Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi del 12/06/2017

Dialogo, dialogo, e amore

Post n°2233 pubblicato il 12 Giugno 2017 da namy0000
 

“Caro direttore, qualche giorno fa, mio figlio, che ha 11 anni e sta frequentando la prima media, mi ha chiesto se era vero tutto quello che si dice su Blue Whale. Confesso che non sapevo nemmeno di che cosa stesse parlando, così dalle sue stesse parole ho appreso che ‹‹è una specie di gioco su Internet che ti costringe a sostenere delle sfide, ti chiede anche di farti del male e, alla fine, di suicidarti››. Il sollievo per il fatto che si fosse rivolto a me su questa questione non è bastato ad alleviare l’angoscia che mi ha provocato il venire a sapere dell’esistenza di questo fenomeno. Aperti gli occhi, ho visto che se ne parla un po’ dovunque, anche se facendo tanta confusione. Che cosa c’è di vero e che cosa è frutto di una psicosi? Ma, soprattutto, che cosa possiamo fare affinché i nostri figli siano in grado di affrontare, quando non saremo lì a vigilare, tutti i pericoli che arrivano dai social e dal Web? Ormai chiunque, anche mio figlio, attraverso il cellulare ha un accesso pressoché illimitato a questo mondo, ricco certo di cose buone, ma invaso anche da tentazioni e reali pericoli. Grazie di cuore per l’aiuto che vorrà dare a me e a tanti altri genitori nella mia situazione – Stefano P. – Vicenza”.

“Il fenomeno Blue Whale sta mettendo in ansia molti genitori, tanti adolescenti ne parlano tra loro e la stessa Polizia postale lo sta seguendo con attenzione. Di cosa si tratta e quanto sappiamo finora? Il nome significa ‹‹balena blu››, e si riferisce all’abitudine delle balene di lasciarsi morire sulla spiaggia. Si tratterebbe di una sfida, diffusa tramite le chat e social network come Instagram, WhatsApp, Facebook. I ragazzi sono spinti da un “curatore” ad affrontare cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino al suicidio. Tra le varie sfide, quella di procurarsi dei tagli alle braccia, e svegliarsi alle 4,30 per vedere un film horror. Chi ha dato il via a questo gioco perverso sarebbe un giovane russo, attualmente in carcere, che in questo modo voleva eliminare la ‹‹spazzatura biologica››, persone deboli e fragili che non meritano di vivere. Già questo fa riflettere e dovrebbe indurre a respingere un pensiero così folle ed estremista. La Polizia postale invita a vigilare, perché anche se non ci sono certezze su un gioco strutturato di nome Blue Whale, esistono comunque persone e gruppi che istigano all’autolesionismo e al suicidio, e indubbiamente gli adolescenti vivono una situazione di particolare fragilità. Non bisogna però esasperare troppo il fenomeno, dargli troppa enfasi perché, reale o no, la tendenza all’emulazione è sempre in agguato. Per prima cosa, dunque, i genitori e noi adulti in genere non dovremmo lasciarci prendere dall’ansia o addirittura dalla fobia per i mezzi digitali. Rischieremmo di far chiudere i ragazzi ancor più in sé stessi, ottenendo l’effetto contrario. Si tratta, invece, di instaurare un dialogo franco e sereno, mostrando il nostro amore nei loro confronti, richiamando ai valori della vita, della bellezza, del bene. Non sempre è facile, ma non possiamo rinunciare a parlare con i nostri figli, mettendoli magari anche in contatto con qualche altro adulto di cui si fidano (un insegnante, l’allenatore, un parente…). Come scrive lo psicoterapeuta Alberto Pellai, dobbiamo trovare un modo di stare al fianco dei nostri figli ‹‹anche nella loro vita on line, che non può diventare una “zona franca” dove tutto può succedere››. Aggiungo qualche altro suggerimento che viene dalla stessa Polizia postale: gli adulti parlino con i ragazzi sui temi della sicurezza in Rete, prestino attenzione ai cambiamenti repentini nella loro vita, nel rendimento scolastico, nel ritmo sonno-veglia, nella socializzazione. Ai ragazzi stessi la Polizia consiglia: denunciate chi cerca di indurvi a farvi del male, a compiere autolesionismo, a uccidere animali; se sei stato coinvolto in qualche modo nel Blue Whale chiedi aiuto, parlane con i genitori o con un adulto. Un’ultima riflessione: il male esiste, e la Rete non ne è immune; ci sono persone cattive, non dobbiamo essere ingenui. Ma, il male si vince solo con l’amore, con la vita, con la gioia. In questo senso è interessante l’iniziativa di un’insegnante di Moncalieri, Valentina R., che ha ideato la pagina Facebook White Whale (balena bianca) con una controproposta positiva: 50 mosse verso la felicità” (FC n. 24 dell’11 giugno 2017).

