Quid novi?Letteratura, musica e quello che mi interessa |
CHIARIMENTI
Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.
Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.
La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.
AREA PERSONALE
TAG
OPERE IN CORSO DI PUBBLICAZIONE
Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.
________
Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
________
Cento sonetti in vernacolo romanesco (di Augusto Marini)
Centoventi sonetti in dialetto romanesco (di Luigi Ferretti)
De claris mulieribus (di Giovanni Boccaccio)
Il Novellino (di Anonimo)
Il Trecentonovelle (di Franco Sacchetti)
I trovatori (Dalla Prefazione di "Poesie italiane inedite di Dugento Autori" dall'origine della lingua infino al Secolo Decimosettimo raccolte e illustrate da Francesco Trucchi socio di varie Accademie, Volume 1, Prato, Per Ranieri Guasti, 1847)
Miòdine (di Carlo Alberto Zanazzo)
Palloncini (di Francesco Possenti)
Poesie varie (di Cesare Pascarella, Nino Ilari, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio)
Romani antichi e Burattini moderni, sonetti romaneschi (di Giggi Pizzirani)
Storia nostra (di Cesare Pascarella)
MENU
OPERE COMPLETE: PROSA
Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.
I primi bolognesi che scrissero versi italiani: memorie storico-letterarie e saggi poetici (di Salvatore Muzzi)
Il Galateo (di Giovanni Della Casa)
Osservazioni sulla tortura e singolarmente sugli effetti che produsse all'occasione delle unzioni malefiche alle quali si attribuì la pestilenza che devastò Milano l'anno 1630 - Prima edizione 1804 (di Pietro Verri)
Picchiabbò (di Trilussa)
Storia della Colonna Infame (di Alessandro Manzoni)
Vita Nova (di Dante Alighieri)
OPERE COMPLETE: POEMI
Il Dittamondo (di Fazio degli Uberti)
Il Dittamondo, Libro Primo
Il Dittamondo, Libro Secondo
Il Dittamondo, Libro Terzo
Il Dittamondo, Libro Quarto
Il Dittamondo, Libro Quinto
Il Dittamondo, Libro Sesto
Il Malmantile racquistato (di Lorenzo Lippi alias Perlone Zipoli)
Il Meo Patacca (di Giuseppe Berneri)
L'arca de Noè (di Antonio Muñoz)
La Scoperta de l'America (di Cesare Pascarella)
La secchia rapita (di Alessandro Tassoni)
Villa Gloria (di Cesare Pascarella)
XIV Leggende della Campagna romana (di Augusto Sindici)
OPERE COMPLETE: POESIA
Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.
Bacco in Toscana (di Francesco Redi)
Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici (di Torquato Tasso)
La Bella Mano (di Giusto de' Conti)
Poetesse italiane, indici (varie autrici)
Rime di Celio Magno, indice 1 (di Celio Magno)
Rime di Celio Magno, indice 2 (di Celio Magno)
Rime di Cino Rinuccini (di Cino Rinuccini)
Rime di Francesco Berni (di Francesco Berni)
Rime di Giovanni della Casa (di Giovanni della Casa)
Rime di Mariotto Davanzati (di Mariotto Davanzati)
Rime filosofiche e sacre del Signor Giovambatista Ricchieri Patrizio Genovese, fra gli Arcadi Eubeno Buprastio, Genova, Bernardo Tarigo, 1753 (di Giovambattista Ricchieri)
Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
Rime inedite del Cinquecento Indice 2 (di vari autori)
POETI ROMANESCHI
C’era una vorta... er brigantaggio (di Vincenzo Galli)
Er Libbro de li sogni (di Giuseppe De Angelis)
Er ratto de le sabbine (di Raffaelle Merolli)
Er maestro de noto (di Cesare Pascarella)
Foji staccati dar vocabbolario di Guido Vieni (di Giuseppe Martellotti)
La duttrinella. Cento sonetti in vernacolo romanesco. Roma, Tipografia Barbèra, 1877 (di Luigi Ferretti)
Li fanatichi p'er gioco der pallone (di Brega - alias Nino Ilari?)
