Post n°123 pubblicato il 09 Gennaio 2013 da lontradelbosc
Non offriva molto il paese nel quale sono cresciuta, ma mi ha permesso di giocare liberamente all'aperto nella bella stagione, e al caldo delle stufe a legna, nelle ampie cucine delle nostre case, in inverno.
Attraverso un alto cancello in ferro si accedeva alla casa della mia amichetta Rosa Giulia, di tre anni più grande di me. Dovevo alzarmi sulla punta dei piedi per tirare il chiavistello ed entrare nel cortile antistante alla sua casa, che mi appariva immenso, così verde d'erba com'era, e fiorito di dalie lungo due lati.
D'inverno, per via del buio precoce e del ghiaccio, ci andavo accompagnata da mia mamma o da mio fratello, e si concordava l'orario, così che mi trovassero già pronta e vestita per il rientro.
Rosa Giulia era una bambina bruna, bella, studiosa e molto educata. Possedeva tanti giochi scelti con cura dai suoi genitori, per cui potevamo divertirci con lunghe partite a Monopoli, a carte, a Shangay...oppure cimentarci in commedie improvvisate con l'uso del teatrino dei burattini che scatenava le nostra fantasia e faceva sorridere gli spettatori di passaggio per casa. Ma si sa che quando si è piccoli si ambisce alle cose dei grandi e quel giorno Rosa Giulia ottenne il permesso di usare, a turno con me, il ferro da stiro elettrico per stirare una pila di fazzolettini colorati. Sarà che mi attirassero i colori, o che fosse la novità del ferro da stiro elettrico a stuzzicarmi, fatto sta che io non stavo più nella pelle, attendendo il mio turno che non veniva mai. Gli occhi fissavano il lento passare e ripassare del ferro sulla stoffa, e il miracoloso appianarsi delle pieghe e delle grinze mi pareva frutto di un potere di cui desideravo disporre, in quel momento, più di ogni altra cosa al mondo. Cercavo anche di distrami, osservando il tendersi e il mollarsi del filo, immaginando quale oscura forza vi passasse dentro per produrre un tal calore da sostituire quello della brace incandescente dei vecchi ferri in ghisa visti usare fino ad allora. Poi, in un baleno che non ha spiegazione per la sua rapidità di esecuzione, mi trovai a rincorrere intorno al tavolo la mia amichetta spaventata, che non si salvò da un calcio, prima che giungesse la sua mamma ad arbitrare. D'altra parte, in altre occasioni, avevo appreso a mie spese, che la pazienza ha un limite. Quando venne mio fratello a prendermi, mi trovò imbronciata e vergognosa. Mi stupii che mentre gli veniva raccontata la mia colpa, di nascosto mi facesse dei sorrisi e dei segni ammiccanti.
Al ritorno mi disse di volermi confidare un segreto: siccome si stava avvicinando il Natale, il corriere aveva portato un pacco da Torino, da parte di una coppia di cugini a noi molto affezionati. In esso, lui sapeva esserci un piccolo vero ferro da stiro elettrico, a voltaggio universale. Un giocattolo che al mio paese non si era neanche mai visto! Mantenni il segreto aspettando il Natale, convinta, come altre volte nella vita, che mio fratello facesse i miracoli. Trascorsi i giorni che separavano dal Natale in una sorta di bolla sospesa nell'irrealtà.
Ritornando dalla mia amichetta, lei, forse pentita di non aver rispettato i patti, mi chiese se volevo stirare col ferro di sua mamma. Io risposi che no, grazie, qualsiasi altro gioco sarebbe andato bene.
Ero prossima ad avere il potere fra le mani e questo pensiero appianava tutte le grinze della mia piccola vita. Mi sentivo forte, invincibile, dire felice non sarebbe bastato.
Sono passati, da allora, una sessantina d'anni, ma come potete vedere dalla foto qui sotto, quel piccolo oggetto del potere me lo porto ancora appresso.
