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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi di Febbraio 2015

 

Riforma

Post n°3188 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “OrizzonteScuola”

Riforma, Pantaleo: della consultazione si è tenuto poco conto. No competizione, si cooperazione

Il segretario generale della FLC CGIL intervistato da Eleonora Fortunato


Per Domenico Pantaleo, FLC CGIL, i rinnovi delle Rsu saranno l’occasione per ricordare al mondo politico e all’opinione pubblico che il sindacato non è un relitto del passato, ma che continua a svolgere un ruolo fondamentale nella società.

Segretario, da che cosa le viene il conforto a questa convinzione?

“Innanzitutto dall’aver visto l’enorme partecipazione alle nostre assemblee e l’altissimo numero di candidati nelle liste, non solo tra gli iscritti. Senza sindacati non c’è democrazia, perché continuano a rappresentare dei veri e propri baluardi per la difesa di diritti civili e sociali fondamentali. Se l’azione dei sindacati venisse meno, arriveremmo a una individualizzazione esasperata dei rapporti di lavoro, un vero vulnus per la democrazia”.

Che cosa si aspettano da voi i vostri elettori?

“I nostri sforzi saranno tesi in primo luogo al rinnovo del contratto: il recupero salariale e la capacità di intervento sull’organizzazione del lavoro sono temi che mettiamo senz’altro al primo posto. Subito dopo viene il precariato, vogliamo garanzie di stabilizzazione. In terzo luogo ci batteremo perché nel mondo della scuola si torni a investire, un argomento che consideriamo prioritario vista la tendenza del Governo a non assumere impegni su questo punto.

Consideriamo questo appuntamento come un grande esercizio di democrazia e ci aspettiamo di continuare ad avere un ruolo di primo piano nella contrattazione”.

I margini di una vostra partecipazione alla contrattazione finora non sono stati così ampi, cosa vi fa sperare in una inversione di tendenza?

“E’ vero, questo Governo, in continuità con i precedenti, ha dimostrato di voler procedere in modo autoritario, non riservando il giusto spazio all’ascolto e al confronto con le parti sociali. Ma sia chiaro, l’alternativa alla contrattazione è solo l’unilateralità e a noi sembra che i problemi della scuola siano troppo complessi per poter essere risolti in maniera così semplicistica”.

D’altra parte qualcosa è bene che venga gestita per decreto, pensiamo alla stabilizzazione dei 150.000 precari…

“Certo, senz’altro, ma ci sono numerosi temi che invece necessitano di confronto, di discussione anche parlamentare. Le faccio l’esempio degli scatti o dell’orario di lavoro. E’ assurdo pensare che si possa rinnovare il mondo della scuola imponendo delle scelte dall’alto”.

In realtà la Buona Scuola si presenta come una grande operazione di ascolto della base, che addirittura salta anche la mediazione dei sindacati arrivando direttamente alle persone coinvolte, docenti, studenti e famiglie.

“È vero che è stata comunicata in questo modo, ma sappiamo bene che dei risultati di questa grande consultazione si è tenuto conto poco e niente. Le basti pensare a tutto quello che è stato detto e scritto sugli scatti: andrà forse via il tetto del 66%, ma comunque non si rinuncia all’idea che nella scuola debbano entrare logiche di meritocrazia e di competizione tra i docenti che a mio avviso le sono profondamente estranee”.

Che cosa metterebbe lei al posto della competizione e della meritocrazia, allora?

“Lo spirito cooperativo, l’idea che solo attraverso lo sforzo collettivo e la capacità di lavorare in squadra il sistema può evolvere veramente nel rispetto degli studenti, dei lavoratori e dei compiti che vengono loro affidati”.

 
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Slogan

Post n°3187 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Slogan

Da “La Repubblica”


Per la scuola non basta uno slogan

di NADIA URBINATI

PRESIDENTE del Consiglio lancia l’ambizioso progetto “la buona scuola”. Lo fa alla fine di una consultazione con i diretti interessati (alunni, docenti e famiglie) che egli stesso ha giudicato un evento unico, non solo nel nostro Paese. In una recente puntata di Piazzapulita si è avuto modo di capire che le cose non stanno proprio in questi termini: l’ascolto è stato pilotato e molti temi concreti che le scuole statali hanno urgente bisogno di discutere e risolvere non hanno avuto centralità, anche perché poco attraenti. In effetti, parlare della mancanza cronica di carta igienica nelle scuole statali di ogni ordine e grado, sapere che i genitori si autotassano ormai abitualmente per coprire le spese ordinarie degli istituti frequentati dai loro figli che lo Stato non copre: tutta questa concretezza non consente di fare spot attraenti sulla buona scuola del futuro. Tuttavia questi sono i problemi. Che non svaniscono con gli slogan: “Sì, serve la carta igienica, ma fateci sognare”. Semmai, si potrebbe dire al presidente Renzi che i sogni li dovrebbero poter fare le scuole, non il governo. E vi è di che dubitare che questi provvedimenti ben propagandati vi riescano.

