di Jobim, e a degli straordinari strumentisti brasiliani. A Insensatez, Desafinado, Águas de Março, la celebrata Garôta de Ipanema sono solo alcune delle pagine che rivivranno grazie alla maestria strumentale, interpretativa e poetica di questi musicisti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica 9 novembre 2014, ore 11.00

 

 

 

 

CHARLES LLOYD QUINTET

 

 

 

Wild Man Dance SuitePRIMA ITALIANA UNICA DATA ITALIANA

 


In ogni stagione,"Aperitivo in Concerto" ha tradizionalmente reso omaggio al jazz come fondamentale fenomeno culturale del Novecento, in grado di coniugare linguaggi, culture e tradizioni diverse. Quest’anno, una leggenda del jazz, il sassofonista Charles Lloyd, torna a Milano dopo anni di assenza e vi presenta il suo nuovo quartetto (con Gerald Clayton al pianoforte, Joe Sanders al contrabbasso e Gerald Cleaver alla batteria), integrato da Socratis Sinopoulos alla lyra e al laouto, nell’esecuzione di un recentissimo lavoro, Wild Man Dance Suite.



 

 

 

 

 

Domenica 16 novembre 2014, ore 11.00

 

 

 

 

 

 

ROBERT GLASPER/JASON MORAN DUOPRIMA DATA ITALIANA

 


Robert Glasper e Jason Moran sono fra le più significative e conosciute figure di pianisti nell’ambito della musica improvvisata odierna: il primo si è affermato con uno sperimentale connubio fra hip hop, blues, soul e jazz, il secondo con un approccio estremamente innovativo e avventuroso, ma in cui il rapporto con la tradizione africana-americana, da Fats Waller a James P. Johnson, è imprescindibile. I due artisti si uniscono per dare vita ad un’affascinante rilettura dell’intera storia della musica africana-americana, con lo sguardo puntato verso il futuro.






Domenica 23 novembre 2014, ore 11.00



 

 

 

 

BARBATUQUESPRIMA E UNICA DATA ITALIANA

 


Osannati dal mitico Bobby McFerrin, che si è voluto esibire con loro in una tournée sudamericana, e beniamini del pubblico brasiliano, i Barbatuques sono un gruppo straordinario, è il caso di dirlo. Straordinario per musicalità, virtuosismo e teatralità: maestri del suono, della comunicazione non verbale e della percussione corporale, la cosiddetta body percussion, i componenti del gruppo creano un universo di suoni e soprattutto di ritmi trascinanti, che accoglie l’intera tradizione musicale brasiliana e che sa esplorare le più recondite pulsazioni del nostro cuore e del nostro respiro. I Barbatuques - reduci dalla creazione della colonna sonora del film Rio 2: Missione Amazzonia - si esibiscono in Italia per la prima volta, portando a Milano una contagiosa musicalità, una creatività inarrestabile, una sofisticazione teatrale senza pari.



 

 

 

Domenica 30 novembre 2014, ore 11.00

 

 

DELTA SAXOPHONE QUARTET feat. GWILYM SIMCOCK

 

 

 

 

The Crimson ProjectPRIMA E UNICA DATA ITALIANA

Complesso formato da quattro fra i migliori sassofonisti sulla scena britannica, versato nell’improvvisazione come nella musica accademica, il Delta Saxophone Quartet - i cui componenti sono stati a lungo collaboratori del compianto e geniale compositore Steve Martland - da tempo esplorano il repertorio di quei gruppi inglesi che, a partire dai Soft Machine (cui hanno dedicato una straordinaria e pluripremiata incisione, Dedicated to You ... But You Weren't Listening, con la partecipazione di Hugh Hopper), hanno creato un nuovo corso innovativo sia per il rock che per la musica improvvisata europea. Con la partecipazione dello straordinario pianista Gwilym Simcock, il Delta Saxophone Quartet presenta, in prima italiana, un’affascinante rilettura delle più significative composizioni di un gruppo storico del più sofisticato rock inglese, i King Crimson.



