ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Giugno 2012

STUDI IMPORTANTI MOSTRANO GRAVI PROBLEMI PER I BIMBI CRESCIUTI DA GENITORI OMOSESSUALI

Post n°7256 pubblicato il 24 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La rivista scientifica “Social Science Research” ha pubblicato due studi molto interessanti sulle problematiche dei bambini cresciuti all’interno di una relazione omosessuale.

Sono studi importanti in quanto riequilibrano le posizioni in campo: finora, infatti, le prime ricerche su questo tema hanno sostenuto la non-differenza, negando le diversità tra i bambini di coppie eterosessuali e omosessuali, successivamente ricerche promosse dalla lobby gay hanno tentato addirittura di sostenere una crescita migliore da parte dei figli di omosessuali. Ma, come ha spiegato Francesco Paravati, presidente della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO), «le problematiche delle “nuove famiglie” sono fenomeni recenti, tutti i risultati di qualunque organismo scientifico sono perciò preliminari e non definitivi». Anche Rosa Rosnati, docente di Psicologia sociale alla Cattolica di Milano, ha spiegato che attualmente le ricerche sul tema «sono su gruppi molto piccoli e condotte a breve termine. È ovvio che un bambino possa vi­vere con due genitori dello stesso sesso. Dal punto di vista biologico e psicologico, però, un figlio ha bisogno di un uomo e di una don­na per crescere. Poi, certo, ci possono essere figure sostitutive, che assicurano buone rela­zioni. Ma un conto è ciò che è preferibile e un altro è la capacità di adattamento dell’essere umano».

Uno di questi due nuovi studi è quello del sociologo dell’Università del Texas, Mark Regnerus, il quale vanta di un impianto metodologico inedito quantitativamente e qualitativamente, sia perché si basa sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale, sia perché per la prima volta fa parlare direttamente i “figli” (ormai cresciuti) di genitori omosessuali, dimostrando che il 12% pensa al suicidio (contro il 5% dei figli di coppie etero), sono più propensi al tradimento (40% contro il 13%), sono più spesso disoccupati (28% contro l’8%), ricorrono più facilmente alla psicoterapia (19% contro l’8%), sono più spes­so seguiti dall’assistenza sociale rispetto ai coetanei cresciuti da coppie etero­sessuali sposate. Nel 40% dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8%), sono genericamente meno sani, più poveri, più inclini al fumo e alla criminalità.

L’autore dello studio ha spiegato che non si vuole esprimere un giudizio sulle capacità genitoriali delle coppie dello stesso sesso, ma prendere semplicemente atto di una diversità di questi figli, che si traduce spesso in un problema. Tuttavia si domanda se valga la pena «spendere un significativo capi­tale politico ed economico per supportare queste nuove ma rare famiglie, quando gli a­mericani continuano a fuggire dal modello di genitori biologici eterosessuali sposati, di gran lunga più comune ed efficace e ancora, alme­no a giudicare dai dati, il posto più sicuro per un bambino». Anche lui riconosce che i pochi studi finora pubblicati, che sostengono la teoria della “nessuna differenza” tra bambini cresciuti in famiglie etero e gay, «si basano su dati non casuali e non rappresentativi, utilizzano campioni di piccole dimensioni che non consentono la generalizzazione alla popolazione più ampia di famiglie gay e lesbiche».

Il secondo studio è stato realizzato da Loren Marks della Louisiana State University, nel quale si critica fortemente la posizione dell’American Psychological Association (APA), secondo la quale i figli di genitori gay o lesbiche non sono svantaggiati rispetto a quelli di coppie eteorsessuali. La studiosa ha analizzati i 59 studi citati dall’APA per sostenere la propria tesi, dimostrando che essi mancano di campionamento omogeneo (1), gruppi di confronto (2), caratteristiche del gruppo di confronto (3), presenza di dati contraddittori (4), portata limitata degli esiti dei bambini studiati (5), scarsità di dati sul lungo termine (6) e mancanza di potenza statistica (7). La conclusione è che le forti affermazioni, comprese quelle compiute dall’APA, non sono empiricamente giustificate. La ricercatrice si è dunque allineata al giudizio del prestigioso psicologo Nicholas Cummings, ex presidente dell’American Psychological Association, secondo cui «l’APA ha permesso che la correttezza politica trionfasse sulla scienza, sulla conoscenza clinica e sull’integrità professionale. Il pubblico non può più fidarsi della psicologia organizzata per parlare di prove, piuttosto si deve basare per quel che riguarda l’essere politicamente corretti. Al momento la governance dell’APA è investita da un gruppo elitario di 200 psicologi che si scambiano le varie sedi, commissioni, comitati, e il Consiglio dei Rappresentanti. La stragrande maggioranza dei 100.000 membri sono essenzialmente privati ​​dei diritti civili». Secondo David J. Eggebeen, del Department of Human Development and Family Studies della Pennsylvania State University, lo studio della Marks «offre argomenti ragionevoli per una maggiore cautela nel trarre forti conclusioni basate sulla ricerca disponibile».

