Creato da codiceastrale il 01/04/2007

Codice Astrale

Segreti dello Zodiaco

 

 

« The Lizard KingLa storia del dio dell'albero »

Il Leone di Nemea

Post n°37 pubblicato il 21 Luglio 2011 da codiceastrale
 
Foto di codiceastrale

Leone di Nemea

La prima fatica cui Ercole si sottopose fu quella in cui dovette scorticare il gigantesco Leone di Nemea, la cui pelle niente poteva scalfire, né il ferro, né il bronzo né la pietra; era un animale mostruoso nato per alcuni dall’accoppiamento fra la madre Echidna e il cane Ortro (figlio di Tifone), uno dei suoi figli  - e fratello di Cerbero  - ma secondo altri nacque da Tifone, demone nato da due uova che Crono aveva offerto a Gea per vendicarsi di Zeus che aveva ucciso i suoi figli, i Giganti; per altri ancora era nato dalla Chimera, animale favoloso e terrificante, in parte capra, in parte leone e in parte serpente - figlia di Tifone stesso - e dal cane Ortro, che si narra fosse anche il padre della Sfinge di Tebe. Ma i miti hanno mille e una versioni, e c’è chi narra che Selene, la Luna, rabbrividì di orrore nel metterlo al mondo - ma secondo Iginio lo svezzò con il proprio latte – e lo lasciò cadere sulla terra, sul monte Treto, vicino a Nemea, nel Peloponneso, nei pressi di una caverna dalla doppia entrata; per punire il suo popolo di non aver compiuto un sacrificio, gli fece poi divorare tutti gli abitanti del posto.

 

Ma veniamo alla leggenda. Ercole arrivò sul luogo quando il Sole era alto nel cielo, ma poiché il Leone, chiaramente, aveva spopolato i dintorni, non trovò nessuno cui chiedere informazioni. Quindi, si diresse verso il monte Treto e vide la belva che stava rientrando nella caverna tutta macchiata di sangue, probabilmente della sua ultima vittima. Ercole scoccò un nugolo di frecce contro la fiera, che però rimbalzarono sulla sua pelle, troppo spessa e dura; il leone si voltò a laccarsi i fianchi e sbadigliò. Allora Ercole utilizzò la sua spada, che però si piegò come fosse di latta, quindi decise di impugnare la clava con la quale assestò un colpo sul muso della fiera, la quale scuotendo la testa rientrò nella sua tana. La clava, comunque, era fuori uso…ed Ercole pensò di mettere una rete ad una delle uscite della caverna ed entrò dalla parte opposta per andare incontro al mostruoso animale e affrontarlo a mani nude, dal momento che nulla sarebbe servito contro di lui. Il Leone gli strappò un dito, lui gli afferrò la testa e, girandogli un braccio intorno al collo lo strinse e lo soffocò. Non sapendo come fare per scorticarlo, fu colto da ispirazione divina, e decise di utilizzare gli artigli stessi della belva per scuoiarla, rivestirsi e farsi un’armatura completa di elmo…la testa del leone. In questo modo, Ercole era anche fedele alla tradizione antica dei guerrieri, che indossando le vesti del nemico sconfitto, manifestavano la vittoria e si impossessavano della sua forza…ne resterà solo uno!

 

Per lungo tempo, il Leone di Nemea aveva terrorizzato gli abitanti del luogo e distrutto i loro territori. Si tratta di un mostro mitologico nato dalla collera di Era – Eracle significa gloria di Era - , con parvenza umana, ma le cui dita sono teste di draghi, e la cui parte bassa del corpo, dalla vita alle caviglie, è avvolta da serpenti. Il suo corpo alato e gigantesco è di dimensioni tali da ricoprire la metà della Terra, e i suoi occhi gettano fiamme. Ciò che raffigura sono le pulsioni istintive irrefrenabili e distruttrici, la violenza emotiva che tutto annienta al suo passaggio.  Figlio di Tifone, il Leone è quindi figlio delle forze istintive incontrollate e disastrose, che nessuno può fermare.

 

Astrologicamente il Leone è governato dal Sole, simbolo della volontà istintiva, e rappresenta il luogo in cui questa si affianca alle forze istintive incontrollate della natura, che crea e distrugge, genera e rigenera, leggi proprie del destino. Il motivo per cui il Leone divora tutti gli abitanti del luogo va ricercato nel fatto che questi si sono dimenticati di fare un sacrificio, una dimenticanza che va vista come uno sgarbo alle forze istintive, pulsionali ed emotive presenti in ognuno; dimenticare di sacrificarsi per loro, significa rischiare di vederle rivoltarsi contro di noi più violente e più forti. Ercole non trova nessuno a dargli notizie del Leone perché lo sgarbo equivale a respingerle e ad inibirle, per cui ci si ritrova da in loro balia, non sapendo più dove sono e dove si nascondono, così sono libere di sorprenderci e divorarci da un momento all’altro. Per sconfiggere il Leone, Ercole non usa le armi, strumento dello spirito e dell’intelletto, ma come simboleggiato dall’arcano XI, la Forza, solo la forza d’animo può vincere la forza fisica distruttrice. L’uomo che è riuscito a dominare i propri istinti può esprimere ora il suo libero arbitrio.

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Jupiter

 

SEGNI ZODIACALI

ASTROBIOGRAFIE

CURIOSITà

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

OGGI DA QUESTE PARTI

                                          
                                                  

Statistiche accessi

 

 

ULTIME VISITE AL BLOG

michela.pmcsalomonalcristianogrillanti1cantoni.francescaleone30001isadoradgl07ariciapaalecol1974effeelle1martinazulianiella_vittamaumaumau3codiceastraleapollon.cod
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963