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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Dicembre 2015

 

Anche a Natale l’Europa guarda i bambini morire

Post n°842 pubblicato il 27 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Quella foto di quel corpicino sul bagnasciuga, che tanto aveva fatto indignare e ancor di più avrebbe dovuto far riflettere, sembra svanita, cancellata, da quelle “sensibilità” a scadenza immediata dei miseri “grandi” dell’ Europa delle banche.

Mentre il “colto” dibattito si arrovella sul come identificare chi fugge da fame e guerre il mare inghiotte altri corpicini,  le bombe fanno altre vittime innocenti, i muri vomitano il nostro egoismo sulle lacrime di quel mondo in marcia per un filo di speranza.

Le stragi non fanno più notizia, pian piano divengono quella quotidianità che occupa quei pochi attimi dei Tg, che scivola nelle ultime pagine dei giornali…il massacro non riesce più neanche ad urlare il suo dolore.

I senza alcuna colpa sono in marcia a piedi, su barconi fatiscenti, l’Europa pensa alle quote, alle percentuali di carne umana da dividersi per non offendere l’indigeno che si sente proprietario di uno spazio sol perché lì è nato, legittimato da un diritto insensato che sembra valere solo per le nostre terre, non per quelle che deprediamo di ogni ricchezza e di ogni futuro.

Dove passeranno il Natale gli italiani, cosa mangeranno i tedeschi, quanto spenderanno i francesi colpiti dal terrorismo ? Si deve fare o non si deve fare il presepe nelle nostre scuole ? Ed il crocifisso va messo o va tolto dalle pareti delle aule multietniche ? Di quella cultura cattolica di cui andiamo tanto fieri, che parla di amore e solidarietà, rimangono i simulacri, mentre ne scompare la pratica ed il senso.

L’ Europa dei burocrati, di un mastodontico apparato dal costo esorbitante (circa 2 miliardi di euro), è capace solo di fare le pulci ai bilanci degli Stati, di imporre la cancellazione dei diritti e l’impoverimento di intere aree del continente,  ma gira la testa difronte ai drammi del mare, senza capire che quell’esodo non si potrà fermare né con i muri né con le stragi e non vederlo né comprenderlo è un assassinio.

 
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Pacchi di Natale

Post n°841 pubblicato il 24 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Siamo a Natale ed a Natale dai “pacchi” dono non si scappa.

Neanche le nostre Istituzioni fanno mancare, a noi cittadini, quei doni che preferiremmo non avere, che sembrano una vera e propria presa in giro, ma che ogni anno, inevitabilmente, pochi giorni prima di Natale, inseriscono nei vari decreti che approvano nel giro di poche ore, o in firme sotto documenti che passano inosservati, per poi ripiombarci addosso a feste finite.

Babbo Natale Renzi si è dato da fare come un matto. Ci ha regalato, per questo Natale 2015, un bel decreto salva banche, che ha messo sul lastrico migliaia di cittadini; una variante di Valico, 59 chilometri realizzati solo, e ribadisco solo, in 9 anni  (la Napoli – Milano, 761 km, è stata realizzata in 8 anni, dal 1956 al 1964) e ben 32 anni dopo il varo del primo progetto, che ci farà risparmiare ben 20 minuti al costo di 7 miliardi di euro (il doppio di quanto previsto), circa 120 milioni a chilometro; come “stella” sull’albero di Natale governativo, una riforma della Rai che riduce l’ente pubblico a garzone del governo e, dulcis in fundo, lo spostamento del pagamento degli stipendi dei precari della scuola al 6 Gennaio, dopo le feste, quei precari che debbono rivolgersi alla Caritas per poter mangiare.

Non è voluto stare con le mani in mano neanche il Presidente Mattarella, anch’egli in vena di regali, anche se pare abbia sbagliato paese al quale indirizzarli. In questi giorni, con mano ferma, ha firmato la grazia a due agenti della Cia responsabili di uno degli scandali internazionali più vergognoso, il sequestro dell’ imam Abu Omar. Prelevato di forza a Milano da agenti della Cia, fu trasferito in Egitto, lì imprigionato e torturato.

I due agenti, Seldon Lady e Betnie Medero, furono condannati, per l’azione illegale, rispettivamente a 9 e tre anni. Il primo, che doveva scontare ancora 6 anni (tre anni già cancellati con l’indulto 2006) vede ridursi la sua pena a 4 anni, limite entro il quale la giustizia italiana non può chiederne più l’estradizione, all’altro la pena è stata del tutto cancellata.