E’ inutile dire che la prevedibile reazione (a dir poco animalesca) della lobby gay a questi risultati è stata davvero violenta. I commenti sono stati questi: “odiosi bigotti”, “gregari dell’Opus Dei”, “dovrebbero vergognarsi”, presentano dati “”intenzionalmente fuorvianti” e “cercano di screditare i genitori gay e lesbiche”, “scienza spazzatura” e “disinformazione pseudo-scientifica”. Addirittura qualcuno ha auspicato «l’inizio della fine della credibilità di Mark Regnerus per le agenzie di stampa rispettabili». Altri parlano anche di minacce personali alla sua famiglia. Tuttavia, come ha fatto notare il “New York Times”, al di là dell’isterismo omosessualista, «gli esperti esterni, in generale, hanno detto che la ricerca è stata rigorosa, fornendo alcuni dei migliori dati sul tema». Ma che però non sarebbero «rilevanti nel dibattito sul matrimonio e adozione gay». Non la pensa così W. Bradford Wilcox, docente di Sociologia presso l’Università della Virginia, secondo cui invece «lo studio di Regnerus ci sta portando ad un nuovo capitolo. Il primo capitolo ha suggerito che non vi è alcuna differenza, il secondo ha detto che ce ne sono e il terzo capitolo sta cercando di capire le differenze».

Sono arrivate anche critiche serie, come è normale per ogni studi scientifico, le quali si sono concentrate quasi esclusivamente sullo studio di Regnerus. Tuttavia, anche tra i polemici come il demografo Cynthia Osborne, si riconosce che «lo studio Regnerus è il più scientificamente rigoroso della maggior parte degli altri studi in questo settore». Allo stesso modo, il sociologo della Pennsylvania State University Paul Amato, scrive che «è probabilmente il meglio che possiamo sperare, almeno nel prossimo futuro». Walter Schumm, docente di “Family Studies and Human Services” presso la Kansas State University ha commentato: «Una cosa è certa: questo studio rappresenta un serio tentativo di ottenere informazioni obiettive che raramente sono state disponibili prima, e non deve essere liquidato semplicemente a causa del disagio che può provocare». Anche per uno dei più noti network scientifici, PhysOrg, lo studio «fornisce nuove e convincenti prove che numerose differenze di benessere, sociali ed emotive, esistono tra i giovani adulti cresciuti da donne lesbiche e coloro che sono cresciuti in una famiglia tradizionale».

Da - //www.uccronline.it/2012/06/20/studi-mostrano-gravi-problemi-per-i-bimbi-cresciuti-da-genitori-omosessuali/ - libertaepersona.org -

 
 
 

ARRIVEDERCI ENRICHETTA! DECEDUTA SABATO SCORSO, L'ULTIMA FIGLIA DEI BEATI LUIGI E MARIA QUATTROCCHI

Post n°7255 pubblicato il 24 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sabato 16 giugno, alle ore 16,20, è volata in cielo Enrichetta Beltrame Quattrocchi, figlia dei Beati Luigi e Maria, sorella di Suor Cecilia, don Tarcisio e Padre Paolino.

Enrichetta è venuta alla luce il 6 aprile 1914, dopo una gravidanza, la quarta, che si è svolta senza problemi fino al quarto mese, ma poi si è rivelata a grave rischio di morte per quei tempi, con emorragie continue per placenta previa.

