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E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 17/02/2015

 

CONVEGNO COBAS

Post n°3155 pubblicato il 17 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da COBAS scuola sede di Napoli

CONVEGNO

 

La Corte di giustizia europea il 26 novembre 2014 ha sancito l’illegittimità della reiterazione dei contratti a tempo determinato che rendono la precarietà una condizione permanente per docenti ed Ata italiani.

Allo scopo di fare chiarezza sulle opportunità aperte da tale sentenza e alla luce di diverse sentenze recentemente emesse da vari tribunali italiani, il CESP e i COBAS nel ribadire la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla condizione del precariato con la costante mobilitazione di lavoratrici e lavoratori precari, promuovono il

CONVEGNO DI STUDIO

GLI EFFETTI DELLA SENTENZA EUROPEA SUL PRECARIATO NELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE E COMUNALE

Presiede e coordina i lavori

Prof. Francesco AMODIO – vPresidente CESP, già componente CNPI

Intervengono

Dott. Paolo COPPOLA – Giudice del Foro di Napoli estensore della questione di pregiudizialità alla Corte di Giustizia Europea in merito ai contratti a tempo determinato settore scuola

Dott. Luigi DE MAGISTRIS – Sindaco di Napoli

Avv. Giuseppe Maria Villano - Giuslavorista

Parteciperanno giuristi e legali impegnati nella tutela del lavoro

Segue dibattito

LUNEDI’ 23 FEBBRAIO ore 16.00

ANTISALA DEI BARONI–Maschio Angioino-Napoli

Il convegno è di interesse per tutti coloro che hanno un servizio pre-ruolo nella

scuola e nel pubblico impiego, anche se stabilizzati.

 
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Riforma

Post n°3154 pubblicato il 17 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da "ItaliaOggi"

La riforma impoverisce i prof

Le risorse andranno a premiare i collaboratori dei presidi, per gli altri poche briciole. Gli stipendi potrebbero subire perdite fino a mille

Carlo Forte

La riforma della Buona scuola abbassa lo stipendio dei docenti. Ormai è certo: il nuovo sistema di calcolo degli scatti di anzianità servirà, prioritariamente, a risarcire, almeno in parte, i docenti collaboratori dei dirigenti scolastici. Che si sono visti sfilare sotto gli occhi l'indennità di mansioni superiori, cancellata con un colpo di spugna dalla Finanziaria 2013 (si veda l'articolo 14, comma 22 della legge 135/2012). Saranno loro, infatti, gli unici a maturare, più o meno automaticamente, il diritto ad incassare i gradoni dell'era Renzi. Tutti gli altri dovranno dire addio agli aumenti di stipendio certi a scadenze fisse. E dovranno accontentarsi di una sorta di lotteria, che premierà chi collezionerà incarichi, corsi di perfezionamento e master. Ma anche in questo caso gli aumenti andranno solo ad alcuni. Perché i nuovi gradoni, che scatteranno ogni tre anni, saranno corrisposti, comunque vadano le cose, a non più dei due terzi dei docenti. Se ne sono accorti i sindacati, che stanno valutando azioni di protesta unitarie. E se ne sono accorti anche i docenti, dopo aver letto il documento sulla Buona scuola diffuso dal governo.

Dall'esecutivo trapelano voci di possibili modifiche che dovrebbero reintrodurre gli scatti di anzianità, ma per una percentuale dell'ammontare complessivo dell'intero finanziamento del 20%-25%. Si tratta, dunque, di accorgimenti tecnici che non cambiano la sostanza del problema. E cioè che il governo intende abbassare gli importi delle retribuzioni di fatto dei docenti. L'attuale sistema, infatti, consente agli insegnanti di ottenere aumenti di stipendio da 150 a 200 euro, mediamente, ogni 7 anni. La nuova progressione di carriera, invece, nella migliore delle ipotesi, consentirà di recuperare circa la metà di quello che si ottiene oggi. E non sarà consentito a tutti. D'altra parte la situazione è più grave di quanto si potesse immaginare. Il contratto (e dunque gli stipendi) sono fermi dal 2009. E rimaneggiare al ribasso il sistema dei gradoni significa rendere strutturale l'attuale processo di impoverimento della categoria.

