EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Messaggi del 04/01/2016
Post n°589 pubblicato il 04 Gennaio 2016 da enodas
"Apart from his music he remained a child almost throughout his life"
Se c'era una città che desideravo visitare quando ero adolescente ed avevo iniziato ad ascoltare musica classica e suonare il pianoforte, questa era Salisburgo. Superfluo dire il perché. Ci sono stato, molti anni fa. Ci sono tornato, questi giorni, quando il calendario segna l'inverno, le suggestioni del periodo di Natale ed il termometro, senza volerlo, non scende poi più di tanto. Ci sono tornato con quell'idea che ho da sempre che alcuni luoghi siano una promessa. E come una promessa, ho ricalcato strade e passaggi con occhi nuovi e cuore diverso.
Ecco, scompare. Un'ombra, lentamente, inghiottita nella nebbia. E' un mare, sì, illuminato da fari che paiono approdi lontani. Un mondo metafisico. Cammino come sul ciglio di un ponte che sovrasta la città intera, laggiù, linee di luce tra gli edifici eleganti ed il riflesso dell'acqua condensata sulle superfici. Potrebbe essere un sogno, chissà, o un'avventura, in un mondo lontano che sembra quasi proiezione dell'anima, una discesa dolce in punta di piedi laddove i rumori giungono ovattati e sembra di palpare l'aria con le mani, quando l'afferrano, prima di riaprirle e trovarle bagnate di una goccia d'acqua.
Ho abbandonato le rive del fiume. Pochi minuti, la mezzanotte, i fuochi sparati da una riva e dall'altra. Si riflettevano nell'acqua, seguivano traiettorie impreviste, o esplodevano in aria illuminando i tetti scuri ed il profilo aguzzo di un campanile o da lontano, il profilo della rocca e la fortezza impiantatavi in cima. Non fa freddo. E sulla pelle c'é ancora il calore della taverna, nel sangue il vino caldo aromatizzato. Da una piazzetta all'altra si sciolgono musiche o si danza su ciò che resta della pista di pattinaggio. Aspettando le note di un valzer, domani, tra rosso velluto e stucchi dorati. La mezzanotte é passata. E come la musica suonasse quel vazer, una coppia danza nel buio sul ciglio di un marciapiede; ombre danzanti, infatti, come fiamme di gioia.
Ci siamo svegliati per la partenza. Ed abbiamo trovato quella neve che mancava. Tra silenzio e poesia. Ed anche il freddo crescente della sera prima appare lontano. Guida, su strade pulite, linee che entrano in un paesaggio che quasi sembra incantato. Paesini, casette ed alberi coperti di bianco. Immobile o quasi. E' così che si arriva in questo luogo, quasi sospeo come un'isola misteriosa, che sia uscita da un'immagine epica, un'impressione romantica o da un racconto gotico. Silenziosa ed irraggiungibile, attraverso uno specchio che scintilla di cielo, di neve, di montagna. Quasi tornare, ad un anno di distanza, in un luogo simile, un profilo familiare, una camminata gelata. Quasi tornare, quasi per caso, laddove una finestra si é aperta tra le montagne ed il cielo ha raccolto sulla terra.
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