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Spirale di pensieri

In memoria di Willie Shannon (12/06/1973 - 08/11/2006) Perché il pensiero viaggia in una sua dimensione... e non può essere ucciso!

 

Carmelo Musumeci:Signora Ministra della Giustizia, chi è il ladro?

Post n°524 pubblicato il 06 Marzo 2012 da SpiraleDiPensieri
 
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Signora Ministra della Giustizia, chi è il ladro?

“Che io possa avere la forza di cambiare le cose, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere l’intelligenza di saperle distinguere”. (Tommaso Moro).

Sono state pubblicate dai giornali alcune denunce dei redditi e ho pensato che molta gente che guadagna un sacco di soldi a volte ruba, molto di più di un barbone per sfamarsi, di un tossicodipendente per trovare i soldi per la sua dose e di un malavitoso per cercare di cambiare il suo destino e quello della sua famiglia.

Eppure, chissà perché, in carcere è così difficile trovare un banchiere, un politico, un giudice, un imprenditore, un vescovo e altri cosiddetti “colletti bianchi”, forse perché ci sono veri delinquenti che non entrano mai in galera, e poi ci sono ex delinquenti che non escono mai dal carcere.

Leggendo il giornale “La Repubblica” di venerdì 24 febbraio 2012 ho scoperto che l’ex Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta guadagna 543. 954 euro.

E mi sono domandato come fa un uomo che comanda le carceri a non vergognarsi di guadagnare così tanti soldi mentre un agente della Polizia Penitenziaria riesce a malapena a sopravvivere e a mantenere i suoi familiari e i detenuti guadagnano veri stipendi di fame.

Non mi resta che sperare che il nuovo Direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino, (ex Presidente del Tribunale di Sorveglianza Roma) si diminuisca lo stipendio per proporre di aumentarlo alle guardie carcerarie e ai detenuti che lavorano.

E per ultimo ricordo alla Ministra della Giustizia,  tecnica, ma spero volenterosa, che i fondi destinati alla retribuzione dei detenuti-lavoratori, sono passati dai 71.400 € del 2006 ai 49.664 € del 2011 (- 30,5%), e che il numero degli occupati è rimasto pressoché invariato; il risparmio è stato ottenuto riducendo le ore d’impiego e da 18 anni le retribuzioni dei detenuti non vengono adeguate: Il lavoro alle dipendenze del DAP viene retribuito avendo come riferimento economico i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di vari settori, in misura non inferiore ai 2/3 del trattamento previsto nei contratti stessi, così come indicato nell’art. 22 dell’Ordinamento penitenziario. Tuttavia l’adeguamento ai CCNL non è stato effettuato dal 1994, per carenza di risorse economiche.

(Notizie registrate al Registro Stampa del Tribunale di Padova n°1964).

Ricordo pure alla Ministra della Giustizia  che dal mese di novembre 2011 svolgo attività lavorativa come scrivano/bibliotecario nel carcere di Spoleto, con passione, dedizione e fantasia e mi sono attivato, con spese personali di cartoleria e valori bollati, e ho scritto a diverse case editrice per rinnovare e aggiornare la biblioteca, facendo arrivare per il momento un migliaio di libri.

Eppure la mia paga media mensile è di 26,48 € e non credo proprio che questa sia una remunerazione decorosa e rieducativa,  la trovo piuttosto umiliante.

A questo punto mi chiedo: Signora Ministra della Giustizia, chi è il ladro?

Carmelo Musumeci

Carcere Spoleto, Marzo 2012

www.carmelomusumeci.com

 
 
 

Cina: pena di morte per commercio illegale di olio riciclato

Post n°523 pubblicato il 03 Marzo 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       Le autorità cinesi hanno annunciato di voler intensificare la repressione contro il commercio illegale dell’olio da cucina riciclato, ricorrendo anche – nei casi più gravi – alla pena di morte. Quando si occupano di questi casi, ha detto il Ministero della Sicurezza Pubblica, i tribunali devono considerare pienamente l’ammontare dei capitali coinvolti ed il danno arrecato ai cittadini. La condanna a morte deve essere pronunciata senza esitazione nei confronti di chi la merita, ha esortato il Ministero. Pene severe devono essere date a tutti quei funzionari che non contrastano questa minaccia adeguatamente. L’agenzia di stampa ufficiale Xinhua riferisce che dall’agosto 2011 la polizia cinese ha arrestato circa 800 persone sospettate di coinvolgimento in questo tipo di commercio illegale. Si tratta di avanzi di olio per cottura raccolti dagli scarichi dei ristoranti per essere rigenerati e riutilizzati.

Per saperne di più: http://www.chinadaily.com.cn/china/2012-02/22/content_14662203.htm

Fonte: www.nessunotocchicaino.it

 
 
 

Razzismo di Stato fra uomini ombra

Post n°522 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
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- Semilibertà Marino Occhipinti, uno dei componenti della Banda della Uno Bianca condannato all'ergastolo, ha ottenuto la semilibertà dal Tribunale di sorveglianza di Venezia. (…). Occhipinti, ex poliziotto della squadra mobile di Bologna, è in carcere a Padova dal 1994 ed ha già usufruito di un permesso nel 2010.
- Uno Bianca, Occhipinti dopo la semilibertà già al lavoro in una cooperativa socilae.

(Fonti : "Il Manifesto" e "Il Fatto Quotidiano")


Sebbene gli ergastolani ostativi siano sempre contenti quando un ergastolano non ostativo riesce a uscire, non capiscono perché, per Legge, ci siano ergastolani "buoni", che hanno la speranza un giorno di potere uscire, ed ergastolani "cattivi", condannati a essere colpevoli per sempre e a morire in carcere.

La vendetta della società, la Legge, il Diritto, la Giustizia, il fine rieducativo dell'articolo 27 della Costituzione, tutto dovrebbe valere per tutti, sia per Occhipinti sia per (…).
(…) è stato arrestato nel 1991, all'età di diciannove anni, (…) quando è stato condannato alla pena dell'ergastolo pensava che non era ancora morto, perché avrebbe potuto uscire dopo 20, 30, 40, 50, addirittura dopo 100 anni di carcere, in permesso, in semilibertà e in condizionale. (…) col suo quarantesimo compleanno ha passato più anni in carcere che fuori.
(…) ha sempre creduto a quello che sentiva alla televisione e pensava che quello che leggeva sui giornali fosse vero.
(…) ha sempre creduto a quello che dicevano i politici: La pena dell'ergastolo in realtà non esiste perché si può uscire in permesso premio, in semilibertà e in condizionale. (…) è stato un ingenuo: per vent'anni ha creduto che un giorno sarebbe uscito.
(…) dopo vent'anni di carcere è stato condannato un'altra volta, questa volta senza speranza. L'altro giorno ha ricevuto di nuovo la risposta del magistrato di sorveglianza che non potrà mai uscire, né ora né mai: Considerando che i delitti sono stati commessi al fine di agevolare l'associazione criminosa di appartenenza, e pertanto ostativi alla concessione dei benefici, dichiara inammissibile la richiesta di permesso. (…)ora sa che sarà sempre e per sempre colpevole. Chiedere questo tipo di giustizia è orribile: è più comprensibile chiedere la vendetta di una pena di morte. Io penso che (…) a diciotto anni è stato meno pericoloso di un politico corrotto, o di un banchiere che fa i prestiti da strozzino, o di molti imprenditori colpevoli di tanti omicidi bianchi.
Io credo che a (…) va data una possibilità, una sola, ma gli va data. (…) è di fronte alla mia cella, ha il blindato e il cuore chiuso perché non ha più speranza. Sa che se non collaborerà con la giustizia, se al suo posto non ci metterà un altro non uscirà più dal carcere. (…) non ha più sogni, li ha finiti tutti. Ora non potrà più sognare, né quando dormirà, né quando sarà sveglio. (…) ora non ha più dubbi, dopo la risposta del magistrato di sorveglianza, ha la certezza che morirà in carcere.
Nessuno merita una pena che non finirà mai, perché tutte le cose hanno diritto di iniziare e di finire. (…) sa che alla fine la morte è più umana degli uomini e per farlo uscire dal carcere se lo porterà via.
In carcere si soffre di più quando si viene perdonati, per questo molti uomini ombra sono contenti che i "buoni" non perdonino: in questo modo si sentono meno astiosi di loro.
Serbare rancore equivale a prendere un veleno e sperare che l'altro muoia. (William Shakespeare).


