ritorno ad amare
una sola tua carezza mi toglie il fiato mi ferma il cuore e mi lascia senza parole
"Il tempo è come un fiocco di neve, scompare mentre cerchiamo di decidere cosa farne."
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Ama finchč non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sarą meglio.
Perchč lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a Dio, ti darą gioia.
La sofferenza
čun grande dono di Dio:
chi l'accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.
PERLE DI SAGGEZZA
Non discutere mai con un idiota
Ti trascina al suo livello e ti batte con
l'esperienza....
LA PAZIENZA
rafforza lo spirito,
addolcisce il temperamento
governa la carne,
spegne il rancore
estingue l'invidia,
sottomette l'orgoglio
imbriglia la lingua,
trattiene la mano
doma la tentazione,
sopporta il dolore...ma
NON TOLLERA I ROMPICOGLIONI
i veri amici vedono i tuoi errori e te li fanno notare
i falsi amici vedono allo steso modo i tuoi errori
ma li fanno notare agli altri
NON MORTIFICARE MAI UN BAMBINO
Post n°1968 pubblicato il 09 Dicembre 2016 da ippotommy73
L’atmosfera nell’ immenso studio si faceva sempre più pesante tommaso cercava di trovare il modo per rompere quel silenzio che era quasi assordante, quindi prese coraggio e con un groppo in gola fece la prima domanda.
Tommaso: professore ultimamente eva le sembrava strada o preoccupata per qualcosa?
Professore: vedi caro tommaso i rapporti con mia figlia ultimamente erano particolari pur abitando sullo stesso pianerottolo mi veniva concesso di vederla solo in rari casi
Tommaso: chi l’impediva di vederla?
Professore: quell’individuo che lei chiamava marito e che era diventato un carceriere violento
Tommaso: quindi il marito la maltrattava? Come mai non ho trovato denunce
Professore: la maltrattava? Non passava giorno che su suo viso apparivano segni lasciati dal quel poco di buono. Poi denunciarlo? Lei non ha mai voluto diceva che non erano affari miei e che lui era solo un po’ stressato. Stressato capisci tommaso uno che non ha ne arte ne parte che deve ringraziare i genitori che gli danno i soldi per farsi passare tutti i capricci e solo dopo si ricorda che ha una moglie e un figlio da sfamare.
Tommaso: professore mi scusi sa ora dove sta il marito di sua figlia?
Professore: e chi lo sa, sono giorni che non lo vediamo in giro alice lo ha anche chiamato per avvertirlo ma non ha mai risposto solo dopo tanti tentativi ha mandato un messaggio che era impegnato in faccende molto importanti e non poteva rispondere e che non voleva essere infastidito
Tommaso: dopo mi faccio dare il numero da alice che a rintracciarlo ci penso io, e la sera dell’omicidio pure non l ha vista?
Professore: quella sera verso le 20 ci ha lasciato il bambino dicendo che doveva fare una commissione urgente e che sarebbe tornata presto. Il resto lo sa meglio di me
Tommaso: il resto sto cercando di scoprirlo e le assicuro che ci riuscirò
Con aria disillusa il professore tirò un sospiro e disse tommaso forse il motivo della fine di mia figlia sono stato io e il mio non volerla mai considerarla una donna
Tommaso: non si butti la croce a dosso più tosto pensi a quel piccolo che ora non ha più la sua mamma.
Il professore calò il capo e chiese se c era altro da sapere, tommaso a quel punto capì che era il momento di andare via e alzandosi dalla sedia si accorse che quell’austero signore stava piangendo, con un filo di voce lo saluto lentamente usci dalla stanza e dall’altra parte c’era alice che probabilmente aveva sentito tutto visto che lo aspettava con un foglietto con su scritto un numero di telefono,
alice: questo è il numero di mio cognato, ma dubito che tu riesca a trovarlo chi sa dove sta a divertirsi
tommaso: grazie alice ci penso io.
Alice si volto e lo accompagno alla porta, lo salutò e gli disse che l’indomani sarebbe andata da lui in caserma per parlare di eva.