|
S'impigliano tra i rami e stanno appese le nubi rosa della sera S'arrestano come fanno i miei pensieri all'ora che per chiudere la porta varcando la soglia le intravedo e mi dimentico del buio prossimo a venire
|
Post n°121 pubblicato il 28 Dicembre 2012 da lontradelbosc
la DS, sigla che in francese si legge "dé-esse", cioè "dea"
Finito di leggere Madame Bovary di Flaubert,mi è toccato Salambò,che si trova nel medesimo volume della Sansoni, preso in biblioteca un po' di tempo fa. Se il primo romanzo è volato via come il vento,l'impatto col secondo ha rallentato il mio entusiasmo così che durante la lettura la mia attenzione si fa labile e io divago con frequenza, pur non cedendo, per principio, alla tentazione di abbandonarlo. Calando l'interesse, certe parole che mi colpiscono più di altre si scollano dal contesto e si mettono a girare per conto loro nella testa, portandomi altrove. Per esempio, quando Spendio insieme al suo capo Mathos si introducono nel santuario della DEA Tanit per rubarne il velo divino (caduto dal cielo e che ricopre la dea), per impossessarsi della sua virtù, ed entrare vincitori in Cartagine, Flaubert scrive: "Non v'era nulla da temere, poichè le notti in cui l'astro non sorgeva tutti i riti eran sospesi;nondimeno Mathos rallentava il passo,e finì col fermarsi del tutto davanti ai tre gradini d'ebano che conducevano nell'interno della seconda cinta. - Suvvìa, coraggio! - gli disse Spendio. Ivi s'alternavano regolarmente in gran copia i melograni, i mandorli, i cipressi e i MIRTI,tutti col fogliame immoto come bronzo nel queto aere notturno; una ghiaia azzurrognola, di cui era sparso il viale, scricchiolava sotto i loro passi, e una profusione di ROSE appena dischiuse pendeva dall'alto d'un pergolato lungo quanto il viale stesso. Così giunsero dinanzi a un foro ovale, protetto da un'inferriata. Allora, Mathos, cui il silenzio spauriva, disse a Spendio: - In questo luogo si mescolano le Acque dolci con le ACQUE AMARE."
Nella mia vita il mirto io non l'ho mai visto, o se l'ho visto, non sapevo che fosse il mirto. Ma per me il mirto ha una storia, che eravamo andate io e la mia amica Marirosa alla riunione dei matti che si teneva ogni prima domenica del mese a Modena. Non che fossimo tutti realmente o completamente matti noi che partecipavamo ai gruppi, ma mio fratello aveva così battezzato quelle riunioni terapeutiche dell'ATP, l'attività terapeutica popolare, dove ognuno poteva raccontare qualsiasi cosa di sè ed esporre i problemi personali agli altri che, seduti in cerchio, ascoltavano senza interrompere per poi intervenire, portando a confronto le proprie esperienze con le eventuali soluzioni. Andavamo a Modena in auto con i componenti del gruppo di Torino. Si partiva al sabato mattina, si ritornava la domenica sera. La volta del mirto fu in un maggio pieno di rose, che mio fratello era andato a sua volta a trovare gli amici di Sasso Marconi e che al ritorno passò a prenderci a Modena per riportarci a casa. Ma decise di fare prima una tappa a Tabiano Terme per salutare altri suoi amici che lì avevano un albergo, e così cenammo al loro ristorante. Mangiammo e bevemmo così tanto che la mia amica Marirosa si sentì un po' male. Allora, in amicizia come eravamo, le portarono acqua e menta,e pure un bicchierino di liquore di mirto,perchè digerisse. Intanto si era fatto tardi e sarebbe stato il caso di prendere la via del ritorno, ma ormai l'estro aveva catturato mio fratello. Disse che non dovevamo uscire da Tabiano senza essere andati alle fontane d'acqua solforosa, che lui chiamava "acqua puzza". Percorremmo una strada tutta curve che pareva non finire mai e l'acqua puzza in quel buio non si vedeva proprio, anche se ci sembrava di sentirne l'odore. Viaggiavamo su una Citroen DS 19, la déesse, la dea, il cui interno era imbottito come un salotto. Siccome il soprannome della mia amica Marirosa era "Signorina Maccabei", (allora facevamo le maestrine ed eravamo esperte di classi di asinelli, noi comprese) dimenandosi nella sua mole di cento e più chili, credendo forse di farle piacere,lui si era messo a cantare : "Signorina Maccabei - venga fuori dica lei - dove sono i Pirenei" e Marirosa non ne poteva più dal ridere. Dal canto mio, stando così comoda nella dea, avrei voluto dormire, ma dovevamo essere solidali, perchè la strada da fare era tanta e non sarebbe stato giusto abbandonarsi ad egoismi personali. Così, per tenerci uniti e svegli lui ci sfidò a ripetere a turno, sempre più velocemente, la filastrocca: SU QUEL MONTE VERDE LA' MIRTO E MENTA VERDE STA Marirosa aderì di buon grado, per saldare il debito di riconoscenza che provava verso il mirto e la menta che l'avevano aiutata nel momento del bisogno, al ristorante. Per non esser da meno io feci altrettanto e ben presto ci accorgemmo che il mirto e la menta degeneravano, e così ridemmo come pazzi fino a casa. Marirosa accusò poi mio fratello di volerle male per il mal di pancia che le era ritornato. Lui, con delicatezza rispose che non era sua la colpa, ma che lei aveva il mal di pancia perchè...chissà... SU QUEL MONTE VERDE Là MIRTO E MENTA VERDE STA!
