Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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L'uomo che mise fine alla storia - Ken Liu

Titolo: L'uomo che mise fine alla storia Titolo originale: The Man Who Ended History: A Documentary Autore: Ken Liu Traduzione: Elena Cantoni Casa editrice: 40K formato: ebook lunghezza: 18.700 parole costo: 0,99 €

"La verità non è delicata e le contestazioni non la scalfiscono, la verità muore davvero solo quando le storie restano nell'oscurità".

Tra il 1936 e il 1945 in Manciuria, a Pingfang, territorio cinese occupato dai giapponesi, fu attiva un distaccamento dell'esercito giapponese chiamata Unità 731. L'obiettivo di tale sezione era quello di compiere esperimenti su armi batteriologiche e sul progredire di determinate malattie in cavie infette, ma oggetto delle sperimentazioni non furono topi o scimmie, furono migliaia e migliaia di persone, cinesi o prigionieri politici.
Uomini, donne e bambini furono uccisi, sottoposti a vivisezioni, infettati con malattie per seguirne il progresso, congelati per osservare come gli arti perdessero la loro funzione, privati di cibo e acqua per vedere come sopravvenisse la morte, trattati come animali senza umanità, allo scopo di ottenere informazioni che furono poi, che ci crediate o no, addirittura pubblicate su riviste scientifiche, alterando la fonte dei dati, ed usate per ottenere brevetti una volta finita la guerra (su wikipedia un elenco completo dei crimini compiuti).
Una volta giunte le truppe di liberazione cinesi l'Unità 731 fu chiusa, ma non ci furono processi clamorosi, tranne pochi casi, contro i responsabili di tali delitti: tutto fu messo a tacere, anche dal governo americano, che pure perseguì invece i nazisti, in cambio delle informazioni ottenute nelle sperimentazioni.
Migliaia e migliaia di vittime furono per lungo tempo dimenticate, anche se i parenti delle persone uccise nelle sperimentazioni continuarono a reclamare giustizia, ma il governo giapponese, nel timore di dover risarcire migliaia di persone, ha sempre negato ostinatamente qualunque addebito.
Teorie negazioniste, non differenti da quelle usate nel caso dell'olocausto degli ebrei, furono usate per difendere la posizione dei soldati giapponesi implicati.

"L'uomo che mise fine alla storia" di Ken Liu è solo in parte un racconto di fantascienza: le cose più incredibili, fatti così orribili da far dubitare che possa esistere un solo uomo capace di tante mostruosità, sono invece accadute davvero, a Pingfang, durante una delle epoche più buie della storia umana, la seconda guerra mondiale.
Lo scrittore immagina che due scienziati americani, Akemi Kirino, fisica di origine giapponese, e Evan Wei, storico di origine cinese, marito e moglie, riescano a sviluppare un innovativo modo di osservare eventi avvenuti nel passato, sfruttando delle particelle quantistiche particolari, le immaginarie particelle di bohm-kirino.
A spingere lo storico Evan Wei nella sua formidabile impresa è proprio la necessità di giungere ad una verità non più contestabile negli eventi accaduti nell'Unità 731, nel tentativo di dare finalmente giustizia alle vittime, completamente dimenticate dal mondo occidentale, a causa delle scarsa simpatia internazionale della Cina.

