Creato da: famigliaarcobaleno il 10/10/2011
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Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 5

Post n°9 pubblicato il 06 Novembre 2011 da famigliaarcobaleno

Attenzione, se é la prima volta che leggi questo racconto, ti consiglio prima di leggerti le parti precedenti, ovvero:

Famiglia Arcobaleno - I – Presentazione
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 2
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 3
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 4


Questo é il seguito del racconto. Buon Divertimento!

 

Jannik rimase sul pavimento per una ventina di minuti. Non riusciva nemmeno più a piangere. Raccolse un po di forze, si alzò dal pavimento e si sdraiò sul letto. Rimase sul letto giacendo in una fase di dormiveglia, alternando momenti di coscienza a momenti in cui sprofondava in sogni che a volte era ricordi di quando viveva insieme ai nonni, a veri e propri incubi in cui rivedeva il suo aguzzino ed il complice che cercavano nuovamente di abusare di lui.

Dopo circa un paio d’ore si diresse verso il bagno e dopo essersi spogliato degli indumenti zuppi del suo sudore e del suo sangue si infilò nella doccia. Durante la doccia prese coscienza che per lui non c’era più futuro in quella casa, quindi la prima cosa da fare era quella di andare semplicemente via.

Uscito dalla doccia, prese dal suo armadio nuovi indumenti, si rivestì, e svuotò lo zaino che usava per la scuola rimepiendolo con un paio di vestiti, il suo orsacchiotto, la foto che aveva dei nonni. Inoltre infilò nello zaino anche un album di fotografie ed una scatola che i nonni gli avevano lasciato con documenti vari. Sulla scatola c’era una scritta “importante”, quindi anche ignorava l’importanza dei documenti che conteneva, decise di portarseli con se, oltre ai suoi documenti personali e un po di denaro che aveva risparmiato.

Non voleva che i suoi aguzzini si accorgessero del suo piano. Voleva aver il tempo per allontanarsi. Quindi mise dei cuscini sotto le lenzuola e lasciando la luce accesa, uscì dalla finestra. Dopo aver richiuso la finestra dall’esterno, saltò su un albero che era ad un metro dalla casa, e quindi con un paio di acrobazie tra i rami si ritrovò nel giardino di casa.

Senza guardare più indietro, si incamminò verso la fermata del treno. Sulla strada che portava alla stazione c’era un internet point. Decise di mandare un messaggio a Regis. In quel momento era l’unica persona rimasta di cui poteva confidarsi.

Caro Regis,

Purtroppo la situazione con i miei aguzzini si è aggravata. Il bastardo è uscito di prigione. Adesso vive a casa con la persona che mi ha concepito, e sono stato pestato a sangue. Sto male, ma ho deciso di andare via di casa. Adesso sono in un internet point e tra qualche minuto prendo il treno per Monaco. Non so dove andare. Forse mi fermo per la notte alla stazione, o se riesco a trovare una pensione economica riuscirò a dormire qualche ora su un letto morbido.

Non so cosa fare, ma di sicuro non torno più indietro. Prima o poi quelle persone mi ammazzano.

Un abbraccio

Jannik

Dopo aver inviato l’email, si rese conto che per prendere il prossimo treno per Monaco doveva affrettarsi, quindi pagò velocemente, e con lo zaino in mano andò alla fermata del treno.

Arrivato alla stazione di Monaco, scese dal treno e cercò un centro informazioni. Dopo aver chiesto ad un paio di persone, riuscì a trovare il punto informazioni, ma con suo stupore vide che anche Max era in stazione.

“Oddio Jannik, sembra che sei stato investito da un autotreno?”

“Ciao Max, cosa fai qui a quest’ora?”

“Ho ricevuto una telefonata intercontinentale che mi informava del tuo arrivo qui a Monaco! Stavo cenando con i miei, e mi sono subito precipitato qui.”

“Grazie Max, ma non dovevi disturbarti!”