Ogni anno di servizio non valutato, infatti, fa perdere mediamente 1000 euro di retribuzione annua, con effetti anche sull'importo della pensione e della buonuscita. Per quanto riguarda gli stipendi, gli esiti sono immediatamente tangibili. Sulla pensione e sulla buonuscita le conseguenze si vedranno nel tempo. Ma un dato è certo: i lavoratori della scuola che andranno in pensione con il sistema contributivo andranno incontro ad una perdita di salario pari a non meno del 40%. Ciò vale solo se il governo non cambia le regole per il calcolo degli importi degli stipendi. Ma se si passa dai gradoni fissi e per tutti a quelli aleatori e solo per i due terzi della categoria, la situazione non può che peggiorare. Renzi, però, va avanti come un treno. Sebbene, almeno questa volta, la consultazione on line non abbia dato i risultati sperati.

I docenti, infatti, hanno reagito compattamente, ponendo in luce i gravi problemi di cui soffre la scuola. Tanto gravi da indurre la maggior parte dei dirigenti scolastici a battere cassa direttamente presso i genitori. La richiesta di contributi alle famiglie insieme alle iscrizioni è diventata ormai prassi. E a nulla è servito il monito del ministero che, tra note, avvisi e comunicati, non è riuscito a far cessare questa consuetudine. Segno evidente che la situazione è ormai diventata insostenibile. Resta il fatto, però, che i governi che si sono succeduti negli ultimi vent'anni hanno fatto del merito la loro bandiera. Merito inteso in senso quantitativo. E cioè nel collegamento tra straordinario e compenso accessorio.

In buona sostanza, si è preferito deprezzare la prestazione ordinaria, utilizzando i fondi altrimenti destinati ad incrementi stipendiali, per finanziare lo straordinario.

 
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Assunzioni

Post n°3153 pubblicato il 17 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ItaliaOggi”


Assunzioni, dentro i precari utili


Essere nelle graduatorie a esaurimento non basterà. premier Renzi: decreto legge e delega entro fine febbraio. Prima passaggio al Colle


L'impianto è pronto, con non poche novità sul fronte più caldo delle assunzioni. Il pacchetto di riforma della scuola risulta ad oggi composto di un decreto legge corposo di 44 articoli e di un disegno di legge delega più slim. Ma le misure e le proporzioni sono destinate a cambiare nelle prossime ore, anche alla luce di quello che negli ambienti di governo è dato sempre più come un passaggio dovuto: la preventiva lettura da parte dei tecnici del Quirinale dell'intera riforma della scuola e non del solo decreto legge su cui il presidente della repubblica, ed ex ministro dell'istruzione, Sergio Mattarella è chiamato ad esercitare il controllo dei requisiti di urgenza e necessità previsti dalla Costituzione.

Nel corso della direzione del partito democratico di ieri, il premier Matteo Renzi ha confermato che la riforma della Buona scuola andrà al consiglio dei ministri entro fine febbraio, la data papabile è quella del 27. Le verifiche a Palazzo Chigi sul primo articolato proposto dal ministero dell'istruzione sono iniziate. Anche perché ci sono decisioni, dalle assunzioni alla valutazione, su cui il premier si gioca non solo l'unità del suo partito in parlamento ma anche il consenso della gente di scuola. Che fino a ieri, per bocca dei sindacati convocati dal ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, ha lanciato l'allarme per scelte considerate ad alto rischio, dall'intervento unilaterale sul sistema degli scatti, e dunque degli avanzamenti stipendiali, al pacchetto delle assunzioni che tiene fuori i precari non iscritti in graduatoria ad esaurimento. Il faccia a faccia tra la Giannini e i leader di Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda si è concluso con un nulla di fatto: le sigle hanno confermato la manifestazione di protesta che si terrà oggi sotto la sede del ministero a viale Trastevere.

Ma il premier non pare attribuire troppo peso alla mobilitazione, facendo affidamento che la riforma possa convincere chi nella scuola lavora, o punta a lavorarci stabilmente, al di là di alcune prevedibili proteste. L'architrave dell'impresa è il piano assunzionale, che sarà di circa 135 mila docenti, e non più i 148 mila annunciati, alla luce del monitoraggio condotto dal Miur sulla consistenza delle graduatorie ad esaurimento.