Carmelo Musumeci


Carcere Spoleto, febbraio 2012 www.carmelomusumeci.com

 
 
 

Florida (U.S.A.): giustiziato dopo 31 anni nel braccio della morte

Post n°521 pubblicato il 25 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       Un uomo è stato giustiziato mediante iniezione letale nella Prigione di Stato della Florida dopo aver trascorso 31 anni nel braccio della morte. Si tratta di Robert Brian Waterhouse, 65 anni, che era stato riconosciuto colpevole dello stupro e l'omicidio di una giovane donna, Deborah Kammerer, 29 anni. Waterhouse si e' dichiarato innocente fino alla fine: 'state per assistere all'esecuzione di un uomo innocente condannato per errore', ha detto poco prima che gli infilassero l'ago nella vena. Ha attribuito la propria condanna a procuratori corrotti, giudici con pregiudizi e ad un sistema di appelli difettoso. “Lo Stato ha violato la propria legge distruggendo le prove di DNA, impedendomi di dimostrare la mia innocenza”. Waterhouse diventa il 1° giustiziato di quest’anno in Florida, il 72° da quando la Florida ha ripreso le esecuzioni nel 1979, il 4° dell’anno negli Usa, e il n° 1281 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.

Fonte: www.nessunotocchicaino.it

 
 
 

Faenza: Coalit incontra i ragazzi del Liceo Torricelli

Post n°520 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

       Il 25 febbraio 2012 la presidente della Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte Onlus (www.coalit.it), Arianna Ballotta, incontrerà i ragazzi del Liceo Torricelli di Faenza.
Nell'incontro, che avrà luogo dalle 07:50 alle 13:00 circa, verranno affrontate diverse tematiche tutte accomunate da un filo conduttore di base: i diritti umani.
La conferenza, articolata in tre incontri con tre diversi gruppi di studenti, verrà tenuta parte in inglese e parte in italiano.
Si parlerà dell'esperienza personale di Arianna Ballotta con i condannati a morte (le lettere, le visite in carcere, la vita dei reclusi nel braccio della morte) ed in particolare con Richard Wayne Jones, la cui storia è raccontata nel libro
"Texas Death Row Hotel - Storia di un americano condannato a morte" (Ballotta Arianna – Santamato Mirella – Santoro Pietro, con prefazione di A.Montano, Casalnuovo di Napoli, Phoebus, 2005, 184 p.), dell'impegno personale della presidente di COALIT e degli altri membri del direttivo di COALIT contro la pena di morte, della capacità di perdonare, della situazione attuale della pena di morte nel mondo, dei metodi di esecuzione, degli strumenti in mano agli abolizionisti per portare avanti questa lotta in difesa della vita.
Verrà anche proiettata parte della versione integrale dell'intervista rilasciata da Richard Wayne Jones dal braccio della morte del Texas nel 1997.


Fonte: News COALIT

 
 
 

Forlì: seminario sulla pena capitale e sul sistema giudiziario americano

Post n°519 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       Ricevo dal dott.r Claudio Giusti e pubblico volentieri.

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Seminario sulla pena capitale e sul sistema giudiziario americano.
Otto lezioni di Claudio Giusti

In collaborazione con il Gruppo di Forlì di Amnesty International alle 20.30 presso il Centro Annalena Tonelli, via Andrelini 59, Forlì

23 febbraio 2012

La pena di morte è una forma di tortura?


1 marzo 2012

La pena di morte è un deterrente?


8 marzo 2012

L’American Gulag e il sistema giudiziario americano.


15 marzo 2012

Arbitrary and capricious: la giustizia americana fuori da telefilm.


22 marzo 2012

La pena di morte americana sarà abolita per i motivi sbagliati: innocenti, costo e LWOP.


29 marzo 2012

The killing state: dal delitto all’esecuzione in otto storie.

Storia della pena di morte americana, il linciaggio, le giurie.


5 aprile 2012

Why we fight: moralità, mezzi e metodologie abolizioniste.

L’abolizione della pena capitale in Italia e nel diritto internazionale.

La nuova frontiera: Taiwan, Giappone e Cina.


Ottava lezione da tenersi in data da stabilire

The Ghosts of  Jasper County.

Una riflessione personale sul movimento abolizionista.

 
 
 

Carmelo Musumeci: "Undici ore d'amore di un uomo ombra"

Post n°518 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

        Ricevo da Arianna Ballotta, presidentessa della Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte (www.coalit.it) e volentieri pubblico.