“Hey, non è un problema. Regis mi aveva detto che avevi avuto dei problemi con il tuo aguzzino, ma non mi aveva detto eri passato anche sotto un rullo compressore!”

“Certo che riesci a farmi sorridere anche in questo momento tu. Eh?”

“Micky è anche in giro. Sta recuperando le chiavi della villa dei genitori di Regis, ed Eko sta andando già a casa. Ci incontreremo tutti li. Dai, dammi lo zaino che chiamo un taxi”

Impiegarono solo pochi minuti per arrivare a casa di Regis. Appena scesero dal taxi videro che Eko era già ad aspettarli, e un altro taxi stava arrivando con Micky.

“Cavolo Jannik, non mi aspettavo di rivederti in queste condizioni” disse Micky mentre gli stringeva la mano.

“Ciao Micky, grazie anche te per il disturbo che vi sto dando”

“Non c'è di che. Per prima cosa entriamo in casa, poi vediamo il da farsi”

“Eko, tu ordina qualcosa da mangiare. Qui di sicuro non troviamo niente in frigo. Max, tu mettiti comodo con Jannik, occhio alle ferite. Io telefono un amico dottore.” disse Micky mentre entravano in casa.

“Pronto Mark, sono Micky...ho un problema con un amico. Ha bisogno che un dottore lo visiti, ma non so se è il caso di andare in ospedale... Hai voglia di dargli un’occhiata?” e dopo qualche secondo “...ok, l’indirizzo è via Giacomo Leopardi Nr. 32...ok, tra 20 minuti sono ad aspettarti fuori”

Nel frattempo Eko aveva ordinato delle pizze, e Max aveva fatto accomodare Jannik sul sofà del salotto.

Mark arrivò puntualmente dopo 20 minuti, e dopo essersi salutato con Micky egli altri ragazzi, rimase a bocca aperta nel vedere le condizioni in cui versava Jannik. Lo visitò subito facendolo spogliare e stendendolo sul divano.

“Puoi dirci se è grave, Mark?” chiese Micky dopo 5 minuti.

“Jannik, le tue condizioni non sono delle migliori, ma hai un fisico forte ed hai avuto tanta fortuna. Sei un po' ammaccato, hai un paio di ferite che penso guariranno nel giro di qualche settimana. Inoltre hai bisogno di un controllo di un dentista. Un paio di denti non sono in buone condizioni. Alcuni segni sulle spalle rimarranno visibili, ma non hai bisogno di andare in ospedale questa sera. Importante è che domani vai subito da un dentista. Nel pomeriggio ho un’ora di pausa, quindi verrò verso le 2 per controllarti di nuovo. Per adesso ti metterò un paio di bende sulle ferite, e ti do un paio di pillole che ti aiuteranno a sopportare i dolori”

In salotto rimasero tutti in silenzio ad ascoltare Mark. Appena terminò, il campanello suonò! Le pizze erano arrivate.

Mark declinò l’invito di Micky a rimanere a cena con loro, e salutando i ragazzi ricordò a Jannik di prendere le medicine nei tempi che gli aveva prescritto.

Mentre mangiavano, i ragazzi cominciarono a pianificare cosa fare nei prossimi giorni.

“Jannik, per adesso tu rimarrai qui. Spero comprenderai che se uno di noi ti porta a casa nostra, i nostri genitori cominceranno a fare troppe domande, soprattutto se ti vedono in queste condizioni. Penso che per adesso non hai voglia di raccontare i tuoi problemi a troppe persone. La casa è libera per solo un mese. La mamma di Regis l’ha affittata a dei loro conoscenti. Non poteva immaginare della nostra irruzione! Comunque per adesso ti rimetti in forze qui. Poi vedremo dove puoi rimanere. Di sicuro potrai venire a casa mia, o casa di Eko o Max.” disse Micky, mentre gli altri 2 ragazzo annuivano.