Li promessi sposi. Sestine romanesche (di Ugo Còppari)
Nove Poesie (di Trilussa)
Piazze de Roma indice 1 (di Natale Polci)
Piazze de Roma indice 2 (di Natale Polci)
Poesie romanesche (di Antonio Camilli)
Puncicature ... Sonetti romaneschi (di Mario Ferri)
Quaranta sonetti romaneschi (di Trilussa)
Quo Vadis (di Nino Ilari)
Sonetti Romaneschi (di Benedetto Micheli)
Messaggi di Agosto 2014
Post n°438 pubblicato il 31 Agosto 2014 da valerio.sampieri
2 - Quanno ce so' du' deta de criterio pure un buffone pò parlà sur serio. - Perché t'azzardi de venì a la nostra presenza? Ricordete che tu devi fa' ride er Sovrano e no er Governo che rappresenta er Paese! Figuramose quelli! Je cominciorno a chiede: - Ma c'è de peggio! - seguitò a di' Picchiabbò - Quanno er nostro amato Sovrano sta sur trono a dà udienza a la gente, Dorotea sta sempre agguattata de dietro ar sedione der trono e da un bucetto vede tutto quanto quello che fa. Quanno s'accorge che smiccia quarche bella dama de Corte, je tira li cordoni der manto reale. Nun ve ne sete accorti jeri, quanno er Re parlava co' la moje de l'Ambasciatore der Giappone? Perché Re Pipino ha cambiato de colore e è rimasto coll'occhi stralunati? Perché c'era dedietro Dorotea che je tirava li cordoni. C'è mancato un pelo che je li rompesse. - Bada bene a quer che dichi! - je fecero li rappresentanti der potere esecutivo, doppo d'avello aricchiappato pe' li fonnelli de li carzoni. - Se quello che ciai ariccontato è una buvatta te famo tajà la testa! Trilussa Note: calamaro = calamaio |
Post n°437 pubblicato il 31 Agosto 2014 da valerio.sampieri
Pipino, quanno se vidde pe' la prima vorta quer cosetto così buffo che s'era messo a sede su li scalini der trono, chiese piano ar Ciambellano: - E chi è 'sto doppio decimetro d'essere vivente? è forse un pezzo grosso? E stava pe' pijallo co' du' deta pe' buttallo da la finestra, quanno er Re je disse: - Fermete! In fonno m'è simpatico. Eppoi me pare d'avello visto in un antro posto. Picchiabbò rispose: Er Re je chiese: - Spesso più che la stima è la prudenza Bravo! - disse er Sovrano. - Sei puro poetà! Questo vò di' che nun ciai gnente da fa'. Vòi un postarello a Corte? Siccome nun ciò gnente da fa' nemmanco io, me potrai dà una mano peè famme passà er tempo. Che carica te piacerebbe? Aspetta! Te nomino buffone ufficiale. Me devi fa' ride a crepapelle. Te confinfera? Picchiabbò fece un capriolo de la contentezza. Dice: Picchiabbò rispose: - M'adatto a tutto. Posso annà a cavallo - Benone! - strillò er Re - E dimme un po': che ne pensi der Progresso? - Le persone che strafanno - Sei contento d'esse così piccolo? - Perché fai li versacci? Aricordete che li cortiggiani deveno esse sordi, muti e cechi e cianno d'avè le scarpe arisolate co' le cocce de cocommero. Hai capito? Dunque tira a campà e nun t'impiccià. Trilussa Note. 'sto buggero = questo tipo strano |
Post n°436 pubblicato il 31 Agosto 2014 da valerio.sampieri
La fiabba di giugno Tutti i nostri lettori -che sono uno solo- tranne uno, al massimo due, perché il secondo è analfabeta, potranno da soli compulsare la voce di Wikipedia e, ciò fatto, memori della fiabba di alcuni giorni or sono, andranno a cercare nella porta USB del pc il bazooka dimenticato da qualche bella bambina con gli occhi verdi che non crede agli orchi con i sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione, per distruggere tutte le wikipedia del mondo e, in caso di irreperibilità, tutti i pc che hanno la possibilità di connettersi con wikipedia. Wikipedia è altamente nociva, ma non puzza solo perché non è cinese. Vedo che i nostri lettori (-che sono uno solo- tranne uno, al massimo due, perché il secondo è analfabeta) stanno divagando, (leggendo wikipedia -che ora puzza anche perché, co' 'sta mania di aprire pagine su pagine- i nostri lettori, che sono uno solo, tranne uno, al massimo due, perché il secondo è analfabeta- hanno aperto proprio la fetosissima pagina della versione cinese di wikipedia; con il che si è anche scatenata la "putrefazione da parte degli enzimi proteolitici e trasformarla in cuoio" di cui al testo) e la tensione narrativa va a farsi benedire, perché non è ancora iniziata: come sul dirsi, latita (in quanto ha si una latitudine, ma non è posta sulla longitudine del parallelo di Comeglians Nord di Sopra e, pertanto è come se la tensione narrativa fosse latitante e quindi non esistesse o, al più, stesse nello Simbabue a mangiare sabaione, il che è lo stesso). Richiamo all'ordine i nostri lettori -che sono uno solo, tranne uno, al massimo due, perché il secondo è analfabeta-, altrimenti dovrò prenderli tutti a sculaccioni sul culetto e, più bello sarà il culetto, più sculaccioni darò loro. Oh! E andiamo che si fa tardi! E facciamoci sempre riconoscere! Dicevamo