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Cari tutti,
ho appena letto il libro "Undici ore d'amore di un uomo ombra" di Carmelo Musumeci e vi invito caldamente a leggerlo, perche' e' molto di piu' che un semplice libro... e' un racconto di 11 ore di liberta', di vita vera, attesissima, anche temuta, ma respirata a pieni polmoni, vissuta intensamente eppur semplicemente, dopo ben 20 anni di "non vita" all'interno di un carcere.
La maggior parte di coloro che leggono queste pagine sa perfettamente di cosa parliamo quando parliamo di "pena di morte viva", tuttavia e' possibile che nella cerchia degli amici e conoscenti di ognuno di noi vi siano persone non altrettanto informate ... pensateci bene, trovatene una, due, tre e consigliate anche a loro di leggere questo libro. Qualsiasi sia il loro punto di vista sull'ergastolo, ostativo o meno, e sul carcere, fate loro leggere questo libro, perche' – anche se puo' sembrare paradossale – e' un'iniezione di vita. E' il racconto di queste desiderate, sperate ma nient'affato scontate, 11 ore di liberta', fatto con un originale e piacevolissimo stile narrativo, dal ritmo incalzante, che non ti lascia tregua, che ti fa sorridere e piangere, ma soprattutto ti fa riflettere.
Chi e' Carmelo Musumeci lo sappiamo tutti, ma lo ripeto: e' prima di tutto un uomo, detenuto del carcere di Spoleto, condannato all'ergastolo ostativo, in carcere da ormai 20 anni. E' un uomo con alle spalle un'infanzia difficile e complicata ed una serie di gravi errori commessi fin da quando non era ancora maggiorenne. Un uomo entrato in carcere con la sola licenza elementare, ma fermamente deciso a migliorarsi e ora brillantemente laureato. Un uomo fermamente deciso a capire e a cambiare ed ora completamente diverso e riabilitato. Un uomo che ha pagato e sta pagando per tutti quegli errori del passato, ma il cui conto con la giustizia italiana non potra' mai essere saldato fino a quando egli sara' in vita.
Nadia Bizzotto e Giuseppe Angelini (operatori della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi e veri fratelli per Carmelo ed altri reclusi), che da anni lottano per l'abolizione dell'ergastolo ostativo, nel libro hanno scritto:
"L'ergastolo ostativo e' stare in carcere per tutta la vita, e' una pena che viene data a chi ha fatto parte di un'associazione a delinquere e che ha partecipato a vario titolo a un omicidio, dall'esecutore materiale all'ultimo favoreggiatore. Ostativo vuol dire che e' negato ogni beneficio penitenziario: permessi premio, semiliberta', liberazione condizionale, a meno che non si collabori con la giustizia per l'arresto di altre persone".
Questo e' l'ergastolo ostativo: fine pena mai, davvero mai.
Un abominio, contrario alla nostra stessa Costituzione, che recita: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato". Don Oreste Benzi diceva: "Quando un uomo ha capito i propri sbagli, ogni giorno di galera in piu' e' un giorno sprecato per l'umanita'". E' profondamente vero, rifletteteci.
Uomini come Carmelo hanno tanto da dare, proprio perche' da "cattivi" sono diventati "buoni", di quelli veri. Perche' hanno veramente capito, con la mente e col cuore, e sulla cui anima - come e' giusto che sia, perche' non si puo' e non si deve cancellare cio' che e' stato - per sempre resteranno i solchi profondissimi del pentimento – quello vero! – ma che vorrebbero avere – com'e' altrettanto giusto che sia - la possibilita' di riscattarsi realmente al di fuori delle mura carcerarie, la possibilita' di restituire qualcosa di concreto alla societa', la possibilita' di ricominciare a vivere con la propria famiglia, che – da innocente – paga anch'essa, ingiustamente, quel conto assai salato.
Leggendo questo libro, con la prefazione della scrittrice Barbara Alberti, ho pensato alle tante volte che avrei voluto accarezzare, toccare, annusare, abbracciare Richard almeno una volta, prima della sua esecuzione, e al dolore che mi procurava il non poterlo fare. Ho maledetto il Texas per queste leggi assurde che negano ai detenuti condannati a morte il diritto alla famiglia, al calore di un abbraccio consolatorio anche prima di venir assassinati dallo Stato, e pensando ai tanti Richard e Carmelo – condannati entrambi alla pena di morte, con la sola differenza che Richard dalla morte e' stato liberato – ed alle loro famiglie, sono arrivata alla conclusione che queste 11 ore di vita vissute da Carmelo al di fuori delle mura del carcere non possano e non debbano essere – per lui, per la sua famiglia e per noi – che un'ulteriore e fortissima spinta a sperare innanzi tutto che le cose cambieranno, ma soprattutto a fare di piu'.
Chi mi conosce e conosce bene la mia storia personale, sa che sostengo con convinzione che la legittima preoccupazione della societa' che chiede di essere protetta ed il desiderio di giustizia, altrettanto legittimo, delle vittime del crimine violento e dei propri famigliari, debbano essere entrambi soddisfatti. Questo, tuttavia, deve sempre avvenire puntando al recupero del reo, laddove possibile, e sempre rispettando la dignita' umana di ogni persona, quindi anche quella dei detenuti stessi e delle loro famiglie. In sostanza, i procedimenti di prevenzione, repressione e detenzione tesa al recupero ed al reinserimento del detenuto, devono essere sempre umani ed equi e necessariamente complementari fra loro.
Credo che dopo 20 anni ed oltre di carcere – che Carmelo chiama "L'Assassino dei Sogni" - se l'uomo detenuto ha davvero trascorso ogni giorno a cercare di capire il male fatto, assumendosene piena responsabilita', e al contempo a cambiare radicalmente e a liberarsi – senza dimenticare – di chi e cio' che e' stato, allora la societa' ha il dovere di dare a quell'uomo e alla sua famiglia una seconda possibilita'.
Con il libro si riceve anche un CD dei 99 Posse, il gruppo musicale napoletano sempre attento alle problematiche sociali, con inciso il singolo "Morire tutti i giorni" il cui testo e' stato scritto da Carmelo.
Il libro e' ordinabile in tutte le librerie tradizionali e su tutte quelle presenti on line, ma puo' anche essere richiesto con una semplice mail agli amici di Carmelo all'indirizzo
zannablumusumeci@libero.it

Autore: Carmelo Musumeci
Titolo: Undici ore d'amore di un uomo ombra
Editore: Gabrielli editori
Genere: racconto
Numero di pagine: 64
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: euro 14.00

 
 
 

Mississippi (U.S.A.): prima esecuzione dell'anno nello Stato

Post n°517 pubblicato il 11 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       E' stato giustiziato in Mississippi con iniezione letale Edwin Hart Turner, condannato a morte per l'omicidio di due uomini nel 1995. Si tratta della prima esecuzione dell’anno nello Stato. I giudici hanno respinto la richiesta dei suoi avvocati di bloccare l'esecuzione. I legali hanno sostenuto invano che funzionari del carcere avessero impedito di sottoporre Turner a test medici con cui provare che all’epoca era malato di mente. Il 38enne era stato condannato per aver ucciso Eddie Brooks ed Everett Curry durante due rapine a stazioni di servizio, in cui con il complice Paul Murrell Stewart riuscì a rubare circa 400 dollari. Il volto di Turner era gravemente sfigurato da un colpo di fucile in bocca che lo stesso Turner si era sparato a 18 anni nel tentativo di suicidarsi. Turner diventa il 16° giustiziato nello Stato da quando il Mississippi ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 3° dell’anno negli Usa, e il n° 1280 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977. Stewart, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni, è stato condannato al carcere a vita dopo aver testimoniato contro Turner.

Fonte: http://www.nessunotocchicaino.it

 
 
 

Buon compleanno, figlia dell'uomo ombra

Post n°516 pubblicato il 08 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

       Ricevo da Arianna Ballotta, presidentessa della Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte (www.coalit.it) e volentiri pubblico.  Si tratta di una lettera di Carmelo Musumeci dedicata a sua figlia.  Per riflettere...

Anna Rita.

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Buon compleanno figlia dell’uomo ombra.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, in questi anni le lacrime versate per te sono state le più belle.

Spesso il tuo amore è più forte di me, della malinconia, della tristezza e della sofferenza.

Amore Bello, perdonami se non sono stato il padre che avrei voluto essere.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, tutte le notti il mio cuore, seppur coperto da sbarre, inferriate e cemento armato, scappa da me e dalla mia cella per venirti a trovare.

