Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi del 25/07/2017

Ha fermato il deserto

Post n°2285 pubblicato il 25 Luglio 2017 da namy0000
 

“Lungo la strada che costeggia il litorale marchigiano, tra Pesaro e Fano, Yacouba Savadogo osserva con occhi incantati il Mare Adriatico. Nei suoi oltre settant’anni di vita è la prima volta che Yacouba vede il mare, così vicino a sé, da poterlo toccare.

Nel suo paese dell’Africa centro-occidentale, il Burkina Faso, nella zona del Sahel, Yacouba Savadogo è conosciuto come l’uomo che ha fermato il deserto, colui che è riuscito a strappare i terreni all’inaridimento dovuto alla grande siccità, restituendoli ai contadini africani fertili e coltivabili. (…) In Burkina Faso il problema della siccità, e della conseguente carestia, è gravissimo e frequente. Dagli anni Settanta 8del secolo scorso) la terra ha subìto un pesante processo di desertificazione che ha portato all’abbandono dei campi.

Circa trent’anni fa, Yacouba ha invertito la rotta: ha deciso di lasciare il lavoro di commerciante e ritornare alla terra, proprio mentre tutti la stavano abbandonando.

Uomo di poche parole, quasi analfabeta – da bambino ha studiato in una scuola coranica in Mali ma con scarsi risultati – Yacouba parla soltanto il suo dialetto locale. Di fede islamica – anche se dice di preferire la realtà delle cose alla religione -, ha 3 mogli e 27 figli, la maggior parte impegnati nel lavoro agricolo, alcuni nel commercio. Grazie all’osservazione empirica dei processi della natura, senza alcun tipo di studio scientifico, ha cominciato a sperimentare delle tecniche agricole tradizionali che permettono il recupero e la riabilitazione dei terreni aridi e induriti, rivisitando e perfezionando queste tecniche in modo personale: i cordons pierreux, ovvero piccoli muretti di pietra che servono a trattenere l’acqua piovana nei periodi della piogge (da giugno a settembre), le buche zaï che, riempite con un miscuglio di vari elementi naturali, tra cui letame e spazzatura biodegradabile, permettono al terreno di tornare fertile. A queste tecniche Yacouba ha aggiunto l’uso delle termiti, che scavando cunicoli contribuiscono a far tornare morbido e permeabile il terreno troppo compatto e ispessito. ‹‹Nella stagione delle piogge bastano 13 giorni secchi continuativi per provocare inaridimento››, spiega Yacouba, ‹‹ma le terre lavorate con queste tecniche dimostrano più a lungo e facilmente l’umidità e alcune piante superano la prova della siccità, perché il suolo è più forte e produttivo››.

All’inizio gli abitanti del suo villaggio lo prendevano per matto. Non credevano all’efficacia dei suoi metodi. Ma Yacouba ha avuto ragione: nel giro di vent’anni, sulle terre lavorate con le sue tecniche, è nata un’area forestale e gli alberi hanno preso il posto del deserto. Sui terreni strappati alla desertificazione oggi si coltivano soprattutto cereali, miglio, sorgo, mais, e poi patate e anche piante medicinali.

Dieci anni fa, un cameraman britannico della Bbc, Mark Dodd, è arrivato in Burkina Faso, ha conosciuto Yacouba e visto la vegetazione nata in mezzo al deserto. E ha deciso di girare un film-documentario sulla storia di questo agricoltore lungimirante e coraggioso: The man who stopped the desert (L’uomo che ha fermato il deserto), uscito nel 2010, vincitore di sette premi cinematografici. (…) L’impegno dell’agricoltore africano ha incoraggiato il ritorno alle campagne. Ma il fenomeno dell’urbanizzazione è inarrestabile, da anni  Yacouba si batte contro un progetto governativo di ampliamento urbanistico della città di Ouahigouya, che è arrivato fino al suo villaggio e ha investito anche l’area forestale, mettendo in atto un’opera di disboscamento.

 

Lui, però, non si dà per vinto. Le sue tecniche si sono diffuse nel Sahel e anche in altri Paesi africani, dal Mali al Niger. Agronomi e scienziati sono arrivati dal resto del mondo per studiare i metodi da lui introdotti. ‹‹In Burkina Faso non ci sono scuole dove si insegnno queste tecniche››, osserva Yacouba Savadogo…” (Giulia Cerqueti, FC n. 30 del 23 luglio 2017). 

 
 
 

La giovinezza nella società

Post n°2284 pubblicato il 25 Luglio 2017 da namy0000
 

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola.   Pubblichiamo uno stralcio da Un’estate invincibile. La giovinezza nella società degli eterni adolescenti di Riccardo Paradisi, edito da Bietti con un’introduzione di Stenio Solinas.