Quella di Evan è una necessità inderogabile, un dovere morale come uomo, ancor prima che come storico: non dimenticare, ricordare che fatti simili siano accaduti, riconoscere le responsabilità sono un modo per compensare non solo le vittime dirette dei crimini compiuti, ma soprattutto per chiedere scusa all'umanità intera.
Il metodo scoperto dai due scienziati ha però un difetto: la storia può essere osservata solo una volta e poi mai più, a causa della evanescenza delle particelle di bohm kirino. I dati non possono essere registrati, a causa della loro complessità, ma solo visti "in diretta", come una specie di immersione totale nell'evento.
Gli eventi accadono nuovamente per i testimoni, ma le loro parole, come quelle di ha vissuto in prima battuta gli eventi sono soggette alle stesse contestazioni: hai visto davvero quello che dici di avere visto? Non sei forse troppo coinvolto emotivamente?
Perché è proprio l'empatia, quella che mancò totalmente ai criminali di guerra, a coloro che massacrarono migliaia di persone come se fossero nulla più che insetti da schiacciare, a caratterizzare lo straordinario metodo di immersione storica di Wei e Kirino.
Il racconto si snoda con una formula piuttosto originale, come se fosse una specie di documentario di cui possiamo leggere il resoconto. Alle testimonianze di scienziati e viaggiatori del tempo, fanno spesso seguito i commenti di scettici o di persone che si chiedono quale sia il senso di una tale ricerca, o di rivangare un passato ormai sepolto.
Il contrasto fra i terribili resoconti dei testimoni, sconvolti dalle loro visioni, e i tentativi di minimizzare degli scettici è ancora una volta la rappresentazione della differenza fra coloro che si immedesimano nel dolore altrui, e lo temono come se fosse il proprio, e coloro che invece preferiscono distaccarsene, scegliendo una soluzione più comoda e meno dolorosa. In una scala minore, e certamente meno terribile, è però pur sempre la differenza fra chi ha empatia per il dolore altrui e chi invece lo rifiuta che caratterizzò i crimini di guerra.

"Perché ricordare?". Sembra questa la domanda che aleggia nel racconto, molto più forte del "perché è accaduto?". In effetti a quest'ultima domanda non sembra esserci una vera risposta: è forse un interrogativo troppo grande. Possiamo solo ascoltare le testimonianze, che riproducono quanto accadde realmente, e "osservare" che l'interruttore che comanda cuore e umanità può spegnersi.
Allora ricordare è importante, perché è ricordare che la differenza fra un uomo ed un mostro è sottile, molto più di quanto si creda: basta dimenticare che un altro sia un uomo o una donna come noi, basta non essere più capaci di immedesimarsi nell'altro, per diventare crudeli.
Ma come è accaduto molte volte nella storia, anche ai personaggi di questo racconto accade qualcosa di terribile: non vengono creduti, il loro metodo contestato, perché non credere è molto più comodo, e meno disonorevole, per i sopravvissuti.

"Aveva cercato di svelare al mondo una grande ingiustizia, ottenendo soltanto di risvegliare le forze della negazione, dell'odio e del silenzio".

Il racconto di Liu si addentra anche nelle implicazioni che un simile metodo di indagine storica comporterebbe, come gli inevitabili scontri fra stati su chi di chi siano i diritti sul passato di un territorio sottoposto a più dominazioni successive, o sul fatto che la testimonianza diretta di un fatto sarebbe sempre soggetta ai limiti di una interpretazione personale.
"L'uomo che mise fine alla storia" è forse uno dei più sconvolgenti racconti che abbia mai letto: paradossalmente è proprio l'apparente distacco della narrazione, fatta di tante testimonianze affiancate, a rendere più intensa e terribile la storia. Scopriamo gli eventi insieme ai testimoni e come loro non possiamo capacitarci che simili aberrazioni siano accadute. Come i due scienziati, finiamo per sentire la necessità di raccontare quello che abbiamo scoperto. Nessuno deve dimenticare, perché cose simili possono ancora accadere.
Quello di Liu è un racconto magistrale, con tanti piani di lettura, da quello storico a quello più strettamente fantascientifico, tutti sviluppati con abilità, che è giustamente candidato a vincere sia i premi Hugo e Nebula nella categoria dei racconti brevi.
Una lettura che vi consiglio caldamente.

"L'agonia dei morti è con noi, sentiamo le loro urla, camminiamo nei loro spettri. Non possiamo distogliere lo sguardo o tapparci le orecchie. Dobbiamo testimoniare e parlare per coloro che non hanno più voce. Abbiamo un'unica possibilità di farlo".

 
 
 
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