Molti uomini ombra pensano spesso alla morte perché è la loro unica via di fuga, io piuttosto penso a te, perché sei la mia ragione di vita.

Tesoro, perdonami se non sono stato un padre come tutti gli altri.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, il tuo amore mi ha sempre dato la forza di combattere e di non arrendermi.

Il mio mondo e il mio futuro stanno scomparendo insieme alla mia vita, eppure io ti amo come il primo giorno che mi hanno portato via da te.

Barbi, perdonami se sei cresciuta senza di me accanto.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, molti ergastolani hanno bisogno della speranza per vivere, io invece ho solo bisogno del tuo amore.

Per resistere all’Assassino dei Sogni e per soffrire di meno molti uomini ombra cercano di dimenticare quello che erano, io invece per resistere cerco di ricordarmi che ero un uomo libero.

Figlia mia, perdonami se sono più di venti anni che non riesco a darti il bacio della buona notte.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, oggi ho afferrato con le mani le sbarre della mia cella, le ho strette forte, mentre il mio cuore provava inutilmente a spezzarle.

Vita mia, perdonami se non riuscirò mai a uscire.

E grazie di esserti tatuata: “Divisi da sempre, uniti dall’anima”.

Il mio cuore ti ama, io pure.

Tuo papà.

Carcere Spoleto,  Febbraio 2012

CARMELO MUSUMECI

www.carmelomusumeci.com 

 
 
 

Iraq: Pillay "scioccata" per 34 esecuzioni in un giorno

Post n°515 pubblicato il 04 Febbraio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       L’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, Navi Pillay, si è detta scioccata dopo aver appreso che 34 persone sono state giustiziate in Iraq in un solo giorno, la scorsa settimana, ed ha chiesto al Paese di introdurre un’immediata moratoria sull’uso della pena di morte.
“Anche se fossero stati osservati i più scrupolosi standard sul processo equo, si tratterebbe comunque di un numero terrificante di persone giustiziate in un giorno solo”, è scritto nel comunicato dell’Alto Commissario. "Considerando la mancanza di trasparenza dei procedimenti giudiziari, le preoccupazioni relative al giusto processo e l’alto numero di reati punibili con la pena di morte in Iraq, si tratta di una cifra realmente scioccante”, ha aggiunto. Le 34 persone, incluse due donne, sono state giustiziate il 19 gennaio dopo essere state condannate a morte per vari crimini, secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani. Il numero complessivo di persone condannate a morte in Iraq dal 2004 si ritiene essere superiore a 1.200. Il numero dei giustiziati da allora è sconosciuto, sebbene almeno 63 persone si ritiene siano state messe a morte nei soli due ultimi mesi. La pena capitale può essere imposta in Iraq per circa 48 reati, inclusi diversi crimini non-mortali come – in certe circostanze – il danneggiamento di proprietà pubbliche. “L’aspetto più inquietante”, ha detto Pillay, “è che non abbiamo una sola notizia di persone condannate a morte che siano state graziate, nonostante ci siano casi documentati di confessioni ottenute mediante minacce.” Pillay ha chiesto al Governo di introdurre un’immediata moratoria sulla pena di morte, sottolineando che sono circa 150 i paesi che hanno eliminato la pena capitale per legge o di fatto, o introdotto una moratoria. L’Alto Commissario ha anche chiesto a Baghdad di “fermare le esecuzioni e con urgenza rivedere i casi degli attuali prigionieri nel braccio della morte”.

Fonte: http://www.nessunotocchicaino.it

 
 
 

Pena di morte in Giappone

Post n°514 pubblicato il 29 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       Ricevo dal dott.r Claudio Giusti e condivido volentieri.

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Nel 2011, per la prima volta in vent’anni, non vi sono state esecuzioni in Giappone. Il merito va ascritto al Ministro della Giustizia e al Movimento Abolizionista giapponese, ma il Vostro aiuto è stato importante. Ora  però abbiamo un nuovo ministro (il quarto in due anni) che non è contrario alla pena di morte. Gli amici giapponesi hanno preparato una petizione e ci chiedono di firmarla.

Per favore, fatelo subito.

https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?hl=ja&formkey=dDVoV3I1d3J0bjhkUjVRaVZpdW95WGc6MQ#gid=0

Possiamo fare anche di più.

Scrivete al sindaco, al vostro deputato, al presidente della regione e non dimenticate i giornali. Domandate un chiaro impegno abolizionista, chiedete che scrivano al primo ministro e a quello della giustizia seguendo le indicazioni fornite da Amnesty International.

http://www.amnesty.it/giappone_pena_di_morte

Scrivete in italiano, siate cortesi e seguite le nostre undici regole

http://www.astrangefruit.org/index.php/it/agisci-ora/608-undici-regole-per-scrivere-lettere-contro-la-pena-di-morte-negli-usa

http://www.astrangefruit.org/index.php/it/agisci-ora/607-regole-per-scrivere-lettere-per-i-diritti-umani

 
 
 

On line la versione e-book dei libri di K.L.Guillen

Post n°513 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

       Ringraziando Betta per la segnalazione, segnalo che Lulu.com sono in vendita le versioni e-book dei libri di Karl Louis Guillen.  Questo il link:

http://www.lulu.com/spotlight/karlguillen

Anna Rita.

 
 
 

Colpevole e cattivo per sempre

Post n°512 pubblicato il 25 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

       Ricevo da Arianna Ballotta, Presidente della Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte (www.coalit.it) e volentieri posto.

Cos’è l’ergastolo ostativo?

E’ una pena senza fine che in base all’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario, mod con Legge 356/92, nega ogni misura alternertiva al carcere e ogni beneficio penitenziario ai chi è stato condannato per reati associativi

Questo anche per coloro che nel merito, riconosciuto da educatori e giudici, come nel caso di Carmelo Musumeci, dovrebbero lasciare il carcere perchè evidentemente "recuperati" (come  vorrebbe l'art.27 della nostra Costituzione)

 

Alla fine dell'articolo di Musumeci, vi è l'interrogazione al Ministro di Giustizia sull'ergastolo ostativo, presentata dal Sen. Francesco Ferrante, PD.

 

Colpevole e cattivo per sempre

“Serbare rancore equivale a prendere un veleno e sperare che l’altro muoia”(William Shakespeare)

Il Tribunale di Sorveglianza di Perugia scrive di me: (…) l’impegno del detenuto verso forme di partecipazione alla vita detentiva che denotano capacità espressive non comuni e la determinazione dallo stesso dimostrata per promuovere una campagna di informazione e di riflessione sul tema dell’ergastolo c.d. ostativo ( tendenzialmente perpetuo, salvo collaborazione con la giustizia), (…) evidenziandosi a livello culturale, politico e giurisdizionale. (Ordinanza udienza del 6 ottobre 2011).