del tannino. Esso è particolarmente utile per i cinesi, in virtù delle proprietà astringenti. I cinesi puzzano già di loro così, figurati se dovessero anche scatenare i loro fetidi miasmi in mancanza di una sostanza con forti proprietà astringenti! In tal caso (intendo in caso di miasmi di un solo cinese, figuriamoci di tutti e due i miliardi di cinesi!) -a parte la desertificazione del Mato Groso e la scomparsa istantanea della foresta dell'Amazzonia- Hiroshima e Nagasaki hanno già presentato agli Stati Uniti una petizione per restare nuovamente distrutte dalla bomba atomica: meglio 10.000 bombe atomiche, che i miasmi non astretti di un solo cinese! L'altra proprietà tanninca, come visto or non è guari, consiste nell'essere presente nel vino rosso. Ecco perché l'autore di tante fiabbe schifenzerìa sembra 'mbriaco sin di prima mattina, mentre di seconda mattina sembra semplicemente inciucchito. Non esistono studi approfonditi in merito a ciò che accade di terza mattina e successivi, ma ne parleremo testé, il che non significa un tubo, perché testé si riferisce al passato prossimo immediato subbito ora che se non me distraevo ce l'avevo ancora cqui (hanno arricchito la grammatica italiana di recente, in tal guisa) e non al futuro, a meno che non si tratti di un francesismo dacché tutte le parole francesi finiscono con "è", oppure non finiscono proprio, giacché sono napoletane e quindi non sanno usare la vocale finale, perché non hanno la patente e il panda-planing non si può fare andando in moto, altrimenti, per via del moto, non si riesce a fermarsi nel prato in cui ci si scarapona. Non è chi non veda che il dotto discorso di cui sopra non significa un tubo, con il che restano confermate le proprietà altamente 'mbriacatorie del tannino contenute nel famoso strumento denominato "Tatatànnico". Con il che, per economia della narrazione, abbiamo incontrovertibilmente stabilito, con ferrea logica, che i cinesi puzzano. Tirem inanz Cammina, cammina, cammina ... Tatatàaaaaaannnnn !!!!! Primo colpo di scena!!!!! Non sappiamo chi è che sia a camminare!!! Dal che possiamo intuire che questa di ggiugno sarà una fiabba carica di suspence! L'intreccio si infittisce e, con l'intreccio, non sappiamo che cacchio succeda, perché si forma una cortina che ci impedisce la visuale. La suspence della scena testé descritta è prodromica ai succosi sviluppi di questa fiabba bbellissima. Cammina, cammina, cammina ... si ferma e zompa !!!!! Tatatàaaaaaannnnn !!!!! Secondo colpo di scena!!!!! La scena cambia radicalmente con drammatica rapidità! Ciò che maggiormente colpisce nel rapido succedersi degli avvenimenti e del drammatico evolversi della situazione è che non è ancora successa una beneamata mazza e non sappiamo di checcacchio e chiccacchio stiamo parlando! [NDR.: checcacchio e chiccacchio non sono due gemellini, come potrebbero essere Cip e Ciop oppure Alberto e Raffaele, i figghiuzzi di Fulippu 'u Stortignacculu che uora uoara arrivau co 'u ferribbotto. La spiegazione che precede è stata gentilmente offerta, con tanto di spot e stacchetto musicale, dalla Gelateria Centrale di Vattelappesca per festeggiare -con banda e fuochi pirotecnici- il decennale di nonsisaccheccacchio. "UDITE, UDITE! Popolo del Regno delle mie Fiabbe, così recita il mio editto del Re del Regno delle mie Fiabbe! Ci siamo sbomballati le scatole con questi stacchi pubblicitari, per cui se la Gelateria Centrale di Vattelappesca non se la pianta, gli mandiamo a devastarla una mandria di bufali birmani dell' Alsazia Superiore del Nord ad Ovest di Comeglians del Nord di Sopra, nati però in Papuasia Cinese, a condizione che in quella striscia di terreno non sia mai passato uno zoppo che casualmente si trovava a passeggio lì! Data la gravità del castigo già inflitto, pensiamo di alleviare la pena assestando il colpo di grazia con gli schitazzamenti di un quattromilaseicentopiedi (una specie di verme che in realtà non è un verme, ma una comitiva composta da 2307 cinesi, perché ce ne sono alcuni con una zampa sola e, fortunatamente, ben due con mezza zampa a cranio, altrimenti il conto non tornava, per via del decimale e la fiabba non potevo scriverla, perchè il Quattromilaseicentopiedivirgolacinque non esiste in natura, come specie animale). Tatatàaaaaaannnnn !!!!! Terzo colpo di scena!!!!! La VOCE FUORI CAMPOOOOO !!!!! Scusate l'entusiasmo, cari lettori che siete uno solo, massimo due perché il secondo lettore è analfabeta e, nel frattempo, è anche diventato cecato come te, ma la rutilante genialità della mia trovata mi ha giustamente riempito di orgoglio per la rutilante genialità della mia trovata geniale, il che mi sembra un po' ridondante, ma mi sono incartato col pensiero che volevo esprimere, ma non riesco ad esprimere