 
 
 

Per evitare la fine

Post n°2232 pubblicato il 12 Giugno 2017 da namy0000
 

Per evitare la fine della moneta unica bisogna permettere al governo italiano di aiutare le banche in difficoltà, scrive il settimanale britannico. Gli investitori di tutto il mondo sono nervosi. I tassi dei buoni del tesoro statunitense sono scesi al minimo storico, e i sottoscrittori dei titoli svizzeri a 50 anni sono pronti ad accettare rendimenti negativi. Parte di questa inquietudine è dovuta al salto nel buio deciso dagli elettori nel Regno Unito. Ma una minaccia finanziaria ancora più pericolosa incombe dall’altra parte della Manica: il traballante sistema bancario italiano è vicino alla crisi. L’Italia è la quarta economia europea, ma anche una delle più deboli. Il debito pubblico è al 135% del pil, e il tasso di occupazione tra gli adulti è il più basso di tutta l’Unione europea, a eccezione della Grecia. Le banche italiane sono in difficoltà, strette tra stagnazione e deflazione, con 360 miliardi di euro di crediti deteriorati, pari a un quinto del pil nazionale. Il sistema bancario può coprire solo il 45% di questo importo. Nella migliore delle ipotesi, la debolezza delle banche strangolerà la crescita del Paese e, nella peggiore, alcune banche falliranno. Non a caso, gli investitori sono scappati: da aprile 2016 i titoli dei principali istituti di credito italiani hanno perso la metà del loro valore. La preoccupazione più immediata riguarda la solvibilità del Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica del mondo. In borsa, l’istituto rischia di non superare lo stress test della Banca centrale europea, i cui risultati saranno pubblicati il 29 luglio 2016. Il caos bancario in Italia è un pericolo, anche per le dimensioni del sistema. Ed è una spia dei problemi dell’eurozona: la tensione tra le regole stabilite a Bruxelles e le esigenze della politica nazionale, e il conflitto tra creditori e debitori. Se il problema italiano non sarà gestito bene, potrebbe diventare la rovina dell’eurozona. L’Italia ha urgente bisogno di riordinare il suo sistema bancario. E l’unico modo per farlo sarebbe stanziare altro denaro pubblico, visto che i capitali privati stanno fuggendo e che il fondo di salvataggio garantito dalle banche si sta esaurendo. Ma è una soluzione impraticabile perché, secondo le regole dell’eurozona, lo Stato non può intervenire per salvare le banche se prima gli obbligazionisti non si fanno carico delle perdite. In linea di principio, obbligare i creditori al bail in (il salvataggio interno) prima di presentare il conto ai contribuenti è una buona idea. In molti paesi, i titoli bancari sono in mano a grandi investitori istituzionali, che conoscono i rischi e possono sopportare le perdite. In Italia, però, circa 200 miliardi di euro di titoli bancari sono in mano a piccoli risparmiatori. La politica pesa. Nel novembre del 2015, alcune banche sono state risanate secondo le nuove regole che prevedono che siano i risparmiatori a pagare. Il 9 dicembre 2015, uno di loro si è suicidato. Costringere di nuovo i piccoli risparmiatori ad accollarsi le perdite sarebbe un grave danno per il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi. Per questo il premier chiede flessibilità nell’applicazione delle regole. Ma la politica pesa anche nei paesi creditori dell’eurozona. La Germania dice giustamente che l’Italia è in gran parte causa dei suoi mali. I vari governi sono stati colpevolmente lenti ad affrontare i problemi del sistema bancario, forse per via dei legami tra le banche regionali e la politica locale. Qualsiasi meccanismo che permettesse di scegliere quali regole rispettare e quali no, sarebbe mal digerito dagli elettori