Quindi è vero, non è solo pubblicità, a Natale si può fare di più, ma le nostre Istituzioni hanno fatto così tanto che forse è meglio chiedergli di fermarsi.

 
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Ai disabili il conto delle marchette di Renzi

Post n°840 pubblicato il 21 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

L’elenco delle marchette che il signor Renzi ha distribuito a destra ed a manca, in vista delle elezioni e per allargare il suo bacino di servitori votanti, può essere reperito un po’ dovunque, dal Fatto Quotidiano al Secolo d’Italia, da Il Tempo ad Il Giornale, e chi è interessato può andare a leggersele là.

Qui ci preme sottolineare l’ennesimo colpo che questo governo di non eletti imprime ai diritti dei più deboli, disabili in primis.

Da qualche parte i soldi per le mance doveva pur recuperarli e quindi è stato semplice, per chi difende banche e banchieri, trovare le vittime predestinate.

Nel computo Isee, che comprende i redditi di un nucleo familiare calcolato per verificare la possibilità di accedere ad una serie di agevolazioni atte a lenire non solo le spese vive che affrontano le famiglie con un disabile a carico, ma a dare le stesse opportunità a chi vive accanto a loro, ora vengono computati, aggiunti, i redditi, se tale possono chiamarsi, derivanti dagli assegni di invalidità (circa 290 euro mensili) e di accompagnamento (circa 480 euro mensili).

Ciò significa, in parole povere, che gli “aiuti” per il ricovero in residenze sanitarie assistenziali, o in istituti simili, verranno assoggettate, e mantenute o meno, in base a questo nuovo calcolo e passibili, quindi, di ulteriori aggravi economici per le famiglie. Lo stesso riguardo agli interventi di sostegno e di aiuto domestico finalizzati a favorire l’autonomia e la permanenza nel proprio domicilio e vicino ai propri cari delle persone con disabilità.

Inutile dire che questo peserà anche su quelle famiglie che hanno i figli all’ Università e si vedranno le rette aumentate grazie a quell’esenzione che potrebbe sparire con l’ingresso, nel reddito, delle pensioni di invalidità dei loro parenti che vivono in famiglia.

E così ancora una volta il signor Renzi, ed il suo governo di figlie di banchieri e simili, batte sempre sulla stessa incudine, quella delle persone più in difficoltà e più deboli, già penalizzate da tagli sanitari che allungano i tempi per qualsiasi controllo, anche quelli più urgenti, già cancellati dalla “buona scuola”, per la mancanza ormai cronica e strutturale degli insegnanti di sostegno, già emarginati da un paese che non fa un passo per abbattere le barriere architettoniche, al limite ne crea altre con le buche ricoperte da tangenti.

Quando le difficoltà fisiche e psichiche di una qualsiasi persona vengono trattate come una spesa da evitare è chiaro che la stupidità regna incontrastata nelle menti di chi decide queste cose.

 
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Un Natale sotto la catena di montaggio

Post n°839 pubblicato il 20 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Nel Marchionne pensiero, se pensiero si può chiamare lo sfruttamento, l’orario ed i giorni di lavoro sono strumenti della produzione e quindi completamente strappati alla vita della gente, ai loro affetti o ai loro problemi.

Alla Sevel  abruzzese si lavora sette giorni su sette, 24 ore su 24. Non c’è domenica che tenga, non c’è affetto che abbia senso, non c’è tempo libero da poter gestire, non c’è progetto familiare da pianificare, si vive per lavorare, sino a che le forze fisiche e mentali lo permettono.

Ma sembra che neanche questo basti ai “moderni” ed avanzati padroni, a quelli che, all’unisono con Renzi e al suo ministro, che mai ha lavorato, signor Poletti, ritengono che ora vada tutto bene, c’è ripresa, c’è lavoro…e quindi non abbiamo nulla da pretendere.

Ma ripresa e lavoro sono fattori estranei alla qualità della vita della maggioranza delle persone, concetti riguardanti, esclusivamente, il rapporto tra accumulazioni di capitale e diminuzioni di diritti, ormai direttamente proporzionali. Si cancellano le vite, le aspirazioni, le pulsioni, le speranze, gli amori, finanche gli odori nel tritacarne dell’inganno competitività, dello sfruttamento santificato a sacrificio, della rinuncia innalzata ad affidabilità.

