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Post N° 1487

Post n°1487 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da Musashi_87
 

Legge Levi-Prodi: addio libertà?

Prima di esporre le mie idee, consiglio a tutti di dare un'occhiata a questa nuova legge, presentata ad agosto e da poco approvata nel Consiglio dei Ministri. Bene. Per chi avesse abbandonato l'idea di leggere, per via della lunghezza, riassumo il tutto in poche parole: se questa legge dovesse davvero entrare in vigore, qualsiasi sito informativo (quindi anche i nostri blog), anche non lucrativo, dovrà essere registrato al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), il chè comporterà, oltre a prezzi spropositati che decimeranno la popolazione di web-writers, la possibilità di essere perseguiti legalmente per qualsiasi infamia scritta, anche per scherzo. Come dice giustamente Luce, quindi, potrebbe bastare un "*nome politico* culo" per correre qualche rischio. "La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all'albo come direttore responsabile". In definitiva, i blog verrebbero controllati e, probabilmente, edulcorati, qualora ritenuti offensivi o quant'altro. Cos'è questa, se non abolizione della libertà di pensiero ed espressione? "Potessero, chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico", dice Valentino Spataro, avvocato di civile.it. Già. Perchè, alla fine, scrivere su un blog non è poi così lontano dal parlare in pubblico, se non per il fatto che il tutto rimane per iscritto, ed è quindi più facilmente controllabile, anche a distanza di tempo. Ma, quindi, perchè tutto questo? Che sia per limitare il sempre maggiore potere di Beppe Grillo, a cui contribuisce anche il suo blog? Ma, in questo caso, non sarebbe un'assurdità dare queste limitazioni che solo gente ricca e influente come lui può bypassare? Soldi ne ha. Avvocati pronti a difenderlo, anche. Quindi, le vere vittime di questa legge sarebbero tutti quei bloggher comuni che, vedendosi costretti a chiudere baracca e barattini, rimarrebbero senza la loro valvola di sfogo. Non è poi così diverso dal cacciare una persona da casa sua, aumentando la rata dell'affitto. Ma se tutto questo è stato fatto veramente per constrastare chi, come Grillo, evidenzia pubblicamente i problemi della politica italiana - che, mi dispiace dirlo, sono tutt'altro che pochi - e dei suoi rappresentanti, non siamo ritornati al XVI secolo, in cui gli oppositori politici venivano spediti nelle Americhe, per liberarsi di loro, (sì, perchè probabilmente anche i bloggher italiani sarebbero costretti ad espatriare su altre piattaforme estere, sempre che la limitazione coinvolga solo i domini .it) o, senza andare troppo lontani, al secolo scorso, in cui un simpatico ometto baffuto prendeva gli oppositori a schioppettate nel deretano (se Avanzo mi permette la citazione)? Ma, allora, dov'è quella libertà d'espressione, tipica della democrazia, di cui l'Italia va tanto fiera? Vogliamo finire così anche noi? Ma poi, ancora una volta, possibile che questa legge sia davvero un attacco a Grillo? Dico io... a mio parere, non c'è molta differenza tra la satira politica che è ancora permessa in televisione. L'unica differenza sostanziale è che, mentre le verità dei comici vengono accolte con una semplice risata e tutto finisce lì, Grillo è riuscito a crearsi una sorta di culto personale, con tanto di seguaci al suo seguito. In ogni caso, sono fermamente convinto che sia un diritto di ogni cittadino potersi esprimere liberamente, a voce o per iscritto, riguardo qualsivoglia argomento, in modo del tutto gratuito e libero da responsabilità penali. Ogni uomo dovrebbe avere il diritto di dire ciò che vuole, purchè questo non leda gravemente all'immagine di altri, come politici o quant'altro. In caso di affermazioni diffamatorie di alto livello, quindi, ritengo giusto ricorrere a provvedimenti, ma tutto questo può essere fatto con un semplice controllo da parte delle autorità sul vasto mondo che è il web, se davvero hanno così tanto tempo da sprecare in questo modo. Ma non vedo la necessità di iscriversi, pagando, ad un ente quale il ROC, che è autorizzato a modificare in ogni modo gli scritti, qualora lo ritenesse necessario. E poi, sinceramente, non è assurdo ostentare il pugno di ferro su problemi secondari come questo, quando l'Italia porge l'altra guancia a ladri e assassini, con quella buffonata che è l'indulto? Mah... [...] Come mio solito, ovviamente, non sono riuscito a dire che l'1% di ciò che avevo in mente, senza riuscire a sgrezzare le idee, ma perdendomi lungo il discorso.

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