Se il rapporto sulla Buona scuola partiva dall'assunto che tutti i docenti delle Gae sarebbero stati immessi in ruolo, e sulla base delle loro professionalità sarebbe stato costituito il nuovo organico funzionale, la svolta di queste ore parla di un piano di stabilizzazioni che riguarderà solo i precari delle Gae di cui c'è effettivamente bisogno nella scuola, e che daranno vita a un organico potenziato. Il docente di stenodattilografia, è l'esempio più comune, non dovrebbe più rientrare nelle stabilizzazioni anche se è in Gae.

Una scrematura che dovrebbe lasciare a casa dai 10mila ai 20-30 mila docenti le cui classi di concorso non sono più attive. Posti che verrebbero destinati nell'immediato alle supplenze sulle cattedre effettivamente necessarie, ad esempio matematica, e nel giro di un anno messi poi a concorso. Nella selezione dovrebbero avere una corsia preferenziale proprio i precari non delle Gae ma delle graduatorie di istituto che su quelle classi di concorso hanno già i contratti di supplenza annuale. Una strada, è l'auspicio, che dovrebbe consentire di sanare la frattura tra i precari delle due diverse graduatorie. Ed evitare anche i ricorsi di chi resterà fuori e potrà appellarsi alla sentenza Ue. In tal senso al ministero sono tutt'ora in corso verifiche tecniche con esperti del diritto del lavoro. Sulle assunzioni è vietato sbagliare.

 
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I nodi da sciogliere

Post n°3152 pubblicato il 17 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "Scuola Oggi"

I nodi da sciogliere con la Buona Scuola


di Pippo Frisone


Mancano pochi giorni ai provvedimenti che il Governo deve emanare per dare finalmente alla luce la Buona Scuola. La data prevista è quella del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio.          Un decreto legge per affrontare  tutte le questioni più urgenti che ruotano attorno al piano delle assunzioni e un disegno di legge sui problemi aperti della valutazione e della carriera degli insegnanti .

A quanto pare non pochi sono ancora i nodi da sciogliere. Tanto per cominciare, come dare attuazione alla sentenza alla Corte di Giustizia Europea ?

Svuotando la GAE  in uno o più anni? Coinvolgendo anche ai precari della 2 fascia d’istituto con almeno tre anni di servizio ? La scelta non è priva di ricadute sui reali fabbisogni delle istituzioni scolastiche e sulla qualità stessa dell’istruzione del nostro Paese.

Stiamo parlando dell’assunzione di 148mila precari, la più massiccia dal 1982, quando con la

la L.270 furono immessi in ruolo tra l’82 e l’84 circa 150mila incaricati annuali e banditi i concorsi ordinari, fermi al 1969 !!

Nelle attuali GAE ci sono realtà differenti da provincia a provincia. In alcune discipline addirittura

mancano o sono insufficienti gli abilitati per coprire gli attuali posti vacanti. L’esempio più eclatante è Matematica nelle Medie dove la GAE risulta esaurita non solo a Milano ma in tante altre province della Lombardia e  non solo. E con Matematica altre discipline tecnico-scientifiche, i cui posti sono attualmente coperti da abilitati e non inclusi in 2 e 3 fascia d’Istituto.!!                           Di contro c’è un esubero di precari su altre discipline,  spazzate via dalla riforma Gelmini o fortemente ridimensionate. Oltre a numerosi ITP, ci sono ad esempio Educazione musicale nelle Superiori, Diritto ed Economia. Non è un caso che per queste due discipline il governo stia pensando a delle soluzioni anche ordinamentali. . E ancora, molti dei precari inclusi nelle GAE soprattutto al Sud hanno poco servizio o non lavorano più nella scuola da anni per il forte calo demografico che non tende a diminuire.

A tutto ciò va aggiunto che oltre il 20%  dei beneficiari inclusi nelle GAE risultano in servizio nelle scuole paritarie e private, soprattutto nell’Infanzia e nella Primaria.

Chi tener dentro e chi lasciar fuori? Questo è il primo grosso nodo  che il Governo Renzi dovrà sciogliere il 27 febbraio.

Non meno impegnativo è l’altro nodo che riguarda il cosiddetto organico funzionale.