Prima di tutto perché lo Stato ha dichiarato di non potere coprire le spese delle sue scuole. È come se dicesse: non possiamo garantire i diritti civili perché non abbiamo soldi a sufficienza per sostenere i tribunali. Non ci sono fondi a sufficienza. Ma se lo Stato (e i suoi organi amministrativi) finanziasse solo le sue scuole, come la Costituzione gli comanda, i soldi non sarebbero un problema così emergenziale. A fine gennaio l’Espresso ha dedicato al depauperamento della scuola statale un’inchiesta ben fatta. Eccone il senso: “Settecento milioni l’anno di denaro pubblico vanno ad aiutare gli istituti paritari, mentre lo Stato non ha soldi neppure per rendere sicure le aule. Un flusso che parte dal ministero dell’Istruzione, dalle Regioni e dai Comuni e finisce senza controlli ad enti privati di scarsa qualità o dove i professori ricevono stipendi da fame”. Governatori e sindaci, continua l’Espresso, alimentano un fiume carsico di denaro pubblico per le private, un federalismo scolastico che si somma alla sovvenzione ministeriale. L’articolo 33 della Costituzione è raggirato, e non da oggi, con l’escamotage degli aiuti alle famiglie. La Costituzione sembra non avere forza, sembra parlare la lingua dei sogni, ma non di quelli che piacciono a chi la dovrebbe attuare.

E il progetto detto “buona scuola” non cambia questo trend privatistico, ma lo legittima, lo regolamenta e lo stabilizza. Lo ha confermato proprio il presidente del Consiglio in conferenza stampa: «In futuro chiederemo autonomia anche dal punto di vista economico, così che una parte della dichiarazione dei redditi possa andare a una singola scuola». Ovvero, chi non ha figli si sentirà libero di non dare alcun contributo alla scuola pubblica, trattata come la religione o i partiti politici: oggetto di libera scelta individuale. Benché la scuola sia un bene pubblico, non privato che si può scegliere o non scegliere. La logica che guida questo progetto è opinabile: prima di tutto perché associa la tassazione per beni pubblici al consenso individuale — questo è esattamente quanto dagli anni Settanta sono andati predicando i teorici liberisti; questa è stata la filosofia che ha guidato i governi Reagan. E il reaganomics è la direzione di marcia del nostro governo sulla scuola statale.

Lo Stato si impegna a istituire e sostenere scuole di ogni ordine e grado: lo Stato, non i singoli secondo la loro personale preferenza e decisione. È evidente che il governo cerca di vendere il prodotto appellandosi all’autonomia scolastica. Ma legare il destino della scuola statale alle preferenze individuali non è una condizione di autonomia ma di assoluta dipendenza dal privato. È stupefacente come non si crei un dibattito serio e ragionato su temi così rilevanti, come le rivendicazioni della minoranza nel Pd non sappiano tradursi in contro-proposte che incalzino la maggioranza con argomenti efficaci. La dialettica sarebbe di aiuto al governo che potrebbe voler accettare la sfida della discussione e migliorare la sua proposta. In questo momento, i cittadini restano fuori del palazzo, inascoltati e fortemente critici. Organizzano convegni, lanciano petizioni, firmano documenti, ma la loro voce non ha risonanza. Non hanno rappresentanti nei partiti e non hanno nel Parlamento un interlocutore. Politica costituita e opinione dei cittadini marciano su binari paralleli.

 
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Riforma

Post n°3186 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “La Tecnica della Scuola”

Riformabuonascuola, troppi nodi ancora da sciogliere

Dopo la deludente convention del Pd, anche stavolta la presentazione dettagliata del piano potrebbe slittare: il via libera del CdM non comporterebbe, infatti, l’immediata divulgazione del testo di riforma

Dopo la deludente convention del Pd, anche stavolta la presentazione dettagliata del piano potrebbe slittare: il via libera del CdM non comporterebbe, infatti, l’immediata divulgazione del testo di riforma. Intanto, si fa sempre più largo l’ipotesi di assunzione ridotta dei precari, su più anni e anche da seconda fascia d’istituto. Fondamentale, per decine di migliaia di candidati, sarà capire se verrà offerto loro di essere immessi in ruolo su altre province. Pericolo slittamento per carriera e organico funzionale.

Con il 27 febbraio che si avvicina, crescono aspettative e curiosità sui provvedimenti che dovrebbero cambiare la scuola italiana: la mancata definizione dei punti che più interessano personale e addetti ai lavori ha infatti spostato l’attenzione sull’approdo in Consiglio dei Ministri del decreto legge di riforma e del disegno di legge delega.

