L'INFINITO E ' IN ME!
APPARTENGO ALLA TERRA,
AL FUOCO,
AL MIO VULCANO....
APPARTENGO
ALL'ARIA,
ALL'ACQUA
ALLE STELLE...
ALL'INFINITO.
E L'INFINITO E' IN ME.
NOSTALGIE IMMORTALI(POESIA DI COMIZIA)
PRIMAVERA NELL'ARIA...
ESTATE
VOLEGOV
************* ******* **************** ***************** ***********
“Quando l’ultima fiamma sarà spenta, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce catturato, solo allora capirete che non si può mangiare denaro”
Toro Seduto
**************** ********* ************ *********** ****************
METTIAMO LE FIRME PER IL REFERENDUM!
Basta con il PORCELLUM!Collaboriamo,firmiamo ai banchetti predisposti entro il 30 settembre,solo così " le firme si raccolgono, il referendum si fa, il quorum si raggiunge e il Parlamento di nuovo eletto dal popolo recupera un briciolo di autorevolezza. Oppure crolla tutto e chi finisce sotto le macerie è bene che ci resti."
SCEGLIAMOLI NOI!
SIAMO CONTRO L 'OLIGARCHIA
ECONOMICA CHE CI SCHIACCIA!
IL POPOLO NON VA UMILIATO,E' SOVRANO!
SCENDIAMO IN PIAZZA,FACCIAMOCI VEDERE E SENTIRE!
« TANTO TUONO' CHE PIOVVE... | NEL NOME, IL DESTINO!LET... » |
Per ricostruire l'Aquila occorrono fondi,tantissimi,ma anche parole ,poesie che riscaldino il cuore!I poeti da Elio Pecora a Davide Rondoni si sono mobilitati ,nelle tendopoLi hanno offerto i loro versi.La poesia come alimento insostituibile dell'anima.L'anima è stata danneggiata con il peccato ,con l'avidità di guadagno...
Dall'articolo sul Messaggero:
.....E' vero all’Aquila servono stufe, case e mattoni ma intanto la poesia aiuta e rende
più facile l’attesa, e ci saranno letture e serate anche a maggio, ogni mese finché la
città non tornerà in piedi. “Al centro della valle dell’Aterno, L’Aquila/la brezza dell’aurora ridestata/segnale di pericolo, di mutamento/l’avvolge in un intenso polverio, e la città
riscopre il dolore/ che la invade dal ventre della terra/”, scrive Marcia Theophilo.
Piange Annamaria Giancarli, poetessa aquilana, lei è l’unica qui che non porta una
poesia, non ha più nulla lei, neanche i libri rimasti sotto le macerie, neppure la forza
per scriverla una poesia e dedicarla alla sua città. «Perché non riesco a trovare più le
parole né una poesia che descriva da sola la disperazione e il dolore, l’impotenza e
la speranza», e non ringrazia Annamaria il presidente del Consiglio Nazario Pagano
qui anche lui ad ascoltare, né le istituzioni e neppure la Protezione civile, nessuno,
non ringrazia adesso, perché all’Aquila era stato tolto tutto prima ancora che ci
pensasse il terremoto a portarsi via trecento vite: «Ci era stato tolto il lavoro e poi
le fabbriche e l’orgoglio. Ringrazierò, forse, quando mi ridarete la mia città, un giorno
non troppo lontano».
E se Antonio che ha ottantasei anni e neppure la stufa a riscaldare le sue notti, e una broncopolmonite che lo perseguita da venti giorni eppure è qui, nella tenda a scaldarsi
il cuore, allora questi versi sono serviti a qualcosa dice Nicoletta Di Gregorio, l’ideatrice
del reading. Plinio Perilli all’Aquila non è venuto, ma per lei ha scritto “Resurrectio dal
buio”: “Le colline ingemmate si susseguono/il mio viaggio di treno le attraversa/e anzi
loro mi infrangono, messaggere di verde/portano fiori e sterpi, muri sbrecciati
e/promesse lunghissime/è Pasqua di rinascita, resurrectio dal buio”.
Speranza, come quella che porta qui Stevka Smitran, poetessa bosniaca, parla di
distruzione e di guerra la sua poesia, e cos’è se non una guerra della natura
questa che ha distrutto L’Aquila, “più volte la mia casa è stata rasa al suolo/ e
tutte le volte l’ho ricostruita/non in tempo di guerra è successo/in tempi di pace
apparente è successo”, e perché mai preoccuparsi si chiede recitando Stevka,
“se c’è sempre un Dio che trama”.