Il gruppo trattamentale del carcere di Spoleto scrive di me:

-Una prevalenza di  aspetti positivi. Concretamente coinvolto in tutte le iniziative ricreativo-culturali organizzate. Per il particolare impegno mostrato lungo tutto il percorso di studi, ha ricevuto un encomio in data 19.05.2011 e uno in data 24.05.2010 per l’impegno mostrato nel corso di una rappresentazione teatrale. La partecipazione a vari concorsi letterari in ambito nazionale ha prodotto note di apprezzamento, riconoscimenti e premi da parte di esponenti  della comunità esterna. Recentemente il Musumeci ha pubblicato un suo racconto all’interno di una antologia intitolata “Racconti da carcere”, pubblicata dalla Arnoldo Mondadori Editore. Sensibilmente interessato a tematiche di carattere sociale, egli si relaziona da tempo con diverse associazioni, vicine al “sistema Carcere”. Dimostra un grande interesse per i temi di rilevanza sociale e per le problematiche legate all’esperienza detentiva. Il detenuto ha da tempo avviato un percorso di revisione critica non manipolatorio né riduttivo: certamente favorito dallo studio delle materie giuridiche, da una diversa consapevolezza del concetto di legalità, dalla disponibilità ad azioni riparatorie all’interno della Comunità Papa Giovanni XXIII, da un forte investimento positivo verso gli affetti familiari. (…)

Giudizio di affidabilità individuale

(Relazione di sintesi, ottobre 2011).

 

Eppure, nonostante tutte queste belle parole dei miei “giudici” e dei miei “educatori”, non potrò mai uscire se non collaboro con la giustizia e se non metto in cella un altro al posto mio. E domando: ha senso scrivere e sprecare risorse istituzionali per un uomo colpevole e cattivo per sempre che deve morire in carcere? Credo che la non collaborazione dovrebbe essere una scelta intima, un diritto personalissimo e inviolabile, e non dovrebbe assolutamente portare conseguenze penali (o di trattamento) così gravi e perenni. Penso che la non collaborazione dovrebbe essere una scelta da rispettare e non dovrebbe essere punita con una conseguenza penale così grande e smisurata per un ergastolano ostativo,  a tal punto che sembra che la non collaborazione sia ancora più grave del reato commesso. Credo che un uomo abbia il diritto di scegliere di non collaborare per le proprie convinzioni ideologiche, morali, religiose, o di protezione dei propri familiari. Sto cercando di migliorarmi e di cambiare rimanendo me stesso, probabilmente  per i “buoni” questa è una colpa grave e mi costerà vivere in carcere fino all’ultimo dei miei giorni, colpevole e cattivo per sempre, ma  in carcere si soffre di più quando si viene perdonati, per questo, sotto un certo punto di vista, molti di noi non possono che essere felici che i "buoni" non ci perdonino.

Carmelo Musumeci - Carcere Spoleto,  Gennaio  2012


Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06462

Atto n° 4-06462

Pubblicato il 21 dicembre 2011

Seduta n° 649

Ferrante - Al Ministro della giustizia -

Premesso che a quanto risulta all'interrogante: nel Paese esistono due tipi di ergastolo: quello normale, che lascia almeno uno spiraglio di speranza per ottenere una eventuale misura alternativa al carcere o beneficio penitenziario; quello ostativo che è una pena senza fine che, in base all'art. 4-bis dell'ordinamento penitenziario di cui alla legge n. 354 del 1975, nega ogni misura alternativa al carcere e ogni beneficio penitenziario a chi è stato condannato per reati quali, ad esempio, l'associazione a delinquere o per l'esecuzione o la partecipazione a vario titolo a un omicidio; per meglio comprendere la questione bisogna tenere presente che con il decreto-legge n. 306 del 1992, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 356 del 1992 si è introdotto nel sistema di esecuzione delle pene detentive una sorta di doppio binario, nel senso che, per taluni delitti ritenuti di particolare allarme sociale, il legislatore ha previsto un regime speciale, che si risolve nell'escludere dal trattamento extramurario i condannati, a meno che questi collaborino con la giustizia: per questo motivo molti ergastolani non possono godere di alcun beneficio penitenziario - quali permessi premio, semilibertà, liberazione condizionale; in Italia ci sono più di 100 ergastolani che hanno alle spalle più di 26 anni di detenzione, il limite previsto per accedere alla libertà condizionale; la metà di questi 100 ha addirittura superato i trent'anni di detenzione; al 31 dicembre 2010 gli ergastolani in Italia erano 1.512, quadruplicati negli ultimi sedici anni, mentre la popolazione comune detenuta è solamente raddoppiata; al 31 dicembre 2010 i detenuti presenti nelle carcere italiani erano 67.961 e quelli in semilibertà poco più di 900 e di questi solo 29 sono ergastolani. 29 su 1.512, a fronte di quasi 100 in detenzione da oltre 26 anni; su questi dati Paolo Canevelli, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Perugia, ha rilasciato (al Convegno Carceri 2010: il limite penale ed il senso di umanità tenutosi a Roma il 28 maggio 2010) questa dichiarazione: "(...) Per finire, e qui mi allaccio ai progetti di riforma del Codice penale, non so se i tempi sono maturi, ma anche una riflessione sull'ergastolo forse bisognerà pure farla, perché l'ergastolo, è vero che ha all'interno dell'Ordinamento dei correttivi possibili, con le misure come la liberazione condizionale e altro, ma ci sono moltissimi detenuti oggi in Italia che prendono l'ergastolo, tutti per reati ostativi, e sono praticamente persone condannate a morire in carcere. Anche su questo, forse, una qualche iniziativa cauta di apertura credo che vada presa, perché non possiamo, in un sistema costituzionale che prevede la rieducazione, che prevede il divieto di trattamenti contrari al senso di umanità, lasciare questa pena perpetua, che per certe categorie di autori di reato è assolutamente certa, nel senso che non ci sono spazi possibili per diverse vie di uscita (…)"; a titolo di esempio di una situazione molto difficile per numerosi detenuti, la vicenda di Carmelo Musumeci che si trova ora nel carcere di Spoleto sembra paradigmatica: entrato con licenza elementare, mentre è all'Asinara in regime di 41-bis della citata legge n. 354 del 1975, riprende gli studi e da autodidatta termina le scuole superiori; nel 2005 si laurea in Giurisprudenza con una tesi in Sociologia del diritto dal titolo "Vivere l'ergastolo"; nel maggio 2011 si è laureato all'Università di Perugia al corso di Laurea specialistica in Diritto penitenziario, con relatore il professor Carlo Fiorio, docente di Diritto processuale penale; nel 2007 conosce don Oreste Benzi e da allora anni condivide il progetto "Oltre le sbarre", programma della Comunità Papa Giovanni XXIII; ha pubblicato nel 2010 il libro "Gli uomini ombra", e nel 2011 "Undici Ore d'amore di un uomo ombra" editi da Gabrielli Editori; è autore di molti racconti e del romanzo "Zanna Blu" di prossima pubblicazione, con la prefazione di Margherita Hack; promotore della campagna "Mai dire mai" per l'abolizione della pena senza fine, collabora con diverse testate, blog e associazioni come "Antigone" o "La Meteora"; il Tribunale di sorveglianza di Perugia, in una recente ordinanza, scrive di lui: "(…) l'impegno del detenuto verso forme di partecipazione alla vita detentiva che denotano capacità espressive non comuni e la determinazione dallo stesso dimostrata per promuovere una campagna di informazione e di riflessione sul tema dell'ergastolo ostativo (…)"; mentre l'Area Osservazione e trattamento della casa di reclusione, nel protocollo 34712/Tra del 14 ottobre 2011, scrive di lui: "(…) La permanenza presso questo istituto permette di rilevare una prevalenza di aspetti positivi nelle intenzioni che il soggetto in esame ripone nel voler dare un senso alla pena dell'ergastolo alla quale è stato condannato. Concretamente coinvolto in tutte le iniziative ricreativo- culturali organizzate (…)". Sempre il Presidente del Tribunale di sorveglianza di Perugia dichiarava che: "(…) Il carcere di Spoleto, per esempio, ha circa un centinaio di ergastolani, molti dei quali condannati per delitti integralmente ostativi e che quindi non vedono assolutamente prospettiva di reinserimento, per i quali l'ergastolo (che pur viene ritenuto costituzionalmente legittimo nel nostro Paese proprio perché c'è la possibilità di un suo superamento) in realtà nei confronti di quelle persone un superamento non ci sarà mai, o sarà molto difficile perché deve passare o attraverso una scelta collaborativa (che chi è condannato per reati di criminalità organizzata ben difficilmente dopo tanti anni intende praticare) oppure deve passare attraverso pronunce di oggettiva impossibilità di una collaborazione che sono altrettanto difficili, anche tecnicamente, da sviluppare (…)"; la collaborazione con la giustizia è una scelta processuale, mentre il pentimento è uno stato interiore; la collaborazione permette di uscire dal carcere, ma non prova affatto il pentimento interiore della persona; va superato un sistema carcerario che abbandona i detenuti a se stessi e che non agevola affatto la rieducazione e, nel caso degli ergastolani ostativi, esclude completamente ogni speranza di reinserimento sociale, si chiede di conoscere: nel quadro dello sforzo per rendere più umane le condizioni delle carceri e dei detenuti, se il Ministro in indirizzo non ritenga giunto il tempo di promuovere il superamento del complesso di disposizioni che comporta l'ergastolo ostativo per numerosissimi condannati all'ergastolo; in particolare, se al Ministro in indirizzo risultino i motivi di sicurezza per i quali Carmelo Musumeci si trova ancora collocato nella sezione alta sorveglianza e non in media sicurezza.