Per quanto ci risulta, tuttavia, anche stavolta, dopo la deludente celebrazione a Roma di un anno di Governo Renzi, la presentazione dettagliata del piano potrebbe slittare: l’approvazione in CdM, infatti, non comporterebbe l’immediata divulgazione del testo approvato. Ma solo una sua presentazione per sommi capi. Lasciando ancora una volta a bocca asciutta tutti coloro che l’attendevano.

Intanto, proprio sui punti salienti, si accavallano le ipotesi. Si dà, intanto, per certo che le assunzioni non avverranno in una sola tornata, nel senso che occorrerà almeno un biennio per la loro attuazione. Inoltre, il numero sarebbe inferiore ai quasi 150mila indicati nella prima bozza della Buona Scuola di inizio settembre. La cifra ora più plausibile sembrerebbe attorno ai 125mila immessi in ruolo. Ad avere la precedenza sarebbero sempre i docenti abilitati inseriti nelle GaE, ma senza alcuna certezza di assunzione in blocco. Anzi, a differenza di quanto si era stabilito sei mesi fa, la stipula dei contratti a tempo indeterminato sarebbe molto più ragionata: come avevamo spiegato alcuni giorni fa, l’amministrazione scolastica non trarrebbe grossi vantaggi dall’assumere personale su classi di concorso già in “sofferenza”. Come quelle dove vi sono già decine e decine di docenti di ruolo in sovrannumero. Una situazione presente, in particolare, in diverse province del Sud.

Rimane da capire, a tal proposito, se verrà proposto ai candidati al ruolo di spostarsi di provincia o addirittura di regione: si tratta di un passaggio chiave. Da cui dipende l’assunzione a titolo definitivo di decine di migliaia di docenti precari: ci riferiamo, soprattutto, alle tante maestre della scuola dell’infanzia presenti nelle GaE del Meridione. Poiché nelle loro province il numero di posti disponibili è limitato, gli verrà proposti di spostarsi anche a centinaia di chilometri?

I discorso diventa ancora più ingarbugliato, poi, quando ci si sposta tra gli abilitati di seconda fascia d’istituto. Il Governo ha fatto capire che il via libera c’è stato. Ma il problema, a questo punto, superato il principio, è la quantità di supplenti da assumere. Per il Miur sarebbero nemmeno 2mila. La cifra, però, appare francamente bassa. E i sindacati già parlano di ricorsi di massa.

Rimane ancora più intricato il discorso sulla carriera dei docenti: tramontato l’accesso limitato al 66% dell’organico in forza ad ogni istituto, rimane però confermato che non si andrà oltre a 60 euro di aumento stipendiale, da assegnare in prevalenza tramite il merito. Per gli scatti automatici, da assegnare probabilmente a tutti, rimarrebbero non oltre 20-25 euro di aumento medio. Mentre il resto, 35-40 euro, le ultime indiscrezioni indicano che sarebbero destinati sempre attorno al 60% del personale più meritevole. Insomma, l’idea di fondo rimarrebbe sempre la stessa. C’è il fondato pericolo, tuttavia, che la questione sia stata inserita nel decreto con tempi più lunghi. Anche perché, ricordiamolo, fino al 2018 di scatti in busta paga non dovrebbero vedersene.

Rimane anche da definire l’organico funzionale: dopo l’entusiasmo iniziale, più di qualcuno al Miur si è accorto che non sarebbe bastato assumere tra i due e i cinque docenti in più ad istituto per garantirlo. La stessa retromarcia sull’assunzione in blocco degli iscritti nelle GaE lo confermerebbe. Nelle ultime ore, inoltre, sta crescendo la convinzione che sarà molto difficile attuarlo con l’avvio del prossimo anno scolastico: c’è già chi giura che l’organico funzionale non si farà prima dell’anno scolastico 2016/17. 

 
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Buona Scuola

Post n°3185 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”

La Buona Scuola? Porterà problemi da risolvere nei tribunali

Alessandro Giuliani

Duro commento sulla riforma di Francesco Scrima, leader Cisl Scuola: non c’è stato confronto e sinora nulla di concreto. Se poi i contenuti sono quelli riportati dalla stampa, finiranno col creare tanti problemi di cui si dovrà occupare la magistratura.

La Buona Scuola? Sinora si è dimostrato solamente un grande annuncio privo di concretezza. Se si va avanti così, senza un confronto vero con i lavoratori e i loro rappresentanti, c’è il rischio di spostare il confronto nelle aule dei tribunali per gli effetti negativi che porterà la riforma. Non le manda a dire Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, parlando a Lecce delle novità in arrivo nel campo scolastico presentate per sommi capi a Roma il 22 febbraio dal premier Matteo Renzi.