Bibiana La Rovere, poetessa pescarese legge i versi di Elio Pecora, di Raymond
Andrè, del giovane abruzzese Antonio Alleva, “dai gira trottolina felice, riportami se
vuoi il pane bruscato”, riporta trottolina un pezzo di vita a questa gente ferita, un
po’ di amore, un po’ di amicizia, un vestito bello, oppure un sorriso, o una parola.
Cancella le lacrime, quelle che si vedono e quelle che non scorrono più. «Ecco, i poeti
sono venuti qui per tenere alta l’attenzione sulla ricostruzione dice alla fine Nicoletta
Di Gregorio quando suona la campanella per andare a mangiare e il libro di poesie
va chiuso perché è finito il tempo delle parole E saremo qui sempre, anche il
prossimo mese, perché non si spenga mai la luce su questo gioiello dell’Abruzzo
che è un pezzo della nostra storia e della nostra vita». Da qui vuole ripartire la
città annientata dal terremoto, che affida ai versi di Elio Pecora la sua
determinazione: “È qui che siamo nati, qui vogliamo abitare, qui camminiamo
le ore, qui ci tocca di andare. Qui portiamo le attese, i progetti, i pensieri”.
Qui, e non altrove.
Ci lecchiamo le ferite dopo una battaglia o qualcosa che comunque ci
costringe a lottare per tenerci a galla. Perché mentre combattiamo non
stiamo a vedere dove sentiamo dolore…come quando ci tagliamo, subito
non sentiamo niente, il male arriva dopo. Oppure come durante una
tempesta, o un terremoto: pensiamo a salvarci la pelle, cerchiamo un
riparo mentre tutto ci crolla addosso, pensiamo solo a sopravvivere in
quel momento.
E poi passa, prima o poi passa… Non ce ne accorgiamo subito, stiamo
lì con gli occhi chiusi, le mani nelle orecchie o a ripararci il capo. Apriamo
un occhio e tutto sembra fermo. Eppure non usciamo subito dal nostro buco,
qualche cosa potrebbe ancora cadere. E’ anche già successo, come quando
siamo usciti fuori pensando che fosse tutto finito e per poco non restavamo
uccisi…
E ora siamo lì al buio a guardare fuori verso quella poca luce, temiamo sia
una trappola. Ci avviciniamo e guardiamo fuori… guardiamolo il nostro mondo,
non è rimasto niente, a che serve dirci quanti errori abbiamo fatto? A che serve
dirci che se avessimo fatto così o cosà forse sarebbe stato diverso? A che
serve torturarci con tutti quei forse e quei se? A nulla. E poi guardiamole
bene quelle macerie: sono crollate perché le abbiamo costruite male,
come abbiamo potuto pensare di fare prima il tetto senza metterci le basi?
Perché non ce ne siamo accorti prima? Sì è proprio così: non volevamo
vedere.
E’ questo il momento più doloroso, quando nella desolazione intorno
guardando indietro ricordiamo come ogni pezzo è crollato. E' il momento
di leccarsele quelle ferite, quelle nell’anima e nel corpo. E poi di ricostruire
tutto da capo, partendo dalla base questa volta.
Chi di voi è disposto ad offrirmi una poesia per imitarli?
Per prendere spunto riporto un pensiero ispirato da LEOPARDI( "LA GINESTRA")
al poeta veneto ZANZOTTO:
"Ci siamo troppo perduti a litigare tra uomini,a cavarsi i oci uno
co l'altro, a sbudellarci per un pezzo di terra,
anzichè ritrovarci tutti insieme a combattere
con amore contro di te,madre da maledire ed adorare,vinta
soltanto obbedendo alle tue leggi."
"Tu terra -dice -Zanzotto,,quasi mai,pur movendoti un pò anche
in passato,avevi assassinato,tradito:una grande fedeltà si è dissolta."
ALTRA IDEA,sempre ripresa dal poeta Andrea Zanzotto(nel "Filò",i versi
hanno sullo sfondo i tragici giorni del friuli nel 1976,declinati nella lingua madre,ma anche balbetio originario del suo dolcissimo dialetto di Pieve di Soligo.):
"Santa tera,tu trema.Terra coss'atu tera?"e' in dialetto ,vuol dire che la terra sta male,si è rotto un patto con l'uomo...
