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« Capacità di adattamentocontenti di correre »

#daicandom - la maratona della città del tricolore

Post n°590 pubblicato il 14 Dicembre 2014 da feliperun
 

Alla fine la maratona è stata la cosa più facile.

Infatti leggere l'sms irlandese che comunica che il volo, prenotato da mesi, è cancellato e mettersi a cercare soluzioni alternative è motivato da settimane di meticolosa e sopraffina preparazione.

Ed allora al sabato mattina un pullman porta da Palermo fino a Trapani, per un volo a Parma, bus e treno fino a Reggio nell'Emilia. La logistica di Danilo si rivela subito perfetta: b&b a due passi dal centro e dalla partenza arrivo della maratona.

Serata piacevole con ultimi dettagli per la gara, mentre alcune specialità reggiane fornivano energia per l'indomani.

Al mattino il palazzetto dello sport ospitò tutti con tepore confortevole e spazi adeguati. La gara iniziò con le strade eleganti di Reggio fino all'uscita dalla città dove il verde iniziò a prevalere.

Era punteggiato di cascine da cui proveniva il profumo della fertilità dei campi. prodotto dagli stessi quadrupedi responsabili della fornitura della materia prima del celebratissimo (a ragione) parmigiano-reggiano.

19° maratona di reggio nell'emilia

Le colline, le ville, i paesini, i boschetti, i fiumi li univa una strada in vena di sorprese continue. La pendenza variava e i chilometri scorrevano, mentre con Emanuele si scambiavano due parole la cordialità dei podisti locali emerse mirabilmente. Così si inanellarono blocchi di 5 km come fatti in serie, parlando di questo e di quello, passando da ristori dove una volontaria incitava a gran voce o altri con la musica che spaziava dagli ACDC ai rocker vanto dell'emilia romagna.

Venne il momento che la gara arriva al punto che non si parla più, quando si deve pensare a chiudere come si conviene, smisero le chiacchiere. Un valente bergamasco fu compagno di sortita e recupero di altri podisti che avevano ancora meno voglia di parlare. Una avvisaglia di crampo suggerì prudenza per qualche centinaio di metri, ma si trattava di falso allarme e l'ingresso in città con il prossimo taglio del traguardo confermò che s'era fatto alla svelta.

Giusto il tempo di complimentarsi con tutti i componenti del gruppo che c'era di nuovo da correre in stazione, dribblare sciopero di treni, salire e scendere le scale dei sottopassi, verificare binari, obliterare biglietti appena prima di saltare sull'unico treno possibile per giungere a Firenze in tempo per il successivo volo a Palermo.

 

foto podisti.net

 
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