Vivere per lavorare, senza diritti e senza libertà, senza presente e con povero futuro, essere derubati di tutto, ogni giorno, fino a 67 e passa anni.

Lo Slai cobas denuncia:  “Il calendario produttivo Sevel, che sempre più spesso impedisce ai dipendenti di organizzare e conciliare le esigenze lavorative con quelle di vita e familiari, a dicembre sorvola sulle festività e cinicamente ricorda che i sacrifici non sono stati sufficienti, ne serviranno altri. L’obiettivo record 2015, posticipato ogni mese, nonostante lo stabilimento sia aperto 24 ore al giorno per sette giorni, necessita, per la direzione, di ulteriori sforzi, mentre per gli stratosferici premi annunciati, non equivalenti ad incrementi in paga base, i tempi di attesa restano lunghi e dalle modalità incerte”.

Il sindacato di base, come sempre da solo, dichiara sciopero in tutti i sabati lavorativi di dicembre, per dare una risposta collettiva necessaria alle imposizioni antidemocratiche dell’azienda e trova, a sorpresa, nella Rsa della Fiom, un appoggio a maggioranza, un appoggio poi negato dal segretario Fiom.

Sotto l’albero di Natale degli operai c’è il “pacco” dono del Marchionne pensiero e del job acts, della “svolta buona” e della “competitività”, di un sindacato confederale asservito ed ormai complice…lo Slai cobas lo rimanda al mittente, convinto che altrettanto faranno gli operai.   

 
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La danza della vigilanza

Post n°838 pubblicato il 17 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dopo trentadue votazioni ed altrettante figure di m…, a dirla alla Renzi, il “palazzo” è riuscito a mandare tre tizi a coprire le poltrone vacanti della Corte Costituzionale.

Che non si sia trattato di un “servizio” ai cittadini ed allo Stato lo si capisce proprio dal balletto interminabile che ha preceduto e poi seguito l’intero iter di un compito che, invece, dovrebbe essere svolto al di fuori ed al di sopra di qualsiasi interesse particolare e politico, visto che si vanno ad eleggere figure che dovranno “vigilare” anche sulla Costituzionalità, o meno, di leggi e decreti che il parlamento vara.

Ma che nel nostro paese, quelli seduti a decine di migliaia di euro al mese sugli scranni di Montecitorio, facciano il loro dovere istituzionale a prescindere dagli “equilibri” e dai giochi di potere,  che si fanno alle spalle, e sulle spalle, dei cittadini è come credere che la Boschi non sia in conflitto di interesse nella vicenda Banca di Etruria e che Renzi non lo sappia.

Del resto ormai il popolo dello stivale, pieno di fango materiale e morale, è ormai assuefatto ad ogni tipo di sopruso ed ad ogni figura di m…, sempre per dirla alla Renzi, e sa già con certezza che quegli organi, chiamati di vigilanza, vigilano più che altro sui cavoli propri, non certo sull’applicazione di regole che valgono ormai esclusivamente per chi non pappa sui vari carri delle cospicue e mai sazie lobbie italiane.

Appena in questi giorni abbiamo “scoperto”, per modo di dire, che la Consob e la Banca d’Italia sapevano perfettamente dei problemi delle quattro banche, i cui dirigenti sono stati salvati dal decreto del governo, e che non si sono neanche immaginate di vietare che titoli, senza alcuna speranza di essere “monetizzati”, venissero distribuiti a quelli che, sempre secondo questo premier messo in tal carica proprio da chi, come Presidente della Repubblica, avrebbe dovuto difendere e “vigilare” sul valore costituzionale della “sovranità popolare”, volevano “speculare” dagli ospizi o dalle case di cura dove risiedevano e risiedono.

 

 

Per governare “serenamente” in tal maniera è necessario, quindi, che gli “organi di vigilanza” facciano in modo che ogni referendum popolare sia sistematicamente preso in giro dalle successive votazioni dei papponi parlamentari, cha la Costituzione sia rispettata quando si tratta di difendere vitalizi e stipendi da nababbi, e sia dimenticata quando vengono cancellati i diritti dei pensionati e degli ammalati e che i “controlli” vengano effettuati solo a pranzo finito e a tavola sparecchiata.

Per questo non preoccupiamoci più di tanto, la “danza” della vigilanza, che ha tenuto con il fiato sospeso non certo i disoccupati, neanche i pensionati e men che meno i licenziati ed i truffati dalle banche, non è altro che un modo per continuare a riempire la loro panza.

 

 

 
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