in quanto non lo esprimo ed essendomi incartato non posso più giocare a briscola, perché qui non hanno carte napoletane o piacentine e l'unica cosa che posso fare è giocare a scopa con chi mi capita a tiro. Può darsi che un concetto valido questa fiabba l'abbia finalmente espresso. Eccheddiamine! E facciamoci sempre riconoscere! Si ... c'era un fosso e per questo portava calzoni a poco più di mezzo polpaccio, altresì detti a zompafosso. E' di tutta evidenza che ove non vi fosse stato il fosso, i calzoni sarebbero stati di lunghezza normale oppure sarebbero addirittura stati calzoncini corti! Il che, francamente, è di non poco momento, per quanto possiate non chiamarvi Franco né Franca, in quanto questi due puzzoni sono dei bugiardi matricolati, dato che mentono quanto e più di due cinesi che dicono di non puzzare come settanta mandrie di bisonti dello Simbabue nati in Cina. Tatatàaaaaaannnnn !!!!! Quarto colpo di scena!!!!! La trama si arricchisce di inaspettati risvolti psicologici!. Non esiste, nella presente fiaba, soltanto l'elemento dell'azione, consistente unicamente nel camminare, camminare, camminare con i calzoni a zompafosso, ma esiste anche questo elemento inaspettato ed imprevedibile che, pe' cquanto ce posso penzà e ripenzà, va a ccapì che sarebbe? E questa vaghezza di significato, anzi, totale assenza di significato, rende la presente fiabba affascinante! Augh! Ho detto! Ma ora, gentili lettori che siete uno solo -soltanto tu che sei cecato e quindi non puoi leggere- in quanto il secondo è analfabeta ed è pure cecato ed in più si è suicidato andando ad odorare le ascelle di un cinese (beh, non è proprio così, le ascelle del cinese erano a circa due chilometri dal suo naso, ma sono risultate ugualmente letali. Forse è stato un incidente, ma ne dubito. Sveleremo l'arcano in una delle prossime fiabbe intitolata "L'ascella cinese assassina [non posso dire chi sia lo sponsor altrimenti c'è l'editto assassino che mi manda l'ascella cinese assassina. In ogni caso io vi consiglio: tenetevi alla larga da Vattelappesca e dai suoi gelati. Shhhhh, non lo dite a nessuno, acqua in bocca, è un consiglio d'amico]) in quanto pur essendo analfabeta e cecato era riuscito ugualmente a capire che questa fiabba era una boiata pazzesca perché la puzza dei cinesi usciva dal monitor, pur tenendo le casse audio spente ... ... ... ... beh quello che ho scritto prima era il soggetto della frase che intendevo scrivere e, sinceramente, se lo dovessi riscrivere, poi dovrei riscriverlo nuovamente e poi di nuovo, altrimenti non si capirebbe quale sia il soggetto e così via, per cui ... Tatatàaaaaaannnnn !!!!! Quinto colpo di scena!!!!! Lascio soltanto il soggetto e non finisco la frase, così la suspence raggiunge finalmente questo stracacchio di parossismo che era da non so quanto tempo che lo stavamo ad aspettare e non arrivava mai, sempre con la scusa de 'sti treni e 'sti topi! Ecco! Tatatàaaaaaannnnn !!!!! c'è il parossismo !!!!! La tensione narrativa ha raggiunto il parossismo !!!! Il parossismo è con noi!!!! Evviva evviva !!!! In alto i cuori !!!! Fiato alla trombe !!!! Mani alle tasche, perché girano da queste parti dei mariuoli napolitani che ve se fruguleano chill che tenit in tasc!!!!!! Ed infatti, la fiabba finisce qui, perché si intitola "La fiabba di giugno che raggiunge il parossismo e che narra di una storia di suspence, azione e psicologia, in quanto un napoletano con i calzoni a zompafosso cammina, cammina, cammina e poi si ferma e fa uno zompo per buttarsi in un fosso onde sfuggire alla puzza dei cinesi che appestano l'universo con il loro tanfo schifoso e mefitico". Geniale appare la trovata di posporre il titolo alla trama, altrimenti, una volta letto il titolo, nessuno la leggerebbe più, come infatti si è puntualmente verificato. Ed ora, vediamo la morale. 1. Il protagonista della fiabba è napoletano perché dopo che ha camminato, camminato, camminato, si ha già stancato e fa finire la fiabba senza che succeda niente, salvo che tutte le lumache che si trovavano da quei pizzi lo superavano in tromba con il gas a manetta, sebbene non avessero una moto sotto le chiappe (ma di ciò parleremo nella fiabba di prossima pubblicazione "Le chiappe delle lumache"). 2. Non fate pubblicità alla Gelateria Centrale di Vattelappesca perché possono essere cavoli amari. 3. "I calzoni a zompafosso fanno oh" è una canzone estremamente più bella di quella dei polli di legno comprati da Ikea che fanno oh pure loro. 4. Facciamoci sempre riconoscere! 5. In ogni fiabba c'è il parossismo della tensione narrativa 6. I cinesi puzzano Insomma, la fiabba non dice un tubo, ma la morale è ricchissima perché ha vinto al superenalotto. Stretta è la foglia, larga la via, dite la vostra che io la mia è meglio che non la dico più, per non correre il rischio di essere lapidato. |
