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Messaggi di Settembre 2017
100 chilometri in auto sono un viaggio agevole se le condizioni meteo sono buone, con un'auto efficiente ed una strada in perfette condizioni.
Gli stessi 100 km in auto, ma col maltempo, una strada pessima e una vettura con qualche problema, possono tramutarsi in un calvario.
Se gli stessi 100 km sono da percorrere a piedi la prospettiva cambia totalmente, quello che le altre persone (non senza difficoltà o ansia) fanno in auto, un runner lo fa correndo.
Ma è tutto un altro andare, due volte e mezzo la maratona, ore ed ore di corsa (per molti alternate al cammino). Una cento chilometri è un viaggio fisico e mentale. In cento km può capitare di tutto ed un piccolo inconveniente può diventare una difficoltà tanto grossa da indurre al ritiro.
Preparare una cento km significa allenarsi a muoversi per ore ed ore con l'intento di trovare il giusto equilibrio tra velocità e lentezza, tra consumo di energie e reintegro. Per alcuni viene facile facile, riescono a sostenere anche velocità considerevoli, altri invece camminano e corrono senza tregua, alcuni atleti (magari podisti di ottimo livello) non riescono mai ad abituarsi ad andare così lenti ed il più delle volte rinunciano.
Una volta le cento km erano merce rara, anzi rarissima, una manciata di manifestazioni in tutto il mondo. Gare per specialisti che venivano guardati dagli altri podisti (maratoneti compresi) come uno stranissimo tipo di runner caratterizzati dall'andare "troppo" piano.
Poi pian pianino oltre al celebratissimo "Passatore" (si corre da Firenze a Faenza, valicando l'Appennino al passo Colla di Casaglia) sono nate altre gare ed altre ancora, la più recente ma non meno affascinante sarà la 100 km della Val di Noto il prossimo 4 novembre.
Gli arabi circa mille anni fa dividevano la Sicilia in tre: Val di Mazara, Val Demone e Val di Noto. Questa neonata manifestazione corre (è proprio il caso di dirlo) in questo terzo di Sicilia attraverso l'area dei Monti Iblei toccando città e paesi famosi per il barocco siciliano. Un devastante terremoto sul finire del 1600, determinò la necessità di ricostruire di sana pianta così vennero adottate le migliori tecniche allora disponibili, coniugando anche urbanistica ed estetica (ancora oggi tutto questo ci stupisce). Ma tra un abitato ed un altro ci sono le meravigliose campagne descritte da ordinate file di muretti a secco, sontuosi carrubbi ed esemplari di bovini al pascolo, molti dei quali di una razza antica (modicana) capace di produrre un latte senza il quale il caciocavallo modicano non sarebbe lo stesso.
Per chi ha programmato di partecipare a questa cento km il viaggio è già iniziato da un pezzo, anche la val di Noto è già pronta a lasciare ricordi indelebili ai podisti ed ai loro accompagnatori che da Ragusa Ibla arriveranno a Noto passando per Giarratana, Buccheri, Cassaro, Ferla e Palazzolo Acreide.
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Ci sono giornate in cui non hai alcuna voglia di allenarti poi, per fortuna, arriva l’ora stabilita per andare ad allenarsi.
Un po’ per abitudine, un po’ perché gli amici sono lì per l’appuntamento, o anche perché gli avversari si allenano sempre, inizi.
E capita che viene fuori un allenamento che non ti aspetti. In cui tutto viene facile, semplice, ogni gesto sembra quello giusto.
Ogni volta che guardi il cronometro e leggi numeri che non leggevi da un po’ di tempo. Le pause tra una ripetuta e l’altra restituiscono forza e volontà. Un allenamento con i fiocchi.
Chissà a cosa è dovuta questa alchimia, una insondabile combinazione di fattori, di stelle propizie e di chissà cos’altro, ma dopotutto vale per quelle altre volte che tutto sembra favorevole e si rimediano batoste potenti ma in quel caso qualche responsabile si trova sempre.
Meglio non pensarci domani è un giorno buono per allenarsi ancora.
foto a. ponari
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che sarà mai questo Tor?
La settimana del Tor sta per concludersi ed è stato tutto un parlare di Tor, come se non esistesse niente altro.
I pochi eletti che hanno vinto i sorteggi e le selezioni sono a calcare gli amenissimi 330 km e gli oltre 24000 m di dislivello positivo e tutti gli altri incollati ai computer, ai tablet ed ai cellulari.
