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Mezzarancio ... un nome tante storie
Mezzarancio, per i podisti palermitani è un tratto della Scala Vecchia (luogo delle processioni dei devoti alla Patrona di Palermo Santa Rosalia) che da piazza generale Cascino termina la primo attraversamento della strada asfaltata. Il selciato è luogo d'elezione per gli allenamenti in salita.
La prima rampa è lunga circa 500 metri e offre l'opportunità di una distanza da ripetere n volte ed alla velocità giusta per ogni motore umano, sollecitando cuore, polmoni e muscoli. Ma per la salita a Mezzarancio, considerate le pendenze necessita non solo di cuore, polmoni e muscoli ma anche di molta testa, e della capacità di distribuire lo sforzo per arrivare fino alla strada sempre di corsa, alla massima velocità possibile.
Il selciato nasconde le sue insidie e costringe a far lavorare piedi e caviglie, unito alla pendenza non è un caso che sia tanto utilizzata da podisti di tutti i livelli.
Ma perchè si chiama così?
abbiamo chiesto in giro, ci siamo lambiccati il cervello. E venuto fuori che è riportato sulle colonne lungo la Scala vecchia così come altri toponimi Ciotola, Croce (legato al culto della Santa), la forma di qualche porzione di montagna sembrava il più attendibile e poi è arrivata la versione di Santiago:
"Pietro Bonanno, illuminato uomo politico e prosindaco di Palermo di fine 800, fu promotore della realizzazione di diverse opere pubbliche della nostra città. Tra queste la realizzazione della strada carrozzabile che porta verso Monte Pellegrino.Costruita la strada, il Comune di Palermo incaricò Damiani Almeyda, insigne ingegnere assunto dal Comune come architetto urbano, di realizzare un progetto: provvedere al rimboschimento delle falde del Monte Pellegrino per trasformarlo in stazione climatica usufruibile dalla borghesia locale e straniera che in quel periodo si stava interessando alla città.”Mezzarancio”è semplicemente il nome o meglio il nomignolo con cui era conosciuto e veniva chiamato il Capo squadra/cantiere (oggi potremmo definirlo così) che, per conto dell’Almeyda, si occupò del reclutamento e dell’impiego delle maestranze locali che furono utilizzate per i lavori di ripianamento e terrazzamento di quell’area della montagna, che ancora oggi porta il suo nome,e presso cui molti lavoratori occasionali del tempo ebbero a recarsi per essere reclutati sul posto per lo svolgimento delle attività lavorative connesse alla realizzazione delle opere di consolidamento boschivo.
Storie di altri tempi quando gli architetti comunali si chiamavano Damiani Almeyda ed i prosindaci avevano idee e progetti per la città."
foto g.ponente
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Inviato da: amistad.siempre
il 01/02/2023 alle 21:32
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il 21/11/2020 alle 09:49
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