Post n°435 pubblicato il 30 Agosto 2014 da valerio.sampieri
Picchiabbò, er buffone de Corte, era un ometto accusì piccolo che uno se lo poteva mette in saccoccia come la chiave de casa. Quanno camminava faceva tre passi, un zompo, una piroletta e un capriolo per via che essenno la capoccia più grossa der corpo, ogni tanto je spiommava e je faceva perde l'equilibbrio. Picchiabbò era una specie de fenomeno vivente perché era nato morto, mentre c'era la guerra co' li turchi. Sicome era fijo d'una vivandiera ch'aveva tenuto testa a venti sordati nemmichi, er Governo, co' delicato pensiero, l'aveva messo ner Museo Nazionale der Risorgimento, chiuso in un barattolo de vetro, sotto spirito come le cerase, e, su la targhetta, ciaveva scritto: MACROCEFALO N. 90. Picchiabbò era rimasto lì, a mollo, pe' vent'anni e passa, senza dà mai segni de vita. Ma una notte, che è che nun è, Picchiabbò se mosse, e come se lo spirito j'avesse ridato la forza, aprì l'occhi, se guardò intorno: poi, co' la capoccia cominciò a spigne er coperchio der barattolo e uscì de forza arzillo e contento come un sartapicchio. Qui la storia der nano cià un punto nero: ma questo nun ve deve fa' impressione, perché la storia è piena de punti neri. E' vero che segna tutte l'entrate e tutte l'uscite de li secoli co' la precisione d'un reggistratore automatico come cianno li pizzicaroli. Ma cor reggistratore che succede? Che er padrone de la pizzicheria, che sarebbe er postero, se fida de quello che spigne li tasti. Se er commesso è un fottuto in saccoccia e incassa presempio dieci e settantacinque e spigne quattro e cinquanta, la machinetta de la storia che segna? E così er postero arimane contento e cojonato. Quello che ve posso di' è che Picchiabbò, a forza de caprioli e de piroette, se fece strada e arivò fino a la Reggia, pe' fa ride er Re. Prima e doppo de lui questo è successo, der resto, pure a tant'ommini seri. Trilussa Note: ogni tanto je spiommava = ogni tanto gli spiombava |
Post n°434 pubblicato il 29 Agosto 2014 da valerio.sampieri
'N amico |
Post n°433 pubblicato il 29 Agosto 2014 da valerio.sampieri
1 - Dove chi legge vede in che maniera le pirolette fanno fa' cariera. C'era una vorta un Re che se faceva chiamà Pipino decimosesto perché c'ereno stati una quindicina de Pipini prima de lui. Come omo era piuttosto bruttarello perché ciaveva un pappafico rosso fatto a tirabucione che faceva ride puro a vedello aritrattato su le carte da mille. Però era così bono che se poteva beve in un bicchier d'acqua. Solamente quanno je parlaveno de pijà moje, je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello. Nessuno se spiegava er perché de st'impuntatura. Er governo ce s'era impensierito e la masticava male e, più de tutti, chi faceva foco dall'occhi era er Ministro de le Finanze ch'aveva pijato un mezz'impegno co' la principessa Mariantonia, ossia co' la fija der Re Teopompo. Teopompo ciaveva er regno accanto a quello de Pipino, ma co' tutto che fussero alleati nun c'era mai stato da di' gnente fra de loro. Re Pipino, che era un sovrano pacifico, per esse più tranquillo, aveva abbolito la dipromazzia. Re Teopompo, invece, nun pensava che a fà la guerra e voleva che li sudditi annassero tutti vestiti da guerrieri coll'abbito de ferro battuto; così, in quer paese, li sartori veri erano li fabbri-ferari e li stagnari. La principessa Mariantonia era tanto bella che quanno rideva j'usciveno li razzi de sole da la bocca e abbisognava guardalla co' l'occhiali affumicati. Ciaveva un nasino profilato che pareva fatto solamente pe' sentì l'odori boni e certi occhioni turchini che ce potevi fa' li bagni de mare. Ma ortre d'esse bella, portava un buggerìo de mijoni de dote e, pe' l'appunto, er Ministro de le Finanze de Re Pipino voleva combinà 'sto pangrattato reggio pe' riarzà le sorti der Paese e pe' pijasse, come usava allora, la percentuale su l'affare. Pipino, però, arimaneva duro e quanno lo toccaveno su quer tasto cambiava discorso, je pijaveno le paturgne reali e, co' la scusa che ciaveva li dolori de panza, se n'annava a letto difilato. Oppuro diceva ar Ciambellano: - Chiamateme er nano Picchiabbò. Trilussa Note. Il linguaggio usato da Trilussa è molto simile all'italiano e differisce di parecchio da quello dei suoi predecessori (Belli, Zanazzo, Pascarella). Al tempo di Trilussa non era ancora invalso l'uso di non raddoppiare la lettera erre e difficilmente si trovano termini di ardua comprensione. Nel testo ho contrassegnato in neretto le parti che ritengo più divertenti. Piccolo glossario: |
Post n°432 pubblicato il 28 Agosto 2014 da valerio.sampieri
Ajo, ojo e ppeperoncino |
Post n°431 pubblicato il 28 Agosto 2014 da valerio.sampieri