Tutti a controllare i pallini che si muovono tra i giganti della Valle d'Aosta, a dissertare su quanto è durato il tratto tra il paesino (pronunciato in perfetto accento patois) ed il colle come se lo conoscessero palmo a palmo, qualcuno via what'sapp azzarda previsioni in funzione del tempo impiegato tra l'in e l'out al rifugio, qualcun altro tra un post e l'altro riesce anche a valutare lo stato di idratazione dalle fugaci immagini della web cam in un altro paesino dal nome patois.
A dire il vero è che ciascuno di noi si immedesima negli amici che sono lì al Tor a muoversi per quelle montagne bellissime, e ci piacerebbe un sacco essere lì almeno a fare un tifo esagerato e magari accompagnarli per qualche bel tratto dove sfoggiare la pronuncia siculo-patois!
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L'endurance e le sue discipline richiedono abnegazione e specializzazione, ma combinarle tra loro è un esercizio che a volte produce performance interessanti ma sempre è motivo di sommo sollazzo.
É vero che martellare asfalto giorno e notte con suole gommate o artigliate è spassoso sia che si tratti di ruote che di scarpe. Ma mescolare le carte e combinare le specialità trail e mtb produce effetti sul buon umore delle persone.
Del clima che si è respirato a Piano Battaglia basta dare uno sguardo ai commenti dei partecipanti.
Non minore fu lo spasso a Trapani dove si combinavano la corsa ed il nuoto in un aquathlon giunto alla 11 edizione.
Partire a manetta per un milleecinque sull'asfalto sferzato dallo scirocco aveva il segreto scopo di vedere se all'ingresso in acqua si sollevavano colonne di vapore. La circostanza non si verificò, e tutti mulinavano bracciate non si sa bene se per il freddo dell'acqua o per capire cosa tratteneva le boe dal seguire i consigli dello scirocco.
A dire il vero qualcuno dei nuotatori pure prese un po' il largo a forza di raffiche, ma tutti rientrarono in spiaggia ed emersero dalle acque.
Neppure una smorfia ebbe a tradire l'effetto della sabbia appicciata ai pieni nelle scarpe senza calzini, correvano tutti così forte che tra velocità e scirocco arrivano al traguardo asciutti!
foto G. De Luca
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Da quando la corsa è diventata una moda incontrare altri podisti è sempre più frequente.
Quando ci si avventura in percorsi nuovi incrociare altri runner è di solito rassicurante, significa che si tratta di un percorso impiegato da altri. Ma non tutti i runner sono uguali e i podisti hanno l'occhio discriminante in quanto a corsa e gli incontri comunque producono sempre degli effetti.
Si possono descrivere due situazioni generali gli incontri incrocianti e quelli raggiungenti.
Incrocianti
Già da lontano si individua la figura, se è magro e corre coi talloni che sfiorano le orecchie non è un buon segno, è un “animale da corsa” chissà cosa sta facendo da dove viene e dove va con la testa alta e nessuna impressione di fatica, di solito sono cordiali come dimostra un cenno della mano o della testa in segno di saluto.
Se invece procede a passi più piccoli ed è meno magro, quella sagoma lontana diventa ancora più rassicurante, non sfreccia veloce ma c'è anche il tempo per un saluto in forma verbale.
Raggiungenti
Tutto cambia se invece si viene raggiunti o si raggiunge. Nel primo caso si sentono i passi che si avvicinano, a volgere lo sguardo si individua il raggiungente e c'è poco da fare si aspetta che si venga sorpassati.
Ma se si scorge una figura lontana e si capisce che la distanza si accorcia nella mente del podista scatta subito una strana molla, come un predatore che odora la preda. E senza neppure pensarci troppo inizia l'inseguimento. A volte capita che il podista avanti cambi strada rispetto a quella programmata e si infili in un cancello. Lì il predatore rimane a bocca asciutta, insoddisfatto, ma se invece l'inseguimento continua è tutto un'altra storia. Ogni metro guadagnato viene rielaborato per capire quando lo si raggiungerà, ogni cambio di passo della preda dà luogo a nuovi calcoli mentali. Si dà il caso che alcuni inseguiti non abbiano alcuna voglia di farsi prendere ed allora resistono strenuamente ed una volta raggiunti non si vogliano fare staccare. In questi casi non ci sono cenni di saluto ma occhiate torve e qualche grugnito fino a quando le strade non si separeranno o uno dei due getterà la spugna.
foto A. Ponari
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Inviato da: amistad.siempre
il 01/02/2023 alle 21:32
Inviato da: Telenovelas
il 21/11/2020 alle 09:49
Inviato da: cassetta2
il 18/07/2019 alle 10:16
Inviato da: Mr.Loto
il 24/04/2019 alle 13:25
Inviato da: Mr.Loto
il 17/07/2018 alle 10:09