tedeschi... Renzi, però, ha ragione. Le pressioni dei mercati sulle banche italiane non si placheranno se non tornerà un po’ di fiducia. Ed è impossibile che questo avvenga senza usare i fondi pubblici. Se in Italia ci sarà un’applicazione rigida delle regole sul bail in (il salvataggio interno), le proteste dei risparmiatori spalancheranno le porte al Movimento 5 stelle, che considera l’euro la causa di molti dei problemi economici dell’Italia. Inoltre crescerà la sensazione che l’Italia non solo non stia avendo vantaggi dalla condivisione dei rischi  all’interno dell’eurozona, ma che sia addirittura penalizzata: la moneta unica le impedisce di crescere attraverso la svalutazione, il fiscal compact (le regole sul patto di bilancio europeo) limita la sua capacità di spesa, e a questo si aggiungono ora le regole sul bail in, entrate dopo che altri paesi avevano già salvato le loro banche. Se gli italiani perdessero fiducia nell’euro, la moneta unica non sopravviverebbe. Non ha senso seguire le regole alla lettera se il prezzo è la fine della moneta unica. Sarebbe meglio permettere al governo italiano di rimpolpare il capitale delle banche più esposte con un’iniezione di denaro pubblico sufficiente a placare i timori di una crisi di sistema. Ma a determinate condizioni: una riforma del sistema bancario italiano che costringa i piccoli istituti a fondersi e che riduca i costi, chiudendo le troppe filiali sparse sul territorio. È probabile che si arrivi a un compromesso: una clausola dell’accordo sul bail in che autorizzi un’iniezione temporanea di capitali per il Monte dei Paschi. Potrebbe bastare a fermare il ribasso dei titoli bancari, permettendo ad altre banche italiane, come Unicredit, di attirare capitali privati. Sicuramente l’Europa saluterebbe questa soluzione come un esempio di solidarietà nel rispetto delle regole. Ma non servirebbe a riportare in salute le banche italiane e neanche a risolvere i problemi strutturali dell’Unione. La Brexit insegna che sorvolare sulle preoccupazioni degli elettori non è una strategia sostenibile. La fragile architettura finanziaria dell’eurozona è doppiamente colpevole, perché non tiene conto né dei timori dei paesi creditori né di quelli dei paesi debitori” (Di troppo rigore si può morire, The Economist, Regno Unito, Internazionale n. 1162 del 15 luglio 2016). 

 
 
 

Poche settimane prima

Post n°2231 pubblicato il 12 Giugno 2017 da namy0000
 

“Poche settimane prima del lancio dell’iPhone, la Apple decise di rifare lo schermo, perché si rigava, lo aveva deciso Steve Jobs. I nuovi componenti arrivarono alla linea di assemblaggio, in Cina, intorno a mezzanotte. Un caposquadra radunò 8.000 operai dai dormitori dello stabilimento. A ognuno fu dato un biscotto e una tazza di tè, poi furono condotti alle loro postazioni e, nel giro di mezz’ora, cominciarono a montare gli schermi. In nessuna fabbrica degli Stati Uniti sarebbe stato possibile” ( Internazionale N.934/3 febbr.2012)

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

namy0000cassetta2lcacremaprefazione09annamatrigianonoctis_imagoacer.250karen_71m12ps12Penna_Magicanonnoinpensione0donmarco.baroncinilisa.dagli_occhi_bluoranginellaninettodgl19
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa e...
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
 
RIP
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
 
Siete pronti ad ascoltare il 26 settembre le dichiarazioni...
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
 
C'è chi per stare bene ha bisogno che stiano bene...
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
 
Ottimo articolo da leggere sul divano sorseggiando gin...
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963