Giovinezza è la volontà di provare ogni giorno le proprie passioni contro la realtà, è la fede nello spirito e nelle idee. Un’attitudine che non ha niente a che fare con l’età anagrafica, quanto piuttosto con il fuoco che si porta dentro, con la fiamma dello spirito. André Malraux l’ha chiamata il demone dell’assoluto: qualcosa capace di trasformare la realtà in un campo di tensione, di portare il reale allo stato fluente dell’immaginazione, la capacità di vivere ogni giorno come l’occasione per fare qualcosa di degno, di essere all’altezza dell’idea che si ha di se stessi, di cogliere in quel che passa le costanti di ciò che rimane […] Come l’hidalgo, la giovinezza fa la realtà, la trasforma per dare a un’esistenza che da sola non ha alcun senso la prospettiva dell’avventura e della bellezza, «è il sognare un sogno impossibile per vincere un nemico invincibile», come Don Chisciotte della Mancia, il cavaliere dell’eterna gioventù della poesia di Nazim Hikmet […]     La gioventù come culto della bellezza e dell’onore: joy, lagueza, proeza, secondo gli eterni canoni della cavalleria provenzale, come tensione al superamento di sé: la fedeltà ai princìpi che ci si è dati, il gusto di rilanciare sempre, trasformando il quotidiano in un’avventura. Ancora una volta ha ragione Chateaubriand a dire che «nella vita misurata col suo corto metro e ripulita da tutti i suoi trucchi non esistono che due cose: la religione acquisita con l’intelligenza e l’onore conquistato con la giovinezza; ossia l’avvenire e il presente», mentre «tutto il resto non mette conto». La gioventù è la conquista di una vita maturata nella lotta contro la routine, il cinismo, il sonno della coscienza, è l’aver districato dal mondo – un mondo che da ogni parte sollecita e stringe, fino a schiacciare – la potenza isolatrice di uno stile, ciò che ci appartiene dalle origini e quindi per vocazione e destinazione, in un equilibrio costante tra strategia ed entusiasmo che è come il camminare sul filo del funambolo. È l’essere desti e attivi in una guerra permanente contro la vecchiaia e la morte spirituale, la volontà di riaffermarsi sempre oltre i lutti, gli scacchi e le secche della vita, portarsi oltre la consapevolezza della propria finitudine, scommettere su ciò che va oltre la propria vicenda personale.

Se la giovinezza biologica è un dono degli dèi, che presto se la riprendono, quella che s’inoltra oltre la linea d’ombra della maturità è la vittoria di una guerra per l’enucleazione del proprio io, come Ercole che, alla fine delle sue fatiche, ha in sposa Ebe, l’eterna giovinezza. È stata Cristina Campo a parlare di un’ascesi della giovinezza che si accompagna a quel particolare atteggiamento che è la sprezzatura, dono squisitamente giovanile che consiste in un «distratto eroismo che è il contrario della jattanza». Oscar Wilde aveva ragione: «Nulla vi è al mondo che valga la gioventù». A patto però d’intenderla non come il periodo effimero della vita d’un uomo, categoria biologica destinata a esaurirsi, e nemmeno come uno stato interiore – luogo notoriamente malfamato – ma alla stregua di categoria dello spirito.

Un terreno più autentico
È la giovinezza come forza spirituale attiva a costituire la sfida al deserto che avanza, al nichilismo di un Occidente che nella sua colossale rimozione della morte inscena con il giovanilismo e l’eterna adolescenza la sinistra parodia della gioventù vera, la quale, in ultima analisi, corrisponde al risveglio dell’individuo, a una visione del mondo che trasforma il campo della vita in un’avventura. A cui per dispiegarsi non servono i grandi scenari del passato, le esplorazioni, le guerre o le rivolte sociali. Avventura può essere il resistere con un proprio stile alla massificazione, restare fedeli alle amicizie (e alle inimicizie), agire secondo il proprio codice e il proprio stile, senza guardare ai frutti immediati dell’azione, né badare alla prospettiva del successo o dell’insuccesso; significa riaffermare la propria cifra oltre i liquami della postmodernità e gli specchi della società dello spettacolo, alla ricerca di un terreno più autentico dove vivere per se stessi e gli altri; significa inseguire per tutta la vita l’immagine unica e irripetibile di cui è formata la propria esistenza.

Se continuiamo a inseguire le immagini della giovinezza, verso le quali siamo sempre risospinti, è forse perché quelle immagini sono più che ricordi. Sono la filigrana di cui è tessuta l’anima, l’allusione a un destino, reminiscenze d’una realtà più profonda, un mosaico che cerca la sua composizione. È questo, in fondo, il senso delle parole di Camus: «Nella profondità dell’inverno ho imparato, alla fine, che dentro di me c’è un’estate invincibile».

Leggi di Più: Giovinezza, uno stralcio del libro di Paradisi | Tempi.it 
Follow us: @Tempi_it on Twitter | tempi.it on Facebook

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

namy0000cassetta2lcacremaprefazione09annamatrigianonoctis_imagoacer.250karen_71m12ps12Penna_Magicanonnoinpensione0donmarco.baroncinilisa.dagli_occhi_bluoranginellaninettodgl19
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa e...
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
 
RIP
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
 
Siete pronti ad ascoltare il 26 settembre le dichiarazioni...
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
 
C'è chi per stare bene ha bisogno che stiano bene...
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
 
Ottimo articolo da leggere sul divano sorseggiando gin...
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963