Un ginecologo di fama decretò in quella occasione una duplice sentenza di morte e consigliò senza mezzi termini l'interruzione della gravidanza, per salvare almeno la madre. A fronte dei tali fondati timori, Luigi e Maria, diafana e anemizzata, incrociarono i loro sguardi impietriti, li puntarono sul Crocifisso che dominava la parete e, in totale sintonia di fede, opposero il loro inequivocabile "no". Era un sì alla vita di Enrichetta.

Don Tarcisio racconta: "Il ginecologo, interdetto e disorientato, in piedi al capezzale di Maria, si rivolge a nostro padre con una replica ancora più esplicita e impietosa: 'Ma non si rende conto, avvocato, che in questo modo lei si dispone a restar vedovo con tre bambini a cui provvedere?' (...) Ancora un incrocio di sguardi velati dalle lacrime trattenute a fatica, e senza esitazioni il no rimane no!".

Enrichetta aggiunge: «La risposta negativa data al ginecologo coinvolgeva quasi più nostro padre che la mamma: le conseguenze, infatti, previste dal medico avrebbero pesato moltissimo sì sulla mamma, che avrebbe sacrificato la sua ancor giovane vita, ma mi pare ancor più su nostro padre, che privato della sposa che amava quasi più di se stesso, avrebbe dovuto pensare a tirare su i tre piccoli virgulti di 8, 6 e 4 anni».

Redi Maghenzani, il regista dello spettacolo "Un'aureola per due" descrive la scena: "Una cappa di piombo incombe su tutta la famiglia. Unica fonte di luce la illimitata fiducia in Dio e nella santissima Vergine. La piena, totale comunione dei due cuori si fa più salda che mai". Infatti quel periodo fu considerato a distanza da tutta la famiglia come una riserva di grazie, tant'è che quando Enrichetta ricordava alla mamma le sofferenze patite per la sua nascita, Maria la correggeva lodando piuttosto la prodigalità di Dio.

Enrichetta, la figlia che non doveva nascere, è stata molto longeva (98 anni compiuti) e soprattutto è rimasta al fianco dei genitori, assistendoli fino alla morte, nella sua consacrazione laica a Dio. E' stata anche un richiamo luminoso per i fratelli, don Tarcisio e Padre Paolino, quando i genitori non c'erano più e la casa di via Depretis continuava ad essere meta di amici, ammiratori, sposi desiderosi di vivere una più profonda spiritualità coniugale e familiare.

Non pochi a Roma ricordano Enrichetta come professoressa di storia dell'arte negli istituti superiori, come volontaria della Croce Rossa, dell'ACISJF (l'Associazione Cattolica Internazionale al Servizio della Giovane - Protezione della Giovane) e della San Vincenzo.

Dal giugno 2010 Enrichetta ha voluto fortemente e sostenuto l'associazione ispirata ai suoi genitori, a servizio delle famiglie, denominata AMARLUI, con un'impronta di spiritualità laicale e sponsale. Ci ha chiamato a presiederla investendo fiducia soprattutto nel buon Dio e nell'assistenza dei suoi genitori.

Con lei l'associazione ha organizzato una riuscita manifestazione nel decimo anniversario della Beatificazione, 25 novembre 2011, in Campidoglio, presenti, tra gli altri, Mons. Luciano Suriani, Maria Voce presidente del Movimento dei focolari, Salvatore Martinez, presidente del Movimento dei carismatici.

Enrichetta ha testimoniato in innumerevoli occasioni la sua gioia per aver sperimentato gli infiniti doni scaturiti dall'unità d'amore e di fede tra i genitori, nel loro forte attaccamento al Cristo e alla Chiesa. Lo ha fatto in modo speciale tutte le volte che si commuoveva ascoltando gli attori che leggevano brani delle lettere di Maria e Luigi, accompagnati dalle musiche di Giacomo Maria Danese. Faceva di tutto per raggiungere, salvo impedimenti, le diverse città in cui veniva rappresentato lo spettacolo (oltre 65 volte).