 
 
 

Richieste di pen-pals dagli States

Post n°511 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       Ultimamente sono arrivate diverse richieste di pen-pals da parte di detenuti americani, ma le disponibilità ad iniziare una corrispondenza si sono dimostrate poche.  Se qualcuno fosse interessato ad iniziare un'amicizia di penna con qualcuno detenuto negli States, condannato a morte e non, contatti Arianna Ballotta, Presidente della Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte (www.coalit.it) all'indirizzo arianna@linknet.it

Grazie!


Anna Rita.

 
 
 

"Pena di morte viva": Arianna Ballotta intervista Carmelo Musumeci

Post n°510 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

       Ricevo dall'amica Arianna Ballotta, Presidente della Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte (www.coalit.it), una sua recente intervista a Carmelo Musumeci (www.carmelomusumeci.com), detenuto nel carcere di Spoleto e condannato all'ergastolo ostativo, ovvero "pena di morte viva".  Vi invito a leggere attentamente e divulgare.  Ringrazio Arianna per il suo costante e concreto impegno nel campo dei diritti umani.

Anna Rita.

________________________________________________________

Arianna - Pochi sanno che cos’è la “Pena di Morte Viva”, perché purtroppo se ne parla troppo poco. Carmelo, vorresti gentilmente spiegare in cosa consiste? E quali sono i reati per cui si può essere condannati a tale pena? Esiste un modo per ottenere una commutazione di pena?

Carmelo - In questi giorni è uscito il mio secondo libro “Undici ore d’amore di un uomo ombra” (Gabrielli editori) con la prefazione di Barbara Alberti (per ordinarlo ci sono le istruzioni sul mio sito personale www.carmelomusumeci.com). E rispondo a questa domanda riportandoti alcuni brani del mio libro: L’ergastolo ostativo (chiamato dagli uomini ombra anche  la “Pena di Morte Viva”) è una pena che se non fai la spia non esci, ed è incredibile che si lasci allo stesso detenuto, e non allo Stato di Diritto,  la possibilità di uscire o stare dentro. Si potrebbe uscire, però non usciamo perché non vogliamo mettere un altro al posto nostro. L’ergastolo è una pena di morte dove il boia è il tempo. Una pena di morte dove vieni ammazzato ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno, ogni anni anno che passa.  Sotto un certo punto di vista gli ergastolani sono le persone più “fortunate” della terra perché sono gli unici che guadagnano qualcosa dalla propria morte: la libertà. I rivoluzionari francesi, con molta più umanità dei nostri politici attuali, nel loro codice penale del 28 settembre 1791 abolirono l’ergastolo perché aberrante e lasciarono la pena di morte. La Pena di Morte Viva viene data per gli omicidi commessi per agevolare la criminalità organizzata.

Arianna - Mi risulta che tale pena venga comminata solo in Italia, ossia nessun Paese facente parte dell’Unione Europea ha nel proprio ordinamento la pena dell’ergastolo ostativo, che peraltro va contro quanto previsto dalla stessa Costituzione del nostro Paese, secondo cui “le pene devono tendere alla rieducazione” del reo. Secondo te, per quale ragione l’Italia è così distante in questo senso dagli altri Paesi dell’Unione?

Carmelo - Arianna, c’è una strategia in comune fra lo Stato e l’Antistato. Entrambi hanno interesse che l’ergastolo in Italia non sia mai abolito, perché in caso contrario il primo perderebbe un comodo nemico da sfruttare politicamente e il secondo perderebbe il suo esercito. Arianna, devi sapere che molti criminali se avessero la speranza di rifarsi una vita  abbandonerebbero le organizzazioni malavitose.

Arianna - Vorresti gentilmente dire come vive in pratica, giorno dopo giorno, una persona condannata alla “Pena di Morte Viva”? E come vivono i suoi familiari?

Carmelo - Arianna, è difficile per tutti vivere e stare in carcere, ma è quasi impossibile vivere se sai che non uscirai mai.  Purtroppo si vive come morti che respirano, ma che giustizia ci potrà mai essere in una pena che non finirà mai?  Per un condannato alla Pena di Morte Viva la realtà è più dolorosa di qualsiasi incubo.  Per prima cosa al mattino quando apro gli occhi guardo le sbarre della mia finestra per costatare che mi trovo dove un giorno dovrò morire.  Prima di alzarmi dalla branda ricordo a me stesso che non devo vivere del passato e neppure di futuro.  Devo vivere solo di questo maledetto presente.  Tutte le mattine alla televisione ascolto che nel mondo dei vivi tutti si preoccupano per qualcosa, invece pochi si preoccupano per qualcuno.  Prima di uscire al passeggio mi guardo allo specchio e mi sorrido.  Dall’altra parte vedo un’ombra che mi sorride anche essa.  In quel sorriso però non c’è allegria.  È un sorriso triste.  Più che un sorriso sembra un ghigno, ma è tutto quello che ho per continuare a sorridere alla vita.  Arianna, chi fuori ti vuole bene soffre il carcere più degli uomini ombra perché non può fare nulla per aiutarti.