“Come ha detto Mark, domani andiamo subito dal dentista. Conosco uno bravo che ha lo studio qui nei dintorni....Inoltre io rimango qui con te.” aggiunse Micky

“Rimango anche io” aggiunse Eko

“E rimango anch’io” giunse dalla bocca di Max

Jannik vedendo che tutti i ragazzi erano decisi a non lasciarlo solo cominciò si rannicchio sul divano, mentre delle lacrime gli scendevano dal viso.

“Non hai bisogno di piangere Jannik” disse Max, avvicinandosi al ragazzo

“Non piango perché sono infelice. Piango per la gioia di aver trovato questa sera 3 nuovi amici. E questi siete voi! Oggi ho perso definitivamente la mia mamma, e per questo ero infelice. Ma adesso gioisco perché ho trovato voi! Grazie!”

“Jannik, lo facciamo volentieri, non hai bisogno di ringraziarci.” Disse Eko che nel frattempo si era avvicinato e gli stava asciugando le lacrime.

“Jannik, nei prossimi giorni dobbiamo andare a scuola. Inoltre dobbiamo farci vedere ogni tanto ai nostri genitori, ma non ti preoccupare, non ti lasceremo mai solo. Dobbiamo solo organizzarci.” aggiunse Micky

“C’è una stanza degli ospiti molto grande. Ha un letto matrimoniale, ed un divano che si trasforma a letto. Che ne dite di dormire tutti insieme nella stessa camera?” Disse Max entrando in salotto. Un coro di “si” seguì la proposta di Max, e dopo aver finito di mangiare andarono nella loro camera. Si era fatto oramai tardi, quindi dopo qualche chiacchiera mentre si infilavano nei letti, non tardò molto che Morfeo accolse tra le sue braccia tutti i ragazzi.

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Il giorno dopo Eko e Max dovevano andare a scuola, ma Micky era libero, quindi si preoccupò di fissare un appuntamento dal dentista. Data la gravità del problema, il dottore fissò un appuntamento all’ora di pranzo, dato che per tutto il giorno l’agenda era piena di appuntamenti. Quindi decisero di fare colazione con molta calma, e sistemare sia la camera dove dormivano che il salotto.

Dopo aver dato una prima occhiata ai denti, il dottore scuotendo il capo comunicò a Jannik che con delle cure appropriate avrebbe rimesso a posto i denti ammaccati, ma forse 2 di essi non era possibile recuperarli. Fece quindi dei lavori urgenti, e fissò quindi un appuntamento dopo 2 giorni. A questo appuntamento ne sarebbero seguiti altri.

Per fortuna aveva con se il tesserino sanitario, per cui non fu nemmeno un problema sbrigare le pratiche burocratiche legate ai costi delle cure che necessitava. Era da chiarire come coprire i costi che l’assistenza sanitaria non riconosceva, o riconosceva in parte, ma per quello c’era tempo.

Nel pomeriggio tornarono a casa, dato che Mark voleva visitare Jannik nuovamente. Arrivarono quasi insieme, sia Mark che i 2 ragazzi. Dopo essere entrati in casa, Mark diede subito un’occhiata alle condizioni delle ferite e delle varie ammaccature di Jannik. Dopo un quarto d’ora, con un sorriso alla bocca, comunicò a Jannik che tutto procedeva per il meglio. Cambiò le fasce sulle ferite, e si raccomandò di cambiarle ogni giorno. Avrebbe fatto una nuova visita entro qualche giorno.

I 2 ragazzi e Mark quindi si accomodarono in cucina dove Micky aveva nel frattempo preparato del caffè.

Dopo che Mark andò via si mise ai fornelli per preparare la cena. Nel frattempo Jannik andò nella camera di Regis, dove aveva ancora il computer, e lo accese per controllare la sua posta elettronica. Trovò una email di Regis.

Caro Jannik,

Dopo aver letto il tuo messaggio, ho subito chiamato Micky, Max ed Eko, ed informato dei tuoi problemi. Penso che quando leggerai questa email li avrai già incontrati, altrimenti di seguito di elenco i loro numeri di cellulare. Se non li hai ancora incontrati, chiamali, ti stanno cercando.