La Fiabba di Sandokan C'era una volta Sandokan!!! Aveva un difetto di pronuncia, perché non sapeva pronunciare la erre, e la faccia uguale a quella di un buldog al quale era caduto in faccia un televisore. Poraccio era talmente brutto da fare schifo, ma la circostanza è irrilevante nell'economia della narrazione, tanto il parossismo, prima o poi, lo si raggiunge lo stesso, di riffa o di raffa. E seppure il parossismo non raggiungesse il suo punto topico, gli faremo raggiungere quello gattico, così lo fregamo. La circostanza che il parossismo non raggiunga il punto topico -o gattico o di altro animale domestico, tipo un rinoceronte od un ippopotamo birmano od un caprone dell'Alsazia Superiore del Nord od un elefante mammutico gigante, razza ormai estinta tra 3000 anni- è, normalmente dovuta al fatto che nelle fogne in cui vivono i topi all'uopo deputati non passano i treni. Capita perciò praticamente sempre che il punto topico arrivi sempre in ritardo o non arrivi per niente, per cui noi ce ne strabuggeriamo altamente e tirem innanz. Tatataaaaaannnnnn !!!!! Primo colpo di scena!!!!!!!!! Non c'è. Il fatto che non ci sia il primo colpo di scena è già di per sè un colpo di scena che vale triplo, perciò la numerazione dei prossimi colpi di scena partirà dal quattro. Tatataaaaaannnnnn !!!!! Quinto colpo di scena!!!!!!!!! Il quarto colpo di scena non c'è!!!!!!! Immagino che la tensione narrativa sia ormai giunta alle stelle e che i nostri affezionati lettori -me e basta- siano ormai bramosi di conoscere il prosieguo. Eccolo e siete pregati di prestare attenzione. Sandokan si chiamava in realtà Sandro Cacozzi, ma dato che aveva il difetto di pronuncia della erre lo si chiamava Sando. Cacozzi era un cognome improponibile persino in qualsiasi fiaba destinata precipuamente a dei deficienti. Tatataaaaaannnnnn !!!!! Quarto e sesto e tredicesimo colpo di scena!!!!!!!!! Il ritmo incalzante del susseguirsi degli eventi può effettivamente lasciare senza fiato! Intanto è risaltato fuori il quarto colpo di scena e questo vale già da solo come un triplo colpo di scena. Ma quello che lascia più di ogni altro avvenimento allibiti ed incantati è il fatto che la bella bambina dagli occhi verdi delle fiabbe precedenti, che non c'entra mai una mazza con le fiabbe stesse, UDITE UDITE, finalmente credeva agli orchi con i sopracciglioni mustacchici a tortiglione! Ultimo, ma non ultimo e nemmeno terzultimo, la bella bambina che credeva agli orchi con i sopracciglioni mustacchici a tortiglione era cecata come una talpa e perciò lei non si accorgeva che gli orchi con i sopracciglioni mustacchici a tortiglione che lei incontrava non avevano i sopracciglioni mustacchici a tortiglione! E perciò gli orchi con i sopracciglioni mustacchici a tortiglione non potevano farle niente, in quanto quella cecata del cavolo si accoppava da sola, sfraganandosi contro porte aperte, pensili di cucina e prati posti a ridosso della sede stradale (la cecata disse ai soccorritori di essere adepta di uno sport denominato "panda-planing", che consiste nel porsi alla guida di una panda, tagliare diagonalmente la sede stradale e scaraponarsi nel prato posto dopo la scarpata che costeggia la sede stradale stessa, fracassando l'incolpevole panda -per tale motivo i panda sono animali in via di estinzione- in mille pezzi, avendo l'accortezza, dopo aver planato sul prato [più capriole fa la vettura, più punti si ottengono] di lasciare intatta la parte dell'auto dove è posto l'abitacolo, sicché esso possa schiacciarsi totalmente, venendo a creare un sorta di trappola mortale, qualora un eventuale soccorritore buontempone si divertisse a lanciare un cerino acceso nei residui del serbatoio della benzina. Ah, dimenticavo: punteggi aggiuntivi si ottengono perdendosi per strada i passeggeri.). Per economia del discorso, giova rilevare, il che è di non poco momento, che or non è guari è stato di leggieri emesso un editto che dice: "Popolo del mio Reame e di ogni credo e non credo, a volte sì, a volte no, a volte sono dubbioso, io non vi dirò niente di questo editto, se non che, qualora non obbediate a quello che l'editto dice senza rendervelo noto, vi farò mozzicare i calcagni da cani alsaziani gentilmente forniti dalla gelateria centrale di Vattelappesca [segue breve siparietto, con spot pubblicitario, per spillare un po' di quattrini]. I cani sono sdentati e perciò non vi faranno un tubo, ma sarete disinfettati dagli schitazzi di bisonti cinesi, il che vi farà venire il colera, che sarà comunque sempre meno puzzolente delle schitazzo dei bisonti cinesi". Tatataaaaaannnnnn !!!!! Quattordicesimo colpo di scena!!!!!!!!! L'editto non c'entra un tubo con l'economia del racconto ed ha soltanto inutilmente allungato il discorso con una incredibile serie di