Tommaso con le mani dietro la schiena inizia a passeggiare per il quartiere sempre con il pensiero al caso che si sta rivelando dalle prime battute abbastanza complesso, e mentre riordinava le idee si sente chiamare e nel voltarsi riconosce nella figura che si reca verso di lui il suo vecchio amico giovanni con cui avevano condiviso tante avventure giovanili, i due si salutarono calorosamente …
Giovanni : da quanto tempo tommy che ci fai da queste parti
Tommaso: e già troppo tempo sono qui per lavoro , sai mi hanno trasferito qui e subito mi hanno dato da fare
Giovanni: ho saputo brutta storia, di solito qui è tranquillo ma anche io è da un po’ che manco mi trovo di passaggio per mia madre, e quindi non Sono bene informato. Ma dai prendiamoci un caffè
Li vicino c’era il bar dello sport i due si sedettero iniziarono a parlare delle loro vite attuali ma fu immancabile il tuffo nel passato a quando le loro vite erano spensierate e felici. Ma per entrambi il tempo era tiranno e si dovettero salutare con la promessa di rivedersi per una serata insieme, e proprio quando si stavano congedando giovanni pose un ultima domanda a tommaso
Giovanni: ma hai più sentito susanna?
Tommaso: mi sembrava strano che non me l avessi ancora chiesto, no non abbiamo più contatti da quando si allontano, senza mai dirmi il motivo e io non gli lo chiesi mai
Giovanni: peccato tutti erano certi che prima o poi vi sareste messi insieme e sareste spossati da quanto eravate legati
Tommaso: purtroppo la vita non va sempre come vorremmo, ma pazienza si vede che così doveva andare. Alla prossima giovanni.
Quel tirar corto su quel argomento fece capire a giovanni che per tommaso la ferita era ancora aperta e non voleva parlarne quindi si congedò e andò via.
Tommaso per conto suo pur aspettandosi che si parlasse di lei non si sarebbe aspettato che il pensiero di susanna fosse ancora così forte nella sua mente dopo così tanti anni, e in lui inizio a prendere corpo il desiderio quanto meno avere sue notizie, ma di certo non poteva andare dalla madre per chiederlo.
In suo aiuto viene la tecnologia tornato a casa accende il pc e si collega facebook ma con scarse speranze digita il suo nome, come per magia appare il suo profilo con la sua foto stupenda come sempre, un po’ indeciso gli invia comunque l amicizia e spegne il pc, la dura giornata si stava per concludere e ma nonostante la stanchezza non riusciva a riposare per la quantità di pensieri che giravano per la testa del capitano.
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Post n°1967 pubblicato il 07 Dicembre 2016 da ippotommy73
All’indomani il capitano ancora pensieroso per quello che aveva provato nella notte e consapevole che questa indagine non sarebbe stata semplice, sperando di essere troppo preso emotivamente dal contesto di questa sua prima indagine del suo nuovo incarico, si recava verso il suo ufficio a piedi come suo solito anche se il la distanza non era proprio breve, ma lui diceva che quella passeggiata lo aiutava a riordinare le idee, ma sta volta le idee non ne volevano sapere di andare al loro posto aveva stampato in mente il volto di quella ragazza che pur non conoscendola aveva avuto la sensazione che avesse qualcosa di familiare, sarà stato il luogo, sarà stato il vedere tanti volti della sua gioventù oppure effettivamente quella ragazza aveva qualcosa che lui già conosceva ma che non riusciva a decifrare. Arrivato in ufficio chiama subito il maresciallo per sapere tutte le informazioni che sono state raccolte sulla vita, il maresciallo apre il suo blocchetto e inizia ad elencare come in una lista della spesa tutto quello che era stato capace di raccogliere, a partire dal nome eva sorrentino 25 anni sposata con un figlio di un anno commessa in un negozio di abbigliamento della zona in cui abitava pure porta a porta con i sui genitori anziani.
A sentire cognome qualcosa inizio a diventare più chiaro sorrentino era il cognome di una dell' amica di sussanna ai tempi in cui si frequentavano, lo ricorda bene perché era il più grande ostacolo che si interponeva tra lui e susanna stando sempre appiccicata all’ amica e probabilmente l’unica che aveva veramente capito i sentimenti di tommaso, ed è per questo che gli risultava così antipatica.
Con queste poche informazione il capitano capisce che deve ritornare in quei luoghi e iniziare a parlare con le persone più vicino alla ragazza a partire dai genitori e dal marito, raccoglie i fogli che aveva sulla scrivania e si appresta ad incamminarsi verso il luogo del delitto ma non prima di togliersi la divisa e chiede una macchina di servizio senza scritte evidenti, con la speranza di poter sfruttare la sua aria familiare e non inibire i suoi ex concittadini alla vista di una divisa.