Al termine dell'ultima rappresentazione, in occasione del Decimo anniversario della Beatificazione il 25 novembre 2011 alla Domus Pacis, (organizzato in sintonia con l'Ufficio Famiglia della CEI), Enrichetta concludeva: «La loro vita di coppia è stata caratterizzata da una gara di rispetto, di dedizione, di reciproca amorevole dipendenza e ubbidienza, in una comune ricerca del "meglio" dell'altro, a livello eminentemente spirituale, in una sintonia di anime nella quale lo stesso concetto di ubbidienza veniva superato da una trascendente esigenza di carità, proiettata, da una parte e dall'altra alla realizzazione di quanto potesse essere di maggior gradimento e di maggior bene per l'altro, anche nell'amorevole esercizio della correzione fraterna, o di sinceramente umile consultazione».

Ora che Enrichetta ha raggiunto i suoi in Paradiso, molti desiderano onorare tutta la famiglia, in quanto tale, per aver vissuto e testimoniato una sorta di santità collettiva, ciascuno a suo modo e nella specifica vocazione. L'associazione Maria e Luigi, da lei tanto desiderata, continuerà a fare la sua parte per rafforzare la rete già esistente con gruppi in 20 diocesi e con contatti con una quindicina di Paesi all'estero.

- ZENIT -

 
 
 

24 GIUGNO NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Post n°7254 pubblicato il 24 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Giovanni Battista è l'ultimo profeta dell'Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù, perché gli rese testimonianza ancora in vita. È tale la considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l'unico santo dopo Maria ad essere ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche nel giorno della sua nascita terrena (24 giugno); ma quest'ultima data è la più usata per la sua venerazione, dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo, che lo tengono come loro santo patrono.
E il santo più raffigurato nell'arte di tutti i secoli; non c'è pala d'altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, dove non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d'animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce.
Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina e chiamato affettuosamente "San Giovannino".
Ciò testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di Cristo, da essere da lui definito "Il più grande tra i nati da donna".
Nel Vangelo di San Luca (1, 5) si dice che era nato in una famiglia sacerdotale, suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta, discendeva da Aronne. Essi erano osservanti di tutte le leggi del Signore, ma non avevano avuto figli, perché Elisabetta era sterile e ormai anziana.
Un giorno, mentre Zaccaria offriva l'incenso nel Tempio, gli comparve l'arcangelo Gabriele che gli disse: "Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore" e proseguendo nel descrivere le sue virtù, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza di Elia.

Dopo quella visione, Elisabetta concepì un figlio fra la meraviglia dei parenti e conoscenti; al sesto mese della sua gravidanza, l'arcangelo Gabriele, il messaggero celeste, fu mandato da Dio a Nazareth ad annunciare a Maria la maternità del Cristo e la  venuta del precursore:  anche Elisabetta, tua parente, nella vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio.

Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo saluto, declamò il bellissimo canto del Magnificat,  per le meraviglie che Dio stava operando per la salvezza dell'umanità e mentre Elisabetta esultante la benediceva, anche il figlio che portava in grembo sussultò di gioia.
Della sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un'età conveniente, Giovanni conscio della sua missione, si ritirò a condurre la dura vita dell'asceta nel deserto, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l'annuncio dell'avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza.
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Alla delegazione ufficiale, inviatagli dai sommi sacerdoti disse, che egli non lo era affatto il Messia, ma che anzi Egli era già in mezzo a loro, ma essi non lo conoscevano; aggiungendo Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia.
Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo vide davanti disse: Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! e a Gesù: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?" e Gesù: "Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia".
Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: "Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto". Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli:"Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire" (Gv 3, 29-30).
 
Autore: Antonio Borrelli

 
 
 

MEDJUGORJE: I FRUTTI 31ANNI DOPO

Post n°7253 pubblicato il 23 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Se ne è discusso durante un convegno promosso dal Centro Russia Ecumenica

Il fenomeno Medjugorje, a 31 anni esatti dalla prima apparizione, fa sempre molto discutere ed è diventato oggetto di dibattiti interdisciplinari. Medjugorje: un dialogo tra cielo e terra è il titolo della tavola rotonda tenutasi ieri pomeriggio presso il centro Russia Ecumenica, a Borgo Pio, a due passi dalle mura vaticane.

Sacerdoti, evangelizzatori, psicologi e pellegrini si sono confrontati sulla base di una convinzione comune: nessuno dei messaggi che la Gospa, la Vergine Maria ha trasmesso al mondo intero, mediante i sei veggenti, è in contraddizione con la fede cristiana, né con il Magistero.