idiozie di cui non ci frega una mazza. Tirem innanz. Dicevamo che il cognome Cacozzi di Sandokan era improponibile, in quanto Sando assomigliava ad un buldog ed a casa -dove erano dei morti di fame schifosissimi, tanto che, anzichè raccogliere il cibo nei secchioni della monnezza, lo andavano addirittura a prendere nei ristoranti cinesi, sobbarcandosi tra l'altro ad improbe scalate (il particolare sarà di gran rilevanza per quanto diremo tra breve), in quanto per entrare nel ristorante cinese bisognava scavalcare montagne di cadaveri fulminati davanti alla porta di ingresso del ristorante dal tanfo sprigionato dai ristoratori cinesi- non disponevano degli appositi sacchetti per raccogliere le deiezioni canine. Per tale motivo, fu creato appositamente per lui il suffisso "kan", posposto al nome [anche il suffisso "kan" era gentilmente offerto dalla gelateria centrale di Vattelappesca, con annesso breve siparieto, con spot pubblicitario, per spillare un po' di quattrini], donde il nome con il quale è conosciuto universalmente il nostro eroe: Sando-kan!!! Sandokan era nato in Abruzzo, sul massiccio della Maiella, ma, pur somigliando ad un buldog, non sapeva abbaiare e, per fortunata combinazione, sapeva invece miagolare come un gatto soriano del Cimino, in quanto si lavava la faccia sputandosi sulle mani e -dotato come era di abbondante salivazione, anzi di vera e propria putrida bava- praticamente, quando si passava le mani schitazzate sulla faccia si faceva la doccia, proprio come fanno i gatti. I suoi concittadini, dato che Sando come gatto era un po' troppo grosso, lo chiamavano tigre, dato che non sapeva ruggire come un leone, diversamente lo avrebbero chiamato giaguaro, poiché guidando una Jaguar il panda-planing è più gajardo. Sandokan era perciò noto come la Tigre della Maiella e ciò ci convince irrimediabilmente che questa fiabba odierna è una boiata pazzesca e che, perciò, di questa boiata non ce ne frega niente! Sai che ti dico? Che una cretinata simile non merita nemmeno una morale finale (salvo quella che i cinesi puzzano, naturalmente). Perciò concludo con una breve nota finale divertente. C'era un insetto lungo, lungo, lungo che camminava. Era un 2300 piedi. Per la verità era una comitiva di 1150 cinesi con gli scarponi che, messi tutti in fila, sembravano per l'appunto questo strano insetto chiamato 2300 piedi. La bella bambina con gli occhi verdi cecata come una talpa della fiabba odierna, nella quale ovviamente, come sempre, non c'entra una mazza, credendo che si trattasse dello strano insetto chiamato 2300 piedi, lo schiacciò volontariamente, in quanto aveva già scassato tutte le auto della zona, con quel suo maledetto viziaccio del panda-planing. Anche le moto, le biciclette ed i monopattini del circondario erano stati tutti distrutti dalla viziosetta. Il cielo si oscurò ed i cavalieri dell'apocalisse piombarono sulla terra, in quanto il tanfo sprigionato dall'esplosione di 1150 cinesi desertificò all'istante l'intero Mato Groso brasiliano, nonché quello alsaziano, di Vinchiaturo e di Pescorocchiano. Fortunatamente la bella bambina con gli occhi verdi cecata come una talpa della fiabba odierna, nella quale ovviamente, come sempre, non c'entra una mazza, si era schiantata contro una porta aperta ed un pensile di cucina rigorosamente chiuso a chiave, in quanto solo lei era in grado di compiere tali insani gesti ed era rimasta vittima di un arresto respiratorio di 10 minuti (che non provocò danni cerebrali, perché peggio di così non si può essere): ciò le salvò la vita! Il Cielo non dimenticò il gesto della bella bambina con gli occhi verdi cecata come una talpa della fiabba odierna, nella quale ovviamente, come sempre, non c'entra una mazza. Poichè, di norma, le cattive azioni vengono punite, ella conobbe colà uno zoppo che casualmente non si trovava a passare in Papuasia. I due si amarono ripetutamente -vabbè il castigo doveva essere pesante, ma forse stavolta il Padreterno ha esagerato un tantino con i due poveretti-, con foga e passione, poi, esausti, si accucciolarono l'uno nelle braccia dell'altra, baciandosi teneramente e vissero felici e contenti. Come suol dirsi, chi si accontenta, gode! |
Post n°430 pubblicato il 27 Agosto 2014 da valerio.sampieri