La mattina era serena e un timido sole da un certo tepore all’aria e l’atmosfera era la stessa di quando tommaso marinava la scuola e andava in giro nelle tiepide mattine invernali, prima tappa è la casa dei genitori di eva bussa delicatamente alla porta un occhio sospettoso lo scruta dallo spioncino ma non chiede neppure chi fosse e lentamente apre la porta, e mentre si schiudeva man mano appariva la figura del professore sorrentino, austero e imponente come sempre nonostante gli anni
Prof. : Buon giorno tommaso da quanto tempo
Tommaso: e si professore sono passati tanti anni e mi dispiace doversi vedere in questo triste evento
Il professore calò il capo per qualche istante per nascondere la smorfia di dolore, di un padre che ha perso un pezzo di se
Tommaso: le miei condoglianze professore , ma la mia visita non è di cortesia
Il professore rialzò la testa e con una voce severa e interrogativa esclama
E cosa ti porta davanti alla mia porta
Tommaso: professore sto seguendo le indagini sull’ omicidio si eva e avrei bisogno di farle alcune domande anche se capisco che non è il momento giusto.
Il professore stupito ma in fondo sollevato che a seguire questa faccenda fosse qualcuno di conosciuto lo fece entrare.
Tommaso appena varcò l'uscio della porta vide un bimbo che giocava con una donna anziana che lui molto distintamente riconobbe non ostante i segni del tempo e i capelli d’argento era la signora sorrentino e quello probabilmente era il figlio di eva
con tono sommesso accenna un saluto e la signora voltandosi verso di lui con uno sguarda gli fece capire che non voleva turbare il piccolo, il professore fece accomodare tommaso nel suo studio, che rimase esterrefatto dalla quantità di libri che vi erano ordinatamente riposti sugli scaffali.
Professore: cos’è capitano ti sono ancora sconosciuti questi oggetti? Sarcasticamente sussurra
Tommaso: e non professore qualcuno l 'ho conosciuto ma questi sono tanti in questa stanza si respira cultura
Professore: già cultura che non riporterà indietro mia figlia
Tommaso: purtroppo no professore ma non le voglio sembrare insensibile, sua figlia non potrà tornare indietro ma dobbiamo capire perché e soprattutto chi ha portato via eva gli lo dobbiamo
Professore: per quello che posso sono a tua disposizione.
Tommaso: grazie professore non le ruberò troppo tempo promesso.
Proprio in quell istante entra alice l’odiata amica di susanna, con un vassoio su cui erano appoggiate due tazzine di caffè.
Alice: buongiorno tommaso o dovrei chimarti capitano? come stai? Ho portato il caffè anche se ricordo bene tu non lo prendi
Tommaso: ciao alice potrei stare meglio, ricordi bene non prendo caffè ma in questi casi ci vuole,
lei abbozza un sorriso e senza dire una parola lascia il vassoio sulla scrivania e mentre sta per andare via...
Tommaso: alice dopo avrei bisogno di parlare anche con te.
Alice senza voltarsi rispose di la verità sono anni che sognavi di derlo? Comunque non qui non in presenza del bambino.
Tommaso: va bene mi dirai tu quando e dove
Alice chiuse la porta dello studio e lascio i due uomini soli
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Post n°1966 pubblicato il 07 Dicembre 2016 da ippotommy73
Nella notte gelida nel quartiere storico si sente un auto arrivare, un portone aprirsi e dei passi veloci che raggiungo la auto che parte a tutta velocità con le sirene spiegate, i passi erano del capitano Tommaso Borghese, strappato dalle braccia di morfeo , a causa di una donna trovata morta in un vicolo, e per il quale era stato chiamato ad indagare, la destinazione gli era ben nota in quel quartiere ci era cresciuto e aveva vissuto gran parte della sua gioventù, e forse proprio per questo che in quel breve tragitto che la mente del capitano iniziava a tornare indietro negli anni.
All’improvviso si vide catapultato nel passato a quando era ragazzo a quando stava passando dall’essere bambino al diventare adolescente età difficile certo, età che non si ha ancora ben chiaro cosa si vuole fare della propria vita , con il difficile impegno per quella età della è la scuola mai troppo amata , e molto spesso disertata.
Nel suo vagare nei ricordi vede quel ragazzo pienotto, con l’ espressione sempre triste e taciturno , spesso perso nel suo mondo fatto di sogni e speranze, cresciuto con il padre sempre lontano per lavoro, che lo ha portato a crescere in fretta. Quel ragazzo non aveva una gran stima del suo aspetto fisico e neppure delle sue capacità, il tutto rafforzato da una tremenda timidezza .