Arianna - Come sai, la nostra associazione segue molti condannati a morte negli USA e in altri Paesi che prevedono la pena capitale. Cosa diresti ad un condannato in attesa di esecuzione, senza alcuna possibilità di grazia? Scambieresti la sua condanna con la Tua?

Carmelo - Ad un condannato in attesa di esecuzione direi:  La tua pena è finita.  Certo che scambierei la “Pena di Morte Viva” con quella normale.  Arianna, mi faccio spesso molte domande.  E cerco sempre risposte.  Molti uomini ombra dopo tanti anni di carcere non pensano più alla libertà.  Io invece purtroppo continuo a pensarci.  E non so se questo è un bene o un male,  perché se continuo a sognare la libertà metà di me è felice, mentre l’altra metà non lo è.  Ieri sera prima di addormentarmi ho letto su un libro che la filosofia è morta perché non ha saputo stare al passo con la scienza.  Questa mattina appena ho aperto gli occhi, ho pensato che forse anch’io sono morto perché neppure io, dopo venti anni di prigione, riesco più a stare al passo con la vita.  E non ci riescono neppure più i miei sogni.  Devi sapere che da alcuni anni anche i miei sogni non fanno altro che sognare fantasmi che si muovono con i soliti gesti, che pensano i medesimi pensieri e che provano gli stessi desideri.  Arianna, non ho paura della morte, ho paura solo della vita.

Arianna - Per concludere, quali iniziative, a Tuo avviso, dovrebbero essere intraprese affinché vengano apportate modifiche alla normativa vigente?

Carmelo - Uno sciopero collettivo ad oltranza di tutti i 1500 ergastolani circa che ci sono in Italia: forse dopo un centinaio di morti i “buoni” per non sembrare cattivi abolirebbero la “Pena di Morte Viva”.

Carmelo Musumeci

Spoleto, dicembre 2011

P.S.: Cara Arianna, grazie di dare un po’ di luce e un po’ di voce agli uomini ombra. Il mio cuore ti manda un sorriso fra le sbarre della mia cella e ti auguro che la forza dell’amore sia sempre con te.  Arianna, credo che un buono che vuole bene ad un “cattivo” è una persona felice.

Grazie di volermi bene.

 
 
 

Aiutiamo Cristian Fernandez

Post n°508 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

Ricevo dal Comitato Paul Rougeau (www.paulrougeau.org) e volentieri pubblico.

       Cristian Fernandez è un ragazzino di colore di dodici anni: si trova da 9 mesi in carcere e, se non interverrà un patteggiamento o l’annullamento delle accuse, verrà processato per omicidio come un adulto rischiando addirittura di essere condannato all’ergastolo senza possibilità di liberazione. Sembra che abbia scagliato il fratellino di due anni contro una libreria procurandogli un’emorragia cerebrale che ne ha causato la morte nel giro di due giorni. La madre, Biannela Marie Susana, tornando a casa il 14 marzo scorso, trovò il bimbo più piccolo privo di sensi e attese alcune ore prima di portarlo all’ospedale. Ora anche lei è in prigione e rischia 30 anni di carcere. Qualche particolare: Cristian e sua madre vivevano in un ambiente sociale violento e degradato. La mamma ha ora 25 anni (Cristian è stato concepito quando lei aveva 12 anni) ed ha avuto già quattro figli, non tutti dallo stesso uomo. Persone ragionevoli capirebbero che Cristian è solo un povero ragazzino sfortunatissimo, che meriterebbe affetto e aiuto psicologico, non certo una condanna all’ergastolo. Si potrebbe allora pensare che questo dramma si stia svolgendosi in qualche paese del Terzo Mondo, con regole giudiziarie dettate da una mentalità primitiva e tribale. Ebbene, no, cari amici, Cristian è un bambino… americano e questa incredibile vicenda sta svolgendosi in Florida!

Uniamoci alla mobilitazione che si è creata in favore di Cristian Fernandez, scrivendo un breve messaggio all’inflessibile e spietata procuratrice dell’accusa Angela Corey, che ha in mano le sorti del bambino, chiedendole di lasciar cadere le accuse contro di lui.

Si può scrivere, anche in Italiano, un proprio beve messaggio oppure usare il testo proposto qui sotto. Questo è il suo indirizzo:

Ms. Angela B. Corey

State Attorney Duval County

Courthouse Annex

220 East Bay Street

Jacksonville, Florida 32202  (U.S.A.)

(affrancatura 1,60 euro)

In alternativa, si può scrivere alla Corey tramite il sito all’indirizzo:

http://www.sao4th.com/contact-form.php

In questo caso basta compilare i campi contrassegnati con l’asterisco rosso (nome, cognome, indirizzo e-mail e testo del messaggio), copiando poi IN FONDO ALLA PAGINA nel campo dove è richiesto “Type the two words” le DUE PAROLE indicate onde autenticare il messaggio.

Per coloro che avessero difficoltà con l’inglese, suggeriamo di copiare e incollare questo testo:

Dear Mrs. Corey, Cristian Fernandez is only 12 years old.  His act against his little brother is surely extremely serious and tragic, but, given his very  young age and his difficult life, he surely had not an adult’s awareness and responsibility for his behavior. He shouldn’t therefore undergo a trial as an adult. The charges against him should be actually dismissed. We heartily appeal to your humanity, begging you to cancel the charges or at least to avoid a trial in an adult court, which is not deserved by such a young and unfortunate boy. Respectfully

Traduzione: Gentile Signora Corey, Cristian Fernandez ha soltanto 12 anni. Il suo gesto contro il fratellino è certamente gravissimo e tragico, ma, considerando la sua giovanissima età e la sua difficile vita, egli non aveva certamente la consapevolezza e la responsabilità di un adulto in merito al suo comportamento. Pertanto non dovrebbe subire un processo come se fosse un adulto. Le accuse contro di lui dovrebbero essere abbandonate. Ci appelliamo alla Sua umanità per supplicarla di cancellare le accuse o almeno di evitare un processo davanti ad una corte per adulti che non merita un ragazzo così giovane e sfortunato. Rispettosamente.

Ovvero uno dei seguenti:

Dear Ms. Corey, I beg you to dismiss all charges against the child Cristian Fernandez and his young mother, who have been at first the unfortunate victims of a degraded social condition and in a second time of a cruel and inhumane judicial system.

Traduzione: La prego di lasciar cadere le accuse contro il bambino Cristian Fernandez e la sua giovane madre, che sono stati in primo luogo vittime sfortunate di un ambiente legale degradato e in secondo luogo ci un sistema giudiziario crudele ed inumano.

I beg you to set free, and to entrust to the social services, twelve years old Cristian Fernandez, who is in prison and awaiting to be tried as an adult, considering the duty of any civilized country to help children in trouble.

Traduzione: La prego di liberare e avviare ai servizi sociali il dodicenne Cristian Fernandez, che si trova in prigione in attesa di essere processato come una adulto, in considerazione del  dovere di ogni paese civile di aiutare l’infanzia in difficoltà.