Comincio io con questa che non ha il tema specifico "TERRA",ma
parla egualmente di ciò che va fatto.
ECCOLA:FRUTTO DELL'AMORE
FRUTTO DELL'AMORE
Sofferenza frutto dell'intolleranza
Paura frutto dell'ignoranza
Odio frutto della paura
Lacrime frutto dell'odio
Pace frutto del perdono
Concordia frutto della speranza
Poesia frutto dell'amore.
RESPIRO LA TERRA di Spinadirosarossa
Respiro la Terra,
i suoi fiori martoriati
da radioattive follie
respiro
strisciando
come un serpente
sul ventre
per coglierne
il canto
respiro
il suo odor
di polvere nuda,
come di uomo
ucciso,
come di risorta speranza
respiro
il mandorlo
in fiore
di gioventù passate
il gocciolar d'acqua
da piovani pori di donna
respiro la terra
fino al centro
delle sue malattie
e delle sue devastazioni
respiro
semi
piantati
che daranno
frutti di gioia
respiro la terra
che appare squarciata
eppure ci arride,
invoca suole meno egoiste
e più amiche
per solcare percorsi di vita
perchè la terra
fa parte di noi,
pur essendone fuori,
noi siamo
fusione
dei quattro elementi
del globo
la terra
ed il fuoco
l'aqua e l'aria
attraversano
il corpo
in equilibrio sottile
sospeso su fragili fili...
respiro la terra,
grembo
di ogni
sorgente
di ruvidi sassi
baciati da mari infiniti
e sogno
orizzonti
di luce.
TRASFOMATION di Katartica3000
TRANSFORMATION Mi racchiudo in me per mutare il mio mondo,
trasformare le peitre aride in sorgenti d'acqua sorgiva.. E cambiare...
come farfalla da crisalide, come bimba da uovo... ..come alba dal Sole
nascente!
La poesia parla di mutamenti e di trasformazioni,quelle dobbiamo
operare, in noi ,perchè questi eventi carichi di lutti e sofferenze
non accadano più;l'uomo,in fondo ne è il supremo responsabile!(CoMizia)
*SPERANZA*: La speranza è stata sepolta sotto le macerie, ma con la forza del dolore, riemergerà dal vostro cuore. Nei cassetti dell'animo la dovete cercare, perchè è giunto il momento di ricominciare. E con il cuor sincero vi diciamo, che l'Italia intera vi darà una mano.(GRACE-KELLY)
POESIA DI MEDEBAI
Questa è la poesia che dedico ai terremotati d'Abruzzo:
Case di pietra insensibili al tempo,
Custodiscono gelose i tuoi segreti.
Un seme gettato nel vento,
Sarà un giorno un nuovo albero.
Vivi nel vento, muori nell'umida terra,
Rinascerai nel ciclo della vita.
Dea dell'amore, cacciatrice lunare.
Una speranza di rinascita che auguro possa essere rapida, ma sempre legata alle tradizioni di questa terra di pastori e contadini.
Commento
In questa bella poesia c'è la DISTRUZIONE"case di pietre" ormai solo "custodi "di
memorie,ma anche "RICOSTRUZIONE",speranza per il futuro;"un seme gettato nel
vento,sarà un giorno un nuovo albero".La speranza è che la ricostruzione venga
operata nel massimo rispetto delle vite(cementi veri) e della terra ricca d'arte , di
tradizioni e di cultura classica,ma anche contadina.(CoMizia)
Vi prometto che tenterò di leggerle quando andrò sotto una tendopoli ,(a Sassi
fraz. dell'Aquila),con il mio coro C.A.I..Abbiamo intenzione di andare
domenica 17p.v. per dilettarli un pò con le canzoni di montagna e
folcloristiche;ne hanno molto bisogno(si annoiano tanto) ,dicono!
Porteremo loro anche una tenda da 15 posti che abbiamo comprato
autotassandoci.
Loro,in cambio,vogliono offrirci il pranzo,ma soprattutto la loro calda
ospitalità;sono forti gli abruzzesi!
MENU
TAG
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: Speed Test
il 30/07/2018 alle 14:00
Inviato da: Meteo
il 30/07/2018 alle 14:00
Inviato da: Weather Forecast
il 30/07/2018 alle 13:59
Inviato da: Pogoda
il 30/07/2018 alle 13:59
Inviato da: Sat24
il 30/07/2018 alle 13:58
NOTTE STELLATA
CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG
CANDELA
GRAZIE ,LADY-JULIETTE!