Secondo Scrima l’impianto è da bocciare, anche se al momento non si comprende ancora in pieno da cosa sia composto: "ci troviamo di fronte a un altro annuncio. Rispetto al passato non c'è niente di concreto non, c'è niente di scritto e mi sembra che la confusione regni sovrana".

Il leader della Cisl Scuola giudica male anche il modo con cui si è pervenuti alla stesura dei provvedimenti in procinto di essere approvati dal Governo. "Quello che non condividiamo é che questo Governo non si vuole confrontare. Le proposte che leggiamo sulla stampa - prosegue Scrima - non mi sembrano finalizzate ad affrontare seriamente il problema e finiranno col creare più problemi di quelli che si vorranno risolvere perché si è rifiutato il confronto con le organizzazioni sindacali che da anni gestiscono questa partita".

 
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Napoli

Post n°3184 pubblicato il 24 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Napoli

Da Cobas Napoli

Convegno CESP Napoli

Comunicato stampa

Oltre 100 partecipanti al convegno organizzato dal CESP e dai COBAS Scuola di Napoli per

approfondire il confronto sugli esiti della sentenza europea del 26 novembre 2014 che ha

condannato il nostro Paese per abuso di contratto a tempo determinato e per violazione della legge 70/1999 CE.

Il magistrato dott. Paolo Coppola, estensore della questione di pregiudizialità alla Corte di

Giustizia Europea, ha ribadito con ricchezza di argomentazioni giuridiche, che ai precari che si sono visti reiterare il contratto a tempo determinato per 36 mesi spetta l’assunzione a tempo indeterminato. Il dott. Coppola ha evidenziato inoltre, con una dettagliata analisi dei costi di un’eventuale operazione di stabilizzazione dei precari, che all’Italia risulterebbe molto più conveniente assumere tutti piuttosto che sostenere i costi della soccombenza in migliaia di ricorsi.

Il dott. Luigi De Magistris ha messo in evidenza la difficile situazione in cui si è venuto a

trovare in qualità di sindaco di Napoli negli scorsi anni in cui, in tempi di “spending review”,ha dovuto assumersi la responsabilità dell’assunzione al comune di alcune centinaia di

maestre delle scuole comunali. De Magistris ha rivendicato la propria assunzione di

responsabilità in tal senso, avendo sfidato anche denunce e censure da parte della Corte dei Conti, dalle quali è stato peraltro pienamente scagionato, con riferimento alla opportunità di interpretare in modo assolutamente prioritario lo spirito e la sostanza del dettato Costituzionale.

Il dott. Giuseppe Maria Villano, giuslavorista e avvocato di riferimento dell’Ufficio Legale

dei COBAS di Napoli, ha annunciato la vittoria dei precari in sede giudiziale in alcune decine di azioni legali da lui portate avanti. Villano, riprendendo le argomentazioni tecniche del giudice Coppola, ha anche evidenziato la possibilità di graduare le rivendicazioni, a seconda della specifica “storia contrattuale” di ciascuno, a partire dalla richiesta di assunzione a tempo indeterminato fino al risarcimento per alcune decine di mensilità arretrate.

Il prof. Francesco Amodio vicepresidente del CESP, ex componente del CNPI e membro

dell’Esecutivo Nazionale dei COBAS scuola, ha messo in evidenza come sia senza dubbio

necessario attivare un gran numero di contenziosi per far sì che la potenziale enorme

esposizione economica cui l’amministrazione andrebbe incontro, induca la stessa ad

accogliere l’istanza di assunzione di tutti i precari come da anni rivendicato dai COBAS.

Amodio ha annunciato l’attivazione di uno specifico sportello di consulenza presso la sede

COBAS di Napoli per attivare i contenziosi. Tale sportello partirà dalla prossima settimana in seguito all’attesa promulgazione del decreto “buona scuola” prevista per il prossimo 27

febbraio. A questo proposito l’intervento del parlamentare Luigi Gallo della commissione

istruzione della Camera, ha confermato le “voci” già trapelate secondo cui l’annunciata

assunzione dei 150 mila precari non partirà per tutti dal settembre 2015 ma sarà graduata nei prossimi anni.

La necessità evidenziata da Amodio di sostenere le azioni giuridiche, ora più che mai, con la mobilitazione e con le lotte è stata rafforzata dalla vivacità di diversi interventi soprattutto dei precari e delle precarie ATA che si vedono particolarmente penalizzati dal progetto “Buona scuola” .

L’incontro si è concluso invitando i presenti a sostenere le prossime mobilitazioni a partire

dalla quella in corso che ha avuto inizio il 23 febbraio con il presidio permanente a

Montecitorio e culminante con iniziative previste in varie città, Napoli compresa, per il

prossimo 27 febbraio.

Per l’EP Mauro Farin

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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FabianaGiallosoleq

 

 

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