 

 
 
 

Iniezione letale: medici ad Hospira, restingere distribuzione Pavulon

Post n°507 pubblicato il 17 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       Un gruppo di 25 medici, in una lettera aperta pubblicata sulla prestigiosa rivista medico-scientifica “The Lancet”, hanno chiesto alla Hospira di prendere misure più severe per evitare che i propri farmaci vengano utilizzati per le iniezioni letali. Come è noto la Hospira era stata al centro delle polemiche già un anno fa per il suo ruolo di unico produttore negli Usa del Pentothal, il barbiturico che veniva usato come primo ingrediente nel cocktail dell’iniezione letale. Dopo le polemiche, la Hospira aveva cessato la produzione di Pentothal. Il nuovo intervento polemico affronta ora la distribuzione del Pavulon, un paralizzante muscolare che viene usato come secondo farmaco nell’iniezione letale. I medici, tra i quali un italiano, Carlo Colosimo, neurologo dell’Università di Roma “La Sapienza”, si sono rivolti all’Amministratore Delegato della Hospira, Michael Ball. Nella lettera, primo firmatario il Dr. David J. Nicholl, neurologo al City Hospital di Birmingham (Gran Bretagna), i medici dicono: “All’inizio del 2011 la Sua Compagnia ha sostenuto di non essere in grado di impedire l’uso improprio di uno dei vostri prodotti, il Pentothal (Sodio Tiopentale, ndt), e così ne avete cessato completamente la produzione. Questo ha fatto sì che molti stati abbiano cambiato il protocollo di esecuzione, adottando il Pentobarbital, prodotto dalla ditta danese Lundbeck. La Lundbeck, dopo alcune esitazioni iniziali, e aver ricevuto una lettera di critiche, ha agito in modo deciso attuando delle restrizioni efficaci alla catena di distribuzione del Pentobarbital, al punto che oggi alcuni di noi medici che avevamo criticato la Lundbeck abbiamo acquistato azioni della compagnia. Oggi la Hospira è la sola fornitrice del Pavulon (in inglese pancuronium bromide, ndt), il farmaco che viene utilizzato per secondo nei cocktail dell’iniezione letale. Fino ad ora la Hospira ha rifiutato di commentare se e quale azione eventualmente ha intenzione di prendere per fermare l’uso improprio di questo farmaco. Il Pavulon è un rilassatore muscolare estremamente efficace quando è utilizzato in un appropriato contesto ospedaliero, ma quando viene usato per le esecuzioni c’è la possibilità molto realistica che causi dolore e sofferenza estrema in un prigioniero paralizzato (dal primo farmaco dell’iniezione letale, il barbiturico, ndt). Nessuna compagnia farmaceutica responsabile dovrebbe avere nulla a che fare con le esecuzioni. Come recita il vostro stesso codice etico, la “Hospira ha una bussola etica che consiste nell’accettare la responsabilità di essere un cittadino etico globale”. È ora che la Hospira si adegui a queste sue nobili parole attuando un sistema restrittivo di distribuzione del Pavulon”.

Fonte: http://www.nessunotocchicaino.it

 
 
 

Giappone: nel 2011 nessuna esecuzione

Post n°506 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 

       Il Giappone non ha eseguito alcuna condanna capitale nel 2011. Non avveniva dal 1992, cioè da 19 anni. I detenuti nel braccio della morte sono 129, un numero che è aumentato di 18 persone dalla fine del 2010, stando a quanto riportato dal giornale Yomiuri Shimbun. A pochi giorni dalla fine dell'anno è ormai nulla la possibilità che possa esserci un'esecuzione, non prevista per oggi e proibita per legge dal 29 dicembre al 3 gennaio. Questa moratoria de facto delle esecuzioni deriva dalla posizione assunta dai ministri del Partito Democratico del Giappone (PDJ) che si sono succeduti alla giustizia durante l'anno. L’ex ministro della giustizia Keiko Chiba ordinò un’impiccagione il 28 luglio 2010, circa 10 mesi dopo l’arrivo al potere da parte del PDJ. I tre successivi Ministri della Giustizia - Yoshihiko Sengoku, Satsuki Eda and Hideo Hiraoka – che hanno assunto la carica nel corso del 2011, non hanno ordinato esecuzioni.

Per saperne di più: http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/japan/8982801/No-executions-carried-out-in-Japan-in-2011.html

Fonte: http://www.nessunotocchicaino.it

 
 
 

Texas: Felix Rocha cerca amici di penna

Post n°505 pubblicato il 04 Dicembre 2011 da SpiraleDiPensieri
 

       Ricevo dal Comitato Paul Rougeau (www.paulrougeau.org) e volentieri pubblico:Felix Rocha, detenuto nel braccio della morte del Texas, cerca amici di penna che vogliano corrispondere con lui, preferibilmente in lingua spagnola.  Qui di seguito la traduzione della sua richiesta.

Mi chiamo Felix Rocha, ho 35 anni, sono nel braccio della morte del Texas, privo di libertà dal 1996, e mi piacerebbe corrispondere con qualcuno (amici o amiche), preferibilmente in spagnolo, la mia madre lingua.

Non voglio dipingere una falsa immagine di me per essere accettato come amico. Mi piace essere sincero, sempre, e dire esattamente come sono nella speranza di essere accettato come amico nono­stante ciò.

Credo che questa sia una buona maniera di conoscersi, specie in questo caso, con questo unico mezzo che mi è possibile usare (lettere inviate per posta) e stare così in contatto con tutto ciò che esiste là fuori.

Io non dico mai quello che tu vuoi sentirti dire da me, e analogamente non mi piace che tu mi dica quello che voglio sentirmi dire io credendo che questo mi farà star bene. Se creiamo una falsa im­magine di noi e diciamo quello che in realtà non sentiamo è ovvio che non ci conosceremo mai. E allora, che senso ha corrispondere con qualcuno che non è sincero? Non credi?     

Scusami per questa lunga disquisizione.         

E’ bene qui avere qualcuno con cui discorrere, è la cosa più piacevole che ci possa essere qui, do­vendo stare in una cella tanti anni. Se mi scrivi  voglio che ti senta in libertà di commentare e do­mandare quello che vuoi, non ho nessun problema nel parlare di qualunque tema.. dicendo sempre quello che sento e penso, rispettosamente.

Forse non ha molto senso quello che vado dicendo… però che cosa ti puoi aspettare da uno che sta tanto tempo solo in questa situazione?

Bene, sono impaziente  di ricevere una lettera con una critica o qualunque cosa.

Sinceramente    Félix Rocha

Ecco il mio indirizzo:

Félix Rocha #999291

Polunsky Unit 12-DR.

3872 Fm. 350 South

Livingston, Texas 77351 (U.S.A.)

 
 
 

Willie Shannon: quinto anniversario

Post n°504 pubblicato il 08 Novembre 2011 da SpiraleDiPensieri
 
Foto di SpiraleDiPensieri

       Cinque anni fa, esattamente mercoledì 8 novembre 2006, Willie Shannon fu legalmente ucciso dallo Stato del Texas mediante iniezione letale.  Cinque anni che non hanno cancellato il suo ricordo.

Willie Marcel Shannon

12 giugno 1973  -  8 novembre 2006

 
 
 

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