 

 

 

 

Domenica 14 dicembre 2014, ore 11.00CONCERTO DI NATALE

 

 

 

MARCOS VALLE QUINTETUNICA DATA ITALIANA

 


Marcos Valle è uno fra i grandi compositori della musica popolare brasiliana, uno fra i fondatori della bossa nova, cui ha contribuito con pagine di eccellente fattura quali Samba De Verão, Deus Brasileiro, Gente, A Resposta. Valle ha collaborato con una pletora di artisti – fra Brasile e Stati Uniti - che apprezzavano e apprezzano le sue qualità di autore raffinatissimo, dotato di uno straordinario talento ritmico e melodico: Wilson Simonal, Elis Regina, Milton Nascimento, Nara Leão, Leon Ware, Chicago, Walter Wanderley, Astrud Gilberto, Azymuth, Dori Caymmi, Edu Lobo, Sarah Vaughan, Roberto Carlos. L’artista torna a Milano dopo molti anni di assenza per rendere un omaggio a quei compositori che hanno fatto della musica brasiliana, nel Novecento, un fenomeno mondiale, colto e sofisticato ben aldilà della musica popolare. Coinvolgente e carico di energia, un Concerto di Natale imperdibile.








Domenica 11 gennaio 2015, ore 11.00



CAROLINA CHOCOLATE DROPS PRIMA E UNICA DATA ITALIANA

 

I Carolina Chocolate Drops sono oggi fra i più acclamati fenomeni musicali negli Stati Uniti, di recente consacrati anche da una celebre coreografa come Twyla Tharp che sulle musiche eseguite e interpretate da questo gruppo fenomenale ha creato un’applaudita coreografia, Cornbread Duet, per il New York City Ballet. I multistrumentisti virtuosi dei Carolina Chocolate Drops – che si presentano per la prima volta in Italia - si riappropriano della più tradizionale musica americana esibendone le radici africano-americane e facendone un unico capitolo della cosiddetta Great Black Music. String-band music, jug-band music, fife and drum, proto-jazz, Black Broadway, blues arcaico: nelle loro interpretazioni, rivisitata con trascinante sensibilità moderna e con un orecchio intonato sulla contemporaneità, scorre orgogliosamente tutta la musica africano-americana degli anni Venti e Trenta del Novecento, all’interno di una cornice che colpisce per la trascinante energia, per la sua attualità e per la sua teatralissima e coinvolgente spettacolarità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica 8 febbraio 2015, ore 11.00

 

 

 

 

 

 

KIMMO POHJONEN & ERIC ECHAMPARDPRIMA E UNICA DATA ITALIANA

Musica vibrante, entusiasmante e quasi selvaggia per vitalità ed energie liberatorie, quella di Kimmo Pohjonen, fenomenale e rivoluzionario fisarmonicista finlandese, il "Jimi Hendrix della fisarmonica", com’è stato denominato dalla stampa musicale internazionale, ma anche eccellente e innovativo compositore, una fra le più importanti figure delle Nuove Musiche in Europa, un vero e proprio sciamano in grado di evocare e provocare emozioni che paiono scaturire dal ventre della terra e del Tempo. Secondo una rivista di musica inglese "chiamare Kimmo Pohjonen un fisarmonicista è come chiamare l’Enciclopedia Britannica un libro". Le sue musiche e le sue performance continuano a raccogliere un enorme successo di critica e di pubblico nazionale ed internazionale. Lo stesso David Bowie lo ha voluto come protagonista durante il suo ultimo festival londinese "meltdown". Pohjonen si presenta a Milano in duo con il batterista francese Eric Echampard, strumentista di formazione accademica, ma che si è fatto apprezzare con improvvisatori francesi di rango come Louis Sclavis, Bruno Chevillon, Jean-Jacques Avenel, Jacques Di Donato, Marc Ducret, Andy Emler, François Corneloup.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica 15 febbraio 2015, ore 11.00




 

 

ZION80 - Shlomo Carlebach meets Fela Kuti

 



 

PRIMA E UNICA DATA ITALIANA

 

 

Zion80 è un gruppo evocativo, di radicale impatto musicale e spettacolare. Creato dal ben noto chitarrista Jon Madof - collaboratore di John Zorn, Marc Ribot, Frank London, Matisyahu, nonchè leader del trio Rashanim, che ha inciso proprio per l’etichetta Tzadik di Zorn - appartiene a quella corrente che si riconosce nella cosiddetta Afro-Semitic Experience, che fonde la tradizione musicale e spirituale ebraica con quella africana e africana-americana, unendo in un unico, indissolubile legame le due grandi e tragiche Diaspore: quella, antichissima, ebraica e quella dei neri africani schiavizzati nelle Americhe. A Milano, Zion80, gruppo di poderosa ed estatica enfasi ritmica che vanta solisti di assoluto valore come il trombettista Frank London, il contrabbassista Shanir Ezra Blumenkranz, i sassofonisti Matt Darriau (ben conosciuto come solista dei Klezmatics), Jessica Lurie e Greg Wall, il tastierista Brian Marsella, presenterà una serie di composizioni di John Zorn, tratte dalla raccolta intitolata Book of Angels.