Lo ha evidenziato in primo luogo don Sergio Mercanzin, direttore del Centro Russia Ecumenica e moderatore del convegno. “Quelle di Medjugorje – ha osservato il sacerdote – sono apparizioni che rispettano tutti e quattro i criteri stabiliti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1978: 1) certezza morale del fatto; 2) credibilità e specchiata moralità dei veggenti; 3) coerenza con la dottrina teologia cristiana; 4) abbondanti e costanti frutti spirituali (conversioni, ecc.)”.

Il filosofo e scrittore Diego Manetti – noto per i suoi saggi su Medjugorje, realizzati a quattro mani con padre Livio Fanzaga – ha ricordato che le apparizioni mariane nella località balcanica sono un “segno di speranza” e che le ermeneutiche catastrofiste sul medesimo fenomeno sono tutte da rigettare.

Se nel mondo il Male appare così egemone, è perché il demonio lo ha diffuso e gli uomini lo hanno seguito. E la Madonna, amando profondamente i propri figli, li ammonisce amorevolmente dei rischi che corrono.

“Ci si chiede perché da 31 anni le apparizioni siano quotidiane – ha detto Manetti -. Ciò succede perché il momento della prova dei Dieci Segreti è vicino. Ai miei alunni del V liceo, ricordo sin dal primo giorno di scuola che dovranno sostenere l’esame di maturità. Da maggio, però, inizio a dirlo loro tutti i giorni…”.

Il padre francescano Francesco Rizzi ha spiegato come la Vergine Maria, secondo il Concilio Vaticano II, abbia una quadruplice dimensione. In primo luogo vi è una dimensione biblica (CV, 55-59) che parte dalla descrizione della Donna che schiaccia la testa del serpente (Gen 3,15) e che partorirà il figlio, chiamato l’Emmanuele (Is 7,14), fino alla sua esplicitazione nella figura di Maria di Nazareth nell’Antico Testamento e nei misteri del Rosario.

C’è poi una dimensione funzionale (CV 60-62), che insiste sul ruolo di Maria quale corredentrice dell’umanità con suo Figlio, una dimensione ecclesiologica (CV 63-65) che la consacra Vergine e Madre di Cristo e della Chiesa, ed infine una dimensione cultuale (CV 66-69) che coincide con la sua venerazione ed intercessione (mentre l’adorazione spetta solo a Dio).

Ciò che si può toccare con mano a Medjugorje, è proprio la “dimensione cristocentrica” del luogo, con la Madonna che non mette al centro se stessa ma suo Figlio, “l’Eucarestia, come fonte e culmine della vita  e della missione della Chiesa”, ha aggiunto il francescano.

Convertitosi proprio a Medjugorje verso la fine degli anni’80, padre Rizzi ha poi dato vita all’associazione Apostoli della divina misericordia con Maria Regina della Pace.

È poi seguita una testimonianza di conversione, quella del 27enne salernitano Luca Del Vecchio. Intorno ai suoi 20 anni, Luca, giovane assai brillante e comunicativo, nel suo piccolo era un ragazzo “di successo”: pr in discoteca, bella presenza, molte ragazze intorno, una famiglia benestante che non gli aveva mai fatto mancare nulla.

Luca ha però raccontato come, proprio nel cuore dei suoi vent’anni, sia stato assalito da una profonda inquietudine interiore. “Una notte, tornato dall’ennesima festa in discoteca – ha raccontato - mi ritrovai a letto in lacrime: mi ero accorto di sentirmi fondamentalmente solo e io avevo il terrore della solitudine”.

Per Luca la prima via di fuga sono le droghe – ecstasy e cocaina in particolare - che “mi aiutavano a rinforzare la mia maschera, l’immagine di persona sempre allegra e di successo”, quindi un palliativo alla costante minaccia della solitudine.

È proprio nel momento di massima contraddizione e disperazione che Luca inizia a cambiare attitudine ed abbigliamento, assumendo un’immagine dark.

Un giorno, una zia, intuito lo stato di prostrazione interiore di Luca, invita il nipote a una veglia di preghiera e poi a un pellegrinaggio a Medjugorje. “Come normalmente faccio, presi quella proposta come una sfida e andai, coinvolgendo un bel gruppo di amici”, ha raccontato il giovane.