IL VIAGGIOPIU' BELLO...
Il viaggio più bello è quello con una méta entusiasmante, (CoMizia)
ti porta lontano,
senza farti sentire la fatica ...
La compagnia è importante,
sia amicizia o amore,
oppure anche solidarietà.
HAIKU "OCEANO DI SILENZIO MUSICA DELL'ANIMA
EROS E TANATOS
Eros e Tanatos ballano nella
danza macabra(CoMizia)
EROS E TANATOS CREANO LA PASSIONE
La passione è forse quell’esperienza amorosa
che più di tutte ospita nelle sue viscere l’ISTINTO
DI VITA ( EROS) e l’ISTINTO DI MORTE (THANATOS )
in una possibile, anche se difficile convivenza.
Come testimoni di simile esperienza mi vengono in mente
Paolo e Francesca, frutto di una mente decisamente
passionale, come doveva essere quella di Dante.
I due amanti, collocati nel cerchio dei lussuriosi,
vagano per l’eternità tra la bufera infernale che
li travolge e ,per l’eternità, tra le parole più belle
che mai siano state scritte sull’amore:
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona”
La passione è tutta in questa rara tolleranza di
dolore e oceanica necessità.
GIARDINO DI FIORI
FUORI DAL "GIARDINO DEI FIORI"!DAL NOSTRO FUTURO
*GIARDINO DEI FIORI*
Dal giardino dei fiori
al tunnel degli orrori!
Poveri bambini,
violentati,profanati ,
perchè non ben sorvegliati.
Chi per uomo,donna,
custode si è spacciato,
mentre era mal intenzionato?
Si è servito di espedienti:
regali,caramelle e
gite emozionanti
per carpire la fiducia
di questi poveri innocenti.
Ed allora diventiamo
cacciatori speciali di
di queste streghe e lupi mannari.
FUORI!!!Tutti fuori
dal giardino di questi fiori splendenti
dai visini sorridenti.
FUORI!!!
"NON CALPESTATE IL NOSTRO FUTURO!"!
CoMizia
I MIEI BLOG AMICI
- La parola...
- AUTORE DI TESTI
- GRILLO PARLANTE
- Canto lamore...
- Anima...
- VERTIGO
- World images.
- WINDOW ON THE WORLD
- incontrandoci
- rebirth
- ItaliArte
- GIUSEPPE TESTA BLOG
- mondoblog
- IL MONDO DI OMAR
- DolceMarea
- GreatMindsThinkAlike
- LAnticonformista
- Lady
- notte che consola
- GiuseppeLivioL
- Gocce Di Passione
- KATERINA
- rimando damore 2.0
- *Piacere di esserci*
- Anime Perse
- Villasimius
- Sognare
- Pensieri in Parole
- homo sum
- FolliaDiJuliet
- notturno giardino
- Le carezze mai date
- IL COLORE DELLANIMA
- Vivere
- PER TE
- Anima on line
- XXI secolo?
- credevo di rinascere
- Amore
- è dura, ma...
- allariscossa
- Realta ahahahah
POTENZA DEL SORRISO
Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo,
ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo.
Proverbio Giapponese
ABBRACCIATA AL CIELO
Adagiami su questo campo di fiori,
accoglimi con le tue ampie mani
ed annusa i profumi dei miei petali,
sensazioni calde sotto il sole ...
Sarò vento soffiato sulla tua muta bocca
e, ammirandola nei sorrisi
che si schiudono dinnanzi a me,
ne sazierò il bisogno di fiato.
Senza paura ti guarderò andare via
perché so che domani sarai ancora qui
nel giardino d'incolte stelle
dove sempre mi troverai abbracciata al cielo.
CoMizia- (autoretesti)
TAG
EMOZIONI...
"La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria
riesce a passare."
(Gibran)
Un sogno
Parteciperò al ballo in maschera
vestita da geisha!
Un ultimo sguardo allo specchio
tutto è perfetto:
Guance glaciali
bocca di fragola invitante
capelli neri raccolti all'insù
ornati da un glicine lilla
occhi scintillanti a mandorla
sottolineati
da un filo di matita nero
Kimono rosso
intessuto di fili di sole
ventaglio in mano
a schermare il viso
gioco sottile di seduzione.
Pronta per il sogno:
sono e mi sento geisha!
(CoMizia)