La Fiabba del Re e della bambina C'era una volta un Re che andava a passeggio e, com'è, come non è, si imbatte in una bella bambina con gli occhi verdi che non credeva agli orchi e, in particolare, a quelli con i sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione. Colpo di scena!!!!! Era la stessa bambina della favola di ieri? Tatatàaaaaaannnnn ... secondo colpo di scena!!! No! E' solo che non mi era venuta idea diversa da quella di ieri e perciò famo finta che era un'altra bambina con gli occhi verdi che non credeva agli orchi. Come vedi, lettore mio, la trama si fa complicata e l'intreccio porta la tensione narrativa al parossismo! Poi mi spieghi che dicevo, ma la frase faceva scena. Il Re la vede e dice "Buongiorno, bambina con gli occhi verdi che non credeva agli orchi". (il Re sa sempre tutto) E la bambina, impunita come una talpa (in quanto la bambina con gli occhi verdi che non credeva agli orchi era un po' cecata) gli risponde: "Buongiorno Re. Non ti ho risconosciuto dalla corona, perché sono cecata come una talpa. Ti ho riconosciuto dalla puzza, perché dicono che tu sei un gran puzzone". Nun te dico il Re, nun te dico il Re, nun te dico il Re!!!!! Mò tocca trovare un'altra parola, in quanto nun te dico il Re. Perciò, d'ora in poi, lo chiamo il Sovrano. Il Sovrano, imbufalito come un orco con i sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione ... Tatatàaaaaaannnnn ... terzo colpo di scena!!! L'orco con i sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione non era nemmeno lui quello della favola di ieri!!!! Qui altro che al parossismo sono arrivati l'intreccio e la tensione narrativa! E dove sono arrivati, allora? Da nessuna parte, perché dato che l'intreccio e la tensione narrativa non sono partiti, non sono neanche arrivati e sono rimasti lì dove stavano. Il Sovrano aridice: "Tu non sai chi sono io! Io sono una persona importante, io sono il Re e ti faccio trasformare in una ranocchia, con in più un incantesimo in base al quale quando bacerai qualcuno -il che costituisce l'attività praticamente unica di rospi e ranocchie in qualunque favola che si rispetti-, quello ti si trasforma in un orco con i sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione!". Tu penserai che la bambina con gli occhi verdi che non credeva agli orchi si spaventasse, ma invece l'impunita gli risponde: "E tu non sai chi sono io! Io non sono soltanto una con gli occhi verdi che non credeva agli orchi, ma io sono io e tu non sei un cacchio! Ed abito nel paese dove abito io". Li mortè!!!! Tatatàaaaaaannnnn ... Quarto colpo di scena!!!!! E già, perché, nelle favole, il paese dove abito io non esiste! Infatti il Sovrano di questa favola aveva emanato un editto che diceva proprio: "A tutti i cittadini del mio Regno. Io, Sovrano comando che nelle favole in cui ci sarò io, il paese dove abito io non esisterà" Nun te dico come si è rimbufalito il Sovrano!!!! "Come ti permetti, impunita che sei e pure cecata come una talpa! Mò ti faccio vedere io e chiamo Mago Merlino per farti fare il sortilegio". Al che, l'impunita si mette a ridere come una talpa cecata che ride e gli fa: "Ma brutto beccaccione, non mi fai paura, perché in questo regno il Mago si chiama Filippo e non Merlino". Nun te dico l'accidente che gli prende al Re. Capisci bene che in una favola che si rispetti, non può esistere che ci sia un Mago che si chiami Mago Filippo, perché è poco dignitoso. Fortunatamente, questa fiabba non è una favola che si rispetti. Al Sovrano gli prese un coccolone co' l'infantioli e la bambina impunita si fece un sacco di risate. Poi, in parte pentita, pensò di fare rinvenire il Sovrano e cominciò a schitazzargli addosso talmente tanto che, per non affogare sotto un mare di schitazzi, il Sovrano fu costretto a farsi passare l'infantioli. Visto che il Sovrano non aveva stirato le zampe, la bambina schitazzina si pentì di non averlo accoppato e, mentre che si trovava, decise di diventare buona, perché disperata per non aver potuto fare l'impunita. Il Sovrano, per paura di altri schitazzi, perdonò la bella bambina con gli occhi verdi che non credeva agli orchi e, in particolare, a quelli con i sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione. Il Sovrano le disse: "Chi salva il Re sarà Regina, perciò ti chiamerai Regina". La ex bella bambina con gli occhi verdi che non credeva agli orchi e, in particolare, a quelli con i sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione, che ora si chiamava Regina, disse: "Diventare Regina è una cosa importante, perciò tu sarai Re". E, detto fatto, stretta è la foglia, larga la via, il Re e la Regina si baciarono, si presero per mano e si abbracciarono, restando così abbracciati giorno e notte per gli anni a venire. Ed i cinesi sono puzzolenti. Er Fiabbatore |
Post n°429 pubblicato il 26 Agosto 2014 da valerio.sampieri
La panzanella E che ce vò pe fà ‘na panzanella: In primise: acqua fresca de cannella, Pagnotta de paese un po’ intostata, In più, pe' un ber boccone da signori, Aldo Fabrizi |
Inviato da: cassetta2
il 12/08/2024 alle 08:41
Inviato da: amistad.siempre
il 11/08/2024 alle 23:52
Inviato da: Vince198
il 25/12/2023 alle 09:06
Inviato da: amistad.siempre
il 20/06/2023 alle 10:50
Inviato da: patriziaorlacchio
il 26/04/2023 alle 15:50