Di scuola, di rete  o tutte e due insieme come l’aveva già delineato il governo Monti?

Tra l’uno e l’altro c’è di mezzo l’autonomia delle istituzioni scolastiche, costituzionalmente garantita. Autonomia funzionale è vero ma sulla rete le scuole vanno coinvolte nelle decisioni .       E sugli organici anche la conferenza Stato-Regioni dovrà essere sentita e vorrà dire la sua .        Tutto questo fa presagire tempi lunghi e che nel decreto-legge ci sarà solo l’essenziale .                                     Ci si limiterà a quantificare nel piano delle assunzioni il numero complessivo dei posti da destinare alle scuole , magari spalmati su più anni , ripescando l’organico funzionale e di rete,  con qualche ritocco,  cosi come furono ridisegnati a suo tempo dal governo Monti.Con decreti interministeriali , tali organici saranno distribuiti alle varie regioni e da questi alle province e alle scuole. Si attribuiranno per classi di concorso oppure su una dotazione organica aggiuntiva, indistinta provinciale? Con quali criteri verranno assegnati poi alle scuole o alle reti di scuole ?

Si partirà dal fabbisogno delle scuole o dalla quantità dei precari inclusi nelle GAE  provinciali ?

Si prevedono spostamenti di provincia e di regione  verso le situazioni territoriali di maggior disagio sociale?  A tutte queste domande dovranno essere date risposte ben precise e non più evasive. Ne va di mezzo non solo la vita e il futuro di migliaia di precari che aspettano da anni la

soluzione dei loro problemi ma la qualità  stessa dell’istruzione e il futuro delle nuove generazioni.

 

 
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Incontro

Post n°3151 pubblicato il 17 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "OrizzonteScuola"

Incontro sindacati MIUR su riforma, fumata nera. Bozze non pronte. Giannini, incontro costruttivo. FLCGIL, inutile


La FLCGIL ha definito inutile l'incontro, anzi, il segretario Pantaleo ha definito i modi dell'amministrazione "autoritari".

La Gilda degli insegnanti ci informa che oggi è avvenuto al MIUR un incontro sulla riforma, ma il ministro Giannini si è limitata a comunicare ai sindacati che le bozze dei provvedimenti non sono ancora pronte e che, dunque, non è ancora possibile discutere nel merito delle questioni contenute nella riforma

E' quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, il quale ha ribadito il totale dissenso ad accettare eventuali modifiche per via legislativa di materie come l'orario di lavoro e la retribuzione dei docenti, che costituiscono oggetto di trattativa sindacale.

“Sul progetto del governo Renzi – aggiunge Di Meglio – la Gilda ha sottolineato che sarebbe stato opportuno far esprimere il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, cioè l'organismo tecnico-consultivo che avrebbe dovuto sostituire il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione di fatto sopresso ma che, nonostante una sentenza del Tar Lazio, il Miur non ha ancora provveduto a costituire. In merito a questo tema, il ministro Giannini ha spiegato che è atteso a breve il parere del Consiglio di Stato, dopo il quale il ministero si attiverà per indire le elezioni dei componenti del Cspi”.

Il Ministero, da canto suo, ha appena inviato in redazione un comunicato che raccoglie le dichiarazioni del Ministro. “E’ stato un incontro concreto e costruttivo – ha affermato la Giannini – siamo ad un passo da importanti decisioni che riguardano questo settore. Stiamo lavorando - ha spiegato il Ministro ai sindacati - per tirare una linea rispetto al passato sul tema del precariato e per collegare il superamento di questo fenomeno con la qualità dell’insegnamento attraverso la formazione degli insegnanti e la valutazione.
Vogliamo dare alla scuola – ha chiuso il Ministro - gli strumenti per realizzare quell’autonomia che finora è rimasta solo sulla carta”.

La FLCGIL ha definito inutile l'incontro, anzi, il segretario Pantaleo ha definito i modi dell'amministrazione "autoritari".

Nessuna notizia, afferma Pantaleo, sulla "stabilizzazione dei precari e destino degli scatti", che dovrebbero essere "materie di confronto e contrattazione".

Nulla anche sugli Ata e annuncia mobilitazioni.

 

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

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