|
Post n°120 pubblicato il 18 Dicembre 2012 da lontradelbosc
Gloria in excélsis Deo et in terra pax homìnibus bonae voluntàtis
Ah venite pastori della campagna che il Re dei re è nato, venite prima che spunta il giorno, ah la notte se ne va. Basilico e cedrone, timo ed alloro, che il Bambino si addormenta all'alba. Arrivino da Pinchas e Chuquis d'Aminga e San Pedro, d'Arauco e Poman. Prima che nessuno l'adori formaggini e fiori gli porteremo noi. Basilico... Chiedeteli a Julio Romero cavalli di passo e la sua mula d'andare, ah con casse e con chitarre andremo cantando sotto gli ulivi. Basilico... Ah Natale di Aimogasta! Aloja e Allnapa non dovrà mancare. Intanto la luna della Rioja sta morendo di voglia di partecipare. Basilico...
Ariel Ramirez, Santa Fe 1921 - Buenos Aires 2010, è stato un compositore argentino. Compose Navidad Nuestra in collaborazione con il poeta Félix Luna, (nato a Buenos Aires nel 1925 da una famiglia di origine riojana) quasi completamente in una sola notte d'ottobre del 1963.
|
Post n°119 pubblicato il 07 Dicembre 2012 da lontradelbosc
Donna in tram (Sandro Penna)
Vuoi baciare il tuo bimbo che non vuole: ama guardare la vita, di fuori. Tu sei delusa allora, ma sorridi: non è l'angoscia della gelosia anche se già somiglia egli all'altr'uomo che per "guardare la vita, di fuori" ti ha lasciata così...
Sandro Penna, 1906 - 1977)
|
da una copertina mi fissava
Hemingway,
come fosse l'unico a capire
" - Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati.
- Dove andiamo?
- Non lo so, ma dobbiamo andare. "
ULTIMI COMMENTI
Il bambino gridò: - ALABURIAN! -
La mamma gli chiese: - Che cosa vuol dire? -
- Tutto quello che invento per sentirmi felice -
rispose il bambino.
Care stelle, siete molto belle
quando luccicate nel cielo.
Spero che un giorno veniate sulla terra,
cosi' potrò vedervi meglio
e prendervi per mano.
Care stelle, vi voglio tanto bene,
gli uomini non vi scrivono nessuna lettera
perchè hanno troppi impegni.
Voi stelle servite molto ai marinai:
quando vi vedono sanno dove andare.
Matteo
I miei links preferiti:
http://giardinodeipoeti.wordpress.com/2013/07/18/amina-narimi/
Sto leggendo:
Orwelll: La fattoria degli animali
Orwell: 1984
I miei libri sono qui:
www.anobii.com/theanguana/books
"...Io volerò a te...sulle ali invisibili
della Poesia...Tenera è la notte e
felicemente la Luna Regina è sul suo
trono...ma qui non c'è luce..."
(dall' Ode all'usignolo di John Keats)
I MIEI BLOG AMICI
- Surfista d'Anime
- INVIDIO IL VENTO - ma anche no
- Abbandonare Tara
- N u a g e s
- MARCO PICCOLO
- Guarda e passa
- VAGHEIDEE
- SottoSopra
- Giorni e nuvole
- Writer
- Memorie di una colf
- Una sola volta
- Il Gioco del Mondo
- Bottiglia nel Mare
- Angelo Quaranta
- La cucina di giocook
- DIALOGHI SULLARTE
- Giochi da giardino
- ufficioluoghiperduti
- Mondo Jazz
- LUCE CHE FILTRA.....labirintidelcuore
- parole imprigionate
- Titolo
- STRA_ORDINARIA
- Frames.
- il_fiume_di_susi
- Io e Sara per_lettera
- SAXando qua e la..scuba_sax
- Fin qui e non oltre, frabonvi
- In Xenetia
- IosonoErik - socrate400
- titolo di GenialPer
- L_esclusa
- L’àkàsha
- in un mondo che...slurp!
- trampolinotonante
- deviazioni similari alloccaso
- Verita E Finzione di ApeMayaDeiFiori
- Tu che tagghi i tag - Dama_in_Domino
- LOca Nera farsi prendere per la gola...
Inviato da: trampolinotonante
il 18/01/2021 alle 00:19
Inviato da: trampolinotonante
il 18/01/2021 alle 00:17
Inviato da: trampolinotonante
il 05/10/2019 alle 19:31
Inviato da: trampolinotonante
il 27/07/2018 alle 11:45
Inviato da: trampolinotonante
il 27/07/2018 alle 10:15