Ma il ricordo più forte era per lei susanna la sua bellissima amica che gli faceva battere il cuore al solo sentire il suo nome, che gli è rimasta impressa come un marchio a fuoco nella sua mente e che neppure il tempo ha sbiadito.
Arrivati con un muro di folla a sbaragli la strada si senti gelare il sangue a rivedere quei luoghi a fatica riuscì a raggiungere la vittima che era li riversa sul marciapiede ancora rannicchiata in se come a proteggersi da qualcosa a da qualcuno, in quel istante i ricordi si bloccarono il suo lavoro lo richiamava alla realtà e alla sua crudeltà, e a quel giovane corpo di donna che era li senza vita. Senza toccarla la scrutava girava attorno fino a intravedere il volto, su cui si vedevano ancora i segni delle lacrime, quella scena gli dava angoscia e tristezza ma doveva continuare il suo studiare la scena e la vittima finito sentiva ancora più gelido il vento che gli solcava il viso, erano passate poco meno di 2 ore da quando era uscito da casa, ma l’inquietudine che gli provocava quel luogo gli diede la sensazione che il tempo si fosse fermato, e fu liberatorio entrare in macchina e tornare a casa ma sta volta senza ricordare nulla, come la sua mente stesse in pausa.
il capitano borghese entrò nell arma per caso dopo il diploma preso per il rotto della cuffia fece il concorso per entrare alla scuola ufficiali, senza nessuna speranza partecipò più per far contento al padre che per suo desiderio, invece superò il concorso, e fu li che la vita del giovane toni cambia, la sua svogliataggine si trasforma in determinazione, la sua poca voglia allo studio muta in un desiderio di sapere che lo porterà a laurearsi in psicologia . con questo spirito riesce a fare un folgorante carriera svolgente in maniera brillante qualsiasi incarico gli venga affidato. Con questi presupposti a tommaso gli viene dato l’incarico di comandare un gruppo scelto di uomini e donne dell arma chiamati ad indagare su crimini su donne e bambini, e con esso la promozione a capitano, incarico da svolgere nella sua città natale. sfida stimolante ma difficile lui che non aveva mai comandato un gruppo era li a gestire indagini complesse e delicate, ma al capitano tutto questo piaceva.
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Post n°1965 pubblicato il 27 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1964 pubblicato il 27 Novembre 2016 da ippotommy73
...rimase li per qualche istanteparalizato impietrito, quando ebbe la forza di muoversi lei era lontana, e anche lui si mise in macchina e prese la strada verso casa , fù un viaggio lungo e tormentato dai pensieri confusi e difficili da interpretare, con lo sgurda fisso al cellulare con la speranza di leggere un suo messaggio un suo cenno, che generalmente erano molto rari e in questa situazione ancora di più. Se avesse potuto chiamarla l'avrebbe fatto anche se poi non ci fosse stato il coraggio.
Ormai con il solo tramontato da un pò apre la porta di casa e senza nessuna voglia di fare altro si stende sul divano rimanendo così senza neppure cambiarsi e rinfrescarsi il viso dopo un lungo viaggio, in quell istante il display si illumina e con una una laconica scritta "sei arrivato?" era lei che si era presa nonostante tutto la premura di informarsi. Tommaso: si sono arrivato proprio ora ... ti volevo chiedere scusa Susanna: non è il caso Tommaso: non so cosa mi sia preso mi sento uno schifo scusami.. Susanna: lascia stare siamo entrambi confusi prendiamoci qualche giorno e poi ne riparliamo Tommaso: vero ma ho paura di perderti anche come amica Susanna: potrebbe succedere sai bene che abbiamo vite impegnate ecerte libertà non possiamo permettercele e che ti sempre visto come un caro amico Tommaso: già come al solito ho rovitano tutto di solito sono uno che pensa prima di fare cavolate sta volta non l ho fatto Susanna: non lo in fondo ho capito cosa volevi fare e potevo fermarti ma non l ho fatto, ti ripeto prendiamoci del tempo per riflettere buona notte Tommaso: buona notte e scusa ancora Susanna: smettila e vai a dormire che domani ti devi alzare presto. La notte per tommaso sembrava interminabile ma i suoi doveri gli imponevano di riposare all' alba dove tornare nella vita reale e al suo lavoro che non era una lavoro qualunque e che l'obbligava ad essere sempre lucido e freddo...