Scusa se non puoi stare tanto tempo nella casa di mamma. Purtroppo alcuni suoi amici saranno a Monaco tra un mese, e soggiorneranno in casa per alcuni mesi. Comunque non ti preoccupare, abbiamo un mese di tempo per organizzarci.

La mia offerta di trasferirti qui in America è sempre valida. Io e mia madre saremmo felici ti accoglierti qui. Ma capisco che la decisione è molto impegnativa, quindi prendi tempo prima di prendere una decisione definitiva.

Spero che nonostante i problemi avuti tu stia bene. Se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa a cui i nostri 3 amici non possono aiutarti, fammi sapere. Cercherò di aiutarti anche se sono qui in America.

Ah, se vuoi parlare con il sig. Schmitz della polizia di Monaco, ti do anche il suo numero di telefono. Credo ti può consigliare al meglio.

Un abbraccio forte da tuo amico Regis e da mia mamma

Regis

Mentre leggeva l’email, a Jannik scesero alcune lacrime. Non avrebbe mai potuto immaginare di trovare degli amici come Regis, Micky, Eko e Max. Decise subito di contattare il sig. Schmitz. Fortunatamente era ancora in ufficio, e dopo aver accennato brevemente all’evolversi della situazione, fissò un appuntamento per l’indomani mattina.

Tutti i ragazzi cenarono insieme. L’indomani decisero che Max sarebbe andato con Jannik alla centrale di polizia, e nel pomeriggio si sarebbero incontrati con gli altri 2 ragazzi in centro per fare shopping. Trascorsero la serata insieme giocando a Risiko e raccontandosi barzellette.

L’indomani, dopo aver fatto colazione andarono alla centrale per incontrarsi con il sig. Schmitz.

“Ciao Jannik, non mi aspettavo di vederti di nuovo. Mi puoi aggiornare su cosa ti é successo, anche se posso già immaginare da quel poco che mi hai detto ieri per telefono, e dalle condizioni in cui sei!”

Così Jannik raccontò di nuovo ciò che era successo dopo che l’aguzzino era ritornato a casa.

“Lo so che sembra incredibile. Purtroppo queste vicende non sono mai semplici, e soprattutto se si sono affidati ad avvocati molto bravi, riescono a trovare sempre delle scappatoie. Tra l’altro, non è stata fatta alcuna denuncia della tua scomparsa. Presumo che la tua tutrice ha tutto l’interesse a non ritrovarti.” dopo un attimo di silenzio, continuò “Mi dispiace Jannik, ma faremo di tutto per assicurare quel mostro alla giustizia. A quello che ti aveva fatto adesso si aggiungerà anche il maltrattamento di minore. Bisognerà solo che fai un’altra denuncia. Comunque sappi che sarò io stesso ad informare gli uffici competenti.”

“Sig. Schmitz, io credo in quello che fa, ma credo che in qualche modo troveranno qualche sistema per non andare in prigione. Se non siete riusciti a tenerlo dentro dopo il tentato stupro, quante possibilità ci sono che ritorni indietro per delle percorse?” Disse Jannik con voce tremolante.

“Lo so, è ingiusto, ma se non combattiamo contro il male non riusciremo mai a vincerlo. Per questo dobbiamo combattere. E io sarò al tuo fianco. Comunque, come ti avevo detto, informerò gli organi competenti. Ho anche informato l’assistenza sociale, ma se ritieni di non averne bisogno, non sei tenuto ad andarci.”

“Grazie, ma credo che per adesso con i miei amici non ho bisogno dell’aiuto dei servizi sociali. Per quanto riguarda la denuncia invece penso che seguirò il Suo consiglio, anche se purtroppo non sono molto ottimista” disse Jannik mentre si si alzava e salutava il poliziotto.


Continua...

 

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