 

 

 

 

 

 

Domenica 1 marzo 2015, ore 11.00

 

 

RAN BLAKE feat. Aaron J. Hartley, Eden MacAdam-Somer

 

PRIMA E UNICA DATA ITALIANA

 

 

Si presenta a Milano uno fra i più grandi, affascinanti, poetici interpreti del jazz e della musica improvvisata: il pianista Ran Blake, una vera leggenda della musica americana contemporanea. Allievo di Mary Lou Williams, Presidente dello Third Stream Department al New England Conservatory di Boston, didatta squisito che ha avuto fra i suoi allievi Matthew Shipp, John Medeski e Don Byron, collaboratore di musicisti quali Gunther Schuller, Steve Lacy, Clifford Jordan, Jeanne Lee, Jaki Byard, Ran Blake è un geniale, incantevole, nascosto poeta solitario, creatore di un pianismo che, pur modernissimo nel linguaggio, esplora con elegante costanza l’intero American Songbook, dando nuova veste e nuova vita al repertorio dei cosiddetti standard. A Milano, Blake si esibirà affiancato dal trombonista Aaron J. Harley (già collaboratore di Sam Rivers e George Garzone, e con cui Blake ha di recente inciso un omaggio allo scomparso arrangiatore e compositore George Russell) e dalla violinista Eden MacAdam-Somer, attualmente solista di un gruppo come la Klezmer Conservatory Band di Boston.

 

 

 

 

 

 

 

Domenica 8 marzo 2015, ore 11.00

 

 

 

 

 

 

TIM BERNE’s SNAKEOIL feat. SENTIERI SELVAGGI & CARLO BOCCADORO PRIMA E UNICA DATA ITALIANA

 


 

 

Produzione esclusiva per "Aperitivo in Concerto"

 

 

Tim Berne, il noto sassofonista e compositore americano, si presenta a capo del suo pluripremiato gruppo, Snakeoil, per una rara esibizione a Milano. Nella seconda metà del concerto, Berne e i suoi musicisti (il pianista Matt Mitchell –che il pubblico del Teatro Manzoni ha già potuto apprezzare a fianco del trombettista Dave Douglas- il clarinettista Oscar Noriega, il batterista Ches Smith) dialogheranno con Sentieri Selvaggi (gruppo milanese ormai apprezzato internazionalmente per l’eccezionale lavoro svolto nel campo della nuova musica contemporanea), diretti dall’affermato compositore e interprete Carlo Boccadoro (che ha riscritto per organico allargato alcune composizioni di Berne, oltre a scrivere per l’occasione una propria composizione dedicata a Berne). Un incontro straordinario di intelligenze e sensibilità.

 

Domenica 15 marzo 2015, ore 11.00

 

 

VIKTORIA MULLOVA ENSEMBLE - Stradivarius in Rio

 

 

UNICA DATA ITALIANA

 

 

Alla musica popolare e d’autore brasiliana si dedica una straordinaria e celebrata virtuosa del violino come Viktoria Mullova, artista raffinata, curiosa, mai banale o superficiale. La Mullova, accompagnata da alcuni splendidi musicisti brasiliani ed europei, presta la sua arte, che tutti ha incantato e affascinato in Beethoven, Bach, Vivaldi, Schubert, Prokofiev, Mendelssohn, per un’appassionata lettura della tradizione musicale in Brasile. Una vera sfida per un’interprete classica, che pure mostra di sapere improvvisare con grazia, profondità, idiomaticità e grande gusto, ripercorrendo pagine superbe di Marisa Monte, Caetano Veloso, Antonio Carlos Jobim, Zéquinha de Abreu, Pixinguinha, Waldir Azevedo. Un evento che assomma in sé tutte le caratteristiche di "Aperitivo in Concerto" nel dialogo costante e vitale fra diverse culture, diverse tradizioni, diversi linguaggi, diversi popoli.

 

 

 

 

 
 
 

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Post n°3490 pubblicato il 22 Maggio 2014 da pierrde

 
 
 
 

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