Una volta a Medjugorje, Luca inizia un digiuno e chiede a Dio un segno della sua presenza che presto arriva: al termine di una lunga coda per la confessione, si imbatte in un giovane sacerdote. È don Davide Banzato che lo introduce a Nuovi Orizzonti, il movimento fondato da Chiara Amirante.

Inizia così, nell’estate 2007, la seconda vita di Luca, oggi responsabile della Nuova Evangelizzazione per Nuovi Orizzonti nel Lazio.

Il punto di vista della psicologia è stato affrontato da Laura Cantarella, psicoterapeuta e membro dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici. Secondo la dott.ssa Cantarella, principale ideatrice e promotrice del convegno, è evidente l’esistenza di una relazione tra dimensione psicologica e dimensione spirituale che gli analisti non devono mai sottovalutare, pur rispettando sempre l’eventuale miscredenza del paziente.

Lo psicoterapeuta, quindi, con i linguaggi pertinenti e l’opportuna delicatezza, può e deve risvegliare le risorse spirituali della persona in analisi. Del resto “il peccato porta conseguenze nella psiche – ha spiegato la psicologa – ad esempio, quando non si riesce a perdonare un torto. Chi sa perdonare, invece, affronta meglio anche il cammino psicoterapico”.

Umberto Sales da anni svolge l’attività di accompagnatore di pellegrini a Medjugurje. Durante la tavola rotonda presso il Centro Russia Ecumenica, il signor Sales ha raccontato come questa attività affondi le radici in una guarigione miracolosa da un misterioso malessere che lo aveva afflitto 25 anni fa.

A distanza di un quarto di secolo, Sales, che presta volontariato anche durante le adorazioni perpetue presso la Basilica romana di Santa Anastasia, definisce una “grazia” l’essere stato scelto da Dio per mettersi a servizio di altri pellegrini e che fare la guida non vuol dire ergersi a “maestro” ma è una sfida a conservare sempre lo spirito dell’umile pellegrino.

Ha chiuso il ciclo di interventi lo psichiatra Alessandro Meluzzi, spiegando come la devozione mariana sia essenziale nel percorso di fede, in quanto conferisce una dimensione “materna” e “mediatrice” a un rapporto con Dio che, in linea teorica, potrebbe essere già determinato dall’adesione alle verità cristiane, a partire dalla presenza viva di Cristo nell’Eucaristia.

“Tutti siamo chiamati ad essere santi - ha affermato il prof. Meluzzi – ma non tutti siamo chiamati ad essere teologi ed intellettuali della fede”. E Maria segna sempre indelebilmente il cammino dei santi di ogni tempo. Così avviene con l’apostolo Giovanni che, ai piedi della Croce, assiste alla consegna del Maestro morente: “Questa è tua madre” (Gv 19,27). Lo stesso San Giovanni sarà poi ispirato da Maria in tutta la sua stesura del IV Vangelo e dell’Apocalisse.

Anche nella storia dei concili, ha osservato lo psichiatra, è significativo che Efeso (431) con la proclamazione del dogma di Maria madre di Cristo, quindi madre di Dio (Theotokos), preceda Calcedonia (451), che sancì il dogma di Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.

di Luca Marcolivio - ZENIT -

 
 
 

MESSAGGIO DA MEDJUGORJE DATO A IVAN IL 22 GIUGNO 2012 DALLA REGINA DELLA PACE

Post n°7252 pubblicato il 23 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

“Cari figli, anche oggi vi invito di nuovo: decidetevi per Gesù, decidetevi ed andate insieme a Lui nel futuro. Sono con voi, cari figli, perché mio Figlio mi ha permesso di rimanere così tanto insieme a voi, perché desidero guidarvi, istruirvi, educarvi, desidero guidare tutti voi a mio Figlio, desidero guidare tutti voi al Paradiso. Perciò anche oggi vi invito di nuovo: decidetevi per Lui, mettetelo al primo posto nella vostra vita. Cari figli, questo mondo in cui voi vivete è passeggero, perciò decidetevi: decidetevi per la pace, vivete la pace; decidetevi per la preghiera, pregate, cari figli, pregate, pregate. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata.”

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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