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Post n°1963 pubblicato il 20 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1962 pubblicato il 20 Novembre 2016 da ippotommy73
dopo tanti anni erano seduti l'uno accanto all'altro, Tommaso aveva il cuore in gola e l'emozione non lo faceva pensare non lo faceva parla, oscoltava le parole di susanna ma solo il suono della sua voce gli toglieva il fiato. susanna era stupenda perfetta nel suo corpo che con gli anni aveva trovato fascino e sensualità tommaso ci mise un pò per riprendersi cercando di nascondere l'emozione ;si nascondere. perchè non voleva far capire che dopo tanti anni il suo stargli vicino lo rendeva ancora vivo e lo emozionava come a 17 anni, e che non aveva mai avuto il coraggio di aprire il cuore a quella ragazza che era parte di se, ma preferì lasciarla andare sapendo quello che aveva lei nell anima. Quei pochi attimi volarono in fretta come un battito d 'ali quella magia si interruppe quando lei con voce triste disse: è tardi era arrivato il momento in cui entrambi tornassero alle proprie vite ma per rubbare ancora qualche scampolo di felicità mestamente l' accompagnò alla macchina, dove si salutarono con la ma morte nel cuore come si salutano 2 vecchi amici ma mentre susanna era intenta a rovistare freneticamente nella borsa le chiavi dandogli le spalle in un inpeto di coraggio lui si avvicinò e con un gesto lieve della mano spostò i suoi lunghi capelli con fare timoroso e incerto fece scorrere le mani lungo i suoi fianchi sinuosi appogiando la labbra sulla sua pelle profumata a quel punto però si gelò il sangue, la paura di averla oltragiata delusa lo assalì e facendo un passo indietro il terrore di averla persa per sempre lo divorava lei si voltò e metre lui attendeva che la sua furia si scatenasse calò il capo in attesa della giusta punizione invece no una dolce carezza sfiorò il suo viso pieno di paura che alzando lievemente il capo scorse un sorriso malinconico e senza dire una parola entrò in macchina e con cenno della mano lo salutò dicendo al di là del vetro ci sentiamo.... |
Post n°1961 pubblicato il 20 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1960 pubblicato il 12 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1959 pubblicato il 12 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1958 pubblicato il 12 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1957 pubblicato il 12 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1956 pubblicato il 06 Novembre 2016 da ippotommy73
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Post n°1955 pubblicato il 06 Novembre 2016 da ippotommy73
Ricordi la pioggia? Uscii da casa mia, salii le scale e dopo poco eri lì con me. Sapevamo così poco l’uno dell’altra… la timidezza, l’emozione, l’ingenuità della nostra età ci portavano a parlare di niente; sorridere per sfogare un’inquietudine che nasce quando ti trovi in situazioni così temute, e al tempo stesso così desiderate dal tuo cuore. Sentii l’infinito dentro al mio petto, la speranza combatteva contro il timore di un rifiuto. Io ero la causa delle mie angosce, il mio carattere mi ha sempre spinto a lottare per tutto quello che desideravo davvero, non ho mai accettato i miei fallimenti, e quella sera non dovevo sbagliare con te. Ero lì per averti, parlammo, subito col cuore… già gelosi l’uno dell’altra, già pronti ad innamorarci, già sicuri di appartenerci. Correre, nel temporale, senza un riparo, senza niente, solo noi, nella notte. Ancora timori, poi ti baciai. Che strana sensazione… di felicità, di gioia, certo! Ma era come se fossimo stati sempre vicini, come se tutto prima di noi due non avesse avuto alcuna importanza. Cominciava tutto da quel momento, unico, magico, determinante. Il destino ci ha lasciato un’ultima notte, per pensare al futuro e per ricordare quel momento di fuoco del passato. Un nuovo sole, un nuovo giorno, tu non c’eri più, noi due, la notte, la pioggia… ma quella notte era un sogno, perché al risveglio ero solo. Solo, aspettando l’alba che mi riporterà da te.
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Post n°1954 pubblicato il 06 Novembre 2016 da ippotommy73
mi manca stare con te condividere i miei pensieri e ascoltare la tua voce che si infrange sulla riva quando la vita con i suoi capricci mi mette alla prova mi manca il parlare con te nei pomeriggi d'inverno con la brezza che mi accarezza il viso mi manca
ammirare la tua furia che si scaglia contro la scogliera mi manca quando la mia giovane età mi portava a sfidarti e tu sornione mi strapazzavi e poi mi rimandavi indietro facendomi capire quanto fosse grande la tua potenza ma manca quel tempo dove potevo correre da te ora invece mi resta solo il vuoto della tua mancanza |
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